CURA E Giustizia PDF

Title CURA E Giustizia
Course Etica della relazione di aiuto
Institution Libera Università Maria Santissima Assunta
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Riassunti libro...


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CAP 7- LA CURA E LA RELAZIONE L’etica della cura pone al centro la relazione. Prendersi cura è un atteggiamento strutturalmente relazionale che porta l’IO fuori dal sé, in contrapposizione all’individualismo che vede l’uomo come individuo asociale e autosufficiente. La cura presuppone→il riconoscimento dell’esistenza dell’altro e la consapevolezza che l’IO è chiamato ad entrare in rapporto con l’altro, in un rapporto di incontro e non di scambio di interessi o altro. La cura implica la relazionalità come costitutiva dell’IO o come interdipendenza umana. La relazionalità si può esprimere in modi diversi: ✓ Relazionalità informale (genitoriale, amicale) ✓ Relazionalità formale (responsabilità di cura in contesti terapeutici, educativi, assistenziali) La relazionalità dell’IO significa che l’IO non è solo un individuo che entra in relazione, ma è la relazione egli stesso→l’IO definisce sé stesso e la sua identità (antropologica ed esistenziale) dalle e nelle relazioni in cui si trova ad essere. La persona si costituisce nella relazione sociale con gli altri. L’ipotesi individualistica evidenzia un modo di esistere debole, che impoverisce l’uomo e impedisce la manifestazione delle sue potenzialità. La cura, inoltre, presuppone ed implica una relazione asimmetrica→prendersi cura significa anche riconoscere che il rapporto non è sempre sullo stesso piano poiché chi cura è in posizione di forza mentre chi ha bisogno della cura è in una condizione di debolezza, vulnerabilità. La cura è dunque un’attenzione benevola verso il vulnerabile.  Il modello di rapporto genitore/figlio è un paradigma appropriato per pensare alla cura come relazione asimmetrica.  Del resto chiunque sia nato e stato accudito ha sperimentato questa relazione. Il modello contrattualista, al contrario, può alienare le persone piuttosto che favorirne i rapporti. L’etica contrattuale pone attenzione sulla libertà e sull’autonomia come indipendenza. L’etica della cura riconosce il dovere del prendersi cura, l’empatia con i vulnerabili. L’etica della cura è l’etica della risposta e della responsabilità→che avverte un obbligo etico verso gli altri riconosciuti come bisognosi di cura indipendentemente da quanto si ottiene in cambio.  Ogni persona nasce come un bambino dipendente dagli altri e resta interdipendente tutta la vita, in particolare nelle condizioni di malattia, disabilità o particolare vulnerabilità fisica-psichica.

CAP 8 – LA DERIVA “DIFFERENZIALISTA” Il concetto di cura è stato oggetto di varie critiche, una delle quali arriva dal femminismo radicale, che ritiene che l’etica della cura tenda a riportare le donne nella fissazione del ruolo tradizionale riproduttivo-domestico femminile, rafforzando anche inconsapevolmente il sessismo maschile. Il loro obiettivo è quello di liberare le donne dagli stereotipi della società patriarcale (tra cui la cura femminile).  L’accusa all’etica della cura è di essenzialismo, ovvero vi è l’idea che esistano valori attribuiti alla donna per il solo fatto di appartenere al genere femminile. Se la cura è intesa, dalla psicologia femminile, come istinto naturale percepito come obbligante→ si tende a dar per scontato tale atteggiamento e a svalutarne la portata etica. Sul piano psicologico→ la cura può esprimersi in modo improprio, infatti la cura di sé (eccessiva) e la cura dell’altro per sé stesso può degenerare in narcisismo autoreferenziale, antireazionale. L’eccesso di cura diviene accanimento. L’eccesso di cura dell’altro può portare a trascurare sé stessi. La cura può esprimere essa stessa la paura dell’abbandono. (Il desiderio della madre di conservare la relazione con il bambino può degenerare in un eccesso di coinvolgimento che nega al bambino la possibilità di crescita e maturazione autonoma, che presuppongono sempre la separazione. Il debole può adagiarsi nell’essere accudito, passivo, e rischia di percepire e vivere l’assenza inevitabile della cura, come tradimento, perdita e abbandono.) CAP 9 – LA CURA COME ETICA DELLA CONDIZIONE UMANA La relazione di cura coinvolge il benessere di coloro che sono nella relazione e il benessere della relazione stessa. Le donne chiedono l’uguale considerazione delle relazioni di cura nella società, da chiunque siano attuate. Essere preso in cura, è un’esperienza universale→ dato che l’essere umano dal momento della nascita è stato preso in cura da qualcuno. La cura è dunque la condizione della stessa esistenza. L’etica della cura ci ricorda che si è uomini e che lo si diventa con e in mezzo ad altri uomini, curando le relazioni significative.  L’etica della cura esige di individuare in modo sostanziale cosa significa curare sé stessi e gli altri→si tratta di identificare chi siano gli altri bisognosi di cure e di quali cure dobbiamo farci carico. La responsabilità non è una scelta privata e neutra ma investe tutte le relazioni umane. Rappresenta il costitutivo etico per una convivenza autentica umana.

CAP 1– TEORIE DELLA GIUSTIZIA E CONFIGURAZIONI DELLA CURA Il concetto di cura è elaborato nel contesto di filosofia morale mentre il concetto di giustizia appartiene alla filosofia del diritto. Che cos’è la giustizia? Tutti invocano la giustizia ed intuiscono cosa sia giusto a partire dall’esperienza di ingiustizia o torto. L’ingiustizia→è quando a un uomo levato/trattengono qualcosa che è suo a causa di azioni di altri individui. La giustizia è dunque definita “dare a ciascuno il suo” o “la volontà costante di dare a ciascuno il suo diritto”. Essa può avere diversi significati data la complessità teoretica del concetto e dal pluralismo che caratterizza il dibattito etico e giuridico. Le diverse forme di giustizia differiscono tra loro in base alle modalità di relazione interindividuale:  relazione tra individui e società;  tra singoli individui;  la relazione tra lo stato e gli individui. È possibile dunque individuare 4 forme di giustizia: 1. GIUSTIZIA LEGALE → conformità dei comportamenti sociali alle leggi 2. GIUSTIZIA COMMUTATIVA → compensativa, contrattuale o correttezza degli scambi tra individui. 3. GIUSTIZIA DISTRIBUTIVA →equità dell’assegnazione. 4. GIUSTIZIA ONTOLOGICA→ naturale come riconoscimento delle spettanze di ogni uomo. CAP 2 – DALLA GIUSTIZIA ALLA CURA Alcune teorizzazioni della giustizia (teoria formalista, libertaria e utilitarista) non lasciano spazio alla cura. Secondo la TEORIA POSITIVISTA →il giurista è uno scienziato del diritto, chiamato applicare il metodo scientifico, ponendosi davanti al diritto con un atteggiamento neutrale. Essere neutrale significa limitarsi a prendere il diritto così com’è, esprimendo solo giudizi di fatto e mai giudizi di valore.  Secondo il positivismo giuridico il cittadino deve obbedire alle norme giuridiche perché se disobbedisce verrà punito quindi il cittadino si sente costretto seguire la legge per paura di una sanzione (in questa prospettiva, si parla di obbligo esteriore).  Nella giustizia non c’è spazio per l’etica e dunque neanche per l’etica della care.

La TEORIA DEL LIBERALISMO-LIBERTARISMO→pone al centro della riflessione la difesa dei diritti della libertà - a partire da un’antropologia individualistica secondo la quale l’individuo è autosufficiente e da un’etica soggettivista che esalta i valori individuali come privati insindacabili ed equivalenti.  L’argomento alla base della proposta liberale-liberista è la considerazione secondo la quale nessuno è responsabile delle disuguaglianze naturali e sociali, ovvero la distribuzione di vantaggi/svantaggi, degli individui, derivi da una “lotteria sociale” e quindi vittime di sfortuna e non di ingiustizia. Da ciò ne consegue che la società non è obbligata a compensare le differenze o riparare danni, non essendoci un obbligo diretto di aiutare i bisognosi e di risarcire i deboli. La solidarietà è eventuale e secondaria; i diritti di autonomia degli individui prevalgono sui doveri sociali di benevolenza e beneficienza. La PROSPETTIVA UTILITARISTA →ritiene che il diritto debba garantire l’utile massimizzando il benessere e minimizzando i danni per il maggior numero di individui, nella ricerca del benessere collettivo - a partire da un’antropologia individualisticoedonista (l’individuo è mosso dalla ricerca del piacere riducendo il dolore) e da un’etica consequenzialità.  Quindi, ogni obbligazione sociale è giustificata in vista del raggiungimento del vantaggio collettivo; il modello utilitarista tende a privilegiare la maggioranza rispetto alla minoranza. La riduzione della giustizia in base all’utile, evidenzia la contrapposizione tra convenienza, opportunità ed efficacia e cura intesa come relazione solidale “incalcolabile”.  Ci si prende cura dell’altro in quanto bisognoso di aiuto anche se non conviene, costoso o se non ci dà nessun profitto. In queste teorie, cura e giustizia sono alternative tra cui scegliere, una esclude l’altra, eliminando ogni possibilità di integrazione.

PRINCIPALI TEORIE DELLA GIUSTIZIA: (SLIDES) TEORIA FORMALISTA→ la definizione del diritto si limita alla forma, descrive solo l’aspetto esterno del diritto, verificandone la validità (positivismo giuridico).  Concezione non-cognitivista in etica→ nega la verità oggettiva dei valori, non c’è spazio per l’etica, né tantomeno per l’etica della cura [giustizia legale]

TEORIA LIBERALE-LIBERTARIA→ la giustizia si riduce a tutela dell’autonomia intesa come autodeterminazione individuale.  La società si limita a proteggere i diritti di proprietà e libertà.

 Giustizia è non danneggiare l’altro→ enfasi sulla giustizia commutativa (diritti di autonomia), giustizia distributiva al minimo (doveri di solidarietà).  La cura è relegata a mera opzione volontaria e scelta individuale [giustizia commutativa]

TEORIA UTILITARISTA→la giustizia intesa come correttivo per superare gli inconvenienti dell’egoismo, è il prevalere di benefici sui costi.  Alternativa netta con la cura, che è cura dell’altro anche se non conveniente, inopportuno, costoso, con scarso o nessun beneficio o profitto [giustizia distributiva] TEORIA NEOCONTRATTUALISTA (RAWLS)→ riconosce il valore della libertà individuale, ma privilegia le esigenze sociali: equilibrio tra principio di uguaglianza formale e principio di compensazione delle inuguaglianze sostanziali (Welfare State).  Potenziale inclusione della cura nella giustizia: essere giusti significa riconoscere i bisogni altrui (ma considera solo individui autonomi e indipendenti, firmatari del contratto) [giustizia distributiva] TEORIA COMUNITARIA (MACINTYRE/WALZER)→ → comunità come luogo dove si tramanda l’ethos: c’è spazio per la cura (fatta di prossimità e valori), ma solo all’interno di una comunità specifica [giustizia ontologica limitata ad alcuni] TEORIA GIUSNATURALISTICA→ → giustizia intesa come difesa della dignità umana intrinseca: integrazione (non contrapposizione né assimilazione) tra cura e giustizia. Tiene conto di dipendenza e disabilità [giustizia ontologica] CAP 3 – AVVICINAMENTI DELLA GIUSTIZIA ALLA CURA La TEORIA NEOCONTRATTUALISTA privilegia le esigenze sociali, il bene collettivo rispetto al bene individuale. In questo contesto la giustizia esprime l’esigenza di tutelare i diritti di libertà di tutti e l’equità nell’accesso delle risorse. È la teoria che si ispira a J. Rawls e si basa su due principi:  il principio di uguaglianza nell’assegnazione dei diritti/doveri;  il principio di differenza o compensazione delle ineguaglianze economico-sociali mediante la regola del maximin, secondo la quale la distribuzione è giusta se produce benefici per i meno avvantaggiati. A suo parere la società deve farsi carico delle disuguaglianze derivanti dalla “lotteria naturale”. Se giustizia indica dare a ciascuno secondo i bisogni→ si coglie una potenziale inclusione della cura nella giustizia. La problematicità della teoria rawlsiana→ → deriva dall’inclusione nel concetto di uguaglianza solo di individui autonomi e indipendenti, in

grado di essere cooperativi all’interno della società, senza considerare soggetti vulnerabili, dipendenti e fragili. La TEORIA COMUNITARIA è un approccio morale→ ispirato alla filosofia aristotelica ed hegeliana; vi è la convinzione che l’etica si incarni nelle pratiche o azioni sociali delle comunità, costituite da gruppi di individui (famiglia, società, stato) che definiscono i valori collettivi condivisi di vita buona.  In questa prospettiva, il diritto e la politica hanno la funzione costitutiva di difendere il bene comune e la solidarietà. A. MACINTYRE → propone un ritorno all’idea di comunità intesa come luogo dove si tramanda l’ethos (tradizioni, storia, cultura…) nel quale gli individui non sono isolati e all’interno della comunità si riscoprono i valori della reciprocità e della cura. Il modello comunitario sostiene la priorità de bene individuale e la necessità dei valori buoni condivisi nell’ambito della comunità. Nella VISIONE GIUSNATURALISTICA E NEOGIUSNATURALISTA→ la giustizia assume un significato che consente di valorizzare tutte le forme in modo integrato nell’ottica del rispetto dei diritti umani. In questa prospettiva morale del diritto: ✓ “non danneggiare alcuno” →significa proteggere e rispettare la dignità di ogni essere umano; ✓ “dare a ciascuno il suo” →assume la valenza di riconoscere sul piano sociale ad ogni essere umano ciò che gli aspetta; ✓ le “spettanze” obiettive che vanno riconosciute ad ogni uomo, sono la vita e il bene comune. Secondo questo modo di intendere la giustizia, radicato nell’uguaglianza, ogni essere umano ha sostanzialmente gli stessi diritti di qualsiasi altro pur nella diversità esistenziale. Il criterio di giustizia si configura nella considerazione indisgiungibile del bene individuale e del bene sociale→ la ricerca del bene comune avviene attraverso la ricerca del bene individuale (concetto di giustizia che cerca di evitare sia l’individualismo che il collettivismo). La giustizia intesa come difesa della dignità umana intrinseca mostra un significato integrabile con la cura. La giustizia e la cura hanno in comune la relazionalità; come diceva Aristotele, la giustizia è in rapporto con gli altri. Esse si diversificano però nella modalità di intendere ed attuare la relazionalità.

Il diritto ha un compito “minimo” di garantire la relazione universale, regolando i comportamenti secondo giustizia: tutti gli uomini in quanto tali sono soggetti di diritto. Ma la differenza principale tra la relazionalità della giustizia e della cura è che:  la giustizia ha una relazionalità simmetrica, universale, razionale-imparziale;  la cura manifesta una relazionalità asimmetrica, particolare-concreta ed empatica. La cura presuppone la giustizia poiché solo all’interno della giustizia, può assumere un valore pubblico, universale, identificabile con il valore della solidarietà. Nell’ambito giusnaturalistico→la cura diviene anche proiezione “oltre” la giustizia, come integrazione morale di solidarietà per la particolare fragilità non protetta sufficientemente dalla giustizia. CAP 4- DALLA CURA ALLA GIUSTIZIA: PERCORSI DI INTEGRAZIONE Nella filosofia morale bisogna distinguere due diverse generazioni di riflessione sul concetto di cura: 1. La prima generazione degli studi sulla cura ha avuto il merito di porre attenzione sulla cura e di tematizzare la distinzione e le somiglianze tra approccio maschile e femminile. 2. La seconda generazione delle teorie della cura ha evidenziato i limiti delle teorie morali della cura e ha contribuito con argomenti e prospettive diverse e ad elaborare una teoria giuridica e politica della cura. Nel passaggio tra le due generazioni degli studi sulla cura si delinea un cambiamento di paradigma dalla dimensione privata a quella pubblica. 1. Prima generazione (N. Noddings, S. Ruddick e C. Gilligan)→ tematizza la cura nel quadro delle somiglianze e differenze maschile/femminile (enfasi sulla dimensione privata). 2. Seconda generazione→ passaggio alla dimensione pubblica (elaborazione di una teoria giuridica e politica della cura). Nella prima generazione, la cura è rappresentata come un’esperienza morale particolare con l’altro, mentre la giustizia è un concetto morale-giuridico universale; la cura ha una dimensione emotiva e concreta oltre che cognitiva mentre la giustizia è un concetto razionale e astratto.  Gilligan si domanda se la giustizia debba essere incorporata e integrata nell’etica della cura (e viceversa) o se le nozioni debbano essere associate ma rimanere distinte. A suo parere l’integrazione potrebbe portare a perdere di vista anche valide differenze: dovrebbe essere possibile configurare sul piano teorico e pratico dei

percorsi di integrazione tra giustizia e cura, senza l’affermazione esclusiva ed unilaterale dell’una come predominante sull’altra, mantenendo caratteri distinti. L’etica della cura ha bisogno della giustizia, sia che si esprima nella casa, nella scuola, nel lavoro, nella vita politica; la cura ha bisogno della giustizia per acquisire una dimensione pubblica, nell’ambito della vita politica e delle istituzioni sociali. DEFINIZIONI E ASPETTI DELLA CURA «Una attività che include tutto ciò che facciamo per mantenere, continuare e riparare il nostro “mondo” in modo da poterci vivere nel modo migliore possibile», con riferimento agli esseri umani, la natura, gli oggetti. CARING ABOUT→ interessarsi ‘a’ o avere attenzione ‘per’ quale riconoscimento del bisogno dell’altro (percezione dell’esistenza del bisogno e valutazione che debba essere soddisfatto) /cura come attenzione;

TAKING CARE OF→ → prendersi cura in modo effettivo ‘di’; riconoscere che è possibile concretamente fare qualcosa per l’altro e assumersi una responsabilità rispetto al bisogno identificato / cura come responsabilità; CARE GIVING →atto del prestare cure per soddisfare direttamente bisogni di cura; cura come competenza → riqualificazione dei care givers e loro dignità professionale (Kittay);

CARE RECEIVING →ricevere cura e verificare che i bisogni siano stati soddisfatti/ cura come reattività→ → voce e peso politico ai care receivers. M.C. NUSSBAUM: LE FRONTIERE DELLA GIUSTIZIA E DELLA CURA Secondo Nussbaum è necessario abbandonare la teoria rawlsiana perché a suo parere l’approccio contrattualista è incompatibile con la concettualizzazione e la pratica della cura. Il problema di fondo, è la concezione antropologica ispirata a Kant per la quale l’uomo è autonomo e razionale e quindi esclude condizioni di dipendenza e disabilità. È indispensabile una nuova concezione che includa dipendenti e disabili, poiché anche loro meritano di essere inseriti nell’immaginazione delle condizioni di giustizia della posizione originaria rawlsiana e nella considerazione dell’uguaglianza come soggetti. ✓ Nussbaum prende le distanze dalla teoria di Kittay, il rapporto tra stato e cittadino non può essere assimilato al rapporto tra madre e figlio. Lo stato non può e non deve assumere funzioni materne rispetto al cittadino, altrimenti ostacolerebbe la sua indipendenza. CAP 5 – LA GIUSTIZIA NELLA CURA E LA CURA NELLA GIUSTIZIA

Nella prima generazione, la cura è percepita come una forma meno sviluppata di ragionamento morale; la giustizia poteva esistere anche senza cura. Successivamente emerge la consapevolezza del legame costitutivo tra cura e giustizia, in una duplice direzione: la giustizia nella cura e la cura nella giustizia. La cura riguarda tutti, sia uomini che donne dovrebbero riconoscere l’enorme valore dell’attività di “caring” su cui si costituiscono società.  Maternità e paternità, in quanto forme di genitorialità, esprimono un legame che deve includere la giustizia, esprimibile nell’equa distribuzione dei compiti, nell’equo trattamento dei bambini. L. Blum sottolinea come viviamo in una società che promuove egoismo, competizione. È necessario recuperare il seno dell’umana interdipendenza e il bisogno di relazioni di cura nella società nel suo complesso. In questo senso il concetto di cura può integrarsi con quello di giustizia, garantendo una cura giusta. ✓ La cura consente di riconoscerci reciprocamente come persone, membri della stessa società; consente di comprendere che le migliori politiche sono quelle che si basano sulla giustizia che include i vulnerabili e non allontano coloro che non sono ritenuti adeguati e marginali, in quanto costosi, non produttivi e non autosufficien...


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