Arte greca - Lo stile severo PDF

Title Arte greca - Lo stile severo
Author Emilio Zanzi
Course Archeologia e storia dell'arte greca e romana
Institution Sapienza - Università di Roma
Pages 6
File Size 90.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 53
Total Views 140

Summary

Download Arte greca - Lo stile severo PDF


Description

L’età dello stile severo 4.1 - Una generazione di passaggio 

 





Nel 477 Atene e altre città ioniche fondano la lega delio-attica o Nel 456 anche Egina, storica alleata di Sparta, è costretta a entrare nella lega, così, il Pireo, diventa il porto più importante della Grecia continentale Atene nel corso del V secolo riesce ad estendere la sua egemonia su tutta la Grecia centrale Con il trasferimento del tesoro della lega da Delo ad Atene nel 454, con la pace quinquennale con Sparta e la tregua con i persiani, pace di Callia 449, la lega perde potere, che si concentra tutto nella polis. Il potere centralizzato ateniese sarà ciò che porterà alle guerre del Peloponneso (431-404) Il primo quarto del V secolo è un periodo importante anche per le città greche della Sicilia, che sconfiggono prima i cartaginesi e poi gli etruschi. Con i bottini di guerra e la forza lavoro degli schiavi di guerra i tiranni siciliani avviano un grandioso programma di opere pubbliche, di templi dorici in patria e di ricchi donari per i santuari ellenici In fatto di politica interna Atene vive una riforma democratica, accrescendo di fatto i poteri della Boulè (consiglio del popolo) dell’Eliea (tribunale popolare) e dell’Ekklesia (assemblea popolare)

4.2 - Lo stile severo   

  

 

Con la sconfitta dei “barbari”, persiani e cartaginesi, le città greche sono portate a proteggere, difendere ed esaltare i propri valori, la loro identità Questo clima politico che oggi diremo nazionalista, agisce e influenza anche la produzione artistica, in quanto l’arte, nel mondo antico, è il principale nonché più potente mezzo di comunicazione In questo clima nasce lo stile severo. L’aggettivo “severo” traduce letteralmente il tedesco streng usato da Winckelmann per indicare la scultura anteriore a Fidia. Già i latini utilizzavano i termini durus, rigidus, austerus per indicare le opere di questo stesso periodo o Questa definizione nasce dall’osservazione dei volti delle sculture della prima metà del V secolo, che oltre a perdere il sorriso arcaico - quindi a diventare severe - perdono il decorativismo tardoantico Nel campo dell’architettura si prediligono i lavori di ristrutturazione e difesa delle poleis Per quanto riguarda la scultura, si portano a compimento, quelle ricerche e quegli studi sulla resa del movimento e allo stesso tempo della ponderazione L’innovazione dello stile severo però non è solo nell’aspetto esteriore, ma anzi, si concentra sull’introspezione dell’uomo e l’analisi del suo destino. L’uomo non viene più rappresentato come una semplice manifestazione fisica, ma come un essere pensante o È proprio in questi anni che nasce il genere della tragedia Nella statuaria viene progressivamente abbandonata l’assialità tardoarcaica, puntando al raggiungimento dell’organicità delle forme Vengono portati avanti gli studi sulla resa del corpo in movimento e sulla sua presenza nello spazio

4.3 - L’architettura sacra 



Gli ateniesi tornano sull’acropoli distrutta dai persiani, nel 479, dopo la vittoria di Platea. Alcune sculture vengono ritualmente seppellite, altre sostituite, ma il programma architettonico rimane fermo fino al 447, quando Pericle darà via alla ricostruzione dell’acropoli. Prima di allora si ricostruiscono alcuni tratti delle mura meridionali (465) e viene avviata la riorganizzazione del Pireo, con la costruzione delle mura che collegavano il porto ad Atene (460-445) Mentre ad Atene i lavori sono fermi, l’architettura sacra della Grecia è rappresentata dal grandioso tempio di Zeus ad Olimpia. Un tempio dorico periptero di 6x13 colonne. La cella è dotata di pronao











e opistodomo, divisa in tre navate da due file di sette colonne disposte su doppio ordine. La parte terminale della cella ospitava la statua crisoelefantina di Zeus di Fidia o In alzato il tempio è sorretto da un crepidoma di tre gradini. Il tempio era realizzato in calcare conchiglifero, mentre le tegole del tetto erano in marmo. La cromia in rosso, blu e nero, decorava gli elementi aggettanti della trabeazione o Anche qui, come nel tempio di Aphaia ad Egina, sono messe in opera correzioni ottiche: i fusti delle colonne hanno una leggera entasi, le colonne dei lati maggiori e le prime due di quelli minori sono leggermente inclinate verso l’interno del tempio. Il modulo, ovvero l’unità di misura alla base di tutti i rapporti matematici tra le parti del tempio, è l’interasse delle colonne o Il tempio fu costruito tra il 472 e il 457 A Poseidonia, Paestum, venne costruito attorno al 460 un tempio molto simile a quello di Zeus ad Olimpia, si tratta del tempio detto di Nettuno, in realtà dedicato ad Apollo o Zeus o È un periptero dorico di 6x14 colonne, rapporto che diventerà canonico nei templi della Magna Grecia e della Sicilia o La cella è disposta simmetricamente al centro della peristasi, chiusa tra il pronao e l’opistodomo, è divisa in tre navate da due file di sette colonne disposte su doppio ordine o Nell’alzato si nota il restringimento degli interassi angolari e lo spostamento delle colonne rispetto al fregio, che non presentava decorazione scultorea, al pari del frontone Anche il tempio di Hera a Selinunte appartiene a questa famiglia di templi. La pianta è particolarmente allungata, 6x15 colonne, poiché si mantiene l’adyton, la piccola sala sopraelevata che conclude la cella I templi dello stile severo delle colonie occidentali, meglio conservati di quelli in madrepatria, permettono di cogliere gli elementi del nuovo stile e le nuove norme dell’ordine dorico: o la perfetta simmetria della cella con pronao e opistodomo o il capitello più rigido grazie al taglio obliquo dell’echino il problema del conflitto angolare in età arcaica veniva risolto allargando la metopa angolare, in età classica invece, la necessità di una maggiore simmetria, porta a una leggera contrazione dell’ampiezza dell’ultimo intercolumnio L’architettura sacra del V secolo tende verso una costruzione più razionale e scandita, basata sulla rigorosa applicazione di criteri di proporzionalità e rapporti aritmetici

4.4 - Il santuario di Olimpia     



È situato nella regione nord-occidentale del Peloponneso, ai piedi del monte Kronion Come per tutti i santuari greci anche quello di Olimpia vive una monumentalizzazione progressiva, che culmina nei secoli V e IV Il primo edificio monumentale è il tempio di Hera, della fine del VII secolo Nel secondo quarto del V secolo viene costruito il tempio di Zeus, tra il 472 e il 457, ultimato nella seconda metà del secolo con la statua crisoelefantina di Zeus di Fidia Nel IV secolo l’area interna al temenos viene arricchita con la costruzione del Metroon, il tempio della dea madre, e con la stoà di Eco, un lungo portico che separava l’Altis dallo stadio. In età ellenistica vengono ristrutturati in una sistemazione monumentale gli impianti sportivi, la palestra e il ginnasio Il tempio di Zeus era celebre oltre che per la sua grandiosità, anche per il ciclo scultoreo. Sono decorate le metope del pronao e dell’opistodomo, in totale dodici, e i frontoni, mentre sono lisce le metope della peristasi o Le metope di forma quasi quadrata (1,6 x 1,5 m) sono state presumibilmente completate nel 460, scolpite a terra ad alto rilievo - che raggiunge i trenta centimetri - e poi collocate

o

o o

o

o

Ciascuna delle metope raffigura una fatica di Eracle, figlio di Zeus. Si è notato come la figura dell’eroe, sembra subire nel corso della narrazione, un’evoluzione psicologica e una maturazione fisica, formale A tempio ultimato vengono collocate nei timpani le sculture frontonali, sculture che, per la ridotta profondità dei timpani, vengono scolpite solamente davanti, il resto solo lisciato Il frontone est, quello dell’ingresso, raffigura la saga dell’eroe locale, Pelope. Il momento è quello precedente alla gara contro Enomao. Al centro è Zeus, stante, con il torso nudo; una scultura forte e possente, essenziale. Ai lati del dio, le coppie di Pelope e Ippodamia e Enomao e Sterope Sul frontone occidentale è rappresentata la lotta tra i lapiti e i centauri durante le nozze di Piritoo. Al centro è Apollo, stante e nudo, con il braccio destro proteso e il sinistro disteso lungo il corpo Sicuramente un programma figurativo così complesso e articolato presuppone una committenza di alta caratura, e anche l’artista, o la bottega, incaricati, dovevano essere ben affermati. Per l’organicità del progetto e dell’esecuzione, il ciclo è da attribuire ad un unico ideatore, identificato come Maestro di Olimpia

4.5 - La scultura    







Lo stile severo porta a compimento nell’arco di un quarto di secolo, i problemi legati alla rappresentazione dell’uomo in posizione eretta e in movimento Il nuovo equilibrio dei volumi del corpo prende il nome di ponderazione, che emerge con vigore in tutte le opere dello stile severo Purtroppo dobbiamo accettare la perdita quasi totale della statuaria in bronzo, tecnica preferita dagli scultori severi, ma soggetta a corrosione, deterioramento e riuso Tra i pochi originali in bronzo, si nota una statuetta di atleta rinvenuta in Sicilia. Qui emergono tutte le potenzialità del nuovo stile: la gamba destra regge il peso del corpo, che si contrae su quel fianco anche per accompagnare l’allargarsi delle braccia. A segnare lo scarto con lo stile tardoarcaico è anche la capigliatura, liscia ed essenziale Tra le copie in bronzo vi è l’Apollo di Kassel. Il dio scarica il peso sulla gamba sinistra, mentre la destra è piegata. Corrisponde alla flessione della gamba destra, il braccio sinistro, proteso, che doveva reggere l’arco. La statua è identificata come l’Apollo Parnopios di Fidia, datato al 460-450 a.C. Risale agli stessi anni uno dei due grandi bronzi rinvenuti in mare nel 1972, a largo di Capo Riace da cui il nome - in Calabria. Questo bronzo, identificato con la lettera A, rappresenta un personaggio maturo, barbuto, che condivide la ponderazione con l’Apollo di Kassel: una gamba tesa, l’altra leggermente piegata e il braccio proteso, forse a dover impugnare una lancia. Il bronzo B invece rappresenta un guerriero, con lancia, scudo ed elmo. Il movimento è tutto nuovo: la parte destra del corpo, corrispondente alla gamba portante, è contratta, con il conseguente alzamento del bacino, che conferisce un dinamismo unico alla statua. Questo la fa datare a un anno più recente, il 430 ca. Un’altra scultura in bronzo è l’Auriga di Delfi, che si è conservata poiché nel 373 fu sepolta da un terremoto. Doveva trovarsi sulla terrazza che sovrastava il tempio di Apollo, dove furono rinvenuti i resti di una quadriga in bronzo che recava la dedica del ricco e potente Polyzalos, tiranno di Gela o Il giovane veste con una lunga tunica, stretta sotto il petto da una cintura. Il volto è imberbe, mentre i sottili ricci sono raccolti da una fascia. L’auriga è rappresentato nel momento in cui sta per curvare a destra, e ciò è suggerito dalla leggera inclinazione del capo verso destra o La dedica ci permette di datare precisamente l’opera, tra il 478, anno in cui Polyzalos assume la tirannide e il 466, anno di caduta della famiglia

















Nel 510, con l’inizio della stagione della democrazia di Clistene, ad Atene viene commissionata ad Antenore, la realizzazione di un gruppo scultoreo in bronzo, dei due tirannicidi, che nel 514 assassinarono Ipparco. Con la prima guerra persiana, Serse porta la scultura in Persia, sarà poi Alessandro Magno a riportarla in patria. Dunque nel 477, il monumento viene rimpiazzato da un nuovo gruppo bronzeo. Un gruppo, noto a noi solo attraverso copie romane, fu concepito come uno dei primi a tutto tondo. Raffigura i due tirannicidi, il più maturo, barbuto, che protegge il compagno allargando il braccio coperto da un mantello, il più giovane, colto nell’atto di sferrare il colpo. I due compagni sono disposti quasi schiena contro schiena, con la gamba esterna che si allarga, quella interna che incede, con il tallone alzato: sono allo stesso tempo simmetrici e complementari L’apertura delle sculture nello spazio, contraddistingue anche il Poseidone di Capo Artemision. Il dio è colto mentre si prepara a lanciare il tridente che tiene nella destra, con il braccio sinistro proteso per prendere la mira. Le gambe sorreggono il dio e ne accompagnano il movimento, con la destra ruotata di novanta gradi e la sinistra, avanzata, su cui scarica il peso o La statua è databile al 460 a.C. doveva essere un’offerta da collocare a cielo aperto, alta più di due metri e concepita per esser vista da tutti i lati Delle opere di Mirone, attivo ad Atene negli anni centrali del V secolo, non ci è giunta nessuna originale, ma la copia meglio riuscita è il Discobolo Lancellotti. Il movimento, le muscolature asciutte e ben definite, i riccioli raccolti e composti, sono tutte caratteristiche dello stile severo. L’atleta è raffigurato nell’atto di caricare il lancio, con il disco impugnato saldamente nella destra e la sinistra che controbilancia, avvicinandosi al ginocchio sinistro. Si forma così un perfetto semicerchio che congiunge le due mani passando per le spalle. I muscoli, tesi, stanno ruotando verso la sua destra, dove il capo segue e accompagna il movimento L’equilibrio perfetto, ma astratto del Discobolo, lascia lo spazio al voluto contrasto del gruppo di Atena e Marsia. Al centro della composizione, a terra, è il flauto, su cui convergono i due sguardi taglienti dei protagonisti. I loro corpi invece divergono, allontanandosi l’uno dall’altro; Atena, allargando leggermente le braccia in maniera composta, Marsia, buttandosi all’indietro con il torso e alzando il braccio destro. L’instabilità, la tensione, il contrasto, sono dati anche dalla contrapposizione del morbido panneggio di Atena con il corpo, nudo e selvaggio, del sileno La figura femminile tipica dello stile severo è la pelophoros, letteralmente “la portatrice di peplo”. Vengono abbandonati il chitone a fitte pieghe e le mantelline dello stile tardoarcaico, ora la donna indossa il peplo, una lunga tunica stretta in vita con una cintura o Indossano il peplo la statuetta di Atena dell’acropoli o la fanciulla con le colombe della stele funeraria di Paro Un tipo scultoreo ricorrente è quello della cosiddetta Aspasia, nota solo grazie a copie romane, che raffigura una donna completamente avvolta in un lungo mantello che copre un chitone a fitte pieghe L’Atena Lemnia di Fidia, datata attorno al 450, è un celeberrimo esempio di ponderazione nella statuaria femminile. La dea è raffigurata stante, mentre guarda il suo elmo che regge con la mano destra protesa; con il braccio sinistro si appoggia alla lancia o Di grande bellezza è il viso, i capelli ricci e folti fanno da cornice a un volto serio, profondo, di aspetto quasi androgino, che sottolinea il lato maschile della dea guerriera Anche nello stile severo la statuaria insulare si distingue per la delicatezza e l’eleganza del modellato; come nella Nike di Paro che porta il peplo sciolto, colta nel movimento ascensionale che precede il suo volo

4.6 - Ceramografia e pittura 

Nell’epoca delle guerre persiane la produzione di vasi non diminuisce affatto e il primato di quest’industria spetta ancora ad Atene





 

   





 



 



La nuova tecnica a figure rosse è ormai adottata ufficialmente. La produzione a figure nere continua ancora per piccoli vasi da unguenti e per le anfore panatenaiche, ovvero il premio delle gare in onore di Atena L’anfora del pittore di Kleophrades, da Vulci, è decorata con una vivace scena di komos dionisiaco. Le figure hanno una dimensione statuaria, che si ritrova nel cratere a calice con scene di palestra di Tarquinia, dello stesso pittore Sempre Kleophrades affronta nell’hydria del museo di Napoli, il tema dell’ilioupersis, la distruzione di Troia Ancora più monumentale e grandioso è lo stile del pittore di Berlino, attivo tra il 500 e il 480. Nella sua anfora realizza un’ardita scena con la sovrapposizione di tre figure: Hermes, un satiro e tra i due, un cerbiatto Tratto tipico di entrambi i pittori sono i corpi maschili, particolarmente slanciati, dagli ampi pettorali e dagli addominali ben definiti La coppa della fonderia, del pittore eponimo, presenta una vivace scena di bottega, ricca di figure, oggetti e particolari La ricerca anatomica tipica di questo periodo influenza anche il disegno dell’occhio, la cui forma si apre leggermente verso l’interno, spostando in avanti la pupilla Nella Coppa di Onesimos, da Chiusi, vediamo una figura femminile al centro, nuda, di profilo, in procinto di lavarsi. Regge con la destra una grande situla, che viene controbilanciata dal fagotto di panni che tiene con la mano sinistra Uno dei pittori più prolifici del primo stile severo è il pittore di Brygos, attivo tra il 480 e il 470, il cui stile, derivato da Onesimos, risalta per una notevole vivacità espressiva o Skyphos con comasti da Nola o Nella Coppa con ilioupersis da Vulci, emerge la violenza delle guerre persiane o Nella Kylix da Vulci è rappresentata la scena con la contesa per le armi di Achille, dove si nota quella ricerca di movimento e di schemi mossi e vivaci Un altro tema che rimane caro ai pittori del primo stile severo è quello del simposio. Ne è un esempio la kylix di Douris. La coppa offre una serie di personaggi in posizioni diverse, in movimento, in scorcio La stessa vivacità caratterizza lo psykter da Cerveteri, sempre di Douris, con scene di giochi tra satiri Nel secondo quarto del V secolo i pittori ateniesi di possono dividere in due scuole: i manieristi, che continuano da un punto di vista formale lo stile tardoarcaico, e i protoclassici, che invece seguono il nuovo stile Tra i manieristi troviamo il pittore di Leningrado con la sua hydria, con un’insolita scena di una competizione artigianale con tre pittori, il maestro al centro, intenti a decorare grandi vasi con Atena e due Nikai che li incoronano o All’estremità della scena è una donna che sta dipingendo anch’essa un vaso, ma non viene premiata in quanto ad Atene non esistevano competizioni miste o Il manierismo del pittore emerge nel rendere le figure sottili e con le teste piccole e nel decorativismo dei panneggi Rientra nel gruppo dei manieristi anche il pittore di Pan, mentre si inserisce nello stile severo il pittore di Borea, con figure statuarie e monumentali Gli iniziatori della grande pittura sono storicamente riconosciuti in Polignoto di Taso e Micone di Atene. Polignoto di Taso è definito dagli antichi “buon pittore di caratteri” e “pittore di uomini”, la pittura era d’altronde il genere artistico preferito dai greci, tanto che era definita “poesia muta”. Nella perdita quasi totale della pittura di questo periodo, le fonti letterarie costituiscono per noi una preziosissima documentazione Il cratere del pittore dei Niobidi risale al 460-450. Sul lato principale si trovano Apollo e la sorella Artemide che colpiscono i figli di Niobe, che si era vantata di avere una prole più numerosa di quella



di Latona, madre delle due divinità. Sul lato opposto sono presenti varie figure di eroi, tutti con lo sguardo abbassato o perso nel vuoto. Al centro è Eracle, armato di arco e clava, alla sua sinistra è identificabile Atena; probabilmente si tratta della scena della discesa agli inferi di Eracle Se la grande pittura dello stile severo è andata perduta, bisogna riconoscere che alcuni originali sono giunti a noi dalle poleis dell’Italia meridionale, opere di modesto artigianato, che riflettono però una tradizione e una cultura ben diffuse e sviluppate o Risale al 480-470 la decorazione della tomba del tuffatore di Poseidonia o Una scuola di pittori doveva essere attiva anche a Gela, come testimoniano una serie di antefisse dipinte datate ai primi decenni del V secolo...


Similar Free PDFs