9. Buckingham E Cabet PDF

Title 9. Buckingham E Cabet
Course Urbanistic law
Institution Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria
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James Buckingham ed Etienne Cabet Con Buckingham e Cabet si ha un rilancio di idee generali. James Buckingham in National Evils and Practical Remedies (1849) ipotizza una città completa, Victoria, di non più di 10.000 abitanti, tecnicamente avanzata ed abitata tutta da "azionisti" della proprietà comune che sottoscrivano una serie di leggi interne: essa rappresenta, a dire di Mumford, la comunità ideale della borghesia e comprende in nuce i principi della città-giardino, che saranno sviluppati da Howard. Etienne Cabet descrive in Voyage en Icarie (1848) una grande metropoli razionale inserita in un sistema sociale basato sul lavoro obbligatorio, la tassazione progressiva, la pensione ai vecchi, la divisione del prodotto industriale; nel tentativo di realizzare le sue teorie, egli guida nel 1848 una spedizione di 1500 Icariani in America, dove per impreviste difficoltà, che obbligano all'impianto di esigue e separate comunità rurali, l'esperimento fallisce estinguendosi dopo alcuni decenni. L’influenza degli utopisti della prima metà dell’800: il villaggio operaio di Crespi d’Adda L’influenza degli utopisti segnerà però molte realizzazioni di quell’epoca che si ispireranno a modelli sociali e modelli urbani più equi. In Lombardia in provincia di Bergamo, la famiglia Crespi, industriali cotonieri a fine Ottocento, realizza un moderno Villaggio ideale del lavoro accanto al proprio stabilimento tessile lungo la riva del fiume Adda Cristoforo Crespi, nei primi anni ’70 dell’Ottocento, visita la Scozia per conoscere da vicino le realtà produttive e sociali. All’epoca, aveva sentito parlare di New Lanark, villaggio sede di un cotonificio acquistato nel 1800 dall’imprenditore e sindacalista gallese Robert Owen. Il villaggio Crespi d’Adda sorse subito dopo, nel 1877, come una vera e propria cittadina autosufficiente costruita dal padrone della fabbrica per i suoi dipendenti e famiglie che disponevano di casa con orto, giardino e servizi necessari. Nel villaggio potevano abitare solo i lavoratori del cotonificio e la vita della comunità ruotava attorno alla fabbrica stessa, ai suoi ritmi e alle sue esigenze. Gli architetti, ai quali Crespi commissionò i progetti, erano eccellenze dell’epoca: Le residenze bifamiliari per gli operai, su modello inglese, vennero allineate in modo da creare tante strade parallele e vennero alternate alle ville stile liberty dei dirigenti. L’architettura dei capannoni industriali, semplice e lineare, fu caratterizzata da finestrelle stellate ad otto punte, che divennero il simbolo dell’impresa. Accanto alla fabbrica, situata sulla riva del fiume, Crespi fece costruire la propria residenza, un castello in stile eclettico medioevale, per simboleggiare il potere dominante della famiglia. In poco tempo, l’azienda ebbe profitti altissimi e i Crespi poterono comprare le più avanzate e innovative macchine tessili d’Europa. Nel 1995, l’Unesco ha accolto il villaggio Crespi d’Adda nella lista del Patrimonio Mondiale Protetto, in quanto esempio eccezionale dei villaggi operai meglio conservati. Accanto alla fabbrica, situata sulla riva del fiume, Crespi fece costruire la propria residenza, un castello in stile eclettico medioevale, per simboleggiare il potere dominante della famiglia. In poco tempo, l’azienda ebbe profitti altissimi e i Crespi poterono comprare le più avanzate e innovative macchine tessili d’Europa. Nel 1995, l’Unesco ha accolto il villaggio Crespi d’Adda nella lista del Patrimonio Mondiale Protetto, in quanto esempio eccezionale dei villaggi operai meglio conservati. La ‘chiusura’ della linea di pensiero utopista: Howard e la garden city

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Ebenezer Howard (1850-1928) secondo molti studiosi chiude la linea di pensiero del movimento utopista segnando il confine tra la parte astratta delle teorie utopistiche e la parte concreta e realizzabile Il movimento delle “città giardino” nasce alla fine dell’800 con l’obiettivo di decongestionare le grandi città attraverso il decentramento della popolazione in città satelliti immerse nel verde della campagna Attraverso il suo libro “Garden cities of Tomorrow” Howard teorizza la città futura raffigurandola attraverso alcuni schemi orientativi che si sarebbero poi adattati ai vari contesti territoriali....


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