Riassunto Devianza e criminalità di F. Williams e M. McShane - Sociologia giuridica e della devianza PDF

Title Riassunto Devianza e criminalità di F. Williams e M. McShane - Sociologia giuridica e della devianza
Course Sociologia giuridica e della devianza
Institution Università degli Studi di Genova
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sociologia giuridica e della devianza...


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Devianza e criminalità di Anna Carla Russo Riassunto del testo "Devianza e criminalità" di F. P. Williams e M.D. Mc Shane, che illustra in modo approfondito le varie teorie e concetti di devianza : teoria dell’anomia, teoria della tensione, teorie della subcultura, teoria delle opportunità differenziali di Clowars e Ohlin, teoria sulle classi inferiori di Miller, teoria dell’etichettamento, fino all'analisi di scuole di pensiero (scuola classica e scuola positivista, scuola di Chicago)

1. Definizione di teoria Tutti noi facciamo ricorso alle teorie, queste possono essere semplici o complesse. Le teorie possono essere concrete o astratte (risulta difficile collegare le teorie astratte direttamente con la realtà). Le teorie rappresentano un tipo di generalizzazione: spiegano il modo in cui due o più eventi sono in relazione. Si assume che le cause della criminalità siano “note” a tutti: una condizione familiare irregolare, cattive compagnie ecc ma queste non sono teorie e non sono valide perché sono semplicistiche. Infatti molto spesso i criminali provengono da famiglie e contesti opposti. Le teorie relative alla criminologia tendono ad essere complesse. Quando usiamo il termine crimine lo associamo a un ampia gamma di comportamenti illegali tuttavia i singoli atti criminali possono avere poche caratteristiche in comune. Una buona teoria è tale se è possibile: sottoposta a verifica – se è congrua con i risultati della ricerca empirica. Questi criteri derivano dalle scienze naturali. Nel caso della verifica una preoccupazione è l’uso di un singolo approccio nel misurare i concetti teorici. Se si usa una sola misura non è valida. Le tecniche e le misurazioni multiple sono sistemi di verifica migliori. Se il nostro approccio si basa su verifiche e misurazioni avremo una teoria QUANTITATIVA. Un diverso approccio p quello QUALITATIVO che permette di risolvere i problemi legati al carattere contingente dei risultati empirici e consistono in coerenza logica, capacità di dare senso a posizioni divergente e grado di sensibilizzazione. COERENZA LOGICA – la teoria non deve proporre relazioni illogiche e che sia internamente coerente. Uno dei problemi maggiori è quello dell’ordine temporale. CAPACITA’ DI DARE SENSO A POSIZIONI DIVERGENTI – significa che quando i risultati empirici indicano che ci sono due o più fatti opposti una teoria deve essere in grado di conciliarli. CAPACITA’ DI SENSIBILIZZAZIONE – inserisce la capacità di far concentrare l’attenzione su ambiti di ricerca nuovi. È importante per capire le varie sfaccettature del problema. NOTORIETA’ – anche questo elemento va preso in considerazione. Se una teoria diviene famosa presso i criminologi sembra essere una buona teoria. Questo non è corretto ma la notorietà deve essere inclusa tra i fattori che determina una buona teoria. Vi sono due tipi di teorie: TEORIE SPECIFICHE che mettono in risalto un problema particolare e formulano enunciazioni riscontrabili empiricamente METATEORIE che sono teorie delle teorie. Discutono i concetti usati e l’approccio. Come ad esempio le variabili. (una variabile indipendente è quando ne influenza un'altra – dipendente senza esserne a sua volta influenzata). Vi sono molte teorie e i criteri adottati per classificarle sono svariati.

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2. Definizione di teoria - Livelli di astrazione MACROTEORIE hanno un alto livello di astrazione. Tracciano un quadro sul funzionamento del mondo in cui inseriscono la struttura della società e considerano come il crimine si rapporta a questa struttura. Si concentrano sui tassi di criminalità (epidemiologia) più che su i crimini. Non parlano del comportamento individuale. Ne sono esempio la teoria dell’anomia e del conflitto. MICROTEORIE hanno un livello di astrazione minore; si basano sull’assunto che è meglio caratterizzare la società partendo da punti specifici ad es spiegando come le persone diventano criminali (eziologia). Un esempio sono la teoria del controllo sociale e dell’apprendimento sociale. TEORIE PONTE non rientrano nelle categorie precedenti. Tentano di spiegare il mondo e la struttura sociale sia come le persone diventano criminali. Un esempio sono le teorie della subcultura e delle opportunità differenziali. Queste teorie possono essere analizzate anche sulla base dei punti focali oggetto della loro spiegazione. Questo è il livello di spiegazione di una teoria. Spesso si dice che le teorie competano tra loro ma non è cosi esse affrontano aspetti diversi della criminalità. di solito gli schemi classificatori più comuni presentano due categorie una delle più tradizionali è quella classica e positiva. Le teorie classiche focalizzano le loro analisi sugli ordinamenti legali, le istituzioni dello stato e i diritti umani. Le teorie positiviste si concentrano sul carattere patologico del comportamento criminale, sul trattamento e sulla correzione dell’individuo e adottano un metodo scientifico per lo studio dei fenomeni criminali. La maggior parte delle teorie odierne sono positiviste. Un altro schema diffuso consiste nel dividere le teorie in: Strutturali – analizzano l’organizzazione sociale e i suoi effetti sul comportamento Procedurali – tentano di spiegare come le persone diventano criminali. Un altro schema è quello del consenso e del conflitto ovvero della vecchia e nuova criminologia. Le teorie del consenso sono quelle che si basano sull’assunto che tra gli individui di una società sussista un certo grado di consenso. I teorici del conflitto partono dall’idea che la società sia poco concorde e che le persone siano portatrici di valori conflittuali. In ogni società esistono sia conflitto che consenso. Un ulteriore modo per comprendere le teorie è tener conto della storia sociale. Gli studiosi infatti sono influenzati dal loro tempo. In ogni contesto si possono individuare due aspetti fondamentali: Contesto sociale – il mondo attorno a noi L’aspetto intellettuale – si riferisce all’influenza personale di docenti, amici, familiari e colleghi.

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3. Interpretazione del concetto di criminalità Le diverse interpretazione della criminalità e della giustizia penale che emersero nel 18 secolo sono definite come “scuola classica”. Due sono gli autori principali: Beccaria e Bentham. Loro proponevano di basare le leggi e l’amministrazione sulla razionalità e sui diritti umani. Tra le idee principali ritroviamo l’utilitarismo; il Due process of low (l’azione giudiziaria deve essere sottoposta al dettato della legge, cosi da ridurre al minimo l’arbitrarietà dei giudici), certezza delle sentenze, deterrenza. Sia la dichiarazione di indipendenza che la costituzione degli Usa recepiscono gli assunti della scuola classica. CONTESTO SOCIALE: Il 18 sec conobbe grandi cambiamenti: la vecchia aristocrazia venne messa in discussione, una nuova borghesia sorse. Le società si urbanizzarono. Le concezioni di proprietà cambiarono. La chiesa e l’aristocrazia si sentirono minacciare; l’etica protestante prometteva che il lavoro duro avrebbe portato ad un miglioramento della vita. Sorsero nuovi sistemi politici. Questo periodo fu caratterizzato da un alto livello di riflessioni teoriche e da espressioni artistiche. Si verificarono due rivoluzioni in America e Francia. Il sistema giudiziario fu segnato da profondi cambiamenti. Fondata sulle strutture religiose medievali la legge era il prodotto di interpretazioni giudiziarie e arbitrarietà. Le leggi scritte erano poche. CONTESTO INTELLETTUALE: Nel 18 sec prevalsero le idee riformatrici. Una corrente filosofica, il naturalismo sosteneva che l’esperienza e l’osservazione potessero condurre ad un ampia comprensione del mondo soprattutto se rafforzate dalla capacità di ragionare. I naturalisti si ribellavano all’autorità della chiesa. L’etica la morale e la responsabilità divennero i principali temi di discussione. La più importante spiegazione del comportamento era quella edonista: si dava per scontato che gli individui agissero per massimizzare il piacere e minimizzare il dolore. Bentham sosteneva che il valore del piacere è dato dall’intensità dalla durata e dalla certezza. Uno dei principali punti di vista era basato sui diritti naturali e giustificava l’esistenza dello stato creato dai cittadini per proteggere i diritti naturali, in seguito ad un contratto sociale definito tra governanti e cittadini. Per assicurare l’esercizio dei diritti civili lo stato implementa delle leggi che definiscono le procedure adottate nei confronti di ogni violazione e nello stesso tempo specifichino la natura degli atti illegali. Un crimine è un atto contro il sistema sociale: è un offesa morale contro la società. Ogni pena quindi è giustificata nella misura in cui serva a preservare il contratto sociale. Questo periodo fu contraddistinto dall’enfasi sulla dignità umana.

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4. Caratteristiche della Scuola Classica sul sistema legale La scuola classica contribuì ad una visione umanistica del sistema legale, l’edonismo assunto nella teoria viene visto come parte della natura umana. La legge doveva proteggere società ed individuo. Doveva essere un deterrente al comportamento criminale. I cittadini dovevano considerarle conseguenze dei loro comportamenti prima di agire. Bentham ritiene la punizione un male in sè. La deterrenza diviene l’unica giustificazione della punizione. La scuola classica distingueva due tipi di deterrenza: specifico o individuale (applicata all’individuo che avesse commesso un reato – ovvero infliggere un dolore sufficiente a controbilanciare il piacere ottenuto) l’altra generale o sociale (doveva servire a scoraggiare i rei potenziali). I teorici vedevano tre componenti della deterrenza: CELERITA’ la rapidità con cui una punizione viene applicata CERTEZZA il concetto di rendere una punizione certa ogni volta che si commette un reato SEVERITA’ la quantità di dolore da infliggere Il sistema americano è impostato in modo da commisurare la severità alla gravità di un reato. Beccaria e Benthan vedevano maggiori potenzialità se celerità e certezza erano maggiori. Il sistema giudiziario penale doveva rispettare i diritti di tutti, tutti erano uguali. Bisognava seguire il Due process of low, raccogliere le prove e partire dai fatti. Venne proposto di determinare le pene per legge. Beccaria sospettava che i giudici seguissero le loro inclinazioni personali. Bentham era contrario alla discrezionalità dei magistrati e considerava la necessità di dividere i livelli di razionalità dei rei. Divise i reati in classi e tipi, creò il calcolo felici fico, una combinazione elaborata di punizioni che dovevano tener conto di piacere, dolore e circostanze attenuanti. Ciò rileva uno dei problemi fondamentali ovvero come controbilanciare la pena al reato. Questo problema c’è tuttoggi dove i legislatori cercano delle sentenze commisurate. Beccaria disapprova le torture e la carcerazione preventiva che molto spesso portava alla morte. Gli esponenti di questa scuola erano contrari alla pena di morte. L’impatto di questa scuola si ritrovarono nella rivoluzione francese e americana che abbracciarono idee di uguaglianza libertà e diritto alla vita. La teoria che ne deriva era conflittuale e strutturale. La prima definizione si spiega con il fatto che i filosofi e gli studiosi di questo periodo intravedevano la necessità di limitare e controllare la natura umana. La scuola classica è strutturale perché mette in risalto l’effetto delle istituzioni sociali sulle persone.

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5. Scuola classica e politiche del sistema legale La scuola classica continua ad influenzare le politiche del sistema penale. Due concetti particolari sono ancora vivi: deterrenza e razionalità. Molti studi sono stati fatti sulla deterrenza per verificare se funziona ma si è visto che la grande maggioranza della ricerca dimostra che le sanzioni legale non sono un grande effetto deterrente. Oggi si parla di “criminale razionale” ovvero la condizione è frutto di una decisione individuale. L’individuo merita di essere punito. Pensarla in questo modo porta ad un risparmio in primis economico (si evitano programmi di recupero costosi e lunghi) inoltre il tutto è breve, il criminale è colpevole e va punito. Adesso si parla di teorie della scelta razionale che sostengono esista una connessione tra le opportunità di commettere un reato, le condizioni ambientali di una certa epoca e la prontezza del reo a commettere un crimine. La teoria punitiva del Just desert che ritorna alla concezione classica. I rei scelgono di violare e vanno puniti.

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6. Caratteristiche della Scuola Positiva I positivisti di ponevano lo scopo di ordinare e spiegare scientificamente il mondo attorno a loro. Essi vedevano il comportamento umano come determinato da tratti biologici psicologici e sociali. Le caratteristiche del pensione sono: una visione deterministica del mondo e l’interesse verso il comportamento criminale più che agli aspetti legali. L’uso di tecniche di ricerca scientifica, venivano raccolti i dati. Alla base dello studio del comportamento umano veniva posta la teoria dell’evoluzione. CONTESTO SOCIALE: Gli ultimi anni del 19 sec si caratterizzano per le numerose invenzioni e scoperte. La scienza diviene fondamentale; il progresso delle comunicazioni, furono introdotti l’auto, l’aereo, l’illuminazione. La medicina abbracciò la scienza. Freud sviluppò teorie psicanalitiche. Einstein formulò la teoria sulla relatività. L’applicazione della scienza ai problemi quotidiani. Un ruolo centrale ebbe la trasformazione delle società fondiarie in società complesse e industrializzate. Le rivoluzioni Francese e americana fecero sorgere un nuovo clima sociale. CONTESTO INTELLETTUALE: Tra le varie idee vi fu l’ascesa della “filosofia positiva” che sottolineava l’importanza delle esperienze verificate e sistematizzate rispetto alle pure speculazioni. Gli esseri umani erano ritenuti responsabili del proprio destino. Un secondo concetto importante fu quello di “evoluzione”, infine la criminologia fu influenzata dall’antropologia che fece emergere l’esistenza di società primitive.

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7. Caratteristiche del Positivismo Il positivismo è perlopiù una filosofia. Kaplan ne identifica due forme: la prima è il prodotto della filosofia illuminista incentrata sull’importanza della ragione. La seconda prende il nome di “positivismo logico” legata al ragionamento matematico. All’interno della sociologia stessa ci sono state diverse interpretazioni del termine positivismo. Uno degli elementi più importanti è l’interesse di classificare categorie per gni aspetto scientifico. Molti criminologi usano il termine positivismo per indicare un approccio che studia il comportamento umano attraverso l’uso del metodo scientifico tradizionale. È imperniato sull’osservazione sistematica, la raccolta di processi in una cornice deduttiva. I positivisti studiano il comportamento da una prospettiva biologica, psicologica e sociologica. Una parte notevole del sistema analitico del positivismo sociologico fu sviluppata da COMTE ritenuto il padre della sociologia. Il suo approccio è contraddistinto dall’importanza accordata alla formulazione di ipotesi verificabili, metodi comparativi, classificazione della società e studio della anormalità per comprendere la normalità. Il primo lavoro di criminologia di impronta positivista fu opera di QUETELET e GUERRY fra 1820/40 esaminarono statistiche sociali. Quetelet formulò il concetto di persona media e scoprì variazioni nei tassi di criminalità a seconda del clima e della stagione, in base al sesso e all’età. Un altro lavoro fu fatto da biologi e anatomisti che studi avevano il corpo umano infatti il comportamento criminale dipenderebbe da alcune anormalità sia fisiche che psichiche o che scaturiscono dalla società. DELLA PORTA mise le caratteristiche fisiche in relazione al comportamento criminale in particolare la forma del cranio. I principali esponenti della frenologia furono GALL e SPURZHEIM che ritenevano che le caratteristiche del cervello si riflettessero sui rigonfiamenti del cranio.

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8. I Positivisti italiani Gli inizi del positivismo vengono fatti risalire a tre studiosi: LOMBROSO considerato il padre della criminologia moderna, condusse osservazioni sistematiche, raccogliendo dati. Affermò che i criminali sono affetti da anomalie fisiche multiple di natura atavica o degenerativa. Questo caratterizza il prototipo che definirà “delinquente nato” senza moralità e rimorso. Egli distingueva tre tipi di criminali: malato mentale, epilettico e occasionale (influenzato dal contesto). Questo schema fu modificato da Ferri suo allievo che aggiunse autori di delitti passionali e delinquente abituale. ENRICO FERRI individuò altri fattori causali: fisico (razza, clima ecc) antropologico (età sesso psiche) sociale (costumi, religione ecc). GAROFALO si mostrò scettico riguardo le cause biologiche della criminalità. Riteneva che le popolazioni civilizzate nutrissero dei sentimenti profondi sul valore della vita e sui diritti; l’assenza di questi sentimenti indicava una mancanza di coinvolgimento nei confronti degli altri esseri umani individuando alla base di un comportamento criminale una combinazione di cause ambientali, contingenti e naturali, definiva questa attitudine anomalia fisica o morale. Coniò la definizione di crimine naturale nella quale ricomprese tutti gli atti ritenuti criminali.

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9. I Positivisti esteri Seguendo i lavori dei positivisti italiani vennero compiuti significativi sforzi nel campo biologico. Furono esaminati precedenti familiari per individuare un ereditarietà. DUGDALE studiò sei generazioni e dedusse che i comportamenti sono ereditari. BINET mise a punto dei test di intelligenza allo scopo di spiegare la criminalità per mezzo dei concetti di labilità mentale o mancanza di intelligenza. GODDARD condusse uno studio che metteva a confronto due rami familiari discendenti da un soldato la prima discendeva dalla relazione con una barista la seconda con una rispettabile donna. Emerse che i figli nati dalla barista avevano comportamenti devianti e antisociali. Le teorie della tipologia fisica sostengono che certe caratteristiche del corpo sono fondamentali per la predisposizione ad atti criminali. SHELDON propose tre categorie definite Somatotipi. Ectomorfo – individuo magro e gracile introverso e timido Mesomorfo – muscoloso, ossa larghe aggressivo ed estroverso Endomorfo – grasso rilassato, gioviale ed estroverso. Sheldon dedusse che i mesomorfi erano solitamente le caratteristiche dei delinquenti. Le ricerche condotte sui gemelli sono gli esempi più interessanti sugli studi genetici. Si ritiene che se un gemello è criminale lo sarà anche suo fratello. Rimane in dubbio il ruolo sociale sui gemelli. Le ricerche sui figli adottivi dimostrano come i bambini dovrebbero ricalcare i comportamenti dei genitori biologici. Molti si sono ispirati a Freud anche se questo tratta della criminologia in modo marginale. Molti hanno esaminati gli effetti del conflitto inconscio sul comportamento criminale. HEALY esaminò i giovani all’interno di n istituto psichiatrico ciò che emerse è che tutti avevano subito un trauma emotivo. Altri approcci riguardano le differenze di personalità come nel caso dei test sulla personalità fatti nel Minnesota, i ricercatori hanno scoperto che i giovani detenuti raggiungono un punteggio più alto dei normali, ritenendo cosi che la psicopatia è causa di delinquenza. Sul versante sociologico i primi approcci positivistici spiegano il comportamento individuale e i tassi di criminalità a livello sociale. TARDE sostiene L’idea che il comportamento comprenda un processo di “imitazione” degli altri. Distinse comportamenti a breve termine (moda) e a lungo termine (abitudine). Gli studi nel campo della biologia criminale continuano con le ricerche di CHRISTIANSEN MEDNICK, GABRIELLI, HUTCHINGS. Il lavoro di Mednick è definito “teoria biosociale” è uno studio esemplare del moderno orientamento...


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