coon d mitterer j o 2016 seconda edizione italiana a cura di stefano mastandrea psicologia generale utet torino PDF

Title coon d mitterer j o 2016 seconda edizione italiana a cura di stefano mastandrea psicologia generale utet torino
Author Lorenzo Bertoncini
Course Psicologia generale
Institution Università degli Studi Roma Tre
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COON, D., MITTERER, J.O. (2016, Seconda edizione italiana a cura di Stefano Mastandrea). Psicologia generale. UTET, Torino Psicologia Universita degli Studi Roma Tre 28 pag.

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PSICOLOGIA GENERALE Capitolo 1 - INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA E AI METODI DI RICERCA La psicologia nasce migliaia di anni fa ed ha origine greca (psyche “anima”, logos “studio”); si occupa dello studio scientifico dei processi mentali e del comportamento. La psicologia come scienza nasce 140 anni fa a Lipsia (Germania) dove nel 1879 Wundt, padre della psicologia, creò un laboratorio per studiare l’esperienza conscia. Wundt studiò gli stimoli (ovvero qualsiasi tipo di energia fisica che esercita un condizionamento e una risposta da parte dell’individuo) tramite il metodo dell’introspezione sistematica, una tecnica di auto-osservazione e di descrizione di come il soggetto risponde a determinati stimoli. Strutturalismo Tichener fondò negli USA lo strutturalismo analizzando gli elementi di base o blocchi costitutivi della psiche. Anche gli strutturalisti utilizzarono il metodo introspettivo, basato sulla descrizione di ciò che osservavano sulla base della propria percezione senza partire da preconcetti, ma ciò si rivelò uno strumento poco adatto e che portò a molte controversie. Funzionalismo William James fondò il funzionalismo , termine che si riferisce all’interesse per le modalità di funzionamento della mente che ci consentono di adattarci all’ambiente, per James infatti la mente è una corrente in continuo mutamento. Il funzionalismo riprese le teorie della selezione naturale di Darwin, per scoprire come la mente, la percezione, le emozioni ci aiutano ad adattarci e a sopravvivere; inoltre contribuì alla nascita della psicologia scolastica e del lavoro, in cui gli psicologi studiano come l’apprendimento favorisce l’adattamento all’ambiente, le relazioni di lavoro e in che modo migliorare l’istruzione. Comportamentismo Con il comportamentismo, un approccio alla psicologia in cui l’oggetto di studio è il comportamento osservabile,William James mise in discussione lo strutturalismo e il funzionalismo; Egli riteneva , infatti, che,l’introspezione era un metodo non scientifico e si opponeva anche alo studio della mente. Al centro dei suoi studi c’era la relazione tra stimolo e risposta,e per spiegare al meglio ciò, adottò il concetto di condizionamento di Pavlov. Comportamentismo radicale Skinner, comportamentista radicale, sosteneva che le nostre azioni sono influenzate dalla ricompensa e dalla punizione e che i processi mentali come il pensiero non potessero essere indagati in quanto interni e non osservabili. Cognitivismo I comportamentisti furono molto criticati per aver tralasciato il ruolo fondamentale che svolge il pensiero, le critiche nacquero proprio all’interno del movimento, da due studiosi Miller e Broadbent, i quali diedero vita ad una n uova corrente che si occupava del,lo studio dei processi della mente: il cognitivismo che ha come obiettivo lo studio dei processi mediante i quali le informazioni vengono acquisite dal sistema cognitivo, trasformate, elaborate e archiviate. La psicologia della Gestalt Che significa: (forma, modello, insieme) nasce intorno al 1912, anno della pubblicazione dello studio sul movimento apparente di Wertheimer, che consiste nella percezione fenomenica del movimento anche in assenza di esso (esperimento delle luci che si accendono). Secondo i Gestaltisti “ il tutto è qualcosa di più della somma delle parti”, è una totalità significativa le cui proprietà sono conoscibili attraverso il metodo fenomenologico. La Gestalt, contribuì a sviluppare indagini e modelli teorici sul pensiero, andava inoltre contro alle idee comportamentiste, proponendo nuove teorie, i promotori di questa corrente furono Wertheimer, Kofka e Kohler. Psicoanalisi e psicologia dinamica Sigmund Freud, medico austriaco, stava nel frattempo formulando le sue teorie. Egli considerava la vita mentale come un iceberg di cui solo una piccola parte è osservabile e cosciente; la parte che sfugge alla consapevolezza personale fu definita inconscio e sono i desideri, gli impulsi e i pensieri inconsci che influenzano il nostro comportamento e generati da 3 tipi di conflitto: principio di piacere e principio di realtà, pulsione sessuale(lbido) e pulsione di autoconservazione e il conflitto tra pulsione di vita e di morte.

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Secondo Freud attraverso la rimozione (processo inconscio) alcuni pensieri venivano allontanati dalla coscienza perché minacciosi ma talvolta emergono in sogni, atti mancati e lapsus. Pensieri e azioni sono tutti motivati e determinati. Freud è il padre della psicoanalisi, la prima psicoterapia fondata sull’azione, dalla quale si ritrovano alcuni focus nell’attuale psicoterapia psicodinamica . Psicologia umanistica Di contro alle pulsioni di Freud nasce la psicologia umanistica con Rogers e Maslow, un approccio che pone l’accento sull’esperienza umana, sul bisogno di conoscersi e di esprimersi. Gli psicologi umanistici credevano nel libero arbitrio, ossia nella libera scelta, anche se siamo consapevoli che le esperienze passate ci condizionano, e nei bisogni dell’uomo di amore, autostima, espressione di sé e appartenenza. Tre Prospettive Complementari Sul Comportamento: Molte delle correnti che abbiamo precedentemente visto sono cambiate, o comunque si sono modificate, è stato inoltre possibile vedere come una sola corrente non può spiegare l’infinità dei comportamenti umani, ad oggi infatti , la psicologia moderna è caratterizzata da tre prospettive: 1) biologica, cerca di spiegare il comportamento basandosi su principi biologici (processi cerebrali, evoluzione, genetica). 2) psicologica (il comportamento è determinato da processi mentali soggettivi), 3) socioculturale (il comportamento è relativo al contesto socio-culturale ma anche ad età, etnia, sesso, disabilità, religione). La Ricerca In Psicologia I primi psicologi ritenevano che l’unico modo per studiare la mente umana era l’introspezione. Tuttavia ora si è arrivati alla conclusione che comportamenti manifestati non possono essere più studiati da questa tecnica, si sono sviluppati così diversi metodi di ricerca: possiamo dividerli inizialmente in ‘senso comune’ e ‘osservazione scientifica’. Il senso comune deriva dall’osservazione casuale degli altri che porta a semplici convinzioni sul comportamento, molte delle quali scorrette. L’osservazione scientifica si basa invece sulla raccolta di prove empiriche in modo però sistematico(pianificato), intersoggettivo e con più osservatori. Il metodo scientifico è quindi fondato sulla raccolta attenta e precisa di prove, sulla ricerca di leggi di carattere generale fondate su azioni ripetibili. Il metodo è costituito da 6 tappe: effettuare osservazioni, definire il problema, proporre un’ipotesi ovvero un’intuizione verificabile, raccogliere prove per verificare l’ipotesi, costruire una teoria, rendere pubblici e disponibili i risultati. Inoltre nello svolgere la ricerca gli psicologi devono rispettare un codice etico sia sulle persone che sugli animali, tenendo conto delle norme sociali e delle diversità. Esperimento Psicologico Ciò che gli psicologi ricercano in un esperimento sono i collegamenti causa-effetto di un determinato comportamento. Si creano due gruppi attraverso assegnazione casuale o randomizzazione in modo quanto più possibile equo: un gruppo sperimentale, al quale viene modificata in modo controllato la condizione che risulta essere la causa del comportamento e un gruppo di controllo, che non subisce alcuna modificazione e rappresenta il termine di paragone. Al termine dell’esperimento si verifica se la condizione ha avuto effetti sul comportamento. Qualsiasi condizione che può cambiare o essere modificata in un esperimento viene detta variabile e possono essere: indipendenti ovvero esterne e manipolate dallo sperimentatore (cause del fenomeno o del comportamento), dipendenti che corrispondono ai risultati dell’esperimento (effetti), estranee o intervenienti sono invece fattori che possono agire liberamente e influire sul risultato. Al termine dell’esperimento i risultati vengono valutati attraverso la statistica, oppure attraverso la metanalisi, una tecnica statistica, con la quale possiamo combinare i risultati di molti studi. In ogni esperimento c’è la possibilità di incorrere in effetti che ne condizionano i risultati: a seconda delle informazioni che si danno ai partecipanti questi possono adattare il loro comportamento: effetto partecipanti,cioè i cambiamenti sono determinati dall’influenza delle loro aspettative, questo può succedere anche se allo sperimentatore vengono comunicati i risultati e le ipotesi sull'esperimento, in quanto i partecipanti agiranno secondo la profezia autoavverantesi. Mentre l’ effetto sperimentatore, si verifica quando i partecipanti sono influenzati non intenzionalmente dai cambiamenti del comportamento del ricercatore, che In medicina viene chiamato effetto placebo, ovvero coloro che assumono una pillola staranno comunque meglio anche se questa non ha alcun effetto; Per rimediare a questo si utilizzano esperimenti in singolo cieco (i partecipanti non conoscono le ipotesi di ricerca, né a quale gruppo appartengono) o in doppio cieco (partecipanti e sperimentatori non conoscono nulla dell'esperimento).

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Metodi Di Ricerca Non Sperimentali Non è sempre possibile compiere esperimenti scientifici per questo gli psicologi procedono con altri metodi non sperimentali: l’osservazione naturalistica, che consiste nell’osservare direttamente il comportamento in un ambiente naturale,questa fornisce però solo descrizioni del comportamento e per spiegare queste osservazioni bisogna ricorrere ad altri metodi, oltre a questo chiamato metodo descrittivo; questo tipo di metodo porta infatti degli effetti che sono: l’influenza dell’osservatore, ossia modifica dei cambiamenti nei comportamenti di un soggetto poiché è osservato, effetto correlato è la distorsione dell’osservatore, cioè capita che gli osservatori riportino solo ciò che si aspettano di vedere o registrano solo determinati dettagli, un altro effetto che avviene, soprattutto nell’osservazione degli animali è l’errore di antropomorfizzazione, ossia associare agli animali sentimenti, emozioni umane ( un animale è geloso, arrabbiato questo è sbagliato). Per questo motivo gli psicologi naturalisti, tengono una registrazione delle osservazioni o una campionamento dettagliato di dati e osservazioni, questo metodo è utile per dare avvio a fare ipotesi e quindi alla ricerca scientifica. Altri studi sono quelli correlazionali ( metodo correlazionale) che consiste nello studio di due fattori e ne misurano, attraverso analisi statistica, il loro grado di correlazione; quest’ultimo è dato dal coefficiente di correlazione, che è un numero compreso tra +1 e -1, se la correlazione è +1 , significa che la correlazione è positiva perfetta, se invece la variabile è vicina al -1, allora esiste una correlazione negativa perfetta; tuttavia in psicologia le correlazioni sono di rado perfette. Per correlazione positiva,intendiamo, che al crescere dei valori di una variabile corrisponde anche l’aumento dell’altra variabile; per correlazione negativa invece, i valori più alti di una variabile sono associati a valori più bassi dell’altra variabile. I disturbi mentali rari o i bambini geniali, sono studi che avvengono attraverso lo studio di Un caso singolo, ovvero l’analisi approfondita di un solo soggetto può funzionare come la fonte migliore delle informazioni, risultati molto utili alla neuropsichiatria, accanto a ciò dopo il metodo sperimentale, nasce il metodo clinico, usato per aiutare i pazienti a risolvere problemi personali attraverso strumenti quale il colloqui clinico e l’interpretazione. Altri metodi sono,il metodo dell'inchiesta su campioni rappresentativi, ai quali vengono poste una serie di domande ad un piccolo gruppo di persone che riflettono le caratteristiche della popolazione generale, ad oggi effettuati anche attraverso il web. CAPITOLO 2 PARAGRAFO 2.5 CORTECCIA CEREBRALE L’uomo è costituito dalla corteccia cerebrale che a sua volta si divide in due emisferi che si dividono a loro volta in lobi che ci permettono di parlare, vedere, sentire,muoversi e pensare. L a corteccia ricopre la maggior parte del nostro cervello ed è ricoperta da una sostanza chiamata materia grigia, è inoltre costituita da pieghe e corrugamenti; per questo motivo risultiamo più intelligenti degli animali, sia perché è costituita da pieghe e corrugamenti, ma anche perché è più grande e sviluppata rispetto a quella animale. La corteccia cerebrale contiene il 70% dei neuroni di tutto il sistema nervoso centrale. Emisfero destro e sinistro Come abbiamo detto la corteccia cerebrale è composta da due emisferi, quello destro e quello sinistro e sono collegati tra loro da un fascio di fibre chiamato corpo calloso; l’emisfero destro controlla la parte sinistra del corpo e viceversa. Quando il cervello viene diviso nei due emisferi, ogni emisfero agisce e percepisce a suo modo; molto spesso infatti nei pazienti con cervello diviso, l’emisfero destro non sa cosa fa quello sinistro e viceversa; anche in un conflitto c’è sempre un emisfero che prevarica sull’altro. L’Emisfero sinistro è in grado di sviluppare abilità linguistiche e matematiche, è inoltre in grado di regolare il tempo e il ritmo; l’emisfero destro invece ha un linguaggio limitato , però ha buone capacità percettive, è in grado di riconoscere i volti, inoltre se viene danneggiato non si è più in grado di capire le barzellette, l’ironia, il sarcasmo o altre sfumature. I lobi I due emisferi sono costituiti da parti più piccoli chiamati lobi, i lobi della corteccia cerebrale si presentano come dei profondi solchi che si trovano sulla corteccia, costituiti a loro volta da solchi meno profondi, le dimensioni dei lobi sono uguali su entrambi gli emisferi, ma può accadere che non siano presenti su entrambi gli emisferi, in quel caso abbiamo una dominanza emisferica, spesso svolta dall’emisfero sinistro, in quanto è in grado di svolgere le funzioni fondamentali come il linguaggio.

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I lobi frontali I lobi frontali sono il centro delle abilità mentali superiori, del senso di sé e hanno il controllo del movimento; la zona posteriore dei lobi frontali è chiamata corteccia motoria primaria e controlla i movimenti di vari parti del corpo. Sulla superficie esterna del lobo frontale, davanti alla corteccia motoria primaria, è situata la corteccia premotoria, deputata all’organizzazione e al controllo dei movimento del tronco e dei muscoli vicini e l’area supplementare motoria, che controlla i movimenti più complessi. Le cortecce motorie sono costituite dai neuroni a specchio, sono in grado di riprodurre un movimento. Il resto dei lobi frontali prende il nome di aree associative frontali, queste sono in grado di rielaborare informazioni (alla vista di una rosa, siamo in grado di percepirne il colore, la forma e darle un nome). Se una persona subisce un danneggiamento alle aree associative, soffrirà di afasia,afasia di Broca cioè avrà difficoltà nel linguaggio, infatti, l’Area di Broca, è il centro di elaborazione del linguaggio. La porzione anteriore della regione associativa frontale è detta Corteccia prefrontale, èd è deputata al controllo di comportamenti complessi. I lobi parietali I lobi parietali si occupano delle aree somatosensoriali, in essi si trova la corteccia somatosensoriale primaria, che è in grado di percepire la temperatura, il calore, il tatto. I lobi temporali I lobo temporale è costituito da un area uditiva primaria, che è in grado di registrare i suoni. Sul lobo temporale troviamo un area associativa, che è l’area di Wernicke che è in grado di comprendere il linguaggio, e se questa viene danneggiata si riscontrerà una afasia di Wernicke, cioè sono in grado di udire un discorso ma non di comprenderne pienamente il significato. I lobi occipitali Nella parte posteriore del cervello troviamo i lobi occipitali,che si estendono su tutte e tre le facce dell’emisfero. Se vengono danneggiate le aree associative dei lobi occipitali potremmo incorrere nell’agnosia visiva, alla vista dell’oggetto il paziente sarà in grado di descriverlo ma non di darle un nome, a meno che non vengano toccati, oppure la prosopagnosia, ossia l’incapacità di riconoscere i volti delle persone, se invece quest’ultime parlano, allora il paziente le riconoscerà. CAPITOLO 4 - PERCEPIRE IL MONDO La maggior parte delle esperienze che vediamo o anche il sole che sorge è una costruzione percettiva ossia un’elaborazione mentale inconsapevole degli stimoli sensoriali creata in modo attivo dal nostro cervello. Quando guardiamo un’immagine non ci limitiamo a registrare il potenziale di coni e bastoncelli ma riconosciamo e comprendiamo i messaggi sensoriali creando un’esperienza percettiva. Esistono due tipi di percezione: 1) elaborazione bottom-up: percezione diretta nella quale iniziamo percepire dal basso, ossia dai piccoli elementi fino ad una percezione globale. Tale elaborazione visiva è stata studiata dai teorici della Percezione diretta. 2) elaborazione top-down (indiretta): la conoscenza preesistente viene utilizzata per organizzare rapidamente gli elementi in un insieme significativo. Questo tipo di percezione è stata studiata dai psicologi cognitivisti e costruttivisti, secondo i quali la percezione viene in maniera indiretta, cioè che non dipende solo dagli stimoli esterni, ma anche dall’esperienza, dalle emozioni e dalle aspettative del soggetto. La prima fase del processo di percezione è influenzata dall’attenzione, ovvero da un processo che opera una selezione tra tutte le informazioni che si presentano ai nostri sensi, consentendo soltanto ad alcuni elementi l’accesso agli stadi successivi di elaborazione; essa non ha una definizione univoca ma è costituita da una varietà di fenomeni che sono: 1) elaborazione preattentiva: ovvero un processo rapido dell’informazione in cui vengono rilevate le caratteristiche fondamentali di essa, senza l’influenza di stimoli distrattori. A d esempio la percezione di un oggetto caldo o freddo, vengono rilevate senza l’utilizzo dell’attenzione. 2) attenzione selettiva: l’individuo elabora solo alcune delle informazioni che riceve; attraverso alcuni studi è stato possibile notare che la capacità di elaborazione degli stimoli, quando questi sono simili, sono limitate e avvengono in modo seriale. Per capire il fenomeno dell’attenzione selettiva, gli psicologi hanno utilizzato una metafora, cioè rappresentano il filtro dell’attenzione come un collo di bottiglia,ossia un restringimento nel canale delle informazioni che collega i sensi alla percezione; a questo proposito

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Treisman nella sua teoria dell’attenuazione, propose che il filtro dell’attenzione,piuttosto che bloccare l’elaborazione delle informazioni in entrata, bloccasse o attenuasse quelle meno importanti. Effetto Stroop: consiste nel ritardo di elaborazione del colore della parola che si riflette in un rallentamento dei tempi di reazione e nell'aumento degli errori nella condizione incongruente (parola verde scritta in rosso) rispetto a quella congruente (parola rosso scritta in rosso). 3) attenzione divisa: si fa riferimento a quella azioni in cui le persone svolgono due azioni contemporaneamente come ad esempio quando si è alla guida, in quanto riusciamo a parlare con il passeggero e cambiare le marce nello stesso tempo, questo perché Dopo un certo periodo di tempo alcune procedure diventano automatiche se messe in pratica più volte a questo proposito abbiamo la teoria dell’automatizzazione, che si verifica come risultato della pratica, o meglio Gordon Logan ha proposto una spiegazione alternativa, chiamata teoria degli esempi, in quanto secondo lui l’automatizzazione avviene perché accumuliamo co...


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