Appunti lezione 20 economia aziendale - Rettifiche di storno e imputazione, PROF RIZZOTTI PDF

Title Appunti lezione 20 economia aziendale - Rettifiche di storno e imputazione, PROF RIZZOTTI
Author un o
Course Economia aziendale
Institution Università degli Studi di Catania
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Appunti sbobinati della lezione di Economia Aziendale tenuta dal prof Rizzoti. Essa è increntrata sulla distinzione tre rettifiche di storno e imputazione. ...


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Appunti Lezione 20/11 Economia aziendale Il discorso della precedente lezione era incentrato alla comprensione del CONCETTO DI COMPETENZA ECONOMICA, tendendo conto quindi di quella correlazione fra ricavi e costi di pertinenza dell’esercizio per poter determinare CORRETTAMENTE IL REDDITO DI ESERCIZIO. Quindi, ricordiamo che bisogna tenere conto dei vari collegamenti fra esercizi, proprio come abbiamo fatto col grafico della scorsa lezione, rinviando i costi all’esercizio in cui verrà effettuata l’effettiva rilevazione del ricavo. Inoltre, prima di determinare il REDDITO D’ESERCIZIO nell’esercizio 2 (RICAVI – COSTI), bisognerà verificare se tra tutti questi costi manifestati in questo esercizio ce ne siano alcuni che non sono di competenza e che devono essere rinviati all’esercizio 3, ovvero sottratti dall’esercizio 2 e rinviati (sospesi) per poter essere poi considerati nell’esercizio 3. Questa operazioni di correzione che effettuiamo alla fine di ogni esercizio per chiederci se tutti i costi che ci troviamo in contabilità (ovvero quelli che si sono manifestati nell’esercizio e quelli che vengono dall’esercizio precedente, stessa cosa per i ricavi) sono di COMPETENZA, vengono definite RETTIFICHE. Ovvero, quando andiamo a fare queste sottrazioni dall’esercizio 2 per rinviarli all’esercizio 3, stiamo facendo una RETTIFICA delle voci DI COSTO (O RICAVO, che troviamo in contabilità) dell’esercizio 2, lo sottraiamo da quell’esercizio e lo rinviamo. E’ pure definita RETTIFICA DI STORNO: ci riferiamo a quelle operazioni che si svolgono alla fine dell’esercizio, allo scopo di individuare correttamente il REDDITO DI ESERCIZIO, e consistono nell’individuazione di costi e ricavi che non sono di competenza dell’esercizio e al loro rinvio all’esercizio successivo (anche definite RETTIFICHE SOTTRATTIVE) (Parla in sostanza delle scritture di rettifica).

Queste rettifiche di storno portano così alla determinazione delle RIMANENZE ATTIVE E PASSIVE, perché quando effettuiamo una rettifica di storno si genera alla fine dell’anno una rimanenza attiva (che in quest’anno è una rimanenza attiva finale, mentre in prospettiva dell’anno successivo ci troviamo davanti a una rimanenza attiva iniziale); se invece questa rettifica di storno è riferita ai RICAVI che non sono di competenza, si genera una RIMANENZA PASSIVA (finale nell’anno corrente, iniziali nell’anno successivo), come mostrato nella lezione precedente.

E’ necessario però fare una precisazione in merito alla determinazione dei costi di competenza dell’esercizio: non è sufficiente andare a chiedereci, di tutti questi costi, quali siano quelli che non sono di competenza e sottrarli (rettifica di sottrattiva), perché potrebbero esserci costi (o ricavi) che pur non avendo avuto la manifestazione finanziaria si siano “realizzati” in contabilità (transazione, pagamento, sorgere del credito/debito) nell’esercizio in chiusura e di cui stiamo cercando di determinare il REDDITO DI ESERCIZIO – ricordiamo che la manifestazione non avviene se in contabilità non è presente il documento(FATTURA), ovvero l’aspetto oggettivo che ci consente di dire che abbiamo un debito (o credito) nei confronti di x che misura il costo di acquisto di un fattore produttivo(circuito della produzione, nella fase iniziale, il momento dell’acquisto è possibile osservarlo sia dal punto di vista finanziario (debito di funzionamento nei confronti del fornitore che misurerà l’aspetto economico, ovvero il costo di acquisto) che economico. Quindi, noi questi componenti di reddito (osti idi acquisto, in quest’esempio) li troveremo in contabilità solo se abbiamo ricevuto la fattura; ma immaginiamo di trovarci in un contesto in cui, al momento della chiusura della contabilità per poi determinare il reddito d’esercizio, ci sia arrivata della merce ordinata presso il nostro fornitore il 30 Dicembre, quindi già il passaggio di proprietà è già avvenuto, l’acquisto è stato effettuato e siamo debitori nei confronti de fornitore per la forma che abbiamo concordato, la questione è che il fornitore non ha ancora emesso la fattura; dato che al 30 Dicembre la fattura non è stata ancora inviata, noi non avremo contabilizzato realmente l’esistenza di questo debito, quindi, dato che non abbiamo rilevato l’esistenza del debito, di conseguenza non abbiamo rilevato l’esistenza del costo di acquisto: se il bene è passato di proprietà, il costo però ESISTE, quindi sorge l’esigenza nel momento in cui andremo a chiudere la contabilità, di NON PERDERE DI VISTA QUESTE OPERAZIONI CHE NON HANNO AVUTO MANIFESTAZIONE FINANZIARIA DURANTE L’ESERCIZIO E PER TALE MOTIVO NON LE TROVIAMO IN CONTABILITA’, MA CHE RIGUARDANO COSTI E RICAVI CHE INVECE SONO DI COMPETENZA DI QUESTO ESERCIZIO, PERCHE’ CON RIFERIMENTO ALL’ESEMPIO CHE ABBIAMO FATTO, IL COSTO DI ACQUISTO E’ DI COMPETENZA DELL’ESERCIZIO, QUINDI VA RILEVATO. (poi se non li abbiamo utilizzati è un altro discorso perché verranno rinviati successivamente. Allora sorge spontaneo, per evitare errori, di metterli COMUNQUE IN CONTABILITA’ (nonostante non sia stata ottenuta la fattura) e poi se non sono di competenza (se hanno generato un ricavo di competenza dell’esercizio) ci preoccuperemo di inviarli nell’esercizio futuro. Quindi prima li inseriamo PRUDENTEMENTE e poi li rinviamo perché potrebbe essere che non ci fosse l’esigenza di fare quello storno e quindi avremmo avuto una determinazione del reddito completamente errata.

Tirando le somme. Ci sono alcuni costi (come anche alcuni ricavi) che non hanno avuto manifestazione finanziaria nel periodo ma che intanto devono essere, almeno come costo di acquisto o come ricavo, essere considerati di competenza dell’esercizio, quindi li andremo a INSERIRE, effettuando un’altra rettifica chiamata RETTIFICA DI IMPUTAZIONE. Le RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE, a differenza delle rettifiche di storno, sono delle rettifiche finalizzate a inserire nell’esercizio che potrebbero essere di competenza dell’esercizio ma non presenti in contabilità perché non è ancora avvenuta la manifestazione finanziaria, quindi vanno inseriti. I ratei sono solo una piccola parte di queste scritture di imputazione. Approfondendo il concetto di RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE, sono quei costi e ricavi che TOTALMENTE (!!!) non si sono manifestati nell’esercizio, ma che sono TOTALMENTE DI COMPETENZA dell’esercizio, quindi vanno INSERITI. - (31/12)Fatture da ricevere: fa riferimento a tutti quegli acquisti già consegnati e ricevuti, la proprietà è già passata, ma non abbiamo ricevuto le fatture. Quindi sono di competenza per INTERO (almeno lo potrebbero essere perché c’è la possibilità che vengano rinviati per la questione dello storno) – l’acquisto – di quest’anno; non c’è stata la manifestazione finanziaria perché la fattura verrà ricevuta nell’anno successivo. Quindi questo tipo di rettifiche che derivano dal fatto che non abbiamo ricevuto la fattura, si definiscono RETTIFICHE DI IMPUTAZIONE PER FATTURE DA RICEVERE. Ovvero andiamo a inserire dei COSTI, anche se non è sorto ancora il debito tramite la manifestazione finanziaria pur sapendo di averlo, esso non è ancora dimostrato da nessun documento. In questo caso, quando osservavamo il fatto di gestione del circuito di produzione, viene completamente ribaltato: nella fase dell’acquisto la prima cosa che vediamo è il debito (aspetto originario), poi verrà usato come aspetto misuratore di un altro aspetto, quello derivato ovvero il costo (aspetto originario: finanziario; aspetto derivato: costo). Quando andiamo a fare le scritture di rettifica di imputazione, questa precisazione tra economico e finanziario vale per quelle di imputazione perché quelle di storno sono totalmente economiche, ci chiederemo se ci sono altri costi (esempio sui costi) da inserire perché magari ne sono nati altri costi (es. altra merce arrivata) quindi la PRIMA cosa su cui ci concentriamo è l’aspetto ECONOMICO. Quindi quando faremo la rettifica di fine esercizio, si ribalta la sequenza dell’aspetto originario e l’aspetto derivato, ovvero prima l’aspetto ORIGINARIO sarà l’aspetto economico e poi l’aspetto finanziario seconda

battuta. Quindi rileveremo un costo da imputare (es. 100.000€ per la merce acquistata) e quindi un debito nei confronti del fornitore. Questo debito però, dato che lo stiamo “stimando noi”, è vero che sappiamo il valore a cui ci siamo accordati però potrebbe esserci qualche flessibilità, ma non siamo sicuri al 100% che il debito sia 100.000€, ma intanto lo stimiamo a 100.000€, quindi per questo motivo è un debito presunto. (ovviamente diverrà certo nel momento in cui riceveremo la fattura nell’anno successivo) Quindi, la rettifica di imputazione, per quanto riguarda la fattura da ricevere permette di inserire nell’anno costi di acquisto che altrimenti, dato che non avevamo ricevuto la fattura, non avremmo inserito; quindi in contabilità avremo un debito presunto che poi diventerà certo quando nell’esercizio avremo la fattura. (ancora non ha ricevuto la fattura, non se lo trova in contabilità, e la manifestazione non ci sta perché essa si verifica quando vi è la fattura, allora rischierebbe di avere costi di acquisto più bassi di quelli che sono stati osservati, per qualche flessibilità come detto; quindi fa la correzione di imputazione inserendo il costo e rilevando il debito presunto)  in altre parole - (31/12)Fatture da emettere: immaginiamo di aver spedito il 30 Dicembre della merce con passaggio di proprietà già avvenuto nell’anno, senza aver emesso la fattura; senza aver provveduto ad emettere quest’ultima, in contabilità non troveremo il credito nei confronti del cliente e nemmeno il ricavo per la vendita; ma la vendita è stata realizzata e per questa ragione i ricavi sono di competenza nel momento in cui avviene proprio questo scambio (quindi di competenza di questo esercizio); bisognerà chiedersi alla determinazione del Reddito d’esercizio se ci siano dei ricavi per cui non abbiamo emesso ancora la fattura (manifestazione finanziaria non avvenuta), quindi queste vendite andranno imputate all’esercizio (l’aspetto originario si ribalta, esso adesso è il ricavo, mentre quello derivato è il credito) e avrà come aspetto derivato l’insorgere di un CREDITO PRESUNTO nei confronti del cliente (non c’è stata ancora la fattura), esso diventerà certo nel momento in cui verrà emessa nell’anno successivo. L’anno successivo è ovvio che non rileverò di nuovo il credito e il relativo ricavo, ma rileverò solo l’aumento di un credito che mi farà diminuire quel credito presunto dell’anno precedente. Per ciò che concerne queste scritture di imputazione, troviamo anche altri aspetti, oltre le fatture da emettere e da ricevere. - PREMI SU ACQUISTI (31/12)

Avviene spesso che le aziende di produzione/ingrosso/al dettaglio, per incentivare le vendite, facciano uno SCONTO in base al volume di acquisti presso essa  PREMI SU ACQUISTI (es se nell’anno raggiungi 300.000€ acquisti, avrai un PREMIO, ovvero uno sconto di x%). Il suddetto premio, ovviamente, verrà osservato nell’anno successivo, perché una volta raggiunto (a esercizio concluso) quel volume di acquisti, vieni pagato (è ovvio) nell’anno successivo. Ovviamente, anche se viene liquidato nell’anno successivo, è normale che sia DI COMPETENZA DELL’ANNO PRECEDENTE IN CUI E’ STATO FATTO L’ACQUISTO, però nell’anno di acquisto il conteggio ancora non è stato fatto. Quindi, nell’anno corrente, ancora questo premio non è stato contabilizzato poiché l’azienda venditrice non ha fatto i conteggi e non ha emesso una fattura nella quale attesta il diritto all’ottenimento di questo premio. Per una questione di correttezza, questo PREMIO ATTIVO DA LIQUIDARE va inserito in contabilità (una componente economica positiva – una riduzione dei costi precedenti) nell’esercizio in cui è stato realizzato quel determinato volume di vendita, quindi inseriremo la componente economica positiva e rileveremo il CREDITO PRESUNTO nei confronti del fornitore, che diventerà certo quando il fornitore farà quei conteggi nell’anno successivo e ci riconoscerà il premio. - PREMI SU VENDITE (31/12) Si verifica nel momento in cui osserviamo questo fenomeno aziendale dal punto di vista del venditore. Se l’acquirente ha raggiunto quel volume di vendite, per quanto ancora non abbiamo emesso la fattura e quindi non contabilizzate (manifestazione finanziaria non avvenuta), allora è ovvio che il costo sia di competenza dell’esercizio, quindi imputeremo all’esercizio dei PREMI PASSIVI DA LIQUIDARE; osservando prima il costo e successivamente il DEBITO PRESUNTO. Ovviamente, nell’anno successivo, questo debito presunto nei confronti del cliente, verrà estinto nel momento in cui emetteremo fattura verso il cliente, definendolo come debito certo.

- INTERESSI ATTIVI/PASSIVI DA LIQUIDARE (31/12) Si tratta di interessi attivi sul conto corrente bancario sorti in quell’anno nell’ultimo trimestre (01/10 – 31/12), ovviamente, per questioni temporali, il conteggio (l’estratto conto non è ancora arrivato) non è ancora avvenuto, però sono componenti attive/passive (a seconda del nostro conto corrente di competenza di quell’esercizio (trimestre, in questo caso), se abbiamo acceso prestiti e così via) di competenza dell’esercizio, quindi questi costi(debiti presunti)/ricavi(Crediti presunti) vanno inseriti nell’esercizio di competenza, provvedendo a rettificare il tutto nell’esercizio successivo, quando l’estratto conto verrà ricevuto.

Altre scritture d’imputazione riguardano alcune imputazioni di costi da effettuare con riferimento al rispetto del PRINCIPIO DELLA PRUDENZA, uno dei principi contabili più importanti! - PRINCIPIO DELLA PRUDENZA: non è possibile inserire nell’esercizio RICAVI SPERATI, ma solo costi probabili. (ES. trovandoci nella posizione di avere CREDITI V/CLIENTI, e quest’ultimo dovesse fallire, il fornitore si dovrà insinuare nella procedura fallimentare, e poi “accontentarsi” della somma c divisa da tutti i creditori che si sono insinuati nella procedura; questa somma non riuscirà a coprire interamente il credito, quindi il creditore ne subisce una perdita; quindi, sapendo già che il creditore non riuscirà a corrispondere la somma dovuta per insolvenza, non devo aspettare quando e quanto incasserò successivamente a insinuazione conclusa (perché darei una notizia errata in bilancio, sapendo quasi per certo che quel credito non verrà riscosso per intero), bensì devo cercare di stimare ora la somma che riuscirò a incassare e inserire come costo (di competenza di quest’anno) la somma che non riuscirò a incassare (ACCANTONAMENTI PER SVALUTAZIONE CREDITI)(altra scrittura di imputazione). Per questo si parla di prudenza). Devo considerare il potenziale costo derivato dalla perdita sul credito, in sostanza. E’ necessario quindi tenere conto di questi aspetti per la corretta determinazione del Reddito d’Esercizio.

I Ratei e Risconti sono sempre delle rettifiche utilizzate per effettuare, nel caso dei Ratei, delle rettifiche di imputazione(aggiungono componenti di reddito); mentre nel caso dei Risconti, delle rettifiche di storno (sottraggono componenti di reddito). Ci sono quindi operazioni i cui costi o ricavi, a cavallo tra due esercizi, e che MATURANO con il decorrere del tempo.

Ponendo l’esempio di una rata d’affitto mensile con decorrenza 10/12 – 10/01, pagando al 10/12 una somma di 1000€ (FITTI PASSIVI) per il periodo 10/12-10/01, in

contabilità lo troverò nell’esercizio 1, poiché la manifestazione finanziaria è avvenuta in quell’esercizio . Di questi 1000€, una parte è di competenza dell’esercizio in chiusura, mentre l’altra parte è di competenza dell’esercizio successivo; dato che ho pagato in VIA ANTICIPATA 1000€, 20gg saranno di competenza dell’esercizio in chiusura e 10gg dell’esercizio successivo; quindi, in contabilità, per evitare che questi 1000€ mi restino tra i costi dell’esercizio contabilizzati, dovrò sottrarre a questi i 333€ di 1000€. Effettuerò quindi una RETTIFICA DI STORNO, utilizzando un conto particolare definito RISCONTO ATTIVO, con il quale rinvio all’anno successivo i 333€: si tratta di un RISCONTO ATTIVO perché è una RIMANENZA ATTIVA (perché ha del potenziale da dare nell’esercizio successivo) FINALE, quindi un costo rinviato al futuro che graverà nell’esercizio successivo. RISCONTO ATTIVO: è una quota di costo a cavallo tra due o più esercizi amministrativi, che matura con il decorrere del tempo, e per il quale il pagamento è avvenuto in via ANTICIPATA; si tratta della quota non di competenza che deve essere rinviata all’anno successivo. (RIMANENZA ATTIVA FINALE) – COSTI SOSPESI RISCONTO PASSIVO: E’ una quota di ricavo a cavallo tra due o più esercizi amministrativi, che matura con il decorrere del tempo, e per la quale il ricavo è avvenuto in via ANTICIPATA; si tratta della quota di ricavi non di competenza che deve essere rinviata all’anno successivo. (RIMANENZA PASSIVA FINALE) – RICAVI SOSPESI.

La logica del RATEO condivide con i RISCONTI solo la caratteristica di essere a cavallo tra due esercizi e che maturano col decorrere del tempo, ma si differenzia totalmente poiché il pagamento è in via POSTICIPATA, per cui NON LO TROVEREMO IN CONTABILITA’, di conseguenza faremo una RETTIFICA DI IMPUTAZIONE, perché va inserita una quota che è di competenza dell’esercizio precedente, provvedendo appunto ad AGGIUNGERE COMPONENTI DI REDDITO.

Ponendo il caso in cui i 1000€ di interessi sul mutuo vengano pagati interamente oltre l’esercizio, quindi il 10/1 nell’anno 2. Io, al 31/12, so che pagherò questi interessi il 10/01, al 31/12 NON TROVERO’ COSTI E RICAVI CONTABILIZZATI perché non possiedo il documento, quindi per “correggere il reddito” dovrò

INSERIRE QUEI 666, ovvero un COSTO PER INTERESSI PASSIVI SU MUTUI e rileverò anche un DEBITO PRESUNTO nei confronti della banca, attraverso il conto RATEO PASSIVO. Quindi qui si è legati all’aspetto finanziario, a differenza dei risconti. RATEI PASSIVI: quota di costo a cavallo tra due o più esercizi che matura con il decorrere del tempo ma con MANIFESTAZIONE FINANZIARIA POSTICIPATA, per cui, nell’anno in chiusura, questa quota di costo deve essere INSERITA; quindi rileverò il COSTO PER INTERESSI PASSIVI E IL DEBITO PRESUNTO NEL CONTO RATEI PASSIVI. Sappiamo, da un punto di vista della banca, che quest’ultima incasserà i 1000€ di interessi al 10/01. Ovviamente ancora non sono in contabilità ma essa riferirà per 666€ di competenza nell’esercizio in chiusura al 31/12, mentre farà una scrittura di IMPUTAZIONE, nella quale inserirà una componente positiva di reddito, ovvero l’INTERESSE ATTIVO rileverà contemporaneamente il CREDITO PRESUNTO nei confronti soggetto finanziato....


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