Antropologia delle reliquie PDF

Title Antropologia delle reliquie
Course Storia della religioni
Institution Università di Bologna
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Domende e definizioni....


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RELIQUIA: (lettermente ciò che resta di qualcosa). Ciò che resta di un santo di un beato dopo la morte e tutti quegli oggetti venuti a contatto con il corpo appartenenti a quella persona quando era ancora in vita. FUNZIONALITA: concetto da intendersi come capacità operativa all'interno di un determinato contesto. Questa può essere attivata non solo da un rito ma anche da un semplice atto tecnico, come lo spostamento di un oggetto dal luogo ad un altro. LUOGO: insieme di elementi rapporto di coesistenza reciproca. Il luogo diventa spazio quando è animato dalla presenza di individui che lo trasformano, l'orientano e lo controllano attraverso i loro comportamenti. LUOGO ANTROPOLOGICO : è un luogo dotato di senso perché l'azione umana lo investe di significato. può essere: identitario (costituisce l'identità individuale), relazionale (il singolo individuo lo vive e lo condivide con altri individui che entrano in relazione con lui) storico (si colloca in un preciso momento storico). NON LUOGO: (contrapposto al luogo antropologico), inteso come spazio di passaggio, di circolazione, dove soggetti si incontrano, ma non vi risiedono e quindi non lo caratterizzano. SPAZIO: luogo praticato, dove gli individui si muovono e interagiscono tra loro; estensioni o grandezze temporali non caratterizzate. POSTO: porzione specifica di spazio, luogo e non luogo, che la reliquia ci permette di individuare. OGGETTO/RESTO: È quello che rimane di un corpo o di un tessuto. OGGETTO/RELIQUIA: È il frammento così come si presenta la venerazione pubblica, socialmente riconosciuto.

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PERCORSO SPAZIALE (RELATIVO AI RESTI DELLA BEATA) : spostamenti concreti che gli oggetti attribuiti alla beata hanno subito nel corso del tempo fino a trovarsi dove sono ora. PERCORSO SEMANTICO (RELATIVO AI RESTI DELLA BEATA): come tali oggetti siano stati caricati di importanza.

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PROCESSO DI CERTIFICAZIONE: GIURIDICO-UFFICIALE (certificato dalle autorità) AUTENTICA “INTERNO” (compiuto dalla comunità) VALIDAZIONE

AUTENTICA: documento scritto, di natura ufficiale, con il quale il clero a testa l'autenticità di una reliquia. Di alcuni oggetti non si possiede l'autentica (o non è stata mai emessa o è andata persa) ad esempio: il rosario, terra del sepolcro, frammento di carne, alcuni frammenti ossei e tessili. AGIOGRAFIA: letteratura che ha come oggetto la vita dei santi o dei beati. Nella scrittura agiografica è centrale la relazione fra biografia del protagonista e la realtà storica, ci sono però testi in cui si verifica una sfasatura, ad esempio anche gli agiografi della beata scrivono per persuadere e trasmettere uno stile. Queste agiografie all'incirca una trentina che le riguardano seguono un andamento strettamente temporale, finalizzato alla definizione dell'ethos del personaggio. In questo contesto, gli scritti mettono in risalto la differenza tra il ruolo politico che la beata avrebbe dovuto assumere e le sue inclinazioni personali, indirizzate ad una vita religiosa. Inoltre dal punto di vista agiografico risulta centrale l’elemento del “corpo morto” del santo o del beato, che ne conferma l’eccezionalità. Il testo di Richard è considerato la prima rappresentazione agiografica ufficiale (Dopo la beatificazione 1865). Questo testo costituisce un'operazione di modellamento e sistemazione dei dati degli antichi biografi, per la lettura del personaggio in chiave religiosa. 2

Conoscere, leggere, la vita della beata e il suo pensiero sono un elemento indispensabile per operare la scelta della clausura carmelitana, la letteratura in questo senso diviene un momento necessario per la formazione sia come modo conoscitivo che come un momento devozione di introspezione. CORPO MORTO: il corpo morto in questo contesto è utilizzato come elemento di prova dell'eccezionalità della persona. la morte di un santo di un beato, diversamente dalle persone comuni non è pensata come un totale disfacimento fisico. il corpo sia da morto che da vivo il mezzo principale attraverso cui si manifesta la potenza divina. Il santo o il beato comunica con i vivi attraverso il proprio corpo, anche dopo la morte, intervenendo nelle faccende terrene, comunicando attraverso eventi particolari. Il modo di rapportarsi a un cadavere è un fatto culturale. I modelli culturali riguardanti i cadaveri possono essere rivolti a: evitare, accellerare, dissimulare, rallentare o bloccare la putrefazione. Il desiderio di evitare la putrefazione porta a distruggere il corpo, quello di bloccarla tende alla conservazione.il corpo morto di un santo o di un beato è sempre percepito come unitario sebbene sia frazionato. Le singole reliquie, anche quando sono frammentate vengono viste come il corpo del beato/ Santo nella sua interezza. Possiamo quindi assumere che la morte di un santo porta due destini contrari da una parte egli è destinato alla disgregazione fisica, dall'altra egli resta vivo ed integro nelle reliquie. Nel mondo della tradizione cattolica il corpo è visto come il tempio dello spirito Santo che sta ad identificare la sacralità del corpo. CULTO IMMEMORABILE : nel 1863, pio ix riconobbe la carmelitana beata per culto immemorabile. con questa espressione si indica una procedura straordinaria, oggi scomparsa, basata sul riconoscimento da parte del Papa dell'esistenza di un culto già esistente, è stata poi chiamata beatificazione equipollente. In questo caso non si effettuano processi ufficiali attraverso i quali si verificano l'eccezionalità della persona e non si 3

prendono in esame le virtù e miracoli compiuti. Rappresenta un riconoscimento tacito di una tradizione culturale già diffusa. SANTINI: supporto di cartoncino rettangolare stampato che sul lato e riporta la figura del santo o di un oggetto considerato sacro e sull'altro una preghiera una forma di invocazione. SCRITTURA E ORALITA: il passaggio tra oralità e scrittura porta con sé una riformulazione dell'azione stessa. nel momento del passaggio si interviene su un rapporto formale e informale: i religiosi trasformano i testi della beata in oralità. il testo orale da una parte cancella l'elemento formale dall'altra esalta l'individualità. Con il tempo la ripetizione si modifica e assume forme originali. INIZIAZIONE : cambiamento di status, entrata in un gruppo specifico e acquisizione dello status di religiosa o in questo caso religiosa di clausura. PREGHIERA: fenomeno fondamentale della vita religiosa, è la più elementare forma di manifestazione di rapporti tra gli uomini e la divinità. La preghiera è un rito è un atto trasformativo. Le parole che la compongono possono causare i fenomeni più straordinari. La preghiera non è un incantesimo cioè non si appella forze esterne, ma è fondata sull'efficacia della formula e del gesso in se stesso. Anche i testi agiografici possono essere testo di preghiera. UTILIZZO DELLE RELIQUIE: Vi sono due modalità: 1) religioso-ecclesiastico (riservata ai religiosi) 2) Secolare (riservata ad un pubblico più vasto) Il passaggio da un ambito all'altro di solito richiede atti e cerimonie particolari. MOSTRANCE: reliquiario da esposizione, più grande e più pregiato, che serve a proteggere la reliquia durante lo spostamento. Contiene il reliquiario che a sua volta contiene resti. Beneficiando del contatto pronunciato con 4

la reliquia anche reliquiario acquista potenza e conserva quella dei resti, anche quando resta vuoto. Il valore estetico del reliquario deve rispecchiare l'importanza della reliquia. È una ricerca di bellezza volta alla comunicazione con il divino. È legata a un ideale costruito attorno all'idea di sacralità: il concetto di bello è quindi legato a valenze religiose, estranei al giudizio estetico. La bellezza del resto e del reliquiario possono influire sulla percezione spirituale e possono diventare garanzia di autenticità, il bello infatti viene visto come qualcosa di autentico. Un reliquiario bello quindi contiene una reliquia autentica. GLI ATTI CHE PRODUCONO L’ATTRIBUZIONE DI SENSO AD UN OGGETTO: nella celebrazione è attribuito un valore condiviso a tutti i resti conservati e utilizzati. Gli atti che producono l'attribuzione di senso non oggetto possono: 1) confermare il potere già presente nell’oggetto 2) Fargli acquisire il potere è andato perduto 3) Istituirlo ex novo, attribuendo all'oggetto un valore non conosciuto in precedenza. AZIONI RIQUALIFICANTI: una volta perso il loro potere ad esempio durante il trasporto le reliquie attraverso la processione e attraverso azioni di qualificanti Ri acquisiscono il loro valore. Ci si riferisce a gesti di devozione, le disposizioni dei corpi i movimenti che qualificano l'oggetto e lo rendono percepibile come carico di senso, forza e unicità. SACRALIZZAZIONE/CONSERVAZIONE: l'attribuzione agli oggetti o individui di poteri extra umani vengono riconosciuti come pertinenti una sfera suprema, attraverso due procedimenti: 1) SACRALIZZAZIONE: percorso indirizzato verso l'attuazione di un determinato modello di sacralità. 2) CONSACRAZIONE: mezzo con cui le società conferiscono un modello di certezza indiscutibilità.

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CIRCUITI DI SCAMABIO: le reliquie possono entrare in circuiti di scambio di tipo religioso o laico. Il diritto di disporre di un bene porta due scelte: 1) ORIENTATE VERSO L’INTERNO (possesso esclusivo) 2) ORIENTATE VERSO L’ESTERNO (donazione/prestito bene) DONO (reliquia): l'atto della donazione sembra essere una delle principali modalità di acquisizione degli oggetti di venerazione. (Es. Camelo di Vanes- Gran Providence). Può accadere che il donatore o i riceventi siano estranei all'ambito religioso e che questi oggetti non vengano sempre utilizzati in senso devozionale. Il dono si basa sul legami di amicizia. La religione ha una libera circolazione e non è legata solo ad ambiti litigiosi. Chi riceve il dono è tenuto a restituire un dono di pari valore. Tra donatore e ricevente si instaura una rete di vincoli ed obblighi. Il dono non è un valore solamente d'uso ma anche un valore di legame. Colui che dona una reliquia pensa di donare non solo l'oggetto materiale, ma anche la potenza che si presume si era chiusa in esso. Il donatore prende così il ruolo di guida spirituale, offrendo l'oggetto egli tende a trasmettere dei modelli culturali adesso legati.accettare il dono significa buona disposizione verso questi principi. L'atto del dono avvicina ai protagonisti in quanto si attua una condivisione, ma allo stesso tempo li allontana perché ricevente sarà sempre debitore del donatore. PRESTITO (reliquia): le reliquie possono essere prestate (modalità di acquisizione temporanea) a patto che ci si impegni alla restituzione da parte del ricevente.il prestito permette il controllo sull'oggetto per un determinato e limitato periodo di tempo. Il gesto di prestare è interpretato dal donatore e del ricevente come un comando ricevuto da un'entità soprannaturale.La condivisione dello stesso oggetto permette di creare un legame tra due comunità anche distanti tra loro. GEOGRAFIA RELIQUIARIA: la presenza delle reliquie crea la geografia reliquiario esposta i fulcri devozionali incide quindi, oltre che sulle comunità anche sulle aree urbane: si cambiano i percorsi di pellegrini, di turisti, di 6

religiosi, nuovi luoghi di incontro, di accoglienza e di culto. LAVORAZIONE: le reliquie sono oggetti manipolabili solo da persone qualificate. Prima che possano essere utilizzate devono passare attraverso la fase di lavorazione. La lavorazione di resti consiste in un insieme di atti volti alla loro parcellizzazione e alla loro sistemazione all'interno di reliquiari. La lavorazione è l'unico momento in cui anche le suore possono toccare liberamente le reliquie e parlano di un legame profondo e intimo che percepisce solo colei che fa questo tipo di lavoro. La lavorazione delle reliquie delle reliquiari sembrano essere pratiche esclusivamente femminili ,nella tradizione cattolica in questo senso si parla di inferiorità della donna, infatti le donne si sono ritagliate delle precise arie di competenza che si sottraggono alla sfera maschile. TECA: piccolo astuccio metallico composto di due parti ad incastro con all'interno un supporto di cartoncino colorato, detto fondino, su cui si sistema il resto. Nella teca vengono disposti i resti più piccoli. Scegliere la teca piuttosto del reliquiario ricade nelle scelte culturali.un reliquiario richiede un resto abbastanza grande e integro, la riduzione di misura in riferimento alla teca permette la produzione di più reliquie e quindi la distribuzione diventa più rapida e incisiva ed uniforme. Questa viene aperta e adorata con il nome della beata. D da questo momento la preghiera accompagna ogni gesto prima un'invocazione, poi il rosario o meditazione silenziosa. La religiosa prende il resto e aiutandosi con delle pinzette ne tagli un frammento della misura desiderata. Frammentando il resto non perde le sue facoltà extra umane. Dopo il frazionamento il frammento è bagnato con la colla è fissato sul supporto e sistemato sul fondino. Il fondino viene inserito di nuovo nella teca e firmato con del filo da cucito. Si pone il sigillo in ceralacca e la teca e definitivamente richiusa.

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POSIZIONAMENTO TELO : la religiosa pone sul tavolo un telo e sistema il frammento di stoffa la teca e gli strumenti del lavoro. la sistemazione del telo è considerata indispensabile serve evitare il contatto diretto dei resti con il mondo circostante ed evita la dispersione di frammenti di tessuto. se capita che una piccola particella di resto cada per terra le religiose la raccolgono, la baciano e la rimettono a posto, il bacio è così visto come un momento di venerazione. CONTAMINAZIONE: mantenere separate le sfere del puro e dell'impuro o del sacro e del profano nel momento della lavorazione dei resti. GERARCHIA DELLE RELIQUIE: Le reliquie vengono classificate in: -I CLASSE ossia RELIQUIE INSIGNE (parti più importanti del corpo del santo ad esempio cuore, lingua, cranio, ossa, capelli, lacrime e sangue) -II CLASSE ossia RESTI CHE RIMANDANO ALLA PROPRIETA DEL SANTO (vestiti, suppellettili, oggetti d'uso quotidiano, testi o annotazioni). -III CLASSE ossia RELIQUIE DA CONTATTO. ATTO LITURGICO: per la tradizione cristiana rappresenta un'azione religiosa con cui la comunità professa la propria fede e tributa il culto alla divinità. La vita stessa delle religiose carmelitane scandita da un atto liturgico: la liturgia ad ore, che si articolano in diversi momenti di preghiera. RESTI: sono oggetti incompiuti seppur considerati già sacri, non sono ancora perfetti, non possono essere utilizzati in pratiche religiose né essere venerati. LAICI&RELIGIOSI: per le reliquie di primo e secondo ordine, i laici che desiderano possederle devono presentare una lettera di autorizzazione al vescovo della diocesi di appartenenza e a seguire presentare l'approvazione del vicariato ,garantendo che le reliquie non verranno commercializzate, ma verranno usate come oggetti di culto pubblico, esposti in un luogo di culto 8

ufficiale come chiese e cappelle. il limite di ciò che è lecito e definito attraverso tre criteri: 1) ambiente di utilizzo (esclusivamente cattolico) 2) Il tipo di utilizzo (comunitario non personale) 3) Finalità di ricorso all'oggetto (devozionale). Nel caso di religiosi e religiose le reliquie possono essere richieste per inserirle in parrocchia e chiese di loro competenza operarti di luoghi di culto; vengono richiesti per inserirli in pratiche culturali, per portarli in viaggi dimissioni o per l'apertura di nuove chiese. Le righe di terza classe invece possono essere consegnate singoli individui senza bisogno di autorizzazioni e documentazioni. RELIQUIE & MESSAGGI DIVINI: molte persone percepiscono la reliquia come un soggetto e non come un oggetto, perché viene percepita viva, animata e dotata di forza vitale.le reliquie finiscono per essere il santo stesso che continua a vivere tra gli uomini. il credente stabilisce con il santo un rapporto confidenziale che si realizza con un codice comunicativo. il credente comunica col santo, ma anche il santo può inviare segni, che vanno letti e interpretati dal credente. la reliquia è un canale privilegiato che i santi e i beati utilizzano per inviare i messaggi si può comunicare in due modi con i santi e i beati: 1) LAVORAZIONE DEI RESTI: momento in cui il legame con il santo è più forte ed è più facile stabilire una comunicazione. 2) ATTRAVERSO I SOGNI: il santo il beato comunica verbalmente gesto al mente con l'essere umano. il sogno ci permette di creare legami con santi o defunti, che vengono visti come guardiani o protettori. MORTE & RELIQUIA: le reliquie sono oggetti che rinviano alla memoria del defunto e cercano di far superare l'idea della morte. Questa idea spesso traumatica e dolorosa e superata attraverso processi di conservazione e utilizzo di oggetti materiali legati al defunto. Gli oggetti sono

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uno strumento per riattivare il contatto con il defunto, il contesto mnemonico si realizza attraverso i riti. COSE,SEMIOFORI,RELIQUIE: 1)COSE: sono oggetti utili che possono essere consumati o servire a procurare beni di sussistenza o ancora trasformare materie prime in prodotti finiti per renderli consumabili. Sono diverse dai: 2)SEMIOFORI: oggetti che non hanno utilità rappresentano l'invisibile e sono dotati di un significato. Un oggetto diventa semioforo quando viene tolto dal contesto in cui si trova, ricollocato in un altro ambiente ed esposto.uguali alle: 3)RELIQUIE: oggetti che non hanno una funzione concreta, non subiscono usura proprio perché non utilizzati; individui vorrebbero mantenere le condizioni di atemporalità, ciò porta a proteggerli e a curarli. Non soggette ai processi di deterioramento a differenza delle cose. CONSERVAZIONE RELIQUIE: le reliquie vengono solitamente conservate negli spazi più isolati interni, protetti ed intimi un esempio è quello del camelo di Nantes in cui le reliquie si trovano all'interno della stanza delle reliquie quella più interna e custodita, accessibile solo alle religiose. Le aree che le religiosi religiosi percepiscono come interni rappresentano i nuclei simbolici della vita conventuale. Ci sono tuttavia casi ad esempio nel convento di Vannes in cui le reliquie si trovano nell'anticoro della cappella adiacente al luogo di culto nella parte riservata alle pratiche comunitarie. BIOGRAFIA: La beata è nata a Thuans nel 1427 è la fondatrice dell’orine delle carmelitane in Francia. L’ordine carmelitano femminile è oggi diviso in: -Carmelitane calzate fedeli alla tradizione della beata. -Carmelitane calzate nate dalla riforma di Teresa D’avila e Giovanni da Croce. Destinata a sposare Pier secondo con cui salì al trono di Bretagna, la beata divenne presto vedova e decise di dedicarsi alla vita religiosa. Morì nel 1485 E nel 1863 fu riconosciuta beata da Papa Pio IX, per culto 10

immemorabile. Durante la sua vita matrimoniale essa subì soprusi e maltrattamenti dal marito, Pare che fu proprio la vicinanza della suocera, donna di buon cuore, ad essere determinante per la scelta della futura vita religiosa, nonostante la precoce propensione della beata a sentimenti di pietà e carità verso il prossimo, nonché sentimenti d’amore verso Dio che si racconta si manifestarono nella prima infanzia.

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