Chassidismo e eticità - Salmeri PDF

Title Chassidismo e eticità - Salmeri
Author Giulia Zagarella
Course Pedagogia Generale E Sociale
Institution Università degli Studi di Enna Kore
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Summary

Riassunto completo, esaustivo ed assolutamente sostitutivo del testo....


Description

CHASSIDISMO E ETICITA’. CHASSIDISMO: corrente mistica dell’Ebraismo, che si fonda su una visione ottimistica e gioiosa della realtà, l’entusiasmo poi che deve avere il maestro, colui che per svolgere tale compito deve necessariamente ritenere che dentro di noi ci sia una scintilla da far venire fuori. La corrente è sorta in Polonia alla metà del sec. XVIII. Ne fu fondatore un umile maestro di scuola conosciuto come Ba'al Shèm Tov, che vuol dire letteralmente “possessore del buon nome”, non solo nel senso di uomo di buona fama in quanto taumaturgo, ma anche perché capace di intendere nel Nome (di Dio) tutta l'essenza. Egli da aiutante di un insegnante potè trasferirsi in Ucraina con inizialmente pochi discepoli, ma alla sua morte il movimento contava 30.000 seguaci e nei 30 anni successivi la maggior parte degli ebrei polacchi ed ucraini vi aderirono. Le poche notizie biografiche del Besht sono così intrecciate a leggende e miracoli che in molti casi è difficile estrapolarne fatti storici, interessante è la leggenda attorno al suo esilio. Il Baal Shem Tov, vedendo i dolori del suo popolo, si diede da fare per affrettare l’avvento del Messia. Per punire il suo tentativo di interferire nella Sua guida del mondo, l’Eterno lo punì e lo inviò in un luogo lontano con il suo servitore. Lì, il Baal Shem si accorse di aver scordato tutti i suoi poteri misteriosi e di non poter quindi far ritorno a casa. Non ricordava preghiere, non ricordava nulla. Finché il suo assistente disse che si ricordava un’unica cosa: l’alfabeto, e cominciò a recitarlo, e il Bal Shem con lui. E con quello il Baal Shem riacquistò la memoria, e con la memoria la capacità di far ritorno a casa. Per il chassidismo la guida è fondamentale perchè se vi è un solo giusto egli sarà in grado di salvare tutti gli uomini. Infatti il fondamento del chassidismo sta nella convinzione che Dio è presente in ogni manifestazione del creato e che non tanto lo studio né la rinunzia ai beni della vita possono avvicinare a Lui, quanto il servirlo con amore in spirito di semplicità e letizia. Inoltre secondo interpretazioni recenti il chassidismo più che una filosofia è un atteggiamento della vita; è anzi riconosciuto come un esistenzialismo ebraico. Dopo avere avuto fiere opposizioni da parte del rabbinato russo e lituano, che giunse fino a scomunicarne il fondatore, finì con l'affermarsi e ottenne largo seguito. Il fondatore non ha lasciato scritti: si conoscono alcune sue lettere. I suoi discepoli ne ereditarono la dottrina, poi diffusa dai vari maestri del chassidismo, e ne tramandarono i racconti e le parabole raccolti da Martin Buber. Letteralmente vuol dire ESSERE PIO, in quanto l’uomo chassidico è l’uomo PIO. Principali caratteristiche dell’uomo PIO sono il rifiuto della violenza e l’apertura verso tutti gli altri, quindi accezione positiva conferita all'alterità. Il chassidismo esprime una concezione aperta, democratica, plurale e inclusiva che si fonda, oltre che sul rigore del testo sacro, su una cultura partecipata e partecipante rivolta a tutti. Per il chassidismo nulla può essere ottenuto e raggiunto nella vita senza sforzo, il riposo pertanto indica il bisogno di crescere insieme agli altri nella relazione e nella reciprocità. E' molto importante il lavoro che è un'attività di tutta la società nella sua globalità. Il chassidismo ambisce a fare accedere alla cultura tutto il popolo. Per il Chassidismo le differenze non hanno natura biologica, ma culturale, è per questo fondamentale il maestro o tsaddiq nonchè guida e l'educazione. Il chassidismo, in quanto dottrina del dialogo, dell’ascolto e della gioia del popolo, è una concezione aperta e democratica, plurale e inclusiva che si fonda, oltre che sul rigore del testo sacro, su una cultura partecipata e partecipante rivolta a tutti. Per il chassidismo l’educazione si realizza nel rapporto concreto tra persona e persona, si sviluppa nel divenire della vita e nell’interazione della quotidianità. Esistono 13 principi di fede, tra questi distinguiamo: dio che è unico e creatore del mondo, unicità di Dio, immaterialità di Dio, Dio è l’essere primo e ultimo, dio solo merita di essere adorato TORAH: Testo sacro che il Santo Benedetto ha dettato e lasciato agli uomini, legge e parola di Dio rivelata agli uomini. Letteralmente significa istruzione, insegnamento è il riferimento centrale dell'ebraismo. Ha una vasta gamma di significati tra i quali l'essere concepito come un insegnamento che offre un sistema di vita per coloro che lo seguono. Designazione biblica della dottrina impartita dai genitori ai figli, dai saggi agli stolti, dal sacerdote al popolo e da Dio agli uomini mediante i profeti. Il senso di tutta la Torah è riconducibile al concetto fondamentale: QUEL CHE E’ ODIOSO A TE, NON FARLO NEPPURE AL TUO COMPAGNO. Ne deriva la necessità di amare lo straniero come se stessi: in quanto una volta scoperto lo straniero che è in me risulta inevitabile amare lo straniero che è fuori di me. Il differente va accolto e rispettato: secondo il popolo ebraico si deve parlare di uguaglianza nelle diversità e di diversità nell’uguaglianza. TALMUD: Gli Ebrei hanno anche il Talmud, modo in cui i Rabbini hanno interpretato la parola di Dio, in esso ci sono tutte le regole che gli Ebrei seguono. Il T. è giunto alla fase attuale attraverso una progressiva elaborazione. Gli insegnamenti che in un primo momento erano trasmessi oralmente, cominciarono a essere messi per iscritto sotto forma di appunti; e questi furono progressivamente ampliati e riuniti con altri provenienti da scuole diverse.Varie e infinite interpretazioni che sono state date alla Torah. Il Talmud dice che non esiste al mondo l’uomo perfetto, Dio ama la verità e se tutti gli uomini considerassero la bugia un peccato grave il mondo sarebbe salvo da tempo. Di fronte al maestro si deve avere lo stesso timore che si

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avrebbe davanti a Dio perchè è il maestro ad indicare a via ed a non peccare di arroganza, si può essere unici con le 3 verità: miseria dell’origine umana, triste fine, responsabilità con l’alterità e all'eterno, nei confronti del quale pecchiamo ogni istante. Scritto dai rabbini. LEVINAS: E' stato un filosofo e accademico francese di origini ebraico-lituane, fondamentale è la sua accezione di Alterità del suo Umanesimo in quanto per Levinas l'altro è più importante del Sè e dell'Io. Nell’Alterità del volto dell’Altro si possono trovare gli INFINITI VOLTI DI Dio ed in base a come io tratto l’altro Dio guarderà me, CIASCUNO DI NOI E’ PER DIO CIO’ CHE L’ALTRO E’ PER NOI. TZADIK: è un titolo onorifico usato nell'ebraismo, generalmente conferito a coloro che vengono considerati giusti, come un personaggio biblico, un maestro spirituale o un rabbino. E' il maestro, la guida, vien scelto dal popolo ed è per il popolo, si contrappone a Chassid ovvero il Pio. Guida verso la fede e verso il sapere, è colui che prende coscienza e che guida alla consapevolezza. Il buon educatore ci accompagna per tutta la vita, guidandoci anche tra le insidie dalle contraddizioni sempre in agguato nella realtà. Il suo compito è di ammaestrare con la parola e con gli atti, guidando i PII a contaminarsi e a scendere nel fango con i peccatori nel tentativo di farli giungere in unione con Dio. La guida è fondamentale per il Chassidismo, perché anche un unico giusto da solo, con l’esempio, potrà salvare tutti gli uomini. E' il portavoce e il rappresentante di una massa che si conquista da sola la libertà, è il rappresentante di una radicale democrazia economica e spirituale. RABBINO: Ministro del culto, preposto alla vita religiosa di una comunità ebraica, autorevole insegnante della Torah, considerato guida spirituale della comunità ebraica. E’ la persona colta, intellettuale, interessata alla dimensione intellettuale, colui che interpreta la legge scritta ovvero la Torah, e la interpreta scrivendo il Talmud. Quando devono scegliere un altro rabbino, lo scelgono tra di loro, quindi la scelta avviene all’interno della stessa comunità. EDUCAZIONE: parte integrante dell’uomo, costruzione dell’IO ovvero presa di coscienza, in quanto con l’educazione si oltrepassano i limiti dell’identità, della famiglia e dello stesso contesto cui si appartiene. L’educazione è costruzione dell’IO. E' incontro, relazione, dialogo, rispetto per l’altro e mai invasione del suo spazio vitale. DOVE NON C’E’ EDUCAZIONE NON C’E’ FUTURO. Importante imparare DA SEMPRE E FINO ALLA MORTE, per tale motivo è necessario studiare sin dal momento in cui il bambino ha sviluppato le prime capacità intellettive, cioè da quando ha inizio la comprensione, lo studio quindi va coltivato per tutto l’arco dell’intera esistenza, dalla prima infanzia agli ultimi giorni di vita. L’educare non si apprende, ma si potenzia attraverso l’incontro con l’alterità (deboli, differenti, ultimi…). Educare è far scoprire la capacità di ricerca e autonomia. Per l’ebraismo chassidico in educazione dal domandare è necessario far scaturire un circolo virtuoso di idee e di giudizi che siano in grado di favorire o di incrementare il dialogo, la crescita nella consapevolezza, l’emancipazione critica e l’attitudine alla comprensione infatti per l’ebraismo il dialogo è strategia dell’intreccio e dell’incontro in funzione della comune crescita. Per il maestro/profeta/tzaddiq il modello che orienta è DIO che si riconosce e si incontra nella differenza e nell’Alterità. Obiettivo dell’insegnamento è la concreta relazione tra maestro e allievo e tra allievo e compagni. Lo studio e l’educazione non devono avvenire con velocità, bisogno dare agli allievi IL TEMPO DI PERDERE TEMPO. Ha il compito di promuovere la crescita sia culturale stricto sensu (anche come istruzione), sia sotto il profilo etico conoscitivo in senso lato per favorire l’emancipazione critica come presa di coscienza. Per il chassidismo l’educazione si realizza nel rapporto concreto tra persona e persona, si sviluppa nel divenire della vita e nell’interazione della quotidianità. L’educazione è liberazione della spiritualità e fortificazione della persona. La libertà è incontro e unione, mentre la costrizione è separazione, allontanamento e violenza. La libertà non è essenza di regole, ma intreccio di relazioni, di dialogo e di scambio, anche se è incontro con la tsaddiq che produce educazione ed emancipazione. Educare è colloquio che dura nel tempo, è costruzione del dare e del ricevere in virtù della relazione maestro-allievo, ma anche allievo-mondo, perché il chassidismo promuove e attiva la contaminazione con tutti e con tutto, con il popolo e con l’intera creazione, essendo il suo obiettivo primario, il rispetto e la valorizzazione dell’universo. Se educare, è incontro, relazione e dialogo, è anche rispetto per l’altro e mai invasione del suo spazio vitale. L’educare non si apprende ma si può potenziare e perfezionare attraverso la relazione è l’incontro con tutti i soggetti più deboli, con gli ultimi, con i peccatori e con i differenti di ogni tipo. L’insegnamento deve avere come obiettivo la relazione maestro-allievo e allievo-compagni, dal momento che il futuro come uomini dipende dall’esito di questa interazione. Educare è fare acquisire non solo conoscenze, ma anche un gusto personale per la scoperta, essendo obbligatorio per il buon educatore- maestro- profeta- tsaddiq avere sempre chiaro il confine tra apprendimento meccanico e apprendimento significativo.

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IMPORTANZA DIALOGO E COMUNICAZIONE: comunicazione significa letteralmente mettere in comune, nella comunicazione ha più importanza ascoltare che parlare e quindi i Greci dicevano che per tale ragione Dio ci ha dato due orecchie ed una bocca. Dialogo, è anche rispetto per l’altro e mai invasione del suo spazio vitale. A permettere la relazione con l'altro sono soprattutto silenzio ed ascolto, ed è per questo che entro le scuole rabbiniche non vi sono esami o interrogazioni bensì le capacità degli allievi si esprimevano a seconda delle domande che gli studenti erano in grado di formulare. Tra l’uomo e dio c’è un dialogo costante e fecondo; cosi quando il popolo aveva un problema, il baal shem tov andava nel bosco, accendeva il fuoco e recitava la preghiera in un definito luogo. Dopo la morte di baal schem tov lo tsaddiq che gli succede dimentica come si accende il fuoco e si limita a recitare le preghiere nel bosco. Il quarto tsaddiq dimentica anche il bosco e quando si presenta un problema, può soltanto raccontare ciò che avevano fatto i suoi predecessori. L’aneddoto è una metafora che sottolinea l’importanza del raccontare, della memoria vigile e della letteratura, che hanno il potere di mantenere viva l’esperienza significativa. Il fuoco è il simbolo della lingua; la lingua è realtà dinamica, creatrice di mondi e immagini e organizzatrice di pensieri. La lettura è pratica con l’incontro con l’alterità ed è anche un aprirsi al mondo. Per lévinas, la lettura è disvelare il volto dell’altro e apertura in direzione del profondo e dell’intimità. HANNA ARENDT: sostiene che, se gli uomini non fossero uguali, non potrebbero comprendersi tra loro, né fare progetti per il futuro, cercando di definire e di prefigurare, le esigenze, i desideri e le necessità dei loro successori. Se però gli uomini nello stesso tempo non fossero diversi e ogni essere non fosse distinto da un altro, non ci sarebbe bisogno né del discorso, né dell’azione, per comprendersi a vicenda in quanto sarebbero sufficienti soltanto segni e suoni per interpretare desideri e necessità immediati di ciascuno.. UGUALI NELL’ UMANITA’, MA DIVERSI NEL PENSIERO. BUBER: È figura dominante nel pensiero ebraico contemporaneo, maggiore esponente e interprete del Chassidismo, teorizza il concetto di IO E TU che deve diventare un NOI, ma per diventare un Noi bisogna prima cercare di fare un cammino proprio interiore (quindi capire i nostri limiti e paure, cammino nell'Io) e poi dopo aver fatto questo cammino interiore incontriamo l'altro. Il Noi è un processo di scambio in cui il docente ed il discente entrano in relazione, ma rimangono sempre sè stessi. L' Io incontra il Tu per accompagnarlo verso la via della verità, giustizia e della pace. L’Io però incontra anche l’Esso, che sarebbero la Natura e il Mondo, poiché è importante prendersene cura e rispettarlo. Buber non chiama l'altro Esso perchè trova maggiormente corretto utilizzarlo in riferimento agli oggetti o qualunque ente inanimato, per questo non ci si può mai riferire all'altro uomo come ad un oggetto. Per Martin Buber, ciascun soggetto è tenuto a sviluppare la sua unicità, irriducibilità e irripetibilità, perché non va riproposto e ripetuto ciò che un altro uomo ha già realizzato e compiuto. Quindi non vanno immaginate altre esistenze da vivere al posto della propria. Per individuarsi e definirsi come soggetto autonomo, si ha bisogno dell’aiuto e della cura educativa, oltre che dell’esempio del maestro e del mondo che ci circonda. SHOAH: Termine ebraico («tempesta devastante», catastrofe, rovina) col quale si suole indicare lo sterminio del popolo ebraico durante il Secondo conflitto mondiale; è vocabolo preferito a olocausto in quanto non richiama, come quest’ultimo, l’idea di un sacrificio inevitabile, poichè olocausto vuol dire letteralmente Sacrificio a Dio. Dinanzi ad essa la risposta è stata ugualmente la fede, la speranza. Lo studio della Shoah impone il dovere della memoria, si tratta di una memoria universale, indispensabile per condannare senza se e senza ma e per consolidare il dialogo tra le culture e tutti i popoli. La memoria è l’unico possibile presidio vigile e critico contro lo strisciante pericolo della cancellazione ed è anche strumento indispensabile per rinsaldare anche il rapporto tra passato e presente per poi progettare un futuro caratterizzato dalla pace, dalla giustizia, dalla non violenza. Lo studio della Shoah è fondamentale per una consapevole e critica educazione alla cittadinanza attiva e per favorire la crescita etica degli alunni. Lo studio della Shoah aiuta a capire e scongiurare gli stereotipi. Attraverso di essa possiamo insegnare ai bambini che non esistono né masse ne popoli, ma ci sono singoli soggetti e ogni persona nel suo agire sociale culturale e politico interpreta una molteplicità di ruoli ed è importante. Correlata a tale tragedia è paradossalmente anche il sentimento dell'ironia che mette insieme i due opposti. Gli ebrei hanno avuto la forza di sorridere e di esercitare ironia anche di fronte ai nazisti e alla tragedia della SHOAH, infatti evidente è la loro natura auto-ironica. Aneddoto "L'ebreo sul cestino e il nazista": un ebreo racconta un sogno secondo il quale si trovava seduto su un cestino ed alla vista di un nazista si alzò chiedendo lui se poteva far posto alla carta. Tale aneddoto sottolinea la rilevanza del sentimento dell'ironia per il popolo ebraico, ma anche della reazione all'oppressione ed alla miseria da parte del popolo ebraico ed infine sottolinea l'importanza dell'autoliberazione e dell'emancipazione dai meccanismi di inferiorizzazione ed emarginazione.

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ANEDDOTI CHASSIDISMO ED ETICITA': • Il passaggio dalla notte al giorno: un rabbino chiede ai suoi discepoli come si distingue il momento in cui finisce la notte ed il giorno comincia. Diversi discepoli apportarono le loro spiegazioni, un discepolo sostenne che ciò fosse possibile nel momento in cui si era in grado di distinguere un cane da una pecora, secondo un altro quando si era in grado di distinguere una palma da un albero di fichi, ma nessuna risposta fu considerata corretta dal rabbino. A quel punto il rabbino rispose che distinguere il momento in cui la notte termina ed il giorno comincia coincideva al momento in cui nel volto di una persona si era in grado di vedere un proprio fratello o una propria sorella. L'aneddoto sottolinea l'importanza dell' amore e dell'essere amati e di quanto essi siano fondamentali perchè solo attraverso di essi possiamo riconoscere in un ogni uomo o donna della Terra un fratello o una sorella.

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