Beatrice e Laura PDF

Title Beatrice e Laura
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi di Catania
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Summary

Un confronto tra le figure di Beatrice e Laura...


Description

Beatrice e Laura, tra Dante e Petrarca: due donne a confronto BEATRICE († 8 giugno 1290)

LAURA († 6 aprile 1348)

In Dante, Beatrice è descritta – utilizzando l’analogia – come mediatore tra due piani che convivono all’interno della Vita Nova: da una parte il piano umano, dall’altro il divino.

Laura, in Petrarca, colma il “vuoto intermedio” (Santagata) tra l’umano e il divino. È un personaggio dotato di un suo spessore fisico e psicologico e di una certa personalità.

Beatrice è il punto sul quale convergono fasci di relazioni, amicali, parentali, occasionali: vive negli altri e grazie agli altri, mentre se presa isolatamente quasi non consiste.

Laura è sola. Non si relazione con nessun altro che non sia l’innamorato e, salvo rare eccezioni, non ha una vita sociale. Il canto a cui lei spesso si abbandona è privo di ascoltatori che non siano il poeta (Quando Amor i belli occhi a terra inchina).

Dante descrive un solo tratto fisico della sua Beatrice (“color di perle”). Per il resto, le caratteristiche principali sono rimandate agli abiti bianchi indossati nelle tre fasi più importanti della Vita Nova: primo incontro con Dante a 9 anni, saluto a 18 anni, morte 6 mesi dopo il padre Folco. Non possiamo, inoltre, immaginare le sue fattezze.

Laura è un personaggio pieno, in grado di riempire lo spazio narrativo con la sua presenza. Petrarca, in diverse liriche, approfondisce buona parte delle caratteristiche relative a parti del corpo dell’amata. Petrarca, però, non arriva mai a una descrizione a tutto tondo, limitandosi a una rappresentazione parcellizzata. Non possiamo, infatti, immaginare le sue fattezze.

Beatrice, fatta eccezione per l’analogia delle perle per indicarne il colore della pelle, non si materializza mai. È possibile creare un paragone con un fantasma, che appare agli occhi del Dante personaggio e che è eroticamente sterile.

Laura è un personaggio onnipresente, al punto che tutto ciò che lei tocca diventa oggetto di pulsioni amorose da parte del poeta. Un’immagine sminuzzata e parcellizzata ma che segna una grande novità rispetto alla lirica precedente.

Quella di Beatrice è un’immagine fissa. Dante non parla mai dell’invecchiamento dell’amata, né tantomeno delle sue malattie (parla, invece, delle sue). La morte di Beatrice è come lo spegnersi improvviso di una luce: un evento che colpisce la donna dall’esterno e getta il poeta in un’inconsolabile disperazione.

L’immagine di Laura subisce i contraccolpi dello scorrere del tempo. Petrarca allude ai mutamenti, anche fisici, dovuti al passare dell’età. Gli effetti della vecchiaia vengono evocati un auspicato futuro («e i cape’ d’oro fin farsi d’argento», Se la

Beatrice è una donna che non si materializza. Ogni aspetto sensuale viene rigettato dallo stesso Dante per sottolinearne il suo essere un “miracolo” dell’amor cortese, cosa che non accade con la donna Pietra delle Petrose in Così nel mio parlar voglio esser aspro.

mia vita da l'aspro tormento) o possono essere già presenti e “fotografati” dal poeta (Erano i capei d'oro a l'aura sparsi). L’immagine che emerge è quella di una donna soggetta alla caducità umana. Petrarca, inoltre, fa riferimento alle malattie di Laura: quasi in fin di vita in Questa anima gentil che si diparte, con una malattia agli occhi in I' mi vivea di mia sorte contento o con un malanno all’occhio destro in Qual ventura mi fu, quando da l'uno.

Laura è un personaggio terrestre, aspetto che rende credibili alcune manifestazioni dichiaratamente sensuali come in A qualunque animale alberga in terra. L’oggetto del desiderio dei lirici medievali, quindi, si trasforma da icona in personaggio....


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