Docsity appunti storia della scienza a a 2020 2021 univr PDF

Title Docsity appunti storia della scienza a a 2020 2021 univr
Author Mirko Vaccari
Course Storia della scienza (i)
Institution Università degli Studi di Verona
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Appunti Storia della Scienza A.A. 2020-2021 UniVr Filosofia Università degli Studi di Verona 42 pag.

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STORIA DELLA SCIENZA 10 novembre 2020

Storia storica della scienza Nell’analisi storiografica si distinguono due livelli: - l’accertamento dei fatti attraverso la consultazione e il confronto delle fonti - interpretazioni degli accadimenti La verità e falsità di una fonte è facilmente accertabile, l’interpretazione deriva dalla persona e dal suo intento, dal contesto di studio, dalla sua ideologia. È normale che in ogni discussione storica vi sia un conflitto delle interpretazioni le quali possono convivere; non tutte le interpretazioni sono accettabili e la discussione tra gli storici è per lo più sull’attendibilità delle ipotesi; tale accettabilità si valuta cercando di verificare se le fonti confermano l’interpretazione. Il conflitto delle interpretazioni non può essere eliminato (è democratico) ma non si può dire qualsiasi cosa del passato. Le interpretazioni non sono mai letture del passato ingenue e prive di conseguenze, l’immagine che noi abbiamo del passato, costruita attraverso la storiografia, costruisce anche l’identità del presente e pone le basi per il futuro. Storiografia della scienza -> nel Settecento emergono delle analisi organiche della storia della matematica, della scienza scritte dagli scienziati stessi. Il limite di queste prime ricostruzioni è che risentono dell’idea illuministica di progresso (la storia umana e le sue manifestazioni è destinata a un progresso graduale e inarrestabile) che faceva trionfare il principio della ragione sperimentale, empirica in tutti gli ambiti dell’azione umana. Concezione problematica perché l’andamento dello sviluppo della scienza non è lineare. Nell’Ottocento lo studio sul passato della scienza si è giovato dello sviluppo della storiografia generale (si afferma la Scuola Storica Tedesca, Leopold von Ranke) ispirata ai principi del positivismo (studio della natura e della storia strettamente legato alle fonti): nel campo della storia della scienza significava pubblicare edizioni filologicamente sofisticate dei grandi codici scientifici (Aristotele, Archimede, Euclide, Tolomeo, Ippocrate ecc.). È una storiografia che si basa sul presupposto che le fonti sono indispensabili e che parlano da sé, non ci sono grandi interpretazioni da fare, si valutano le fonti oggettivamente. Questa storiografia è oggi abbandonata ma non alcuni dei risultati che ha prodotto. Nel Novecento la storia della scienza nasce come disciplina accademica, quando nel 1912 (USA) George Sarton fonda la rivista Isis. L’idea è di togliere le scienze dall’isolamento culturale ricollocandole nel tessuto delle idee filosofiche, religiose, umanistiche, artistiche; guardano soprattutto allo sviluppo delle idee, quello che interessa è la trasformazione dei quadri concettuali. Negli anni ’30 (URSS e UK) nasce un approccio sociologico alla conoscenza scientifica: non era possibile spiegare lo sviluppo di certe idee prescindendo dal contesto sociale in cui avevano operato gli scienziati. Alexander Koyré, studiose francese che ha dato un significativo alla posizione di Isis e Sarton mettendo in risalto come il fattore decisivo nell’elaborazione di determinate concezioni è costituito dalle convinzioni religiose, filosofiche e metafisiche degli scienziati. Voleva mostrare come componenti a volte non avvertite dagli scienziati perché scientifiche non sono, svolgano un ruolo decisivo nell’accettazione o rifiuto di ipotesi sperimentali, scientifiche. Negli anni ’50 e ’80 la storia della scienza ha avuto un boom come disciplina accademica. Ci si è concentrati soprattutto sull’analisi storico-concettuale delle grandi

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rivoluzioni scientifiche europee tra Cinquecento e Ottocento: capire per esempio come è avvenuta la rivoluzione astronomica a partire da Copernico, la nuova fisica tra Galileo e Newton, come si è trasformata la chimica, come si sono modificate le scienze naturali; la seconda rivoluzione scientifica con la teoria della relatività e la teoria quantistica. Dagli anni ’80 si è sviluppato l’orientamento detto costruttivismo sociale della scienza (prospettiva di analisi dei fenomeni scientifici che deve molto alla sociologia della scienza e a Thomas Kuhn) il quale afferma che il condizionamento sociale delle attività scientifiche non si limita al fatto che il sovrano finanzia lo scienziato per determinate ricerche, ma esiste un condizionamento sociale più profondo e a un livello diverso, cioè all’interno della comunità dei ricercatori: la ricerca scientifica è stata sempre di più un lavoro di gruppo e nel laboratorio i ricercatori sono impegnati in un continuo negoziato per stabilire criteri, grandezze, soglie di errore, concetti rilevanti; tutto ciò avviene attraverso un’interazione quotidiana per cui il risultato, la scoperta è un prodotto di un collettivo di pensiero. Questa visione della scienza come risultato di un collettivo di pensiero porta ad una concezione più modesta della ricerca come attività intellettuale umana risultato di una interazione umana intensa che però non è caratterizzata da purezza razionale e logica, dipende anche da elementi circostanziali e materiali in cui pregiudizi, interessi, presupposti non esplicitati giocano un ruolo importante. Visione della scienza meno idealizzata, non si demolisce la credibilità della scienza ma se ne evidenzia il carattere umano e storico. Thomas Kuhn. Molto discusso e avversato da molti scienziati, è stato uno degli ispiratori dell’epistemologia post-positivistica e ha lasciato un’impronta fondamentale. Il suo lascito ci è utile per alcune riflessioni per capire l’idea di scienza come attività umana non troppo diversa dalle altre. Ne La struttura delle rivoluzioni scientifiche è possibile sintetizzare la proposta teorica di Kuhn in cinque concetti fondamentali: - paradigma scientifico -> per Kuhn è una teoria o un insieme di teorie che per un periodo di tempo domina un campo di ricerca es. la meccanica di Newton, la chimica di Lavoisier, la teoria dell’evoluzione di Darwin. Ogni epoca e ogni disciplina è dominata da un paradigma scientifico prevalente che consiste nell’insieme di interpretazioni coerenti dal punto di vista logico e per il riscontro con la realtà studiata che la maggior parte degli scienziati condivide. Nessuna epoca della storia non è mai mono-paradigmatica. - Scienza normale -> insieme delle attività di ricerca fondate sul paradigma dominante, è ciò a cui si dedicano gli scienziati che condividono il paradigma e lo applicano. Kuhn definisce le attività della scienza normale come risoluzioni di e puzzle: si tratta di mettere al loro posto i tasselli in un quadro già dato che è il paradigma (teoria che intende spiegare universalmente tutti i fenomeni di un certo tipo). Con questa espressione Kuhn sottolinea che quando prevale un paradigma si tratta di far quadrare i conti ogni volta che emerge un fenomeno nuovo, si cerca di riscontrare nel nuovo fenomeno le stesse regolarità riscontrate in altri fenomeni. - Anomalia -> capita nelle attività di indagine di scienza normale che alcuni fenomeni resistano alla interpretazione fatta mediante il paradigma, sembra non funzionare la spiegazione tradizionalmente attribuita a fenomeni analoghi. Gli scienziati sanno che prima o poi (visto che la natura è semplice e costante nelle sue leggi) riusciranno a ricondurre anche l’anomali alle leggi fondamentali di quel campo di fenomeni. Questa anomalia spesso viene risolta modificando il paradigma rendendolo più flessibile. - Capita regolarmente nella scienza che si inizino a notare anomalie ripetute e quando queste si moltiplicano e resistono a tutte le ristrutturazioni del

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paradigma inizia la fase di scienza straordinaria -> fase incerta e controversa in cui i sostenitori del vecchio paradigma lo difendono assiduamente. È un momento in cui la crescita di dubbi e perplessità si associa alla volontà di un numero sempre maggiore di ricercatori di innovare il proprio campo teorico, ciò porta all’emergere e all’affermarsi di un nuovo paradigma che ad un certo punto conquista la maggioranza del campo teorico di quella disciplina sostituendosi al precedente portando a compimento una rivoluzione scientifica. Rivoluzione scientifica (nuovo paradigma) -> è il momento in cui la maggioranza di una comunità di specialisti si convince che una nuova teoria è più efficace e convincente della vecchia perché spiega tutto ciò che già si sapeva e anche tutte le anomalie emerse. Da qui si ritorna al paradigma scientifico e riparte il processo.

Conseguenze: - Secondo Kuhn con l’affermazione di un nuovo paradigma non si sta perfezionando il vecchio ma lo si sostituisce completamente come se si cambiasse modo di vedere le cose per comprenderle in termini concettuali: riorientamento gestaltico (gestalt -> scuola della psicologia individuale che studia come i nostri sensi organizzano le immagini, i suoni, e ha scoperto che il nostro cervello in maniera irriflessa distingue i fondo dal primo piano, individua le forme prevalenti per rendere immediatamente leggibile la realtà circostante; mostra come i nostri sensi possono essere anche ingannati nella percezione degli oggetti: es. il profilo di una montagna diventa il profilo di una persona, le forme delle nuvole): con la rivoluzione scientifica i nuovi concetti comportano una reinterpretazione globale di tutta la realtà naturale di cui si occupano. - Dimensione sociale della scienza -> l’emergere di anomalie stimola un gruppo di studiosi a immaginare una spiegazione coerente diversa da quella dominante; Kuhn ci sono una serie di fattori sociali, generazionali, economici e di carriera che spingono gli innovatori alla lotta, alla controversia verso i tradizionalisti e li motivano per demolire il vecchio paradigma. Ovviamente devono essere scienziati di ottimo livello, devono avere delle intuizioni efficaci e verificate dalla sperimentazione ma non è solo questo. 11 novembre 2020

Nel passaggio da un paradigma all’latro si può parlare di progresso della scienza? Per Kuhn il termine progresso è da scartare perché nella tradizione storica e filosofica esso era considerato come un processo incrementale di aggiunta o perfezionamento di quadri teorici precedenti. Vicino a questo significato di progresso vi è un’idea della ricerca scientifica come di un processo di graduale approssimazione ad una verità latente. Ma il passaggio tra un paradigma e l’altro è rivoluzionario e ciò significa discontinuità, è l’affermazione di un modo completamente diverso.  quella di Kuhn è una epistemologia post-positivistica perché nei primi decenni del Novecento la filosofia della scienza era dominata da gruppi di filosofi e scienziati soprattutto attivi a Vienna, Berlino e Chicago che si denomina neo-positivismo o positivismo logico; tra il 1915 e 1938 questi filosofi avevano perfezionato un’idea di conoscenza scientifica che riconosceva solo alla logica, alla matematica e all’accuratezza sperimentale i criteri in base ai quali una teoria trionfava rispetto ad un’altra. Nella epistemologia positivistica di inizio Novecento non si consideravano i fattori sociali ed extra scientifici che secondo Kuhn e i successori sono presenti e in molti casi fondamentali per la formazione delle teorie. Kuhn è l’esempio migliore per capire come mai oggi la ricostruzione della storia della scienza tiene anche in considerazioni i contesti in cui i ricercatori operano. -

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Rivoluzione scientifica -> trasformazione delle concezioni della natura e degli strumenti con cui la cultura dell’Occidente ha studiato i fenomeni naturali. Trasformazione avvenuta tra la metà del 500 e gli ultimi decenni del 600: 1543 data di pubblicazione del De revolutionibus orbium coelestium di Niccolò Copernico (si avanza l’ipotesi del moto della Terra attorno al Sole) – 1687 data della pubblicazione de I principi matematici di filosofia naturale di Isaac Newton (raccoglie i risultati di più generazioni di studiosi per dare un quadro coerente di questa nuova concezione della natura). La nozione di rivoluzione scientifica è oggi oggetto di discussione: fino a che punto è ancora valida, quali limiti ha, se può essere ancora usata come chiave di lettura delle culture scientifiche tra Cinque e Seicento? - Studiosi sottolineano l’importanza della scienza antica e del suo carattere rivoluzionario: Lucio Russo sostiene che tra il III sec. a.C. e il II sec. d.C. ad Alessandria d’Egitto con la costituzione del museo e della biblioteca si sia costituito un contesto di elaborazione del sapere scientifico che ha costituito una rivoluzione rispetto al sapere antico. Galeno per la medicina, Tolomeo per l’astronomia, Archimede per la fisica matematica, Euclide per la geometria -> questi autori hanno lavorato in un contesto non isolato ma con relazioni reciproche e con il potere dell’epoca. - La perplessità sta anche nella stessa nozione di rivoluzione evento drammatico e improvviso -> gli studiosi hanno accettato e accertato che si tratta di un processo della durata di almeno un secolo e mezzo durante il quale i protagonisti di tale trasformazione erano portatori insieme di idee innovative e tradizionali; la rivoluzione è percepibile nella sua completezza solo al termine di questo processo, negli stadi intermedi si verificarono degli slittamenti progressivi che hanno posto le basi per una completa emancipazione dal paradigma precedente. È una rivoluzione sì ma processuale e distribuita su piani diversi, con protagonisti diversi in epoche e generazioni diverse. - Perplessità che emerge dal fatto che si ritiene la nozione di rivoluzione scientifica viziata da eurocentrismo, ciò avrebbe oscurato altre importanti esperienze di ricerca scientifica come quella cinese, indiana, dell’Islam. È indubbio che la storiografia fatta da europei e americani negli ultimi anni ha portato a concentrarsi sul ruolo della rivoluzione scientifica in Europa però è innegabile che a seguito del colonialismo le conquiste della scienza europea sono diventate punto di riferimento per la ricerca scientifica di tutto il mondo. 1453-1543 -> secolo nel quale nel mediterraneo si verificano una serie di processi che creano le condizioni all’interno delle quali la filosofia naturale (la scienza) acquista un ruolo nuovo. Eventi e trasformazioni del Mediterraneo con impatto diretto sulla possibilità degli scienziati di sviluppare i propri progetti e acquisire un ruolo decisivo: - 1453 anno in cui Costantinopoli cade assediata dai turchi e finisce l’Impero Romano d’Oriente; la cultura islamica prende il controllo dell’Asia Minore e si espande verso i Balcani creando una minaccia per l’Impero asburgico. Questo momento provoca la migrazione dei sapienti bizantini che saranno accolti nelle corti italiane e insegnano il greco antico all’Europa che ne aveva perso la memoria. Molte figure importanti tra cui Marsilio Ficino (umanista e neoplatonico fiorentino) torneranno a leggere i testi greci in originali e tradurli senza utilizzare le traduzioni medievali. I sapienti bizantini portano anche una serie di testi greci che l’Occidente aveva perso come La geografia di Tolomeo, le opere di Galeno, le opere dei pitagorici, le opere di Ippocrate, di Euclide, Archimede e altri. 1453 anno di conclusione della Guerra dei cent’anni -> dal 1339 Francia e Inghilterra si scontrano militarmente per il controllo dei feudi britannici in

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territorio francese; la guerra si conclude con l’espulsone dei britannici dal continente europeo e si definiscono i due stati (Francia e Inghilterra). La Guerra dei cent’anni è uno dei processi politici-diplomatici-militari che portano alla nascita degli stati nazionali che favoriscono la costituzione di monarchie in controllo di un territorio unificato e capaci di estromettere le aristocrazie feudali dai privilegi locali. Con la nascita degli stati nazionali le monarchie cominciano a dotarsi di una burocrazia, di una fiscalità e di funzioni che lo stato medievale non conosceva -> queste funzioni vengono assegnate a tecnologi e scienziati. 1454 gli stati regionali italiani (Milano, Venezia, Toscana, Stato della Chiesa e Napoli) stabiliscono con la Pace di Lodi una tregua di lunga durata destinata a consolidare un equilibrio pacifico tra queste regioni dopo una fase dove Venezia e Milano avevano tentato di assumere il controllo della Penisola. Questa pace determina una distribuzione delle risorse finalizzate al prestigio delle case regnati regionali che avvantaggia gli intellettuali creando opportunità inedite. 1455 anno di invenzione della stampa a caratteri mobili, evento con effetti enormi: crea il mercato librario (opportunità di guadagno per stampatori e autori), consente una diffusione enorme dei testi verso tutti coloro che sapevano leggere (poi con pubblicazione anche verso il popolo). 1492 anno di scoperta dell’America e indicativa di tutta la fase delle scoperte geografiche promossa essenzialmente dai portoghesi (Bartolomeo Diaz, Vasco da Gama) e proseguita poi da altri (Magellano). Si sposta l’asse dei commerci e decade la centralità del Mediterraneo. A livello della ricerca scientifica questo periodo significa accrescimento dell’importanza degli strumenti della navigazione (e di tutte le conoscenze geografiche e astronomiche collegate) e al ritorno dai viaggi di scoperta gli europei possono entrare in contatto con oggetti naturali completamente diversi da quelli del bacino Mediterraneo di cui nessuna fonte greca dava conto. 1517 anno di proclamazione delle 95 tesi di Lutero affermando che la Chiesa di Roma è ereticale e chiedendo ai principi tedeschi di prendere le distanze dal potere della Chiesa di Roma -> inizio riforma protestante e fine dell’universalismo cristiano (concezione che aveva dominato per 12 secoli il medioevo). Fase estremamente conflittuale tanto dal punto di vista dottrinale che politico-militare che si conclude con la pace di Vestfalia del 1648. Superare l’universalismo cristiano significa infrangere l’unità dottrinale, affermare la possibilità di interpretazioni diverse del divino e ciò suggerisce che tale pluralismo di opinioni sia applicabile ad altri ambiti. Tra 1545 1563 la Chiesa di Roma organizza il concilio di Trento con lo scopo di riformare la chiesa di Roma guarendola dalla decadenza e di ribadire le verità dogmatiche del cattolicesimo contro le affermazioni ereticali dei protestanti ne consegue l’istituzione della Santa Inquisizione Romana che dal 1542 deve sorvegliare tutte le attività di stampa e scrittura nei territori soggetti ai cattolici per evitare la diffusione del pensiero protestante e di idee potenzialmente eversive, viene creato l’Indice dei libri proibiti -> le autorità religiose intervengono nella diffusione delle opere. 16 novembre 2020

Una delle figure più emblematiche di questa fase è Leonardo da Vinci che ci consente di evidenziare caratteristiche molto diffuse e significative di questa fase. Figura ricca e complessa. Oggi disponiamo di 28 codici (circa 6000 pagine manoscritte) realizzati dopo la morte di Leonardo. I tre più importanti esperti sulla figura di Leonardo sono Martin Kemp, professore di storia dell’arte, Domenico Laurenza che ha pubblicato recentemente l’edizione digitalizzata del codice Leicester (uno dei testi fondamentali della scienza di Leonardo) e Carlo Pedretti (storico dell’arte); grazie a questi tre studiosi esiste un’edizione nazionale degli scritti e dei disegni di Leonardo. Leonardo assomma una serie di caratteristiche che ritroviamo nei suoi contemporanei senza nulla togliere alla sua genialità.

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Tradizionalmente Leonardo è stato oggetto di una visione celebrativa che insisteva sulla sua genialità individuale in riferimento alle sue anticipazioni scientifiche e te...


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