Contro l\'identità - Francesco Remotti (Riassunto) PDF

Title Contro l\'identità - Francesco Remotti (Riassunto)
Course Antropologia culturale
Institution Sapienza - Università di Roma
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CONTRO L'IDENTITA' – REMOTTI – RIASSUNTO Capitolo 1 - DECIDERE L' IDENTITA' Sia in natura che in cultura esistono : •

fenomeni o forme stabili o strutture S



“fenomeni di flusso” F ovvero di mutamento incessante da cui le forme emergono e in cui sono destinate a scompare. L'identità viene solitamente rappresentata con la categoria S (Struttura), piuttosto che con la categoria F (flusso) perché viene vista come un qualcosa che si sottrae al mutamento, si salva dal tempo e che rimane --> non è però necessaria la stabilità per poter parlare di identità, la stabilità aiuta ad identificare, ma più importanti sono anche i contorni, le delimitazioni e le denominazioni (es Uragano Felix: è il nome a sottrarlo dalla genericità di tutti gli uragani, il nome a lui affibbiato lo distingue da tutti gli altri fenomeni conferendogli una propria identità)

L' identità significa quindi essere individuale o appartenere ad una categoria definita di oggetti? Essa dipende dal nome e da una serie di atteggiamenti e scelte: l' identità è fatta di decisioni. = viene sempre costruita o inventata. Se ci limitassimo ad esempio ad attribuire un nome ad un qualcosa (ad es. Felix con l uragano) saremo più propensi a sottolineare la sua individualità mentre se lo definissimo in base ad esempio “uragano” e quindi per categorie prevarrà la natura generalizzante. Basandoci sulle nostre decisioni, secondo Remotti occorre abbandonare la visione essenzialista e fissista dell'identità per adottarne una di tipo convenzionalistico. Nella prima visione (Aristotele) l'identità c'è e deve solo essere scoperta, mentre nella seconda (Friedrich Waisman) non esiste identità, ma modi diversi di organizzare il concetto di identità , questa insomma viene “costruita” o “inventata”. PROSPETTIVA ESSENZIALISTICA : •

Si può solo decidere se ricercare l'identità delle cose : la decisione non intacca la struttura dell' identità.



L'identità è garantita dall'esistenza della struttura e dei confini degli oggetti o degli enti .



L'identità è data , si tratta di raggiungerla in qualche maniera.

PROSPETTIVA CONVENZIONALISTICA •

“decidere identità” significa non solo la scelta iniziale per la determinazione dell'identità, ma riguarda il livello e il tipo di identità, l'organizzazione interna, la coesione, i confini degli oggetti o degli enti rispetto a cui solleviamo la questione dell'identità.



Occorre decidere dove corrono i confini.



La responsabilità della scelta e delle decisioni ricade interamente su chi è interessato alla ricerca dell'identità.

La ricerca dell'identità implica due operazioni: 1. separazione 2. assimilazione Se l'identità viene ricercata verso la generalità prevale l'operazione di assimilazione : L' uragano Felix viene assimilato ad altri fenomeni fatti rientrare nella classe “uragani”. Se l'identità viene

ricercata privilegiando gli elementi di particolarità l'operazione di separazione è decisiva : Felix viene individuato come un uragano a parte, a tal punto da conferendogli un nome proprio. Separazione e assimilazione sono due leve che ogni processo di identificazione è costretto a usare. Come diceva Hegel l'uomo non si accontenta di ordinare e tagliare ed incasellare diversamente il mondo ma ricerca connessioni tra le cose che sono state separate quasi per ricucire ciò che è stato diviso. Ecco l'identità potrebbe essere una faccenda da “intelletto tabellesco” hegeliana : tagli e separazione ma anche assimilazione e accostamenti o ancora fusioni. Anche se l' identità diventa più difficilmente nitida laddove si connette andando oltre i confini trasgredendo limiti e divieti in quanto la presenza dell'identità nelle connessioni è sposso confusa perchè esistono diverse possibilità di connessione e quindi di modi di costruire l'identità stessa. Altro livello : dimensione del flusso e del mutamento-possiamo considerare 3 livelli sovrapposti : A = FLUSSO ( mutamento continuo) B = CONNESSIONI (potenzialità - elementi alternativi) C = COSTRUZIONI (riduzione drastica rispetto alle potenzialità di connessione e irrigidimento massiccio rispetto all'inevitabilità del flusso) identità è costruita (livelllo C) differenziandosi ed opponendosi sia alle alterità (livello B) che alle alterazioni (livello A) (costruire l'identità in qualche modo indica l'esercizio di una violenza) -de- cidere l'identità è un re-cidere le connessioni che la soffocherebbero elevandosi al di la del magma del mutamento e sottraendosi al flusso de-struttivo che rimane sullo sfondo di ogni vicenda. Capitolo 2 – L'IDENTITÀ' IRRINUNCIABILE All'origine delle varie forme di identità vi sono da un lato tagli, separazioni e dall'altro assemblaggi e costruzioni. C)costruzione dell'identità (annulla il flusso e riduce connessioni) B)connessioni e alternative A)flusso e mutamento A e B non sono inamovibili : inghiottono (A) e diversificano (B) , sotto C sembra non ci siano fondamenta. Qui bisogna tornare al concetto di natura umana--> è in questione l'idea di una base solida e inalterabile; invece la natura umana è ricca di lacune e buchi. L'uomo solo con le sue capacità biologiche non sa sopravvivere, la sua stessa sopravvivenza fisica richiede da subito l'intervento della cultura. : nel rapporto tra biologia umana e cultura c'è in mezzo il cervello. 1. la tesi più ovvia è sempre stata che prima l'uomo conquista evolutivamente la propria attrezzatura organica e poi il cervello. (se l'uomo ha da completarsi lo fa attraverso la cultura + ?) 2.

Ma ce n'è poi stata un'altra dove la sviluppo celebrale è avvenuto in un ambiente già caratterizzato dalla cultura.--> cervello non è solo fattore o causa della cultura, ma ne è anche il prodotto.

L'uomo po' completarsi solo grazie alla cultura. --> ci sono i legami sociali che risultano essenziali e decisivi, non si può considerare la figura a

prescindere dallo sfondo che sono le relazioni sociali con cui si forma = incidenza contesto sociale. LUOGHI SOCIALI : dove si scambiano le parole , i gesti, suoni, luoghi da cui partono forme di pensiero ed emozioni che giungono agli individui che provvedono ad attualizzarli e modificali. Se tradizionalmente si pensava che all'interno dell'individuo fossero reperibili strutture indipendenti dalla scoità e l'individuo fosse il portatore e depositario di tali strutture, oggi i modelli transazionali spostano la sede originaria di questa struttura nel sociale determinando anche un mutamento del loro valore, le strutture all'interno degli individui hanno un valore universale mentre quelle formate nei contesti relazionali hanno portata particolare, locale. Ciò che dell'uomo viene costruito sono forme dotate di significato e hanno sempre carattere particolare . Hanno carattere locale proprio perchè costruite in ambienti sociali e attraverso culture estremamente particolari. Dall' incompletezza biologica alla particolarità culturale : l'essere umano non diventa un “qualsiasi uomo” ma un particolare tipo di uomo culturalmente definito. Da qui la questione dell'identità = una sua specifica identità culturale. Gli uomini manifestano fedeltà per i modelli attraverso cui si sono formati e completati e chiaramente le forme mediante cui si risolvono carenza ed incompletezza divengono significative diventa la motivazione umana primaria. Non i deve dimenticare che nonostante sia basilare l'identità umana comunque di base solida: l'identità viene di volta in volta costruire per sopperire alle lacune che segnano la biologia umana è ineluttabile ancorata all'adozione di criteri particolari, che le rendono l'universalità strutturalmente impossibile” (Remotti) . Il pregio della particolarità = applicazione minuta di criteri, maggiore coerenza, messa in forma più determinata. Quindi l'incompletezza dell'uomo che richiede una dettagliata organizzazione culturale del suo comportamento che lo sottragga al flusso (A) e che lo aiuti a passare dal livello delle connessioni e delle alternative (B) a quello delle costruzioni e delle forme più concrete ( C). QUALUNQUE FORMA DI IDENTITÀ' IMPLICA UNA RINUNCIA ALLA MOLTEPLICITÀ' (almeno parziale e temporanea) ED UNA ACCETTAZIONE DELLA PARTICOLARITÀ' (entusiastica o forzata o dissimulata) Quando l'uomo deve uscire dall'incompletezza affronta il problema dell'identità che si presenta irrinunciabile, prioritaria che viene di volta in volta costruita per sopperire alle lacune della biologia. Capitolo 3 IDENTITA' E PUREZZA: IL GERME DELLA PULIZIA L'identità ricerca la particolarità perché questa è sinonimo di coerenza--> coerenza è un valore tipico dell'identità. L 'identità richiede continuità nel tempo e coerenza dell'assetto identitario. L'acquisizione di identità va a scapito della molteplicità. Riduzione molteplicità – aumento particolarità – incremento coerenza - affermazione identità Molte società non si sono date un'identità netta (es. Africa = molte comunità sono state “designate” dai colonizzatori) e altre ricorrono all'alterità per esprimere la propria particolarità. Ad es Mae Enga (africani) della Nuova Guinea vanno dai nemici per avere donne con cui sposarsi (la loro identità, non molto ossessiva, accetta questa particolarità) tanto da affermare “Noi sposiamo i nostri nemici” vi sono società non troppo ossessionate dalla propria identità sono disposte a riconoscere la loro particolarità. E quindi i loro limiti, per andare avanti occorre far intervenite gli altri , rivolgersi all'alterità ( come i Mae Enga si rivolgono ai nemici per le donne da sposare) -la particolarità è una condizione dell'identità, però non è sempre facile ammettere senza remore la propria identità (esempio società che non gli interessa rivendicare la propria identità es i Banande dello Zaire = un tempo prima dei coloni e dei missionari l' Africa era un insieme di società senza nome.→ i Banande un tempo venivano catalogati sotto il nome di Bayra (coltivatori) che faceva

rifermento non ad una società ma ad una condizione sociale.→ con il processo di civilizzazione poi hanno assunto il nome di Banande con un sua storia, una propria identità di popolo.→ qui identità e particolarità possono andare d'accordo fin quando l' identità non diviene problema particolarmente pressante. -→per le società che affermano fortemente la propria identità si attua un processo di PURIFICAZIONE (catarsi) : SEPARARE IL MIGLIORE DAL PEGGIORE (PLATONE). Allontanare ciò che non rientra nel concetto identitario che ci si è dati (contro esempio : ancora in Africa, i Tonga si mischiano e disperdono senza confini territoriali netti, preferiscono Flusso a alla struttura) Tonga è un minuscolo regno nel cuore della Polinesia. La purificazione è importante e indispensabile all'identità. Come l'identità è costruita, cosi pure la purezza è il prodotto di un operazione purificante, purgante eliminante. Si finisce non per eliminare ciò che è impuro, ma è impuro diviene ciò che si decide di eliminare. Purezza da un lato , impurità dall' altro sono entrambi prodotti della purificazione. “dove c'è lo sporco c'è il sistema (dice la DOUGLAS) . Inoltre, la purificazione può prendere la forma dell'emendatio intellectus (correzione culturale) o dell'eliminazione brutale degli altri. “se l'identità è separazione, le possibilità di discriminare, annientare ecc sono incombenti ...non ci vuole molto a scivolare dal riconoscimento e dal rispetto delle differenze alla discriminazione” Capitolo 4 – UNO/MOLTI Separare nell'ottica della costruzione dell'identità es circoncisione ebraica percepita come segno di alleanza e di appartenenza a una comunità = Dio offre una forma forte di identità , dio è ciò che garantisce l'unità e la permanenza nel tempo: l'identità si combina la particolarità e con l'unicità: contratto, alleanza con Dio. =marginalizzazione nei confronti dei non circoncisi es i Banade sono un po' duri contro chi non lo è. l'individuo non circonciso diventa quasi un oggetto.. (circoncisione diversa dagli ebrei dove jahvè impone la circoncisione agli ebrei dopo l'ottavo giorno, mentre per i Banade avviene nel periodo circa della pubertà= più che un segno la circoncisione ha a che fare con un processo di formazione) = alle spalle di ogni circoncisione c'è discussione perché non ci si limita ad apporre segni ma ci si prefigge di far crescere e maturare. La prova è che nella tribù Ndembu non sono bene accetti coloro che si son fatti circoncidere in ospedale.( per loro è nata da mito, scoperta casuale la circoncisione.p36) - religione mezzo potente nella formazione dell'identità come si è visto nel caso di Isralele Invece nelle tribù come i Kraci la divinità non viene a imporre e stabilire patti con gli uomini, ma una divinità che se ne va, e toglie il disturbo (vedi leggenda p.38) = distacco critico dalla divinità che permette di conoscere ed apprezzare le divinità degli altri. --> Tornando ai Banade sono appunto più aperti alle divinità altrui, e anche a quella dei missionari cattolici, ma non condividevano l'idea del monoteismo, perché essere costretti a credere che sia uno? (Hume: p41) -Il monoteismo: perfetto, definito e compiuto, esibisce anche un grande difetto: l'intolleranza, è chiuso. inoltre pone la divinità separata e trascendente = identità più forte (C) Il politeismo è invece aperto e disponibile = identità più debole (B)

CAPITOLO 5 – L'IDENTITA' ARMATA Monoteismo è ottimo per costruire ed affermare l'identità, separa nettamente il noi dagli altri e posiziona il noi come un'identità assoluta, a parte; a tale universalismo si accompagna anche aggressività (ad esempio nell Antico Testamento) differenza qualitativa tra il Noi e gli Altri che adorano diversi idoli. …in un primo momento è Dio che si impone e costringe, cominciando con l'imposizione della sua legge, e ora è la Chiesa cattolica a proseguire l'espansione della verità. L'intolleranza delle religioni monoteiste si rivela curiosamente e caratteristicamente proprio vrso i culti affini, originati dallo stesso Dio (ebraismo , cristianesimo, islam) : varianti di culto portano alla difesa della propria identità contro le altre : “Hume pone un nesso esplicito tra solidità,purezza, coerenza, durezza e definitezza del monoteismo e gli esiti rovinosi a cui spesso dà luogo (La corruzione delle cose migliori da luogo alle peggiori) La scrittura, inoltre, ha contribuito ad “armare” i monoteismi, fissando i contenuti e le “frontiere”, legittimando l'idea di universalità della religione stessa ( con annessa immutabilità della parola di Dio) : i simboli di identità, come la croce e gli scritti, hanno contribuito a sopraffare i popoli colonizzati. La scrittura stacca l'identità dal flusso A e dalle possibilità alternative B. Anche per le identità delle etnie a volte interviene la scrittura (es Rwanda, vedi p. 55 ) -->come può un monoteismo così certo a sopportarne un altro altrettanto? anche se Allah e Dio non sono altro che varianti di un'unica rivelazione =L'eccessiva rigorizzazione del monoteismo, la troppo forte armatura dell'identità che ne è alla base producono i disastri di cui è piena la storia, producono assurdità di ogni tipo. Un'identità rigida e 'armata' provoca discriminazioni e violenze. Inoltre l'adozione della scrittura, di testi scritti ha contribuito ad armare i monoteismi fissandone in maniera incontrovertibile i contenuti religiosi. La scrittura ha un ruolo determinante nel processo di formazione dell'identità in ambito religioso, fissa le immutabilità dei principi. Inoltre è un formidabile mezzo di penetrazione (Le religioni locali invece non hanno libri 'fissi' e sono quindi più aperte e flessibili.) --> così poi, quando nel 500 sono andati alla scoperta dell'America e si sono confrontati con l'alterità e l'hanno annullata, annientata.= identità armata di fucili. = riconducono a forza alla fede di un dio cattolico di tutti -->un esempio della forza della scrittura si vede anche nelle identità delle etnie come nel caso del Rwanda e del Burundi dove l'identità di sti ue regni sembra essere perduta p.55 …tutto ciò è finto->ma l'identità sembra irrinunciabile, finzione garantita dalla scrittura. CAPITOLO 6 OLTRE L'IDENTITA' Per Fabietti le identità etniche vanno ricondote a conflitti di gruppi che competono “per l'accesso a determinate risorse materiali e simboliche” l'Id è un biettivo che i gruppi perseguono. Soffermarsi sulla logica che ispira le manifestazioni di Id : - da un lato l'iD è irrinunciabile - dall'altro è un vicolo cieco quindi occorre andare oltre l'identità : 1. uscire dalla logica dell'Id in senso teorico perché l'id da sola rischia di essere troppo riduttiva e selettiva

2. non perdere l'apertura all'alterità, e andare oltre anche sul piano empirico Inoltre, l'Id non è mai compatta e inattaccabile, “ tutte le culture sono prodotto di interazioni, le culture non nascono pure” (FABIETTI) Ma l gesto di allontanamento, rifiuto, negazione dell'alterità non giunge mai a totale compimento ( forse l'atto di emarginazione è dovuto proprio all'annidarsi dell'alterità). Diverse possibilità nel rapporto identità / alterità (I / A) •

si nega totalmente A,anche sopprimendola concretamente



si ammette A ma la si marginalizza



si ammette A e anche la sua inevitabilità, come “ombra” costane di I



si riconosce che A è presente intrinsecamente a I, le è coessenziale non solo perché inevitabile, ma perché I è fatta anche di A: costruire I significa anche incorporare A nei processi formativi. Quindi i processi identitari sono metabolici , di trasformazione, alterazione, di più ancora : A è PRODOTTA da I. Poi, un conto è ciò che avviene nei processi formativi di I, un altro conto è ciò che gli attori implicati ritengono che avvenga (piani non sempre coincidenti) anche perché ammettere tanto intervento di A in I rischierebbe di compromettere la competizione per le risorse del gruppo. Ma al contempo anche rifiutare e ignorare del tutto A potrebbe far venire meno le risorse. Sul piano pratico, tuttavia, gli attori sociali devono difendere ciò che di unitario costruiscono. Gli osservatori dei processi identitari,invece, de-costruiscono I per risalirne le tappe e studiarne i processi :l'antropologia si “oppone” alle culture e alle loro decisioni di I. se le assumesse, non le capirebbe. I e A però, non sono due poli equipollenti , sono senza equilibrio : IMP FINE PAG. 67

CAPITOLO 7 - IDENTITA / ALTERITA' : UNA SPIRALE INARRESTABILE ? “Bilico” I / A : esempio dei cannibali Tupinamba del Brasile nel 500: la volontà di affermazione di se sull'altro, esercita in questo caso con il cannibalismo ( che quindi non è farne ma gesto di vittoria sull'altro), si inscrive in un principio di RECIPROCITA' “noi” catturiamo “voi” e vi mangiamo, i “nostri” i vendicheranno. Stabilirsi la reciprocità, la spirale diventa inarrestabile. Così un'ID si afferma in opposizione ad un'A: la guerra e la vendetta segnano i confini di I e A. I due soggetti coinvolti vanno oltre l' Id perché agiscono entro una logica per la quale I è affrontata e insediata da A e in cui A si insidia nel cuore stesso di I. Capitolo 8 CIBARSI DI ALTERITA', MORIRE NELL'ALTERITA' Le due società A e B non solo si fronteggiano, ma si avvicinano a tal punto da essere l'una il cibo dell'altra. -L'alterità pero non viene mangiata così com'è appena arriva, vi è prima un lungo processo di trasformazione che richiede tempo e passaggi: -trasformazione sia esteriore..che man mano che l'individuo muta, la popolazione dai primi atteggiamenti di odio passa alla benevolenza e accoglimento e intimità. Gli si offre una famiglia: processo di integrazione --> introdotto come per colmare i vuoti prodotti dalla guerra. diventa quasi 'uno di loro' --> 'quasi' infatti ogni tanto è sottoposto a maltrattamenti e umiliazioni.

è una finzione. viene comunque abitualmente ricordato al prigioniero che sta andando incontro alla morte e all'essere mangiato: es le collane da cui pendono cordicelle strappate a ogni luna = si rimarca lo scorrere del tempo e l'avvicinarsi del giorno fatidico. -bello non è morire nella propria terra per i Tubinamba, ma nella terra nemica. -l'atto finale è quindi l'annientamento dell'altro, la sua scomparsa nel 'noi'. --...


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