Devianza e antisocialita dazzi madeddu PDF

Title Devianza e antisocialita dazzi madeddu
Author Elisa Leone
Course Psicologia Clinica
Institution Università del Salento
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Summary

DEVIANZA E INTRODUZIONE del dei reati criminali commesso dal della popolazione di offenders. Diverse ricerche hanno confermato la forte associazione tra la persistenza del comportamento antisociale grave e la di: storie criminali, abuso di sostanze, disgregazione sociale. In generale, gli specialist...


Description

DEVIANZA E ANTISOCIALITA’

INTRODUZIONE Più del 50% dei reati criminali è commesso dal 5-6% della popolazione di offenders. Diverse ricerche hanno confermato la forte associazione tra la persistenza del comportamento antisociale grave e la familiarità di: storie criminali, abuso di sostanze, disgregazione sociale. In generale, gli specialisti, partono dalla definizione condivisa che il comportamento antisociale, è caratterizzato dal violare i diritti e la sicurezza altrui. I clinici della salute mentale oltre alle caratteristiche descritte sopra ne aggiungono un’altra: la persistenza nel tempo di tale comportamento. Il disturbo antisociale assume nomi differenti a seconda dell’età di esordio:  Sotto i 18 anni =>disturbo della condotta(DC)  Età adulta => disturbo antisociale di personalità Nell’arco di 14 anni le linee guida per il DC hanno subito notevoli modifiche:

DISTURBO DELLA CONDOTTA

1980

1. Aggressivo iposocializzato 2. Non- aggressivo iposocializzato 3. Aggressivo socializzato 4. Non- aggressivo socializzato 5. Atipico

1. Aggressivo solitario 2. Aggressivo di gruppo 3. Aggressivo indifferenziato

1994

1. A esordio nella fanciullezza 2. A esordio nell’adolescenza

I sintomi caratteristici del DC sono gli stessi sintomi della “delinquenza”, specificando quattro tipi di comportamento: 1. 2. 3. 4.

Aggressione a persone o animali Distruzione di proprietà Furto o frode Gravi violazioni di regole

Ciò comporta, conseguentemente, quadri clinici estremamente diversificati. Per tale ragione l’approccio categoriale(o top down, si rifà alla presenza/assenza del disturbo) rimane uno strumento additabile ma di estrema fragilità per ciò che concerne la validità dei costrutti che sottende. Tuttavia negli anni ‘70-’80, alcuni studi hanno dimostrato che alcuni comportamenti devianti sono tra loro correlati.

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DEVIANZA E ANTISOCIALITA’

In un’ottica dimensionale(o bottom up), invece, alcuni studi considerano il comportamento antisociale come normalmente distribuito, quindi misurabile come una variazione dello spettro normale( si rifà all’intensità/frequenza del disturbo). La differenziazione tra gruppi tassonomici porta a due differenti considerazioni: 1. Il ruolo che la dotazione temperamentale ha nel processo evolutivo 2. Il processo interattivo fra geni e ambiente(elementi di rischio o protettivi e geni).

I. ANTISOCIALITA’:EVOLUZIONE STORICA I termini socipatia, antisocialità e psicopatia sono stati spesso utilizzati in maniera intercambiabile, tuttavia, occorre fare una distinzione: Sociopatia:fa riferimento ad un tipo di lettura sociologica. Il soggetto ha difficoltà a stare nelle norme sociali, le trasgredisce. Antisocialità: fa riferimento alla dimensione psicologica della personalità e non sociologica. Psicopatia:è un termine differente dall’antisocialità e si riferisce a un soggetto diverso dall’antisociale in quanto: lo psicopatico può essere anche antisociale, ma non è vero il contrario. EVOLUZIONE STORICA Romani e Greci:definirono il furor come una forma di follia che induceva a commettere reati e ad agire non rispettando le leggi e i diritti altrui. Si tratta comunque di interpretazioni religiose collegate alla possessione. Demostene:è uno squilibrio fra le componenti fisiologiche a spiegare le diverse manifestazioni: colleriche, melanconiche, flemmatiche. Aristotele:unifica la nozione medica della melanconia con il furore di Platone. Medioevo:la distinzione tra furor(disturbo del comportamento) e fuitas(difetto del ragionamento) diventa meno definita, fino a considerare qualsiasi patologia psichica come disturbi del pensiero oltre che del comportamento. Illuminismo:oltre allo squilibrio fra gli umori, affianca al paradigma il rapporto tra ragione e follia. Modernità:alla fine del ‘700 in Inghilterra:agiti delinquenziali vengono considerati come sintomi di follia. Nel 1800 fu promulgato l’Insane Offender’s Bill dove venivano reclusi i criminali per reati in stato di alienazione mentale, una volta prosciolti.

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Pinel(1800):elaborò una classificazione delle malattie mentali cercando di analizzare le facoltà compromesse in ciascun tipo di alienazione, identificando cinque categorie patologiche: 1.

Malinconia/ delirio esclusivo su un oggetto

2.

Demenza/abolizione del pensiero

3.

Idiotismo/obliterazione delle facoltà intellettive

4.

Mania con delirio

5.

Mania senza delirio

Quest’ultima categoria è molto simile a quelle descritte successivamente come psicopatia o antisocialità. L’innovazione di Pinel sta nel cambiamento di prospettiva, infatti, fino ad allora l’antisocialità era considerata una malattia del pensiero, nella sua prospettiva una persona può essere insana anche senza essere confusa(senza delirio). Un altro aspetto rilevante sta nella presenza di un apetto riguardante l’ipereccitabilità e furore e nell’assenza della ruvidezza caratteriale presente nell’attuale definizione di antisocialità. Benjamin Rush:egli introdusse l’elemento morale descrivendo soggetti affetti da depravazione naturale e innata, ovvero persone con conservate capacità intellettive ma scarso senso di responsabilità, incapaci di provare senso di colpa e rimorso. Pritchard:è il primo ad utilizzare il termine insanità morale(o pazzia morale), per questo autore la vita mentale era costituita da tre componenti: 1.

Pensiero o comprensione

2.

Affetti o sentimenti

3.

Comportamento o volontà

L’insanità morale è un’aberrazione della sfera del sentimento, ovvero dello stato spirituale e della capacità di provare buoni sentimenti, a questi pz mancava la capacità di essere guida di sé stessi, non conoscevano né inflessibilità, né coerenza anche se mantenevano la comprensione intellettuale. A Pritchard va attribuito il merito di non essersi limitato alla descrizione del disturbo ma di aver cercato di individuare la traiettoria evolutiva di questo, infatti la prognosi sarebbe diversa a seconda della durata(lunga =>guarigione più lenta e meno probabile; breve => veloce risoluzione del disturbo). Browne: sostenendo che il concetto di insanità morale presentato da Pritchard, era relativo all’ambito della delinquenza e dell’antisocialità più che a un generico riferimento a una malattia che riguarda la sfera della emozioni. L’insanità secondo l’autore è un’inadeguata funzionalità della mente causata da un mutamento organico nel cervello responsabile di comportamenti distruttivi contro la proprietà e la pace pubblica. Distingue anche i delinquenti in:lunatici(psicotici) e criminali. 3

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Lombroso:delineò il nesso tra depravazione morale e deficit organico. Propose una descrizione del delinquente dalla nascita, caratterizzato da specifici tratti costituzionali e morfologici(ad esempio, la mascella inferiore larga e protrusa, fronte bassa, corporatura robusta, mancinismo, agilità muscolare, precoce sviluppo sessuale…). Causa delle anomalie psichiche alla base delle condotte devianti,sono:l’atavismo(= ricomparsa di caratteristiche dell’uomo primitivo), la degenerazione(mentale), l’epilessia. Gouster:descrisse figure di criminali prestando pià attenzione a tratti caratteriali e di personalità, piuttosto che fisici. In quest’ottica il criminale era caratterizzato da:maliziosità, disobbedienza, trascuratezza, violenza e brutalità, inclinazione alla menzogna, piacere per l’intrigo, tendenza alla ricerca esagerata di eccitazioni e passioni intense. Koch: coniò il termine di inferiorità psicopatica, che è stato sinonimo di disturbo di personalità. L’autore faceva riferimento all’elemento organico alla base dei disturbi. Sotto il termine di inferiorità psicopatica vi erano elencati vari sottotipi di disturbo quali:corruzione psicopatica(egocentrismo, furia impulsiva), degenerazione psicopatica(stati borderline ed aggressività reattiva). Cloniger: afferma che il termine “psicopatia” è stato utilizzato in modo contraddittorio, includendo in alcuni casi tutti i disturbi di personalità, in altri solo le personalità antisociali o aggressive. Cloninger divide la personalità in due domini di base:  temperamento (formato da risposte automatiche a stimoli emotivi che determinano abitudini e abilità). Il dominio del temperamento include 4 dimensioni (ricerca di novità, evitamento del danno, dipendenza dalla ricompensa, persistenza) a forte base genetico-ereditaria.

 carattere (composto da concezioni consapevoli che influenzano volontariamente le intenzioni e gli atteggiamenti). Il domino del carattere comprende 3 dimensioni(auto trascendenza, auto direttività e cooperatività). Secondo questo modello, tutti i disturbi di personalità sarebbero caratterizzati da bassi punteggi nelle dimensioni dell'autodirettività e della cooperatività. I pazienti del: cluster A presenterebbero inoltre una bassa dipendenza dalla ricompensa; cluster B una forte ricerca di novità; cluster C un marcato evitamento del danno. I profili possono essere descritti in maniera più precisa attraverso il self-report Temperament and Character Inventory, un questionario autosomministrato volto appunto a valutare e quantificare i 7 fattori del modello di Cloninger. Cloniger scrive che gli studi del XX secolo hanno permesso di distinguere tra :

PRIMARI: freddi, calmi e spietati

PSICOPATICI

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SECONDARI: ansiosi ed emotivamente instabili

DEVIANZA E ANTISOCIALITA’

NASCITA DELLA NOSOGRAFIA CONTEMPORANEA Kraeplin: identifica quattro tipologie di soggetti, classificabili oggi come affetti da antisocialità. Egli sottolinea anche che causa, lesione e sintomatologia si trovano in un rapporto rigidamente deterministico. Kraeplin sostiene (nell’ottava edizione del Trattato) che il nucleo della psicopatologia risiede in n deficit nell’area dell’affettività o della volizione. Sulla base di tale distinzione vengono distinte due grandi categorie: 1.

ossessivi, impulsivi, deviati sessuali

2. eccitabili, instabili, eccentrici, bugiardi e imbroglioni, antisociali (= nemici della società, ovvero coloro che mancano di principi morali e sono distruttivi e minacciosi e non conoscono reazioni emotive profonde, hanno problemi a scuola e commettono furti e fughe da casa), litigiosi. Risulta evidente il nesso tra la descrizione kraepeliana a alcuni aspetti rippresi nel DSM-IV.

ANTISOCIALI



Imbroglioni e bugiardi patologici(individui affascinanti e superficiali ma privi di moralità e senso di responsabilità)



Criminali impulsivi(violenze sessuali, incendi dolosi, cleptomani..)



Criminali di professione(freddi,manipolatori)



Vagabondi patologici(incapaci di salde radici)

[secondo Kraeplin]

Birnbaum: non tutti gli individui con psicopatia degenerativa che manifestano condotte delinquenziali presentano deficit organici. Le condizioni ambientali ed il contesto di vita non offrono ai delinquenti l’opportunità di apprendere e agire condotte socialmente accettabili. Schneider:classificò 10 tipologie di psicopatici, le azioni devianti di questi soggetti sono un epifenomeno di caratteristiche di personalità diversificate. Dalla sua descrizione emerge anche una tipologia passiva, in cui prevalgono distacco e anaffettività(prossima alla schizotimia o psicopatici freddi) e una attiva o esplosiva(prossima al moderno costrutto di personalità sadiche). Schneider ha messo in evidenza la debolezza del nesso tra personalità ed esplicito comportamento antisociale. IL CONTRIBUTO DI CLECKLEY Cleckley nella sua opera The Mask of Sanity sostiene che esiste un tutto integrato, rifiuta quindi l’idea che: 1.

la psiche possa essere divisa in strutture

2. la facoltà morale possa funzionare in maniera distinta dal pensiero e dall’azione umana

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DEVIANZA E ANTISOCIALITA’

Nella sua opera egli descrive vari casi di psicopatia, affermando come fosse presente una maschera di sanità. Cleckley delinea una checklist con 16 attributi che si nascondono dietro la maschera di sanità. Essenziali a tal proposito oltre al mantenimento di un funzionamento di facciata sono l’assenza di: senso di colpa, empatia, lealtà. L’autore ipotizza un’analogia con le forme di afasia(verbale, nominale, sintattica) descritte da Head e le malattie mentali(il disartrico ha difficoltà nell’articolare le parole mentre il soggetto con afasia semantica non ha difficoltà ad esprimersi ma non è in grado di comprenderne il significato o di formulare contenuti verbali che rispecchiano i propri pensieri, patologia che può essere celata da un eloquio impeccabile). La psicopatia è definita da Cleckley come demenza semantica, comportamento sovrapponibile a quello di soggetti con afasia semantica, a dispetto della maschera di sanità, infatti, gli psicopatici sono incapaci di afferrare il significato sociale delle loro azioni. DISTURBO A LIVELLO PERIFERICO

DELIRIUM

Psicosi manifesta

SCHIZOFRENIA EBEFRENICA

SCHIZOFRENIA PARANOIDE

DISTURBO A LIVELLO CENTRALE

PARANOIA VERA

Psicosi meno manifeste, con funzioni preservate che tendono a celare la patologia, anche se il disturbo non è meno severo

MASKED SCHIZOFRENIA

Psicosi non evidente, con aspetti esteriori della personalità meno devianti

PSICOPATIA

Apparenza di funzionalità integra, non dimostrabile, ma patologia anche grave rilevante severa

II. LE PROSPETTIVE CONTEMPORANEE:ANTISOCIALITA’ E PSICOPATIA + X. ANTISOCIALITA’ E SISTEMA GIUDIZIARIO Psychopathy checklist Robert Hare negli anni 80 e 90 ha tentato di operazionalizzare le descrizioni fornite da Cleckley pervenendo alla costituzione prima della PCL (1980 ) poi della sua versione rivisitata PCL-R ( 1999). La PCL-R è una scala diagnostica costituita da venti affermazioni riguardanti caratteristiche della personalità e del comportamento a cui l’operatore deve assegnare un punteggio compreso tra 0 ( definizione che non è mai applicabile al paziente ), 1 ( qualche volta applicabile ), 2 ( sempre applicabile ). Il cut-off diagnostico per psicopatia è di 30, sotto tale soglia si parla di tratti psicopatici .Sopra punteggi pari a 30 si avranno sia aspetti impulsivi che narcisistici. Hare è collaboratori hanno condotto un analisi fattoriale sulle venti affermazioni e hanno costatato che esse fornivano informazioni riguardanti due aspetti diversi:

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DEVIANZA E ANTISOCIALITA’

 Fattore 1-tipologia narcisistica , fredda :un nucleo di personalità narcisistica,egocentrica,incapace di tenere in considerazione i sentimenti altrui e di provare sensi di colpa.  Fattore 2-tipologia impulsiva, calda: un nucleo comportamentale costituito da attività devianti, violente e criminali, che arrivano , in casi estremi , fino all’espressione di irrefrenabile distruttività. Hare ha successivamente distinto 3 categorie di psicopatici: 1. Psicopatici primari (colletti bianchi ) : appaiono esteriormente normali calmi ed educati,ma internamente sono incapaci di fare esperienza di qualsiasi tipo di emozione, raramente vengono colti in fragrante ma se ciò accade sono capaci di tirarsi fuori dai guai per le loro capacità oratorie 2. Psicopatici secondari ( soggetti che popolano le carceri ) : presentano problemi nella gestione di emozioni commettono reati e frequentemente vengono arrestati. 3. Psicopatici dissociali ( stalker,piu’ legato all’agito) : sono delinquenti favoriti al compimento di agiti devianti dall’ambiente a cui appartengono e dall’aver appreso modelli comportamentali errati,possono provare senso di colpa o instaurare relazioni affettive. Altri autori ( Cooke e Michie ) analizzando i dati raccolti tra persone con diagnosi di psicopatia hanno sostenuto che sarebbe piu’ comodo una ripartizione del costrutto di psicopatia in tre fattori : Personalità, Affetto , Comportamento . Neumann,Hare,Newman, ipotizzano l’esistenza di 4 fattori costituenti il costrutto di psicopatia: interpersonale, affettivo, impulsivo, antisociale. La psicopatia rappresenterebbe secondo questo modello un disturbo di personalità determinato dal fallimento in queste 4 aree. IL PUNTO DI VISTA DEL DSM Una prima classificazione dei disturbi di personalità come area relativamente autonoma e svincolata da altre psicopatologie si deve a Schneider. Nel dopoguerra si fece sempre piu’ forte l’esigenza di sistemi classificatori,nel campo dell’antisocialità il dipartimento di igiene mentale di New york definiva le caratteristiche della personalità psicopatica [ sessualità patologica ( omosessualità, erotomania,perversioni sessuali, immaturità sessuali ), emotività patologica ( personalità schizoide , ciclotimica, paranoide , instabilità emotiva), tendenze antisociali e amorali ( menzogna patologica, vagabondaggio, deficienza morale ), tipi misti ]. Tale elenco è importante poiché successivamente verrà tradotto nell’ICD-8. Nel DSM-I vi erano tre separate sezioni per i disturbi di personalità [ cardinal personality types ( personalità inadeguata, schizoide, ciclotimica e paranoide), personality trait disturbances ( emotivamente instabile,passivo- aggressivo,compulsivo: incapaci di mantenere equilibrio emotivo e autonomia in presenza di stress minimo o rilevante ) disturbi sociopatici ]. Soltanto nella seconda versione del DSM, apparve una diagnosi di

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DEVIANZA E ANTISOCIALITA’

disturbo specifico antisociale nella nuova sezione dedicata ai disturbi di personalità. Il disturbo antisociale era definito come individui non integrati nella società ma in conflitto con essa, incapaci di lealtà, egoisti, irresponsabili, incapaci di apprendere dall’esperienza. L’intera area di disturbi di personalità nel DSM-II soffriva di carenze psicometriche. Il modello di personalità antisociale che emerge dal DSM-III in poi si basa sulle ricerche empiriche e sulle teorizzazioni di Robins. Egli si accorse che vi era una certa stabilità e continuità tra i pattern comportamentali antisociali e l’emergere di psicopatia in età adulta. Il suo studio tentò di individuare la categoria diagnostica dei disturbi oppositivi nei bambini ( DC ). Punti cardine nel DSM-III divennero : 

Continuità del comportamento antisociale dell’infanzia



Comportamento anziché elementi strutturali della personalità.

Il secondo punto ha generato un ampia serie di dibattiti riguardanti la necessità di distinguere due categorie : antisocialità e psicopatia. In questo contesto il fattore F1 della PCL-R si riferisce alla psicopatia, invece, il fattore F2 si avvicina all’antisociale descritto nel DSM-III. Lo psicopatico è anche antisociale l’antisociale non è psicopatico. Nel PDM la tipologia passiva-aggressiva compare come sotto tipo del disturbo psicopatico di personalità seguita da quella aggressiva. La PCL risulta di fondamentale importanza nella distinzione tra antisocialità e psicopatia che nel DSM tendono a sovrapporsi, per via della vicinanza con l’aria narcisistica. Secondo alcuni autori è possibile ipotizzare una sorta di continuum: Narcisismo maligno => disturbo antisociale di gravità moderata => disturbo antisociale => tratti psicopatici => psicopatia . Akhtar sostiene che il narcisismo covert e molto simile al disturbo evitante. Con il DSM-III-R i disturbi di personalità vengono collocati nei 3 cluster: A(paranoide,schizoide, schizotipico), B(antisociale, borderline, istrionico e narcisistico),C(evitante, dipendente, ossessivo-compulsivo e passivo-aggressivo). In questa edizione si evince il tentativo di riaprirsi alla tradizione della psicopatia di Cleckley (comportamentale anziché intrapsichica) purtroppo questo tentativo si arresta con il passaggio al DSM-IV(i criteri vengono ridotti da 10 a 7). In questa edizione son inseriti due manifestazioni del disturbo della condotta: ad esordi...


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