Francesco Guicciardini PDF

Title Francesco Guicciardini
Course Letteratura italiana 
Institution Università degli Studi di Bari Aldo Moro
Pages 3
File Size 73.1 KB
File Type PDF
Total Downloads 62
Total Views 173

Summary

RIASSUNTO VITA E OPERE DI GUICCIARDINI...


Description

FRANCESCO GUICCIARDINI Per lungo tempo, la figura di Guicciardini è stata subordinata a quella di Machiavelli, nel giudizio di una critica che guardava anche all’impegno dello scrittore nei confronti della realtà storica e politica del suo tempo. Ad esempio, il più grande saggista e storico ottocentesco della letteratura italiana, Francesco De Sanctis, valutava positivamente un’opera come quella di Machiavelli, volta a trovare rimedi che risolvessero i mali dell’Italia, liberandola dallo straniero, mentre condannava l’atteggiamento all’apparenza scettico e disincantato di Guicciardini, giudicandolo privo di passione civile e contenuti morali. Come Machiavelli, infatti, anche Guicciardini visse in uno dei periodi più tormentati della nostra storia, segnato dallo sconvolgimento degli equilibri politici tra gli Stati italiani, nelle cui vicende si intrecciavano i conflitti con le grandi potenze europee. Francesco Guicciardini nacque da una famiglia appartenente alla ricca oligarchia cittadina, nel 1483 a Firenze. La sua carriera pubblica fu rapida ma brillante: dopo alcuni incarichi ottenuti presso la Signoria, i progressi verso una posizione sempre più eminente ebbero il loro coronamento nell’incarico di ambasciatore presso il Re di Spagna Ferdinando il Cattolico, che favorì l’ingresso di Guicciardini nell’ambito della grande diplomazia internazionale. Dall’esperienza spagnola nacque la Relazione di Spagna, un’analisi lucida e nitida delle condizioni sociali e politiche della penisola iberica. Nel 1513 tornò a Firenze, dove nel frattempo erano rientrati i Medici: il suo appoggio a questa famiglia sfociò nell’elezione a governatore di Modena, poi governatore anche di Reggio e di Parma. Nominato commissario dell’esercito pontificio alleato di Carlo V contro i Francesi, Guicciardini si trovò ad agire in prima persona nel campo politico: in questi anni si andò accumulando quell’esperienza che arricchirà il suo patrimonio di scrittore durante la composizione dei Ricordi e della Storia d’Italia. Per contrastare lo strapotere di Carlo V, promosse un’alleanza tra gli Stati italiani e la Francia, nella convinzione che questo fosse il solo modo per salvare almeno parte dell’indipendenza della penisola: l’accordo fu siglato a Cognac, ma la Lega fu sconfitta; i Medici furono nuovamente cacciati dalla città e a Firenze fu instaurata la terza ed ultima Repubblica. Guardato con sospetto dai nuovi governanti per i suoi trascorsi medicei, preferì rifugiarsi nella sua Villa di Finocchieto: qui compose due orazioni, l’Oratio accusatoria e la Defensoria, e una lettera, la Consolatoria, in cui espone tutte le accuse che potevano essere mosse al suo operato e le confuta. Durante questo suo ozio forzato scrisse anche le Considerazioni intorno ai Discorsi del Machiavelli sopra la prima deca di Tito Livio, in cui contestò le concezioni dell’illustre concittadino. Dopo la confisca dei beni, lasciò Firenze; tornò nella sua città solo dopo il ritorno dei Medici, quando fu scelto come consigliere del granduca Alessandro. Il successore di quest’ultimo, tuttavia, non gli riconfermò l’incarico, così Guicciardini si ritirò nella villa di Arcetri, dove trascorse gli ultimi anni dedicandosi all’attività letteraria. Le opere minori

Agli inizi della carriera pubblica di Guicciardini risale la sua prima opera storiografica, le Storie fiorentine. L’autore si preoccupa di indagare le cause degli eventi con un interesse volto a illustrare le contraddizioni del presente: il carattere pragmatico della ricostruzione, che muove da fatti concretamente accaduti, il rilievo che assumono i grandi personaggi storici e l’attenzione per il presente anticipano l’impostazione dell’opera storiografica maggiore, la Storia d’Italia. In quest’opera, la prospettiva si amplia da Firenze all’intera nazione: divisa in venti libri, l’opera comprende i fatti più luttuosi della storia recente, presentando un’impostazione annalistica che riprende l’esempio del grande storico romano Tacito. Guicciardini segue analiticamente lo svolgersi delle vicende, e cerca di individuarne le cause, senza vincolare la loro spiegazione a schemi precostituiti, ma illustrandoli a partire dalle circostanze che li hanno determinati. Il medesimo atteggiamento pragmatico si riscontra nei Discorsi politici, che trattano delle diverse forme di governo, repubblica e principato, con disincantato realismo. La sottesa critica alle istituzioni repubblicane è, poi, ripresa nel Dialogo del reggimento di Firenze, nel quale emerge la sfiducia dell’autore sulla possibilità di elaborare teorie politiche sistematiche, valide in ogni occasione. Quest’ultimo tema, infine, è al centro delle Considerazioni intorno ai Discorsi del Machiavelli, che criticano l’impostazione di fondo del pensiero machiavelliano, ossia l’idea che il passato possa fornire dei paradigmi di comportamento validi anche per il presente: la storia, secondo Guicciardini, non è regolata da leggi o modelli che si ripetono identici e dunque non può insegnare nulla. I RICORDI La concezione della realtà e della storia, che già si intravedeva nelle Considerazioni, trova la sua verifica più significativa e convincente nei Ricordi, in cui si vede come Guicciardini respinga qualunque visione utopica, consolatrice o edulcorata della realtà. La mancanza di una visione provvidenziale della storia porta Guicciardini a sottolineare la varietà infinita di casi ed accidenti, di fronte ai quali l’uomo è impotente e a nulla valgono le sue costruzioni teoriche e astratte, inadatte a spiegare una realtà in perenne evoluzione. Per riuscire a comprenderla, dunque, per Guicciardini è importante la discrezione, ossia la capacità di distinguere e decidere di volta in volta, caso per caso, senza appellarsi a principi immutabili, ma sfruttando la saggezza che viene dall’esperienza. I Ricordi sono una raccolta di riflessioni basate sulla propria esperienza di diplomatico e di uomo politico, la cui composizione abbraccia un periodo molto ampio (dal 1512 al 1530 circa). L’opera muove dalla realtà per affrontare problemi più generali, degni di nota e di attenzione: si tratta di esempi che possono offrire un utile insegnamento ma che non hanno, tuttavia, una validità assoluta, in quanto la realtà non obbedisce a leggi universali, conservando un andamento sempre imprevedibile. In questo senso, dunque, per le infinite possibilità offerte dal reale, la forma della conoscenza non può che essere limitata e relativa.

I Ricordi possono essere definiti un antitrattato, poiché le diverse riflessioni sono giustapposte le une alle altre, senza essere raccordate da una struttura complessiva e senza seguire un ordine preciso. L’asistematicità formale rispecchia pienamente l’ideologia che sostiene l’opera, ossia la percezione di una realtà frammentaria e irrazionale, che è impossibile sistemare entro schemi teorici e assoluti....


Similar Free PDFs