Arte romantica cosa e\'? PDF

Title Arte romantica cosa e\'?
Author Simona Zamfirache
Course Storia dell'arte
Institution Liceo (Italia)
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Summary

L’ARTE ROMANTICAIL CONTESTO STORICONei primi decenni dell’Ottocento la diffusione delle idee liberali e nazionaliste è contrastata dal tentativo di restaurare il mondo feudale-aristocratico operato dopo il Congresso di Vienna: ne derivano moti rivoluzionari ai quali, verso la metà del secolo, si agg...


Description

L’ARTE ROMANTICA IL CONTESTO STORICO Nei primi decenni dell’Ottocento la diffusione delle idee liberali e nazionaliste è contrastata dal tentativo di restaurare il mondo feudale-aristocratico operato dopo il Congresso di Vienna: ne derivano moti rivoluzionari ai quali, verso la metà del secolo, si aggiungono le prime lotte operaie. La Rivoluzione industriale infatti, si diffonde in Francia, Belgio, Germania, Italia e Russia: il continuo succedersi d’invenzioni, lo straordinario sviluppo dei trasporti, le grandi concentrazioni urbane con la nuova classe sociale, il proletariato, trasformano il paesaggio umano e quello geografico. Si impongono sempre più il ruolo della scienza, l’importanza della comunicazione, la necessità dell’istruzione. Suddivisa in nazioni in accesa concorrenza, l’Europa estende dappertutto il proprio dominio coloniale ( imperialismo), ma gli Stati Uniti d’America si apprestano a diventare la più grande potenza del pianeta. Verso la fine del XIX secolo nascono le prime organizzazioni di massa: sono i partiti politici e sociali. LE IDEE E L’ARTE Il Romanticismo è un movimento culturale e artistico che nasce in Germania alla fine del Settecento e si diffonde poi in tutta Europa nel corso dell’Ottocento. Esso rifiuta l’ideale neoclassico della bellezza perfetta, riscopre il sentimento, la fantasia, l’irrazionalità, sostiene la superiorità del sentimento sull’intelletto, esalta la libertà e la spontaneità dell’artista. Secondo questa corrente, non esiste nulla di immobile e perfetto, ma tutto è in continuo cambiamento, in relazione con il mondo. La concezione di arte cambia radicalmente: a nulla servono le scuole in quanto ARTISTI SI NASCE e la qualità fondamentale da possedere è la CREATIVITA’.L’opera d’arte nasce da una sensazione momentanea ed irripetibile, quindi non frutto della razionalità, ma dell’intuito dell’artista che in questo particolare periodo viene detto GENIO. Egli è un intermediario tra l’uomo e la natura, ha idee ribelli, in quanto rifiuta fortemente le regole, ed è per questo politicamente pericoloso. Il genio vive in modo libero, seguendo leggi che crea nel suo “io”, scandalizzando la benpensante classe borghese. La pittura romantica sviluppa in particolare alcune tematiche:  Quella naturalistica indaga il rapporto uomo-natura e si diffonde soprattutto in Inghilterra;  Quella mistico- religiosa, con l’uomo inserito in paesaggi spiritualizzati e immerso in atmosfere religiose, si sviluppa principalmente in Germania;  Quella storica esalta i sentimenti patriottici e l’aspirazione dei popoli alla libertà; si diffonde in particolare in Francia e in Italia. È importante ricordare l’importanza che riveste in questo periodo l’istituzione del Salon. Questo era un luogo in cui venivano esposte periodicamente le opere d’arte considerate migliori. Il Salon era stato fondato nel 1660 in concomitanza con la fondazione dell’accademia delle belle arti. Fino al 1789 c’era stata una giuria, eliminata poi dalla rivoluzione francese. Il sogno di ogni artista era esporre le proprie opere al Salon, un po’ per la fama che si acquistava, un po’ per il denaro che si riceveva ma i rifiuti non erano certo poco frequenti. Verso la seconda metà dell’Ottocento si assiste alla nascita di nuove zone espositive per i rifiutati. LA PITTURA La pittura ha avuto ampio spazio nella corrente romantica, in quanto ha permesso all’artista di imitare e interpretare il mondo. Significativi sono gli artisti riportati di seguito.

CASPAR DAVID FRIEDRICH (Germania) Friedrich è un paesaggista tedesco che partecipa al movimento romantico. Ma la parola “paesaggista” va intesa nel senso romantico di totale convivenza dell’uomo finito, e tuttavia colmo di aspirazione all’infinito, con la natura immensa e possente. I sentimenti principali che emergono dalle sue opere sono la solitudine dell’uomo e la sua angoscia di fronte ai misteri. Friedrich riesce a cogliere nella natura il SUBLIME, uno dei temi fondamentali del romanticismo, definito dal filosofo Immanuel Kant come “il senso di sgomento che l’uomo prova di fronte alla grandezza della natura”. Di questo pittore riportiamo due esempi: IL NAUFRAGIO DELLA SPERANZA e VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA. IL NAUFRAGIO DELLA SPERANZA è un dipinto ispirato ad un fatto vero, realizzato nel 1882 e ad oggi collocato ad Amburgo. I temi principali sono quello della speranza e dell’eterno desiderio dell’uomo di dominare la natura, ambizioni destinate ad essere sconfitte. In primo piano si possono vedere lastroni di ghiaccio taglienti ed aguzzi di forma piramidale che si accavallano l’uno sull’atro imprimendo una spinta verso sinistra. Sullo sfondo si nota una grande distesa gelata del Pack, rotta a volte da montagne di ghiaccio, mentre in alto fa da cornice un cielo plumbeo. Tutti questi elementi rappresentano la natura immensa e incontrollabile, in contrasto con la piccolezza dell’uomo.

VIANDANTE SUL MARE DI NEBBIA Opera dipinta nel 1818. attualmente si trova ad Amburgo. La grandezza della natura è espressa in questo dipinto dall’immensità spaziale: l’uomo sulla vetta di un’altura guarda verso l’infinito, immerso in una nebbia che genera un senso di smarrimento e di mistero. Vuole questa essere un’esaltazione dell’animo che, tramite la ragione, si abbandona all’immaginazione. La nebbia fluttuante da un senso di smarrimento di fronte all’intuizione della profondità abissale

JOHANN HEINRICH FUSSLI (Svizzera) Fussli è il mediatore tra il romanticismo tedesco e quello inglese. In Inghilterra dipinge storie di vario genere ma le sue opere più interessanti sono quelle che liberano l’”io” nel sogno, il momento in cui l’incoscio prende il sopravvento sulla ragione. INCUBO NOTTURNO l’opera non contiene messaggi ma solo la materializzazione delle zone d’ombra inesplorate della psiche umana; nello stesso spazio include la donna sognante, l’incubo materializzato in un nano accovacciato sul suo ventre e il portatore di sogni, cioè la cavalla spettrale. Il nano, mezzo diavolo e mezza scimmia, raffigura le forze demoniache che irrompono attraverso gli incubi. Il cavallo bianco allude al demone notturno“Mar” del folklore francotedesco ovvero la giumenta infernale che abita gli abissi della terra. La situazione onirica descritta da Füssli non è comprensibile con gli strumenti offerti dalla ragione, la sua visione mantiene l’ambiguità di significato di un mondo che trascende la coscienza.

WILLIAM BLAKE (Inghilterra) Blake, poeta e pittore, traduce in visioni libere, come sognate, il suo mondo intimo. Estrinsecandolo con l’uso di una linea sinuosa ed avvolgente che, diventando mezzo espressivo dominante, esclude la costruzione plastica e spaziale. PAOLO E FRANCESCA Questo dipinto si trova a Birmingham. È un’illustrazione del V canto della Divina Commedia e rappresenta l’unione tra il Cristianesimo Medievale ed il romanticismo. Blake vede nell’aldilà scene di vita fantastiche, estranee alla razionalità.

Passiamo ora ai maggiori paesaggisti inglesi: Constable e Turner. Di JOHN CONSTABLE presentiamo subito lo STUDIO DI NUVOLE . Per lui la pittura è una scienza e la natura va studiata direttamente e senza mediazioni di alcun tipo. Tra il 1821 ed il 1822 fa una serie di dipinti studiando forma, colore e movimenti delle nuvole. Il pittore ama la bellezza e la freschezza della natura ed è per questo che la studia e la rielabora

JOSEPH TURNER, PIOGGIA, VAPORE E VELOCITA’

Questo quadro nasce dall’esperienza del pittore che, affacciatosi dal finestrino del treno durante un acquazzone, rimase molto tempo a riflettere ad occhi chiusi. Turner coglie la grandezza della natura ed il senso di smarrimento che essa provoca nell’uomo. Il paesaggio diventa un vortice di linee e luci che offuscano la forma delle cose. Lo spettatore si immerge nel quadro e ne diventa protagonista. Non viene rappresentata la realtà ma la reazione soggettiva dell’uomo.

Tipica della pittura Romantica è la cosiddetta “confraternita dei Preraffaelliti” composta da Rossetti, Hunt e Millais. Questi vogliono rifarsi alla pittura del passato e specificatamente a quella prima di Raffaello (Quattrocento). Essi non ricercano il primitivo ma la purezza dell’arte del primo Rinascimento Italiano. Troviamo in loro molte contraddizioni, tipiche di un’età caratterizzata dai cambiamenti.

Passiamo ora ai pittori romantici francesi.

THEODORE GERICAULT Egli è il primo vero romantico francese. Quando espone la sua prima opera, a vent’anni, la sua poetica è già ben definita. Insieme al suo amico Delacroix riceve una formazione accademica, lavorando nello studio di Guerein che insegna loro ad impostare le enormi macchine pittoriche (cioè composizioni monumentali destinate a grandi ambienti). Durante la sua vita è soggetto di molte vicende cupe, ma non avrà mai problemi economici. Ambisce al Prix De Rome, un premio che permetteva agli artisti di recarsi a Roma, e ammira molto Michelangelo tanto da esserne anche influenzato. LA ZATTERA DELLA MEDUSA È il più noto dei suoi dipinti, frutto del connubio tra gli studi su Michelangelo fatti in Italia e un fatto cronaca: la fregata francese Medusa che portava militari e civili in Senegal, naufragò nell’oceano e un gruppo di 10 uomini riuscì a salvarsi grazie ad una zattera. Il quadro esprime disperazione e speranza(un contrasto di sentimenti). Gericault coglie in questo preciso attimo un momento di speranza: i naufraghi scorgono una nave e credono di essere in salvo. In realtà la nave non li vedrà

Troviamo in questo dipinto aspetti classicisti come l’equilibrio nella disposizione dei corpi, nella forma piramidale della loro struttura(che da anche unità concettuale, in quanto si passa dall’uno al molteplice e dal molteplice all’uno). Inoltre la bellezza dei nudi, molto realistici ripresi, come l’impostazione, dall’arte michelangiolesca. Tutto è in movimento: la zattera viene scossa da onde scure e si solleva da un lato, la vela si gonfia, vediamo corpi morti, scomposti e divergenti. Questo dinamismo è dato da linee diagonali dirette in tutte le direzioni e dallo sguardo dei protagonisti, ognuno in una direzione diversa. Ciò che si nota di anticlassicista (oltre al movimento) è che alcuni personaggi danno le spalle allo spettatore. La luce è livida, ma trova una forma di riscatto nel momento della speranza e da molta drammaticità. L’uomo in basso a destra è pensoso, assorto in se stesso, è superiore alle passioni che agitano gli altri. È la prima vota che si dedica uno spazio così grande ( (la tela misura 4,91 metri X7,6) ad un soggetto non storico. Quest’opera non viene esposta nel Salon e suscita molte critiche. Qualcuno addirittura dirà che Gericault ha messo sulla zattera tutta la Francia. Successivamente il pittore passa ad analizzare la sofferenza individuale. Recandosi a Londra viene ispirato dai bassifondi, un lato dell’industrializzazione che la gente non vuole vedere. Qui conosce uno psichiatra che studia la follia come malattia: nasce il “Ciclo dei pazzi” nel quale il pittore esprime attraverso gli occhi dei protagonisti e le loro espressioni facciali, il dramma di chi guarda il mondo senza comprenderlo. Il pazzo è il diverso, colui che non agisce conformisticamente e che, di conseguenza, viene emarginato dalla società. Nel romanticismo, il pazzo è assimilabile con il Genio poiché entrambe le condizioni portano alla sofferenza. UNA PAZZA

EUGENE DELACROIX Ammiratore di Gericault e di poco più giovane. Come già detto, ricevono la stessa formazione di stampo classicista. Per questo pittore, non sono importanti i soggetti in se, quanto il significato che da ad essi. Delacroix abbandona le regole del passato, soprattutto la linea del disegno che sostituisce con il colore vivace e con la pennellata veloce ed istintiva. Già in vita quest’artista viene ammirato ed apprezzato ma a volte viene criticato per il suo carattere innovativo. In realtà lui non si sente lontano dalla tradizione: come il suo amico Gericault, ammira Michelangelo e gli artisti Barocchi (in particolare Rubens). In ogni caso le sue opere avranno successo e verranno acquistate. LA BARCA DI DANTE

Nel Luglio 1830 viene rovesciato Carlo X e sale al trono Filippo D’Orleans. Nasce da questo evento una delle opere più note di Delacroix

LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL POPOLO Alla rivoluzione di Luglio partecipò anche il pittore stesso. Il dipinto sembra la fredda documentazione di un evento storico, ma in realtà si tratta di un metodo rivoluzionario: invece che fantasticare ed evadere dalla realtà, Delacroix vive appassionatamente il suo tempo. Come “la zattera della medusa” quest’opera ha un impianto piramidale al cui vertice si trova la figura della libertà, una donna bella e audace che guida la battaglia e la folla verso il futuro.

È una delle sue prime opere, commissionatagli nel 1821 per rappresentare il VII canto dell’inferno (girone degli Irosi). Il tema è romantico in quanto cupo e tormentato: i volti sono stravolti, non c’è né serenità né equilibrio. I corpi degli irosi sono un saggio di bravura in stile Michelangiolesco. Accostando pennellate di colore puro, Delacroix determina una luminosità inedita e che avrà largo seguito. Ciò rappresenta una novità perché lui si distacca dall’uso accademico dei colori terrosi.

La folla è costituita da un’ondata di gente ma non si tratta solo di persone del popolo, bensì anche di borghesi. questo accostamento viene ritenuto inopportuno dalla critica La donna veste i panni di una statua classica ma, nell’impeto, il vestito si rompe e si scopre il seno, esprimendo la fisicità della Libertà. Questa donna non è una dea e ciò provoca scandalo perché il nudo è applicabile solo alle divinità. Questa figura, invece, cala nella realtà perché indossa il cappello(frigio) e porta il vessillo(simboli della Rivoluzione). A destra sono riconoscibili le torri di Notre Dame e quindi c’è una collocazione spaziale, oltre che temporale. L’uso del colore è molto interessante: predominano il rosso ed il blu, i colori della bandiera della Francia, due colori primari che accendono l’opera. Questo è il primo quadro politico, un vero e proprio manifesto che inneggia alla rivoluzione. Anche in Francia si affermano i paesaggisti, in particolare esiste un movimento chiamato “Paesaggisti del 1830” o “scuola di Barbizon”, dal nome di un paesino ai margini della foresta di Fontainebleau, dove alcuni pittori vanno a vivere per immergersi nella natura e scappare dalla città. Il capo della scuola di Barbizon è Theodore Russeau.

CAMILLE COROT Ha contatti con la scuola di Barbizon, è il maggior paesaggista dell’Ottocento e uno dei migliori di tutti i tempi. Cambia radicalmente il modo di dipingere: ama farlo EN PLEIN AIR, cioè all’aria aperta in cui si trova il contatto con la natura più pura e se ne trova la spiritualità questo era già successo con il già citato Constable, con lo Studio di Nuvole. Corot va in giro per le campagne francesi ed italiane per percepire la genuinità della natura. La sua tecnica consiste nell’abbozzare l’immagine su una piccola tela per poi rielaborarla in studio. Si intuisce facilmente quanto il risultato sia diverso dall’originale, abbellito in alcuni aspetti e privato di altri, quasi giungendo ad un’altra immagine, molto lontana dalla prima.

Anche quest’opera asce da un veloce abbozzo realizzato en plein air solo con il colore. Al lavoro definitivo Corot aggiunge l’inquadratura tradizionale e le cosiddette “quinte sceniche” che la concludono. Si vede che non si tratta di uno scorcio di paesaggio ma ci sono parecchi particolari atti a rallentare l’entrata dello sguardo nel quadro. Anche la luce viene modificata, così come il modo di rendere il colore, steso a piccole pennellate per rendere la superficie più omogenea.

FRANCESCO HAYEZ Anche nel Bel Paese si radicò una corrente del romanticismo, il cosiddetto romanticismo storico, il cui massimo esponente è Francesco Hayez. La famiglia di origine di Francesco Hayez è di condizioni modeste, il padre Giovanni è di origini francesi, mentre la madre è italiana. Il piccolo Francesco, ultimo di cinque figli, venne affidato ad una sorella della madre che aveva sposato Giovanni Binasco, armatore e mercante d'arte proprietario di una discreta collezione di dipinti. Già da piccolo mostrò una predisposizione per il disegno e lo zio lo affidò ad un restauratore affinché

ne imparasse il mestiere. Nel 1809 vinse un concorso indetto dall'Accademia di Venezia per l'alunnato presso l'Accademia di San Luca a Roma e si trasferì nella capitale dove divenne allievo di Canova. Nel 1814 lasciò Roma i e si trasferì a Napoli. Dal 1850 diresse l'accademia delle Belle arti di Brera. I dipinti di Hayez tendono a rappresentare soggetti del passato, per lo più medioevale, nel tentativo di ritrarre situazioni assimilabili al suo tempo. Nel suo repertorio annovera ritratti di celebri figure del suo tempo, nonché una serie di opere che raffigurano due amanti uniti da un bacio appassionato: il suo più noto dipinto, intitolato semplicemente Il bacio (1859). Pensiero comune è che Hayez non riesca a dare anima a ciò che narra: gli manca il sentimento. Sceglie soggetti storici ma questi non lo toccano tanto quanto toccano gli altri pittori romantci. È quindi meglio definibile come Neoclassico, infatti ogni cosa nei suoi dipinti è statica. Il bacio è la più famosa opera del pittore italiano Francesco Hayez, dipinto nel 1859 e raffigura due giovani che si baciano in costumi medioevali. Il bacio raduna in sé le principali caratteristiche del romanticismo italiano. La prima cosa da notare è la scelta dell'artista di celare i volti dei giovani, che conferisce importanza all'azione; altri particolari fondamentali per la comprensione del quadro sono il piede sinistro del giovane, che, appoggiato su di un gradino, indica precarietà. Nell'opera si esalta l'amore individuale e quello per la patria. Infatti il quadro è una chiara allusione all'esilio. Viene rappresentata una fuga che appare inevitabile, anche perché il giovane si sente osservato da qualcuno nell'oscurità. Questa opera ha anche un significato storico, perché rappresenta un ideale abbraccio (un'alleanza) tra l'Italia e la Francia: infatti osservando bene l'opera si nota che il IL BACIO ragazzo è vestito con i colori italiani (rosso bianco e verde), e la veste blu della ragazza, unita con il bianco e rosso del ragazzo, rappresenta la Francia. Potrebbe avere anche un secondo significato storico. È importante precisare che la sua ideazione coincide con la seconda guerra d’indipendenza italiana. Il giovane dal cappello piumato potrebbe essere allora un volontario in partenza per la guerra. In tal senso possiamo considerare l’opera come una rappresentazione di un sentimento profondamente civile: la dolorosa separazione per il rispetto di un dovere intensamente sentito e condiviso. Nell'insieme tutti questi elementi raffigurano bene la situazione del popolo italiano del tempo: infatti bisogna ricordare che il quadro è stato dipinto in occasione dell'entrata a Milano di Vittorio Emanuele II e Napoleone III nel 1859, due anni prima dell'unificazione territoriale del regno. Riassumendo, quindi, Hayez con quest'opera vuole trasmettere il senso di instabilità e il desiderio popolare di quello che poi sarà il Regno d’Italia

I VESPRI SICILIANI Questo dipinto rappresenta il momento immediatamente seguente il fatto che scatenerà la rivolta popolare contro gli stranieri: all’uscita della funzione religiosa vespertina una donna palermitana è stata oltraggiata da un francese. Immediata è la reazione: l’oltraggiatore è ferito a morte da un giovane. I protagonisti sono in primo piano: in basso a destra troviamo il francese ferito, riconoscibile dal giglio su petto; a destra la donna confortata dal fratello; a sinistra un uomo che colpisce a morte il francese. Tutto intorno c’è il popolo, come un coro, e in alto a sinistra si vede la chiesa. L’unione di popolo e Dio è uno degli ideali del Risorgimento. Sullo sfondo si scorgono il mare ed il monte Pellegrino, quindi l’opera ha un suo spazio, oltre che un suo tempo, preciso...


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