Francesco Petrarca-convertito PDF

Title Francesco Petrarca-convertito
Course Letteratura Italiana
Institution Università degli Studi della Tuscia
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FRANCESCO PETRARCA Nasce ad Arezzo nel 1304, nel 1312 la famiglia si trasferisce a Carpentras, nelle vicinanze di Avignone in provenza. Dal 1309 ad Avignone c’era la sede pontificia. Francesco compie gli studi di grammatica retorica e dialettica a Carpentras e poi studia legge a Montpellier. Nel 1320 si trasferisce a Bologna con il fratello Gherardo e lì scopre la cultura dei classici e la poesia in volgare. Quando nel 1326 muore il padre Francesco torna ad Avignone. L’anno successivo rappresenta una tappa fondamentale nella vita e nella produzione dell’autore poiché il 6 aprile 1327, venerdì santo, nella chiesa di S. Chiara ad Avignone incontra Laura. La donna però non corrisponderà mai alla passione del poeta. Secondo alcuni critici l’amore fra Petrarca e Laura è stato reale, secondo altri si è trattato di una creazione letteraria, poiché il poeta avrebbe dato il nome di Laura a un sentimento vago ma importante come fonte d’ispirazione poetica. Nel 1330 Francesco prende gli ordini minori ( ministeri ecclesiastici che conferivano status di chierico ma non eri sacerdote, chierici godevano dei benefici e delle immunità giuridiche e fiscali riservate agli ecclesiastici) entrando al servizio , sempre ad Avignone , del cardinale Giovanni Colonna. La sua rendita e la discreta libertà di cui godeva gli permettono di dedicarsi alla scrittura e di viaggiare. In questi anni P. si sposta in varie parti d’Europa per consultare e studiare gli antichi manoscritti conservati nelle biblioteche monastiche. Nel corso dei suoi viaggi giunge a Roma, il cuore della classicità che il poeta ama profondamente. Egli nutre il desiderio di vedere la città tornare ad essere il centro della cristianità. Al ritorno da Roma P si stabilisce a Valchiusa, un piccolo centro poco lontano da Avignone in una sorta di rifugio solitario adatto allo studio e alla scrittura. Al desiderio di viaggiare e all’irrequietezza si contrappone infatti la ricerca della pace e della tranquillità, incarnata da questa dimora di campagna. Nel 1340 sia l’Università di Parigi sia il senato di Roma offrono a P. l’incoronazione poetica, un riconoscimento pubblico e ufficiale della sua illustre carriera letteraria. Il poeta sceglie l’offerta del Senato di Roma. L’8 aprile 1341, domenica di Pasqua, egli riceve l’alloro poetico in Campidoglio. 1

Nel 1343 il fratello Gherardo prende i voti e diventa monaco. Francesco ne invidia la vocazione religiosa autentica e sincera, a confronto con le oscillazioni della propria fede. Petrarca è diviso tra desiderio di ascesi e passioni terrene, che gli impediscono di perseguire con decisione e determinazione la scelta della vita religiosa. Questo doloroso dissidio interiore lo accompagnerà per tutta la vita. L’anno precedente Petrarca aveva conosciuto ad Avignone Cola di Rienzo , colto popolano inviato come ambasciatore presso Papa Clemente VI, e ne aveva condiviso il progetto di rilanciare il ruolo di Roma come capitale del mondo cristiano. Dal punto di vista politico il pensiero di Petrarca è lontano dai particolarismi : spera in una Roma di nuovo al centro della cristianità, così come critica con durezza le lotte tra gli stati italiani e auspica che venga ristabilita l’autorità imperiale in italia. Nel 1347 Cola si autoproclama tribuno della libertà e occupa il Campidoglio, sperando di istituire a Roma una repubblica. Petrarca sostiene con entusiasmo l’impresa, fiducioso che essa possa costituire il primo passo verso il ritorno del Papa a Roma. Il poeta si mette dunque in viaggio per Roma ma nel frattempo l’azione di Cola di Rienzo fallisce e P si ferma a Parma. Non può ritornare dal card Colonna perché la sua adesione al progetto aveva determinato la rottura con quest’ultimo, contrario all’ipotesi repubblicana. A Parma Petrarca riceve la notizia della morte di Laura e di Colonna. Nel 1350 , mentre si reca a Roma per il Giubileo, conosce a Firenze Boccaccio. Tra i due nasce una profonda amicizia, attestata dalle diverse lettere che si scambieranno negli anni successivi. Viaggia poi a Milano, padova e Venezia fino a quando si stabilisce definitivamente ad Arquà sui colli Euganei, dove trascorre gli ultimi anni dedicandosi allo studio alla lettura e alla scrittura. Muore ad Arquà a 70 anni. PENSIERO Tenta di conciliare la cultura classica e la spiritualità cristiana Considera l’attività letteraria come strumento di impegno politico e civile. Rappresenta il più celebre esempio di intellettuale cosmopolita e cortigiano. Si accosta alle opere del passato con atteggiamento filologico.

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POETICA Attribuisce alla poesia la funzione di analisi della coscienza. La poesia è ricerca di equilibrio e perfezione formale. Il linguaggio e i temi poetici devono essere selezionati secondo criteri di eleganza e purezza. OPERE Petrarca scrive quasi tutte le sue opere in latino e soltanto 2 in volgare : il Canzoniere e i Trionfi ( in entrambi i casi però, il titolo stabilito dall’autore è in latino “Rerum Vulgarum Fragmenta” e “Triumphi”). Il latino è la lingua che Petrarca usa per esprimersi, sempre ed in ogni situazione. Il volgare costituisce invece la lingua specialistica, quella della poesia cioè una lingua tecnica , non una lingua di uso corrente. OPERE IN VERSI Epystole metrice (Lettere in versi) 66 lettere di corrispondenza in versi, argomenti sono gli stessi delle epistole in prosa. Africa Poema epico in esametri che racconta la seconda guerra punica e celebra Scipione l’Africano. Bucolicum carmen (Carme Bucolico) 12 egloghe sul modello delle bucoliche di Virgilio. Salmi penitenziali 7 preghiere in versi basate su fonti bibliche e evangeliche. OPERE IN PROSA De viris illustribus : biografie di uomini illustri dell’antichità Rerum memorandarum libri: raccolta di aneddoti e fatti esemplari Scritti polemici d’Occasione: “invettive contro un medico”, “sull’ignoranza propria e di molti”. Le opere in prosa di maggior rilievo sono però i trattati di argomento morale, che insieme al ricco epistolario compongono l’immagine umana e intellettuale del poeta nella sua complessità.

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SECRETUM o DE SECRETO Trattato morale diviso in 3 libri che evidenzia la riflessione sul dissidio interiore tra passioni terrene e spiritualità. Il secretum è strutturato in forma di dialogo e vede protagonisti • • •

Il poeta (umanità e vita terrena) Sant’Agostino (spiritualità e religiosità) La verità, come testimone muto

I due personaggi rappresentano i due volti di Petrarca lacerato da questo dualismo. L’opera analizza gli stati d’animo dell’autore attraverso il dialogo serrato con Sant’Agostino, santo e filosofo che P. considerava la sua guida spirituale. Nel primo libro • •

Si affronta La reale essenza del male, inteso come scarsa attitudine a seguire la virtù Agostino rimprovera Francesco la debolezza della volontà

Nel secondo libro •

Si analizzano i 7 peccati capitali, con particolare riferimento all’accidia sentita da Petrarca come incapacità della volontà di allontanarsi dalla tentazione peccaminosa

Nel terzo libro •

Ci si sofferma sulle “catene di diamanti”, cioè i legami inestricabili che lo tengono avvinto ai valori terreni, in particolare l’amore per la gloria e per Laura.

Il Secretum è scritto in un momento di passaggio tra l’età medievale e l’Umanesimo. L’opera non ha una conclusione certa: è una lunga e sincera confessione al termine della quale lo spirito del poeta resta in preda a un insanabile conflitto interiore. De vita solitaria :Trattato che elogia il gusto per la solitudine e lo studio. De otio religioso Trattato morale che elogia la vita monastica. Essere liberi da ogni preoccupazione permette di riflettere sulle verità della fede (ozio religioso). I rimedi della buona e della cattiva sorte Serie di dialoghi suddivisi in 2 libri • •

Il primo libro raccoglie riflessioni sulle vicissitudini che anche la buona fortuna può determinare (Dialogo tra Ragione Gaudio e Speranza) Il secondo affronta le questioni relative alla cattiva sorte (dialogo tra Ragione Dolore e Timore). 4

Familiares (lettere agli amici) 350 lettere in 24 libri, temi vari : situazioni vissute, questioni di tipo culturale e letterario, questioni filosofiche teologiche o personali. Seniles (lettere della vecchiaia) 125 lettere in 17 libri, avrebbe dovuto terminare con una lettera ai posteri. Sine nomine :19 violente epistole contro la curi avignonese Variae: lettere sparse , diffuse postume OPERE IN VOLGARE TRIONFI Poema allegorico-didascalico diviso in 6 parti, incompiuto. In essi il Petrarca si rifà • •

Alla Commedia Dantesca, schema metrico terzine di endecasillabi a rima incatenata “L’Amorosa Visione”, poema in terza rima di Boccaccio.

Trionfo dell’amore All’alba di un giorno d’Aprile a Valchiusa a Francesco appare in sogno Amore che guida uno splendido carro trionfale seguito da una schiera di amanti famosi. Uno di loro si offre di essere sua guida e gli indica i nomi di quelle anime vinte Una giovinetta Laura conquista il poeta. Trionfo della pudicizia Laura sconfigge Amore grazie alla sua virtù. Trionfo della morte Laura è assalita dalla morte ma appare in sogno al poeta per rassicurarlo sulla sua beatitudine. Gli confida anche di averlo amato ma di aver tenuto segreto il proprio sentimento per la salvezza spirituale di entrambi. Trionfo della fama La fama sconfigge la morte. Trionfo del Tempo : il tempo distrugge la fama Trionfo dell’eternità : l’eternità annulla il tempo. I trionfi risultano un’opera condizionata da una fredda impostazione allegorica. 5

All’epoca l’opera riscuote molto successo poiché si conforma alle tendenza simboliche, moralistiche ed erudite caratteristiche del tempo. IL CANZONIERE il titolo originale è “Rerum Vulgarium Fragmenta” cioè Frammenti di componimenti in volgare, ma anche “popolari” “di poco conto”. L’autore li definisce cosette di scarso valore. Il canzoniere è una raccolta di 366 componimenti lirici, disposti secondo un disegno in parte narrativo • • • • •

317 sonetti 29 canzoni 9 sestine 7 ballate 4 madrigali

L’opera è divisa in 2 sezioni • •

Rime in vita di madonna Laura (1-263 21 anni) Rime in morte di madonna Laura (264-366 10 anni).

Un componimento per ogni giorno dell’anno, escludendo il sonetto proemiale che funge da introduzione, nel quale Petrarca chiarisce i motivi della stesura di quest’opera rivolgendosi direttamente al lettore. Vi lavora tutta la vita. Il canzoniere è un’autobiografia ideale sul modello della Vita Nuova di Dante. Petrarca vuole descrivere una trasformazione, o meglio una conversione: il passaggio dai valori terreni ( amore per Laura o gloria Poetica) a quelli religiosi e cristiani. Personaggio cardine dell’opera è Laura, la donna amata , figura idealizzata e fortemente simbolica già a partire dal nome che allude alla “laurea” cioè all’incoronazione poetica con l’alloro. Anche le circostanze in cui avviene il primo incontro il 6 aprile 1327 (Venerdì Santo) hanno un significato simbolico. In apparenza la Laura di Petrarca ha una stretta parentela con le donne degli stilnovisti (angelo biondo, pelle chiarissima). Ma se Beatrice rappresentava un tramite tra l’uomo e Dio, Laura assume connotati di umanità e sensualità. Nell’opera si ripercorre la parabola di un amore terreno che comprende anche la dimensione sensuale. 6

Petrarca se ne serve per esprimere il proprio smarrimento e dopo il lungo “vaneggiare” il ritorno a sé , sino alla considerazione della vanità fragile di ogni bellezza e bene terreno, compresa la gloria letteraria. Nelle “Rime in morte di madonna Laura” il poeta vuole ricomporre l’io diviso a causa della passione amorosa e si volge verso una dimensione più salda e duratura nella quale si fa insistente il pensiero di Dio. È possibile che Petrarca abbia inventato un amore per parlare dell’amore in generale. Come quello cantato da Cavalcanti, il sentimento petrarchesco è un fatto irrazionale e ossessivo, che non comporta nella donna alcuna forma di obbligo reciproco. L’animo del poeta è diviso tra istanze medievali non ancora superate e istanze umanistiche non ancora affermate. Del resto il vero protagonista dell’opera è il poeta stesso. E in questo consiste l’importante evoluzione rispetto alla lirica dei trovatori , siciliani e stilnovisti : al centro dei versi non troviamo più la donna protagonista, ma l’animo tormentato dell’autore. Dopo la morte di Laura (1348) il mondo del poeta sembra diventare più angusto e triste. Permane il ricordo dell’amata, accanto al quale sono ancora presenti le altre tematiche affrontate da Petrarca nelle liriche del canzoniere: • • •

La situazione politica degli stati italiani La questione della curia papale Nostalgia per quei luoghi che hanno rappresentato la sua patria.

Di argomento politico sono le liriche “Spirto gentil” “Italia Mia” (pag 335) e sonetti avignonesi. Il terzo grande tema del canzoniere è quello religioso. Esso è presente in diversi componimenti dedicati alla passione per Laura a partire dallo stesso sonetto proemiale in quanto all’amore si legano i motivi del peccato, del pentimento e della conversione. L’argomento religioso è approfondito in particolar modo nelle “Rime in morte di madonna Laura” e raggiunge la sua massima espressione nella canzone conclusiva alla vergine, alla quale si rivolge affinchè interceda per la salvezza del poeta. La poesia di Petrarca chiarisce attraverso l’analisi dell’esperienza personale la condizione stessa dell’uomo della propria epoca il quale ha smarrito la saldezza religiosa e morale ma non rinuncia a credere nella salvezza mediante la grazia. Altri temi importanti sono lo struggimento per il tempo fuggito e lo sgomento per il destino mortale che attende ogni uomo. 7

Le liriche petrarchesche presentano una continua oscillazione tra • • •

Il passato, tempo del giovenil errore Il presente, tempo della consapevolezza e del pentimento Il futuro, dove si spera ci sia una ricomposizione dei conflitti che animano l’io del poeta

Il corso del tempo è percepito come ineluttabile , il tema della fugacità delle cose umane è sottolineato dall’ossessiva ricorrenza dei verbi volare e fuggire. Nel racconto dell’invecchiamento e della morte di Laura l’autore mostra che l’eternità delle cose non è che un falso miraggio poiché l’incombente spettro del tempo si incarica di mostrare prima o poi che “quanto piace al mondo è breve sogno”. La vita si manifesta quindi come una perdita, una percezione di ciò che è stato prima e ora non è più. Il solo schermo che attutisce questa nozione del tempo è la memoria, che permette al poeta di recuperare gli attimi e i momenti del passato rendendoli eterni tramite la scrittura. SCELTE LINGUISTICHE La scelta linguistica operata da Petrarca è decisamente originale soprattutto se paragonata a quella dantesca. Per Dante il volgare doveva essere illustre cardinale aulico e curiale, ma anche spaziare in un amplissimo ventaglio di registri e di scelte lessicali. Per Petrarca invece il volgare deve tendere a riprodurre la perfezione lessicale e strutturale del latino. Il volgare dunque può diventare una lingua letteraria solo se sottoposto a un processo di continuo raffinamento. Dante inoltre aveva utilizzato il volgare declinandolo in tutti i registri della lingua : dall’alto al basso dal tragico al comico, mescolava materiali provenienti dai campi più diversi : dialetti latino, coniava neologismi , accostava termini crudi e plebei ai sublimi, cercava lo scontro tra i vari livelli dissonanze e stridori. Petrarca opta invece per uno stile medio che crea un’armonia d’insieme in cui nessun particolare predomina Da qui la definizione del critico Gianfranco Cortini di • •

Pluralismo per le opere di Dante Monolinguismo per quelle di Petrarca.

Secondo il critico nella poesia di Dante entrano tutti i livelli linguistici e stilistici. Il plurilinguismo Dantesco non è solo un uso di latino e volgare ma soprattutto una poliglottia di stili e di generi letterari sia nella prosa che nella poesia. 8

Invece la lingua del Canzoniere di Petrarca è un fiorentino astratto, puramente letterario, depurato dai tratti dialettali o anche solo realistici, sottoposto ad un incessante lavoro di correzione, riscrittura. Per i propri componimenti Petrarca mette a punto un linguaggio chiuso e selettivo, sottratto alla concretezza della vita reale, numero ristrettissimo di vocaboli. La sua lingua è inadatta a riferire contenuti realistici e tesa invece a esprimere esperienze assolute quasi fuori dallo spazio e dal tempo. I paesaggi ad esempio sono descritti con elementi estremamente stilizzati che compongono l’immagine del locus amoenus consacrata da una lunga tradizione, che risale ai poeti classici e giunge fino agli stilnovisti. Un’analoga mancanza di concretezza realistica presentano le situazioni e gli episodi in cui si articola la vicenda amorosa (apparizioni saluti sguardi sogni passeggiate lacrime sospiri), situazioni codificate dalla lirica amorosa precedente. La lingua del canzoniere è basata su una magistrale alternanza di ripetizione e variazione. • • •

C’è un’altra frequenza di singole parole( core, amore ,occhio, viso, vago , bello) A loro volta inserite in abbinamenti ricorrenti (begli occhi, dolce vista, dolce viso) O fissate nel modulo tipicamente petrarchesco della dittologia (uscio e varco, canuto e bianco)

Sul piano sintattico è molto presente la figura retorica dell’antitesi che sul piano psicologico rappresenta l’espressione del perenne conflitto interiore del poeta. La lacerazione emotiva dell’animo del poeta si ricompone nella perfetta armonia a livello formale.

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