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Title Bozza tesina oss
Course Teoria politica
Institution Sapienza - Università di Roma
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Corso O.S.S OPERATORE SOCIO SANITARIO ANNO 2017-2018 TESINA FINALE DI: ESTER DI TODARO

Indice 1. Presentazione personale 2. Legge 5 febbraio 1992 n.104. 3. Ruolo dell’ Operatore Socio Sanitario 4. Il diabete: Definizione, i vari tipi di diabete, cura . 5. Conclusioni: la tutela della salute secondo la costituzione italiana , la definizione di salute nel passato e come è stata modificata nel corso negli anni. 6. Ringraziamenti.

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1.PRESENTAZIONE Sono Ester Di Todaro ho 27 anni sono nata e cresciuta a Taranto. Non so spiegare ne a parole ne in forma scritta cosa mi abbia portato a lavorare nel sociale. Ma di certo una persona che aveva notato la mia vocazione per il mondo del sociale è mia zia Chiara. Infatti la mia avventura nel mondo del sociale è iniziata grazie a lei portandomi all’ open day della mia scuola superiore l’Istituto Professionale Statale Servizi Sociali “Liside”, era il lontanissimo 2004, all’interno della scuola ho imparato tanto ,frequentando i vari corsi interni , arrivando a conseguire la qualifica come Operatore dei Servizi Sociali e successivamente la qualifica come Operatore Sociale di Assistenza, arrivando alla conclusione nel 2009 con il diploma di maturità come Tecnico dei Servizi Sociali. Nel corso degli anni ho potuto trasferirmi a Roma con molti rimpianti, lacrime, per la mia amatissima Taranto e per la mia Amata Famiglia, ma allo stesso tempo ho potuto arricchire il mio bagaglio culturale e lavorativo ,lavorando presso case famiglia per bambini, per disabili gravi, facendo assistenza domiciliare ad anziani e disabili. Ed ora eccomi qua alla fine di questo lungo e faticoso percorso fatto di ansie, paure, mille difficoltà .Non avendo mai mollato e credendo nel motto che ormai mi appartiene dal lontano 2006 “SE LO VUOI TUTTO E’ POSSIBILE 3

2.LEGGE 5 FEBBRAIO 1992 n.104 La legge 5 febbraio 1992, n. 104 (abbreviata legge 104/1992 comunemente conosciuta anche come Legge 104) rubricata legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate è una legge della Repubblica Italiana che tutela i diritti delle persone con disabilità. I principali soggetti a cui è destinata la legge 104 sono le persone con handicap, ovvero coloro che presentano una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione. Per essere riconosciuti come portatori di handicap, ai sensi della Legge 104/92, bisogna sottoporsi a visita medica presso una apposita commissione mista dell'ASL dove, assieme a quella del medico, compaiono altre professionalità, in particolare medici esperti per specifica patologia, come ad esempio quella dello psicologo/psichiatra, dell'assistente sociale e del medico di categoria onde valutare da più punti di vista ogni singolo caso. È prevista la possibilità di visite domiciliari per quelle persone con documentata impossibilità ad essere trasportate. La legge si occupa:  dell'assistenza;  dell'integrazione sociale;  dei diritti dei diversamente abili. 4

L'intento della Legge 104 è quello di superare gli ostacoli che si frappongono tra le persone con handicap ed una loro migliore integrazione agendo nel modo più mirato possibile, con benefici tendenti a favorire il più completo inserimento della persona con handicap nel contesto sociale. Di facile intuizione risulta il fatto che parte dei benefici sono fruibili da tutte le persone con handicap mentre altri benefici sono riconosciuti in relazione alla gravità dell'handicap.

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3.IL RUOLO DELL’OPERATORE SOCIO SANITARIO L'Operatore Socio Sanitario è la figura professionale che trova origine nella sintesi dei distinti profili professionali degli operatori dell’area sociale e di quella sanitaria e risponde in modo più adeguato all’evoluzione dei servizi alla persona, intesa nella globalità dei suoi bisogni. Oggetto di una profonda revisione in termini di ruolo, di competenze e di contesto operativo, il profilo dell’Operatore Socio Sanitario è stato definito dalla Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 22/02/2001 e recepito dalla Regione del Veneto con L.R. 16 agosto 2001, n. 20 (e successive modificazioni). Quali sono i compiti dell’Operatore Socio Sanitario L’Operatore Socio Sanitario soddisfa i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza, in un contesto sia sociale che sanitario; favorisce il benessere e l’autonomia dell’utente. In particolare, si indicano di seguito le principali attività previste per l’Operatore Socio Sanitario:  assistenza diretta e aiuto domestico alberghiero: assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale; realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico; collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psicofisiche residue, alla rieducazione, alla riattivazione e al recupero funzionale; 6

realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi; coadiuva il personale sanitario e sociale nell’assistenza al malato anche terminale e morente; aiuta la gestione dell’utente nel suo ambito di vita; cura la pulizia e l’igiene ambientale.  intervento igienico-sanitario e di carattere sociale: osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell’utente; collabora all’attuazione degli interventi assistenziali; valuta, per quanto di competenza, gli interventi più appropriati da proporre; collabora all’attuazione di sistemi di verifica degli interventi; riconosce e utilizza linguaggi e sistemi di comunicazione-relazione appropriati in relazione alle condizioni operative; mette in atto relazioni-comunicazioni di aiuto con l’utente e la famiglia, per l’integrazione sociale e il mantenimento e recupero dell’identità personale.  supporto gestionale, organizzativo e formativo: utilizza strumenti informativi di uso comune per la registrazione di quanto rilevato durante il servizio; collabora alla verifica della qualità del servizio; concorre, rispetto agli operatori dello stesso profilo, alla realizzazione dei tirocini e alla loro valutazione; collabora alla definizione dei propri bisogni di formazione e frequenta corsi di aggiornamento; collabora, anche nei servizi assistenziali non di ricovero, alla realizzazione di attività semplici. Competenze specifiche dell'Operatore socio sanitario Competenze Tecniche 7

in base alle proprie competenze ed alla collaborazione con altre figure professionali sa attuare piani di lavoro nel contesto di riferimento.  È in grado di utilizzare metodologie di lavoro comuni (scrivere protocolli, etc.);  È in grado di operare nei diversi contesti (domiciliare ed istituzionale): - nel governo della casa e/o dell'ambiente di vita, nell'igiene e cambi biancheria, nella preparazione e aiuto nell'assunzione di pasti; - nella sanificazione ambientale; - quando necessario, a domicilio per l'effettuazione delle acquisti.  È in grado di curare la pulizia e la manutenzione di arredi e attrezzature, nonché la conservazione degli stessi e di riordino dei materiali dopo assunzione di pasti, in quanto sa: - curare il lavaggio, l'asciugatura e la preparazione dei materiali, secondo protocolli stabiliti; - garantire la raccolta e lo stoccaggio corretto dei rifiuti, il trasporto del materiale biologico, sanitario e dei campioni per gli esami diagnostici secondo protocolli stabiliti;  Sulla base di piani di lavoro prestabiliti, svolge attività finalizzate all'igiene personale, al cambio della biancheria, all'espletamento delle funzioni fisiologiche all'aiuto della deambulazione, all'apprendimento ed al mantenimento di posizioni corrette, in sostituzione e appoggio dei familiari e su indicazione del personale preposto; inoltre, sa:  collaborare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso;  sa operare nella preparazione alle prestazioni sanitarie; 8

 sa osservare, per riconoscere e riferire alcuni di più comuni sintomi di allarme che l'utente può presentare (malore, sudorazione, colorazione, etc.);  sa attuare interventi di primo soccorso, effettuare piccole medicazioni o cambio delle stesse;  sa controllare e assistere la somministrazione delle diete;  sa aiutare nelle attività di animazione a favore della socializzazione, del recupero e del mantenimento di capacità cognitive e manuali;  sa con lavorare ed educare al movimento e favorire movimenti di mobilitazione semplici su singoli e gruppi;  sa provvedere al trasporto di utenti, anche allettati, in barella o carrozzella;  sa con lavorare alla composizione della salma e provvedere al suo trasferimento;  sa utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell'utente, riducendo al massimo il rischio;  sa svolgere attività di informazione sui servizi del territorio e curare il disbrigo di pratiche burocratiche, e accompagnare l'utente per l'accesso ai servizi. Competenze Relazionali Sa lavorare in équipe. Si avvicina e si rapporta con l'utente e con la famiglia, comunicando in modo partecipativo in tutte le attività quotidiane di assistenza; sa rispondere esaurientemente, coinvolgendo e stimolando il dialogo. È in grado di interagire, in collaborazione con il personale sanitario, con il malato morente. Sa coinvolgere le reti informali e sa rapportarsi con le strutture sociali, ricreative, culturali dei vari territori. 9

Sa sollecitare ed organizzare momenti di socializzazione, fornendo sostegno alla partecipazione ad iniziative culturali ricreative sia sul territorio che in ambito residenziale. È in grado di partecipare all'accoglimento dell'utente per assicurare una puntuale informazione sul servizio e sulle risorse. È in grado di gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. Sa affiancarsi ai tirocinanti e sa trasmettere i propri contenuti operativi. Ambito lavorativo dell’Operatore Socio Sanitario Attualmente il titolo di Operatore Socio Sanitario (nonché i titoli equipollenti) costituisce il TITOLO DI BASE per l’accesso lavorativo presso gli enti pubblici quali le Unità Locali Socio Sanitarie e le Aziende Ospedaliere, le I.P.A.B., o le strutture sanitarie, sociali o socio-sanitarie private autorizzate e accreditate ai sensi della L.R. (legge regionale) 22/2001 e della DGR(dettaglio della giunta regionale) n. 84/2007, come ad esempio i Centri di Servizio per gli anziani.

4.IL DIABETE L’organismo è formato da milioni di cellule che hanno bisogno di energia per funzionare, a questo scopo gli alimenti sono trasformati in zucchero detto glucosio ,che 10

giunge alle cellule grazie alla circolazione sanguigna e possono entrare nelle cellule grazie all’azione dell’ormone insulina. I carboidrati, come lo zucchero e l’amido, rappresentano per l’organismo una delle principali fonti di energia; essi, una volta ingeriti col cibo, vengono scomposti dagli enzimi dell’apparato digerente in zuccheri semplici, il cui assorbimento produce un inalzamento del livello di glucosio nel sangue ;tale aumento stimola talune cellule del pancreas, le isole Lagerhans ,a immettere nel sangue l’insulina, l’ormone che favorisce l’ingresso nelle cellule e il suo utilizzo come carburante. Il diabete mellito è una condizione clinica caratterizzata da un alterato metabolismo degli zuccheri che a lungo andare può determinare una serie di danni d’organo anche gravi. Si tratta di una malattia cronica caratterizzata da livelli di zucchero(glucosio) nel sangue più elevati rispetto alla norma (iperglicemia), a causa di un’inadeguata (o assente) produzione dell’ormone dell’insulina (DIABETE DI TIPO 1 o DM1) o di una scarsa capacità dei tessuti di utilizzare l’insulina stessa(DIABETE DI TIPO 2 o DM2). I sintomi del diabete possono essere diversi ed insorgere in maniera differente a seconda che si tratti di diabete 1° di tipo 2

I VARI TIPI DI DIABETE

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 DIABETE DI TIPO 1: ad insorgenza generalmente in età giovanile, di solito si assiste a un esordio acuto, spesso in relazione a un episodio febbrile, caratterizzato da eccessiva sete (polidipsia),aumentata quantità e frequenza di urine (poliuria), sensazione di stanchezza (astenia),perdita di peso immotivata, pelle secca,aumentata frequenza di infezioni.

 DIABETE DI TIPO 2: tipico nell’adulto, invece, si manifestano più lentamente e spesso in maniera meno evidente; posso verificarsi casi di glicemia alta senza che manifestano i sintomi. Per questo la diagnosi di questo tipo di diabete non è sempre rapida, ma può avvenire quando sono già clinicamente manifeste le complicanze della malattia.

ILPIEDE DIABETICO Il piede diabetico risulta dalla presenza di della neuropatina diabetica ( perdita della sensibilità tattile, dolorifica, vibratoria, pressoria, termica, riflessi achillei) e/o della vasculopatia (macroangiopatia) degli arti inferiori che compromettono la funzione e/o la struttura del piede. 12

La presenza di neuropatia periferica va sospettata in presenza di bruciore al piede e/o sensazioni di caldo e di freddo; a questi sintomi possono associarsi segni clinici quali: alterazioni strutturali( griffe della dita, prominenza delle teste metarsali, alluce valgo), anidrosi( pelle secca), fissurazioni cutanee, ipercheratrosi(callosità), eventuale gonfiore. La macroangipatia degli arti inferiori è denunciata dall’insorgenza di claudicatio intermittes, definita come un dolore più o meno intenso associato a crampi o affaticamento al livello della muscolatura dell’arto, colorito pallido della cute, perdita dei peli, temperatura cutanea ridotta ai piedi e alle gambe. L’esame clinico consente di definire la diagnosi, dimostrando l’esistenza di segni tipici, quali la riduzione di riflessi( rotuleo, achilleo e medio plantare), il deficit della sensibilità, per quanto riguarda la neuropatia, e la riduzione o assenza della pulsatilità dei polsi arteriosi alla caviglia, associata ad alterazioni dell’esame doppler o ecodoppler. Lo screening del piede diabetico è piuttosto semplice in ambiente diabetologico, basandosi, oltre che all’esame clinico( anamnesi, ispezione, palpazione), sull’ uso di strumenti non invasivi quali monofialamento da 10 gr, diapason tarato a 128 Hz, biotesiometro , martelletto, doppler per la valutazione del rapporto tra la pressione al braccio e quella alla caviglia. L’esame clinico consente di classificare il rischio di lesioni da piede diabetico e i controlli da effettuare periodicamente; infatti la complicanza più temibile del piede diabeti è l’ulcera, ma soprattutto la sovrainfezione dell’ulcera che può portare all’amputazione. La prevenzione si basa principalmente sull’educazione sanitaria del paziente, ovvero insegnare l’autocontrollo quotidiano del 13

piede per individuare preventivamente i primi segnali di eventuali stati patologici e facilitare l’intervento tempestivo dei professionisti del settore.

CRITERI DI DIAGNOSI La diagnosi del diabete è definita dalla presenza di uno dei seguenti valori nel sangue confermati in due diverse misurazioni:  Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl in due circostanze e dopo almeno 8 ore di digiuno  Valore glicemia causale , cioè indipendentemente dal momento della giornata, ≥ 200 mg/dl  Glicemia ≥ 200 mg/dl due ore dopo la somministrazione di una soluzione contenente 75 g di glucosio 14

 Emoglobina glicosilata superiore a 6.5%. Situazioni di predisposizione al diabete sono l’alterata tolleranza al glucosio( glicemia compresa fra 140 a 200 mg/dl dopo un carico di glucosio) e l’alterata glicemia a digiuno(glicemia a digiuno compresa tra 100 e 125 mg/dl).

5.IL DIABETE NEGLI ANZIANI

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Molte persone con diabete sono anziane. Per certi versi è un’età ideale per badare finalmente alla propria salute e impostare uno stile di vita più sano. Diverso il discorso per le persone molto anziane o non autonome. Più si invecchia, maggiore è la probabilità di avere il diabete di tipo 2. Oltre il 20% delle persone sopra i 70 anni ha il diabete. È importate distinguere tra la condizione dell'anziano ‘attivo’ e quella dell’‘anziano fragile’ e del ‘grande anziano’ (sopra gli 85 anni). L'anziano attivo autonomo e in buone condizioni fisiche e mentali è in una situazione ideale per rispondere a tutti i consigli del Team diabetologico. Ha tempo a disposizione per impegnarsi nella prevenzione delle complicanze e ha voglia di mantenere più a lungo possibile la sua forma fisica e soprattutto la sua autonomia. Gli ostacoli che trova in questa fase sono soprattutto due: la necessità di controllare o prevenire non solo il diabete ma spesso anche altre condizioni metaboliche (pressione, colesterolo, trigliceridi) o non metaboliche (bronchite cronica, dolori osteoarticolari…) e la tendenza a valorizzare l'alimentazione ("l'unico piacere che mi resta è quello di mangiare"). La persona anziana attiva deve aver ben chiaro che: Il cambiamento nello stile di vita suggerito dai Medici e spesso anche le terapie hanno effetti positivi su tutte le condizioni metaboliche e possiamo dire su quasi tutte le malattie che la persona anziana lamenta o rischia di sviluppare. I Medici propongono la terapia migliore, ma ogni terapia va adattata alle esigenze della persona. Invece di interrompere un farmaco o di ridurne il dosaggio è più opportuno spiegare francamente al Medico le proprie difficoltà e concordare una terapia più compatibile. 16

Il discorso è diverso se si parla di un 'grande anziano' (generalmente con questa locuzione si intendono le persone sopra gli 85 anni), la cosiddetta 'quarta età' o di un 'anziano fragile', vale a dire una persona che ha ridotte autonomie e possibilità di badare a se stesso. Nell'anziano 'fragile' e nel 'grande anziano' è essenziale che tutte le persone che lo assistono condividano le stesse informazioni e lo stesso modo di fare. Non solo il partner o i figli, anche la badante deve prender parte agli incontri con il Medico. Vale la pena di tenere sotto controllo il diabete anche in questa quarta età, perché un diabete mal compensato oltre a rappresentare un rischio per il cuore rende più probabili e forse aggrava non solo la pressione alta, anche il Parkinson, la demenza senile e perfino alcuni tumori. D'altra parte nel ‘grande anziano’ e nell’‘anziano fragile’ gli obiettivi della terapia vanno rivisti alla luce di quanto la persona (e chi le sta vicino) può effettivamente fare senza correre rischi. In particolare l'anziano e il ‘grande anziano’ devono stare attenti alle ipoglicemie che sono più difficili da identificare, più lunghe e potenzialmente più gravi di quanto lo siano nella persona giovane o matura.

VALORI GLICEMIA

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8.CONCLUSIONI: IL CONCETTO DI SALUTE NELLA STORIA E SECONDO L’OMS,LA TUTELA DELLA SALUTE SECONDO LA COSTITUZIONE ITALIANA Per millenni la malattia è stata considerata un fenomeno magicoreligioso. Nella Grecia antica con Ippocrate si ha una medicina razionale fondata sull'osservazione. In seguito le concezioni di salute e malattia sono rimaste non scientifiche fino agli ultimi secoli. Con la nascita della medicina scientifica (alla fine del Settecento) nasce il modello bio-medico in concomitanza con la nascita della società industriale, il modello bio-medico si occupa più della malattia che non della salute e delle condizioni di vita e lavorative della popolazione. Nel XX secolo si sviluppa uno specialismo 19

esasperato per cui l'individuo si identifica addirittura con una sola "parte", "un organo", negando così l'individuo come persona. Il concetto di salute globale invece porta con sé una concezione della persona come unità psicofisica interagente con l'ambiente circostante che è il presupposto per "una promozione ed educazione alla salute" e una "medicina della persona" nella sua totalità. Quando si parla di salute, è opportuno fare riferimento alla Costituzione dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), agenzia dell'ONU istituita nel 1948 con l'obiettivo di operare per far raggiungere a tutte le popolazioni il livello di salute più ...


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