Appunti storia della ragioneria PDF

Title Appunti storia della ragioneria
Author Silvia Frattini
Course Storia della ragioneria
Institution Università degli Studi di Bergamo
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Summary

Sbobine delle prime 12 lezione teoriche, autori: Fibonacci, cotrugli, villa, degrange, pacioli...


Description

Storia della Ragioneria - Frattini Silvia

STORIA DELLA RAGIONERIA 6 cfu – Prof. Gervasio Daniele ([email protected]) e Gaia Bassani LEZIONI: -

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Lezioni in presenza + Lavori di gruppo da esporre a DICEMBRE SLIDES accessibili da e-learning (https://elearning15.unibg.it/course/view.php?id=2767)  Pass: SdR20212022 Lezioni non frequentanti: scegliere uno dei due libri proposti Lezioni del martedì OBBLIGATORIE IN PRESENZA: Monitoraggio e stato di avanzamento della ricerca storica che viene fatta tramite il lavoro di gruppo Lezioni del mercoledì: Storia ed evoluzione dell’economia aziendale partendo dal 1200

La storia delle professioni (es. del ragioniere, banchiere, revisore, ecc) non viene fatta a lezione e quindi per i frequentanti non sarà richiesta. ESAME: -

Per i non frequentanti: esame orale (3 domande) Per i frequentanti: 1 DOMANDA ORALE + voto del lavoro di gruppo Bonus: se nell’esposizione si fanno confronti tra autori ed epoche storiche

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Lezione 1 – 05/10/2021 Antonio Amaduzzi è stato presidente della facoltà di Economia e commercio. Amaduzzi è uno dei fondatori della Società Italiana di Storia della Ragioneria. Egli definisce la storia della ragioneria come:

Fino agli anni ’60 non esistenza questa materia. È una branca della storia che è collegata alla: -

Storia della ragioneria: analisi genetica ed evolutiva dell’aritmetica commerciale e delle rilevazioni contabili; Storia delle aziende e delle imprese: è la storia dell’operare in concreto; Storia delle dottrine: l’evoluzione del tempo del pensiero contabili ed economico-aziendale; Storia delle professioni: dai cambiavalute ai commercialisti Il metodo nella ricerca della storia della ragioneria comprende questi 4 nuclei di indagine tra di loro indipendenti che saranno visti trasversalmente.

Risulta evidente che la Storia della ragioneria non è solo Storia dell’analisi genetica ed evolutiva dell’aritmetica commerciale e delle rilevazioni contabili, ma investe in stretta interdipendenza la Storia delle aziende e delle dottrine aziendali e, conseguentemente, la Storia dell’operare concreto, ovvero della professione di aziendalista. La storia della ragioneria prende le sue origini dai documenti e tutto dipende dalle fonti, dai documenti. Il nucleo di ricerca nel quale è possibile individuare il centro di orientamento fondamentale e caratterizzante per gli studi storici corrisponde alla Storia della Ragioneria. La Storia della Ragioneria è storia delle relazioni tra gli andamenti aziendali quali scaturiscono dall’analisi dei documenti quantitativi, di tipo contabile o extra contabile, essa è percorribile soltanto con la conoscenza delle metodologie di rilevazione. Come qualsiasi disciplina del campo storico la Storia della Ragioneria prende le mosse dai documenti amministrativi che testimoniano le vicende delle istituzioni economiche in epoche passate. Il compito dello studioso prevede quindi la ricerca e la raccolta dei documenti utili all’indagine. Il primo step è la ricerca delle fonti storiche.

La FONTE è un elemento materiale del passato che deve fornire allo storico informazioni creando un rapporto/una relazione tra l’oggetto-fonte e lo storico stesso.

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Le diverse classificazioni delle fonti: Le fonti scritte sono oggettive, fino a prova contraria.

Le fonti figurative riportano l’epoca storica (es. le stampe passate o i quadri che raffigurano un autore o un periodo storico, …)

Le fonti orali (es. le interviste a soggetti) per loro natura restano soggettive.

Le carte pubbliche e cioè i documenti prodotti dallo Stato possono essere prodotti volontariamente oppure in maniera non volontaria. Le carte semi-pubbliche sono ad esempio il Registro delle imprese o la Camera di Commercio. Le carte private sono ad esempio i bilanci delle varie aziende, la documentazione contabile quali libri, verbali (definite fonti aziendali) o le lettere private di un autore alla famiglia, testamenti e diari che possono essere utilizzate come fonti per lo studio di un argomento (definite fonti private).

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FONTI PRIMA DELLA STAMPA 1. STATUTI: contengono le leggi emanate dai consigli direttivi delle arti e dalle autorità politiche del Comune. Si tratta di documenti comunali e delle arti dai quali si evince l’organizzazione del commercio; 2. PROTOCOLLI NOTARILI: da essi si desume come avvenivano le transazioni tra i soggetti economici a quel tempo (si capisce il livello di interazione tra le aziende). In essi erano indicati i tassi dei mutui, le vendite di immobili ecc.. 3. LIBRO DI COMMERCIO: libri che il mercante deve tenere: -

Libro dell’asse: nel quale sono riportati i creditori e i debitori del mercante; Libro segreto o libro ragione: nel quale sono riportati i rapporti tra i membri di una compagnia (accoglie gli atti costitutivi della società); Libro dell’entrata e dell’uscita: ovvero il conto cassa; Libro delle compravendite o libro della mercanzia (libro magazzino); Memoriale: equiparabile all’attuale prima nota; Libri ausiliari: - libro delle recate dei panni; - libro delle mandate; - libro delle vendite al minuto; - libro dei lavoranti; - libro delle spese minute; - libro delle possessioni (immobilizzazioni) e cioè l’ordierno libro dei cespiti.

4. LETTERE MERCANTESCHE: lettere dei mercanti; 5. PRATICHE DI MERCATURA: libri che contengono insegnamenti di tecnica commerciale; 6. RICORDANZE PERSONALI E CRONACHE.

FONTI DOPO LA STAMPA 1. Opere per una conoscenza elementare della storia del libro, dell’organizzazione bibliotecaria e del metodo della ricerca storica; 2. Opere di Storia dell’Economia e sull’evoluzione dei sistemi socioeconomici nel tempo (si tratta di fonti storiche di supporto per comprendere meglio il contesto in cui il mercante operava); 3. Bibliografie di economia, ragioneria, computisteria, aritmetica, contabilità; 4. Cataloghi di mostre sulla storia e l’arte della contabilità; 5. Opere di ragioneria, aritmetica, pratica, commercio (sono una fonte primaria per la ricerca) 6. Manuali di divulgazione scientifica, prontuari, tariffe; 7. Manoscritti, documenti contabili (per esempio fatture), carteggi, ritratti di autori: sono ricompresi in questa classe anche la corrispondenza commerciale e quella tra studiosi; 8. Riviste ed enciclopedie scientifiche; 9. Storie di aziende e d’imprese: viene classificata qui tutta la documentazione relativa alla vita delle aziende; 10. Documentazione degli archivi d’impesa (cataloghi dei prodotti aziendali, depliants pubblicitari.

L’OBIETTIVO della storia della ragioneria è esporre e coordinare a sistema i contributi che i vari studiosi, le varie scuole, i vari operatori hanno apportato alla ragioneria e all’economia aziendale. 4

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I PROBLEMI DI METODO NELLA RICERCA sono: - La storia di una scienza è la scienza stessa; - La storia ha funzione previsiva e di conoscenza; - La specializzazione non deve far perdere la visione unitaria dell’azienda.

Gli OSTACOLI NELLO STUDIO DELLA STORIA DELLA RAGIONERIA sono: 1. Ricerca fonti; 2. Valutazione fonti (se sono attendibili, se sono sufficienti ecc..); 3. Localizzazione temporale del tema trattato (in che periodo? In che contesto?)  PERIODIZZAZIONE

I PROBLEMI DA AFFRONTARE NELLA RICERCA STORICA sono: - Periodizzazione; - Modalità di organizzazione della storia; - Prospettiva della ricerca storica;

Per PERIODIZZAZIONE si intende la suddivisione in periodi storici della struttura di riferimento (dividere il periodo in sotto-periodi). Ad esempio si ipotizzano 5 periodi storici e poi altri sotto-periodi. Esempio secondo Amaduzzi di 5 periodizzazioni:

Si inizia a parlare del concetto di “azienda” con Villa, solo con la prima rivoluzione industriale. Fino ad allora si parlava di impresa e di commercio ma non ancora del concetto vero e proprio di azienda.

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Zappa parla di sistema aziendale organizzazione, sistema e controllo.

con

La storia può essere trattata orizzontalmente e cioè come si evolve nel tempo a fotogrammi. Oppure verticalmente dove il tema deve essere contestualizzato con i vari ambiti.

Secondo Amaduzzi la prospettiva sincronica è data dall’osservatore che guarda l’autore considerando l’evoluzione delle dottrine nel tempo.

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Lezione 2 – 06/10/2021

Leonardo FIBONACCI (1200) Era un matematico appartenente al periodo storico del 1200 (Basso Medioevo). Con la sua maggior opera ha gettato le basi per la storia della ragioneria e ha fatto una sorta di sparti acque tra la prima parte del basso medioevo e la seconda metà (dal 1200 alla scoperta dell’America) in cui si pongono le basi per la partita doppia. Le opere del basso Medioevo appartengono al gruppo delle Opere Frammentarie. Aritmetica e commercio Ha inizio nel 1200 in Italia. La conoscenza dell’aritmetica era ridotta al minimo (solo nei monasteri) e il commercio era basato prevalentemente sul baratto. La ridotta conoscenza dell’aritmetica e dei sistemi di calcolo era collegata al fatto che non era diffusa perché non era necessaria, si era in una società feudale dove vigeva il principio di autosussistenza, ciò rispecchia un’economia chiusa in cui gli scambi erano molto ridotti. In quel contesto l’unica esigenza era la contabilità che il sovrano teneva e che riguardava solamente le entrate e le uscite: il sovrano chiedeva una rendicontazione ai contabili per tenere sotto controllo i propri sudditi. Inoltre l’aritmetica era basata sui numeri romani e quindi c’era una difficoltà oggettiva a fare calcoli con i numeri romani. Le contabilità aziendali erano limitate sia nel numero che nell’estensione.

All’inizio del 1200 in Italia, la conoscenza dell’aritmetica era ridotta al minimo e la quasi totalità della popolazione non sapeva neppurefare le quattro operazioni + la persistenza della numerazione romana basata su lettere era un freno pesante alla conoscenza e allosviluppo della matematica + la situazione socio-economica assai precaria in molte regioni italiane in cui lo scambio prevalente era costituito dal baratto, ↓ si comprende come le contabilità aziendali fossero limitate sia di numero che di estensione.

L’introduzione della moneta ha portato alla velocizzazione degli scambi, perché da un primordiale baratto si è passati alla moneta e se circolava la moneta (oro, argento, rame o bronzo), c’era più velocità negli scambi. Da questo momento c’è uno sviluppo dell’aritmetica commerciale. Quando è stata introdotta la moneta c’è stato un impulso agli scambi, anche se nel 1200 erano ancora legati al baratto. La MONETA serve per dare valore alla merce.

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Non è individuabile un’origine precisa della matematica mercantile. Origini lontane e legate al commercio L’uso della moneta ha stimolato gli scambi e portato ad uno sviluppo commerciale. La diffusione della moneta incentivò il calcolo numerico: il denaro si moltiplica e divide con facilità e precisione > COMUNE DENOMINATORE DI SVARIATE MERCI ↓ SVILUPPO ARITMETICA

Gli eventi che hanno caratterizzato lo sviluppo dell’aritmetica/matematica del rinascimento sono:

• Abbandono della scrittura a favore di altri mezzi di espressione, materiali di calcolo alternativi (es. abaco). L’abaco era uno strumento che introdotto nel 1200 viene continuamente modificato fino al 1800, con esso si passa dalla “scrittura per righe” alla “scrittura per penna”. Si creano due diverse correnti: quella degli abacisti che non vedono l’abaco uno strumento utile per poter fare calcoli complessi e quella degli algoritmisti (a cui appartiene anche Fibonacci) che riescono ad introdurre la scrittura per penna.

• Introduzione dei numeri arabi nella cultura europea; (fino a quel momento era presente la numerazione latino-romana) L’introduzione dei numeri arabi è stata fatta da Leonardo Pisano, detto FIBONACCI. Gli scambi e il commercio con i numeri arabi vanno più veloci e quindi le informazioni contabili vanno di conseguenza. Fibonacci agevolò lo sviluppo dell’economia monetaria, delle negoziazioni senzacontante attraverso cambiali e assegni delle Banche e sviluppò il calcolo dell’interesse. Egli ha contribuito all’evoluzione che porterà la Ragioneria da arte a scienza  Il numero rappresenta una realtà economica.

La vita FIBONACCI, Leonardo Pisano “figlio di Bonacci” vissuto tra il XII e il XIII secolo, nasce a Pisa nel 1175. Nel 1192 Seguì il padre, che svolgeva attività di «publicus scriba pro Pisanis mercatoribus», ad Algeri. Questo viaggio gli permise di conoscere nuove tipologie di scambi e comprendere meglio il commercio e diventare mercante. In questa occasione Fibonacci fece la prima conoscenza delle “nove cifre indiane” e in particolare del segno 0 (decima cifra) che gli arabi chiamavano “zefiro”. permettendogli quindi di andare oltre al numero 9 e quindi poter contare fino a 10,100,1000… Quando tornò a Pisa, verso la fine del secolo, cominciò a scrivere della scoperta dei metodi di calcolo con le cifre indiane. Compone, nel 1202, la sua prima opera, la più famosa, il «Liber Abaci» . Dopo il 1228 non si conosce nulla della vita di Leonardo tranne per il decreto della Repubblica di Pisa che gli conferì il titolo di “Discretus et sapiensis magister Leonardo Bigollo”: u n riconoscimento per i grandi progressi che portò nell'ambito matematico. Fibonacci morì qualche tempo dopo il 1240, presumibilmente a Pisa.

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Le opere “Liber Abaci ”: (libro d’Abaco) imponente trattato in latino di aritmetica e algebra scritto da Fibonacci nel 1202 con il quale, all'inizio del XIII secolo, ha introdotto in Europa il sistema di numerazione indo-arabico e i principali metodi di calcolo ad esso relativi (tra cui l’Abaco utilizzato per risolvere calcoli sempre più complessi). Prima di far comprendere come la numerazione abara potesse essere importante nella vita comune, cerca di spiegare come è e quali potenzialità di calcolo potrebbe avere tale numerazione rispetto a quella romana. Liber Abaci rappresenta per lo storico della Ragioneria l’opera primaria (il punto di partenza) della conoscenza della ragioneria, delle più remote origini.

La matematica non è più un qualcosa di teorico, ma il Fibonacci con la sua opera introduce un metodo di calcolo utile al mercante. C’è un:

• Cambiamento di mentalità: la matematica diventa strumento utile per il mercante, che facilità la sua attività. • Cambiamento di comportamento: vengono usati i numeri per misurare i fatti economici. Furono soprattutto gli ambienti mercantili ad avvertire l’importanza che la matematica avrebbe assunto, per la conduzione degli affari, il nuovo sistema di calcolo, agile e potente, eseguibile con il solo supporto di carta e penna, rispetto al laborioso e rigido sistema allora in uso, fondato sui numeri romani.

Si apre con un proemio nel quale vengono spiegate le ragioni della compilazione del lavoro e dal quale traspare il fine/l’obiettivo di far conoscere all’Europa le cifre arabico-indiane, dall’impiego delle quali trae origine un metodo di calcolo aritmetico che supera quello che si fonda sull’uso della numerazione romana.

L’opera è suddivisa in 4 parti, con 15 capitoli, composte da 459 pagine:  La prima parte è un’introduzione all’algebra e ai nuovi numeri, e le opportunità di calcolo che possono essere sviluppate con questi numeri. Non fa riferimenti alla vita reale ma presenta esempi sempre più complessi così da abituare il lettore ai nuovi numeri; I capitoli presentanti nella prima parte sono: i. ii. iii. iv. v. vi. vii.

presentazione delle nove cifre indiane e lo 0 moltiplicazione dei numeri interi addizione dei numeri interi sottrazione di numeri da numeri maggiori divisioni di numeri interi per altri moltiplicazioni di numeri interi per frazioni addizione, sottrazione e divisione di numeri interi e frazioni.

L’incipit recita: “Le nove figure degli indiani sono queste: 9 8 7 6 5 4 3 2 1. Con queste nove cifre, assieme al simbolo 0 che gli indiani chiamano zephirum, è possibile scrivere qualunque numero”.

Prima, per fare i conti c’erano solo i numeri romani. Sommare e sottrarre con i simboli romani M, D, C, L, X, V e I è facile, ma quando si passa a moltiplicazioni e divisioni le operazioni diventano decisamente più complesse. 9

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Nel 1200 i calcoli si facevano con le dita o con diversi tipi di abaco. Di fatto, i numeri venivano usati solo per annotare i risultati. E per lavorare su quantità più grandi di 10.000 ci voleva una grossa esperienza e una buona dose didestrezza. Inoltre, i passaggi non venivano messi per iscritto e il risultato doveva essere accettato sulla fiducia. Fibonacci, con l’introduzione di una nuova numerazione vuol dimostrare che lo svolgimento di operazioni complesse (oltre il primo livello) potevano essere tranquillamente svolte.

 Nella seconda parte seguono poi cinque capitoli che hanno l’obiettivo di dimostrare come il numero può essere applicato alla realtà economica. Vengono presentati esempi di problemi che si riscontrano nell’attività mercantile, qui il lettore mette alla prova le nuove conoscenze e capisce la superiorità dell’algoritmo indiano rispetto a quello romano. Vengono mostrati i calcoli matematici tramite: moltiplicazione di conigli, operazioni che riguardano acquisti e vendite di merci e di monete, costituzione di società, … Viene spiegato come il numero (l’aritmetica) possa servire all’attività mercantile. Il capitolo 12 è il più ampio ed anche il più importante perché l’autore espone problemi concreti dell’attività mercantile (i problemi di matematica “dilettevole”). Viene qui introdotta la regola della sequenza di Fibonacci, si tratta di una sequenza di numeri interi positivi in cui “ogni numero della sequenza è la somma dei due precedenti”. 0 - 1 - 1 - 2 - 3 - 5 - 8 - 13 - 21 - 34 - 55 – 89 – 144 ... (fino all’infinito) Fino al 1900 secolo a questa successione non fu attribuita alcuna importanza, finché si scoprì che poteva essereapplicata, per esempio, nel calcolo delle probabilità.

Nei capitoli 8 e 9 vengono esposti l’acquisto e la vendita delle merci e monete: trattasi di problemi di tipo relativamente semplice, ma resi complessi dalla straripante molteplicità dei vari tipi di misure e monete. Nel capitolo 10 viene esposta la costituzione di società commerciali tra 2 o più persone, così Fibonacci insegnava a suddividere gli utili tra i soci. (es. un socio detiene il 60% allora: (10.000euro*60)/100

 La terza parte (il capitolo 13) tratta il metodo della doppia falsa posizione, Regola «elcataym» . Si tratta di sostituire a 2 numeri interi per trovare l’incognita X.

 L’ultima parte tratta questioni più astratte, estrazione di radici, binomi recisi e proporzioni con la geometria. Vengono presentate operazioni su interi e le frazioni, criteri di divisibilità, ricerca del massimo comun divisore e il minimo comune multiplo, regole di acquisto e di vendita, cambi monetari, regole del tre semplice e tre composto.

Meriti del Fibonacci: o

Ha compreso la superiorità della cultura matematica araba;

o

Ha staccato i numeri da un «alone di mistero»;

o

Il numero è diventato uno strumento di lavoro del mercante > applicazione ai commerci. ↓ 10

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Ha gettato le basi per l’aritmetica moderna e per l’aritmetica mercantile (che durerà per 200 anni fin o all’introduzione della partita doppia).

Limiti del “Liber Abaci”: che hanno ...


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