Appunti - Ginecologia e ostetricia - Parto operativo - a.a. 2015/2016 PDF

Title Appunti - Ginecologia e ostetricia - Parto operativo - a.a. 2015/2016
Course Ginecologia ed ostetricia
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Appunti - Ginecologia e ostetricia - Parto operativo - a.a. 2015/2016...


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Il parto operativo Lezione del 27/4/2016, Prof.ssa Locci Pasquale Reccia Si distinguono:  parto operativo vaginale: è un parto nel quale noi utilizziamo degli strumenti per ottenere la fuoriuscita del feto. Questi strumenti sono il forcipe e la ventosa, detta anche Vacuum extractor (dopo vi spiegherò perchè vacuum);  parto attraverso il parto cesareo. Parto operativo vaginale Il forcipe è un vecchio strumento ostetrico, molto simile ad una pinza per il pane, che si utilizzava quando bisognava estrarre rapidamente il feto e non esisteva l'anestesia peridurale e l'anestesia era ad alto rischio di morte per la mamma. Quindi non c'erano strumenti diversi per rimuovere il feto per via vaginale, perchè la via addominale o non era perseguibile o perchè era ad alto rischio. C'erano diverse varietà di forcipe: branche incrociate, le parallele, etc. Ci sono varie forme: quelle che usavamo noi era il forcipe tedesco di Naegele, strumento metallico come abbiamo detto simile ad una pinza per il pane. Le branche di questa pinza sono poste ai lati della testa del bambino e si effettua una trazione verso il basso seguendo il movimento di rotazione che avviene durante il parto fisiologico. Per diminuire il rischio di lesioni al nascituro, si adopera un panno posizionato sulla testa del bambino così da proteggerla dalle branche metalliche. Veniva adoperato in casi molto rari: l'indicazione principale è nei casi di sofferenza acuta del corpo mobile e dilatazione completa del collo uterino, quando non ci sia altro modo per estrarlo. Questo strumento però poteva portare delle grosse lesioni a livello della vagina, e quindi dare luogo ad una di quelle emorragie imponenti a livello del perineo della donna con conseguente shock emorragico. Si capisce dunque il motivo per il quale l'uso del forcipe è stato completamente abbandonato: nei Paesi industrializzati si usa in meno dell'1% dei parti, mentre decisamente più impiegati sono il cesareo e la ventosa. La ventosa ostetrica si chiama Vacuum extractor perchè media l'estrazione con il vuoto. È uno strumento che consente di esercitare delle opportune trazioni sulla testa del bambino. Esistono quelle tradizionali e altri tipi più moderni. Quella tradizionale era composta da una coppetta a diametro variabile dai 40 ai 60 mm collegata ad un aspiratore chirurgico che genera il vacuum e da una catenella alla sua estremità. L'aspirazione è effettuata da una pompa che genera il vacuum che aspira e un sistema di trazione, cioè la coppetta. La coppetta si applica sulla testa del nascituro e con una trazione rotatoria verso il basso si media l'estrazione. Questo tipo di ventosa è stato completamente sostituito da un sistema che può essere utilizzato in maniera semplice e soprattutto in una modalità meno traumatica per il bambino: il Soft Vacuum. È detta soft perchè la coppetta non è più metallica ma in gel e quindi, aderendo sulla testa del bambino, non dà lesioni, ma soprattutto perchè il sistema del vacuum si ritrova all'interno della pompa stessa. Quindi l'operatore può applicare la ventosa da solo senza necessità di un assistente. Vedete la coppetta in giallo? Questa è collegata direttamente ad un meccanismo che genera il vacuum, una pompa palmare semplice dotata di una valvola capace di creare una pressione negativa che chiudiamo con il pollice e una lineetta graduata con un'estremità rossa e un'altra verde: più ci si avvicina al verde maggiore sarà il vacuum praticato. Qui l'operatore fa il vacuum con una sola mano, applica la ventosa e poi applica la trazione. Omnicup è la coppetta universale monouso di materiale plastico che ha un piccolo volume e una maniglia per l'inserimento. Questo sistema garantisce l'inserimento anche in cattive condizione, come quando per esempio c'è una rotazione sacrale dell'occipite. Questo è lo schema di com'è fatta la KIWI, la prima ventosa manuale inventata. Oggi ne esistono di simili, ma si basano sullo stesso sistema: una coppetta collegata con un tubo ad un sistema di aspirazione con una lineetta graduata con il verde e con il rosso che ci indica il grado di vacuum raggiunto. Indicazioni all'utilizzo della ventosa:  arresto della progressione della parte presentata;

  

sofferenza fetale; se il tracciato cardiotocografico non è rassicurante; nei casi in cui vanno evitati sforzi espulsivi: ad esempio una donna che una miastenia gravis potrebbe anche accettare l'idea di sforzarsi spontaneamente. Qualora però gli sforzi espulsivi siano eccessivi possono essere accompagnati da questo sistema di aspirazione che non fa male al bambino.

Le controindicazioni invece sono:  diagnosi errata;  la presentazione diversa dal vertice;  membrane integre;  dilatazione cervicale incompleta;  la prematurità;  coagulopatie fetali. Per quanto riguarda le precauzioni c'è da dire che se il peso stimato del feto è inferiore a 2500 g (la prof si rende conto che sulla slide hanno sbagliato a scrivere “maggiore di 2500 g”) ci troviamo di fronte ad un prematuro e l'applicazione della coppetta su uno scalpo fetale molto piccolo chiaramente può creare una condizione predisponente ad un'emorragia cerebrale: già di per sé i prematuri sono predisposti all'emorragia cerebrale, quindi creare un vacuum in una testa che non è ancora ben sviluppata (parto...


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