Dopo il Movimento Moderno di Josep Maria Montaner PDF

Title Dopo il Movimento Moderno di Josep Maria Montaner
Author Matteo Bertoni
Course Storia dell'architettura 2
Institution Politecnico di Milano
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Riassunto de "Dopo il Movimento Moderno" di Josep Maria Montaner...


Description

DOPO IL MOVIMENTO MODERNO Parte prima Capitolo primo Manifestazioni di una prima evoluzione (1930-45) Lasciti del movimento moderno:    

Difesa funzionalistica del protagonismo dell’uomo Progettare tramite ragione e metodo La tecnologia trasforma positivamente la vita quotidiana Affermazione del valore sociale di architettura ed urbanistica.

Avanguardie: autori tra 1910 e 1930 che propongono innovazioni trascendentali. Movimento Moderno: fase di estensione, internazionalizzazione e realizzazione delle impostazioni teoriche dalla fine degli anni 20. 1929-30: periodo di assestamento dell’architettura moderna e di diffusione del Metodo Internazionale. Allo stesso tempo entra in crisi le avanguardie (come la Siedlungen tedesca) proprio all’inizio della diffusione dell’architettura moderna. Le generazioni successive la scelta era: continuare a sviluppare lo Stile Internazionale o allontanarsi creando alternative tramite nuovi esperimenti. I CIAM sono l’espressione più evidente del proseguimento dello Stile Internazionale: architetti di città e paesi differenti mantengono inalterato il modo con cui si fanno analisi, spiegazioni grafiche, valutazioni di problemi nelle diverse città e adottano uguali impostazioni nel momento della progettazione di soluzioni. Esposizione The International Style 1932 avvenuta al MOMA di New York tramite l’idea di Philip Johnson, Alfred Barr e Henry-Russel Hitchcock: esposizione di foto e piante di circa 70 progetti, ipotizza già uno stile internazionale. I 3 principi formali fondamentali:   

Architettura come volume, più un gioco di piani che di massa; Predominio della regolarità nella composizione, sostituita alla simmetria assiale accademica; Assenza di decorazione aggiunta, motivata dalla perfezione tecnica e dalla espressività dell’edificio, a cominciare dal dettaglio architettonico e tecnico.

La seconda generazione di architetti del Movimento Moderno (A. Roth, L. Sert, F. Léger, S. Giedion) mette in atto l’ortodossia dell’architettura Moderna: difesa del valore della storia, importanza del contesto, valori umani, recupero del concetto di monumentalità, allegria, orgoglio ed emozione. Un altro fenomeno contro il Movimento Moderno lo si ha con il ritorno e sviluppo del classicismo. Dall’uomo ideale all’uomo comune: dal tipo di uomo incarnato dal Modulor, si passa ad una visione più reale dell’uomo e dei suoi bisogni con E. N. Rogers, A. e P. Smithson e J. A. Coderch.

Capitolo secondo La diffusione del Metodo Internazionale Secondo Rogers: il Movimento Moderno è l’espressione di un metodo che ha tentato di stabilire nuove e più chiare relazioni tra i contenuti e le forme entro la fenomenologia di un processo storico-pragmatico, sempre aperto, che come esclude ogni apriorismo nella determinazione di quelle relazioni, così non può essere giudicato per schemi. La continuità dell’ortodossia dopo la II Guerra Mondiale è mantenuta da W. Gropius (grattacielo Panam, copia del Pirelli), P. Johnson (Glass House, Lincoln Center), Skidmore, Owings, Merril (Lever House, primo grattacielo con base orizzontale sormontato da un volume verticale), L. Martin (Royal Festival Hall a Londra). In Germani la ripresa è più lenta a causa della ricostruzione ma si va verso più l’agilità, la varietà e l’adattabilità. L’esempio di Mies van der Rohe: continuità con il Metodo Internazionale espressa attraverso i suoi due modelli architettonici preferiti, padiglione espositivo e grattacielo trasparente. La sua esperienza americana modifica questi modelli: padiglioni diventano meno trasparenti, fluidi e flessibili; i grattacieli perdono forme cristalline, organiche e libere per trasformarsi in prismi autonomi. Concetto di spazio universale: esempio il padiglione che è capace di svolgere molteplici funzioni, è una tesi anti-funzionalistica poiché determina l’inversione del rapporto di preminenza della funzione sulla forma. Il contributo latino-americano: America Latina ed Est europeo, sono le aree dove verrà messo in pratica il Metodo Moderno. Gli artisti sono: Niemeyer e Costa in Brasile, Duhart in Cile, Barragàn e Candela in Messico, Villanueva in Venezuela e Testa in Argentina. L’architettura nei paesi dell’Est: con la fine della guerra si perde il linguaggio classico (pilastri e modanature) in favore della tradizione più produttivistica fatta di prefabbricati, senza tener conto di futurismo, suprematismo e costruttivismo. Punti di contatto con il Movimento Moderno sono la pianificazione centralizzata ed edilizia popolare. Uso di prefabbricati determina la base della costruzione in serie e la soppressione di ornamenti e torri.

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Lo sviluppo dell’urbanistica razionalistica: lo scopo della ricostruzione post-bellica delle città furono i principi di controllo, frammentazione, segregazione, produzione in serie e prefabbricazione. La logica era: suddividere per controllare ogni zona monofunzionale. Il modello delle New Towns inglesi si ispira ai principi dell’urbanistica razionalistica, infatti si colloca a metà strada tra città-giardino e nuove tendenze urbanistiche. Uno tra i più attivi urbanisti fu Le Corbusier con i vari piani di Ville Radieuse (1935). Brasilia disegnata da Lucio Costa (1960) secondo i principi della città razionalistica, della Carta di Atene e della Ville Radieuse, ovvero lo Zoning. L’evoluzione dei CIAM: svolti tra ’28-’56. 1.

1928, castello svizzero La Sarraz, presiede Karl Moser: fondato il principio secondo cui i problemi dell’architettura moderna vanno posti e risolti nell’ambito delle singole realtà ed economico-industriali. 2. 1929, Francoforte, presiede Ernst May: studio dell’alloggio minimo. 3. 1930, Bruxelles, presiede Victor Burgeois: metodi costruttivi razionali (case alte, medie, basse di Gropius). 4. 1933, a bordo del Patris II Marsiglia-Atene, presiede Le Corbusier: città funzionale e redazione della Carta di Atene. Uniformità di rappresentazione, stabilite 4 funzioni pari a 4 aree della città (lavoro, abitazione, riposo e circolazione + problema del patrimonio storico). 5. 1937, Parigi, presiede Le Corbusier: Abitazione e ricreazione. 6. 1947, Bridgewater: riaffermare i compiti fondamentali dei CIAM. 7. 1949, Bergamo: iniziano i conflitti interni, partecipano studenti e imposizione di architetti liberali. I temi sono la relazione tra architettura e arti plastiche, formazione professionale nelle scuole di architettura e riforma della legislazione edilizia. 8. 1951, Hoddesdon, presiede Sert: tema fu il cuore della città, inteso come centro civico e rappresentativo della città moderna più che centro storico. Ogni area un centro/cuore. 9. 1953, Aix-en-Provance: i futuri componenti del Team 10 criticano lo schematismo della Carta di Atene. 10. 1956, Dubrovnik: fine dei CIAM ed inizio del Team 10. Le vicende del Team 10: intenzione di continuare con cambiamenti significativi la nuova tradizione moderna. Metodo empirico e pragmatico anziché quello sistematico dei CIAM. Ogni architetto illustra ed analizza il proprio progetto davanti a tutti. L’architettura moderna non deve esprimere uno stile ma deve scaturire da un modo di pensare, di affrontare la soluzione dei problemi, di progettare. Pilastri del Team 10 sono: Bakema, Candilis, van Eyck e gli Smithson. Prima riunione ad Otterlo nel ’59. Seconda riunione ad Urbino nel ’66. Lasciava piena libertà di espressione in campo architettonico. La figura ideologica dell’architetto liberale: con l’affermarsi del modello neocapitalistico più liberale ed aperto, i consumi e l’offerta diversificata svolgono un ruolo predominante nel favorire relazioni sociali, l’architetto quindi si inserisce nel contesto della società post-industriale trovandosi in sintonia con le nuove necessità della società. Evoluzione della figura nel XX secolo: il progettista artigiano diventa sempre più specializzato, perde l’autonomia solitaria e nascono i primi grandi studi di architettura.

Capitolo terzo Caratteristiche formali dell’architettura della Terza generazione La cosiddetta terza generazione: -

Prima generazione: i protagonisti del Movimento Moderno (Gropius, Asplund, Mies, Le Corbusier, Mendelsohn, Rietveld, Oud, Duiker, Neutra, Schmidt, Scharounm, Lurcat. Seconda generazione: Aalto, van der Broek, Buckminster Fuller, Sert, Costa, Breuer, Jacobsen, Roth, Terragni, Eiermann, Sakakura, Mayekawa, Johnson, Niemeyer, Bill. Terza generazione: Kahn, Rogers, Scarpa, Gardella, Martin, Reidy, Saarinen, Tange, Candilis, Coderch, Soltan, Bakema, Erskine, Lasdun, Wogenscky, Utzon, van Eyck, De Carlo, Josic, Woods, A. e P. Smithson, Fehn, Guedes, Stirling. Quarta generazione: Venturi, Rossi, Hertzberger, Siza, Correa, Milà, Bohigas, Martorell.

La terza generazione intendeva conciliare la volontà di continuità rispetto alle tesi dei maestri del Movimento Moderno e l’impulso verso un necessario rinnovamento. Sculture su piattaforma: cambio di paradigma formale, ovvero dall’uso esclusivo di modelli meccanicistici all’impiego di un sistema aperto nel quale predomina il contesto, la natura, il sociale, l’espressività delle forme organiche e scultorie, la struttura dei materiali. Abbandono del modello metropolitano e recupero del rapporto tra uomo e natura. Il contesto urbano acquista maggior importanza poiché gli edifici non vengono considerati più isolati ma integrati nell’ambito topografico ed urbano, iniziando ad introdurre termini come paesaggio urbano e preesistenze ambientali. Questa evoluzione fu grazie anche alle nuove scienze sociali come sociologia, antropologia, economia sociale, psicologia sociale. Negli anni 50 si inizia a progettare gli edifici su piattaforme, come fece in un progetto Le Corbusier per il Complesso delle Nazioni Unite a New York. Quindi si acquista monumentalità e lo spazio urbano viene qualificato diversamente, ovvero in base alla relazione volumetrica che si stabilisce tra gli edifici. La ricerca di nuove forme di espressione: nuova concezione dell’edificio frammentando e spezzando la sua forma per evitare la monotonia della facciata ed inoltre si sperimentano coperture molto più espressive. Abbandono del funzionalismo ingenuo, definito così da Rossi. La copertura viene considerata elemento base di ogni edificio pubblico, l’elemento che permette di sviluppare una maggiore espressività. L’architettura degli anni 50 si distingue da quella degli anni 20 per il passaggio da forme compatte, prismatiche e chiuse a forme aperte, articolate e frammentate.

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Si passa quindi da una concezione fisica basata su forme piane, sulla percezione plastica e visiva e sulla tendenza all’astrazione ad una concezione culturale basata su materia e sulla percezione culturale basata sulla materia e sulla contestualizzazione. La revisione formale prende due direzioni: verso una ricerca di nuove forme di espressione in primis e una tendenza al recupero di una antica fonte di ispirazione come l’architettura popolare e anonima. La crisi del paradigma della macchina: Luis Barragàn e Josè Antonio Coderch: abbandono dell’estetica della macchina. La casa Ugalde e l’edificio per abitazioni nella Barceloneta di Coderch sono l’esempio dell’evoluzione dell’architettura moderna attraverso la reinterpretazione dei linguaggi popolari con forme organiche ed espressionistiche. Cassa Ugalde con forme curve per adattarsi alla topografia, mentre il secondo perde di ortogonalità per un’idea più intima dell’abitare. Alcuni architetti tendono ad abbandonare i modelli della macchina da abitare a favore di una reinterpretazione dei valori formali espressi dalla città, dalla natura e dalle culture preindustriali o di una ricerca di valori umani, psicologici o autobiografici. Le Corbusier e la terza generazione: la cappella di Ronchamp: le tre opere (casa Boulogne-sur-Seine, progetto di Cité Permanente e Maisons Jaoul) richiamano già l’architettura popolare e manifestano il dubbio dell’esclusivismo delle nuove tecnologie e dell’universalità del linguaggio moderno. Ronchamp si raggiunge il livello massimo di espressività per sottolineare i valori spirituali di un edificio destinato al culto. Forme curve, concave e convesse. Espressione chiara del concetto che architettura è idea di luogo, cioè di spazio culturale definito dalla luce, dalle forme, dai valori simbolici e dalle caratteristiche dei materiali. Unité d’Habitation sta tra un falansterio ed un transatlantico. Con essa architettura ed urbanistica trovavano la loro sintesi in un edificio che se riproposto in serie avrebbe potuto definire la città. L’opera di Sydney di Jorn Utzon: molto espressivo consistente in una grande piattaforma protesa sull’acqua dalla quale si ergono alcuni enormi gusci con funzione di facciata e copertura, con immense scalinate ai lati che collegavano la vita pubblica alla scena teatrale e alla musica. La continuità dell’architettura espressionistica: espressionismo tedesco è un distacco dal Movimento Moderno (tra cui Taut, Gropius, Mies, Poelzig, Bartning, Haring). Due opere significative di questo pensiero sono la Philarmonie di Berlino e le torri Romeo e Giulietta di Scharoun. L’espressionismo strutturale: ricerca di nuove forme di espressione condotta tramite ausilio di nuovi materiali e tecniche tra il ‘50 e il ‘60. Pier Luigi Nervi fu uno dei pionieri realizzando Palazzo Torino Esposizioni, Palazzetto dello Sport a Roma e la sala per udienze pontificie del Vaticano nelle quali predomina la regolarità, simmetria, solidità e piani orizzontali. In America Latina Candela e Dieste, Messico ed Uruguay sperimentano tramite cemento armato a strati finissimi e mattoni in leggere volte. Il caso dell’architettura strutturalistica olandese: l’architettura olandese esprime una sobria forza formale che senza mai cedere a storicismo ed eccessi formali, rappresenta una revisione critica del funzionalismo. Rem Koolhaas si fonda sul recupero del vigore plastico dell’architettura razionalistica. Oud realizzò opere tendenti polemicamente al classicismo ed alla ornamentazione. Van Eyck uso di trame geometriche, ricerca flessibilità, definizione di spazi neutri volti a facilitare l’accesso agli utenti, ricorso a forme e volumi archetipici. I cambiamenti di paradigma: ogni periodo storico dell’architettura ha avuto i suoi paradigmi. La tradizione classica si fonda sugli ordini, le fonti (Libri Vitruvio) e l’importanza della monumentalità. In architettura medievale prevalse l’idea di portare il dio sulla terra attraverso l’architettura. L’eclettismo trova legittimazione nella storia degli stili architettonici, il quale viene interrotto dall’avvento della macchina. Acciaio e cemento produrranno nuove forme e nuove tecnologie. Nel post-guerra le nuove fonti di legittimazione sono la vita reale della gente, l’architettura popolare spontanea ed il senso comune. Il linguaggio della macchina è sostituito da quello del mondo organico.

Capitolo quarto La revisione formale negli Stati Uniti L’architettura nordamericana prende piede dopo il 1945 grazie alla crisi dell’Europa e la fuga negli Stati Uniti degli artisti durante la guerra. Dispersione dell’influenza delle avanguardie nel vasto territorio americano. Potenziale economico del paese. Negli anni 50 domina nel settore del disegno industriale che in quello delle arti plastiche, poiché genera grandi studi creando una architettura dalla tecnologia avanzata. Continuità della tradizione in Wright: il Guggenheim Museum: Wright odiava ogni sistema ed aveva fiducia solo nel controllo individuale dell’artista sulla propria produzione. Guggenheim Museum basato su progetti degli anni 40 e sulle figure del cerchio e della spirale. Riferimento al solido, al tettonico, alle rocce e alle caverne, espresso il tutto all’interno dell’edificio. Ricerca di una dinamicità, delle forme ponte e delle piattaforme, delle forme snelle nel movimento, in sintonia col neoplasticismo. Rifiuto di ogni relazione tipologica, di scala e di modulato con il contesto in cui si inserisce. Cupola con cristalli riprende quella del Pantheon. Lo spazio è stato pensato non per un uso tradizionale ma per sperimentazioni artistiche. Formalismo ed eclettismo in Eero Saarinen: l’architettura di Saarinen viaggia tra due poli: una parte molto razionalistica con basi rette e semplici di ascendenza miesiane ed opere esageratamente espressionistiche, simbolistiche ed ornamentali, basate sull’ostentazione strutturale e su forme libere ed organiche. Primo tra i post-Movimento Moderno. Nella seconda parte più espressionistica, sperimenta i nuovi materiali come cemento armato, ma si differenzia dagli strutturalisti poiché le sue questioni estetiche e simboliche stanno al di sopra delle ragioni materiali e strutturali. La ricerca di forme curve definisce e qualifica gli spazi andando oltre il calcolo puramente matematico. Modernità e tradizione in Louis Kahn: la sua prima opera matura fu la Yale Art Gallery dando una propria importanza personale all’opera. Predomina ancora il linguaggio internazionale di Mies e l’impostazione libera del Movimento Moderno. Influenzato da alcuni fenomeni e movimenti storici (arch. tardoromana), da esperimenti di architetti rivoluzionari francesi, da incisioni di Piranesi e razionalismo francese. Reinterpretazione di situazioni tra l’eclettismo, manierismo, formalismo ed innovazione tecnologica. La sua idea di architettura inizia ad

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emergere internazionalmente con la crisi dell’architettura del Movimento Moderno. Capovolge il sistema di progettazione attraverso la risorsa del passato come amico. Per Kahn gli stadi del progetto architettonico sono 3: l’idea iniziale che esprime attraverso la forma la sua prima volontà di esistere e si sceglie tra la diversità di tipi formali; i passaggi che portano all’introduzione dell’ordine, ricorrendo a criteri della composizione tradizionale e stabilendo un ordine che si basa su rigore e leggi della geometria; il disegno il quale risolve e definisce per mezzo dei dettagli le quantità di ciascuno spazio, la sua illuminazione, i suoi elementi costruttivi, i suoi materiali ed il comfort interno. Volontà di esistenza di un edificio: cosa vuole essere l’edificio quando nasce. Riporta alla luce le regole della composizione come assi principali e secondari, ripetizione di forme, giustapposizione, intersezione, iscrizione. Il Parlamento a Dacca: ultima sua grande opera. Tutti i criteri di assialità, gerarchia, ordine e regolarità giungono a risultati di maggior sintesi. Corpo centrale circolare e altre parti periferiche ed autonome articolate con la parte centrale. La volontà di esistenza di un edificio si manifesta quando esso mostra il modo con cui è stato fatto. Essenziale è comprendere che c’è un ordine del mattone (l’arco) ed un ordine del cemento armato (architrave). Ogni materiale ha la propria logica costruttiva. Kahn sa guardare verso la storia reinterpretandola senza imitarla; propone una delle più suggestive sintesi tra modernità e tradizione, cioè l’uso contemporaneo di tecnica e memoria. In Kahn la ricerca della monumentalità abbandona il linguaggio del moderno attraversando la reinterpretazione della storia ed esprimendosi con masse corpose e pesanti. Panorama di grandi individualità e di grattacieli: Neutra prima realizza case trasparenti sull’orma di Wright e Mies poi culmina la sua carriera con Casa Kaufmann Desert e Tremaine. Yamasaki con World Trade Center segue un neostoricismo. Studio SOM con Lever House e l’emblema dell’architettura nordamericana contemporanea: i grattacieli. Contributo di SOM all’architettura dei grattacieli: semplificazione formale, pianta libera, abbandono struttura reticolare per sistema di portici esterni, uso diagonali per irrigidire i paini e accorciare percorso sollecitazioni verso terra, abbandono muro a cortina. Philip Johnson determina le nuove mode architettoniche, si impegna verso eclettismo e storicismo. Influenze reciproche tra la cultura europea e quella americana: dalla seconda metà del XX secolo la cultura europea inizia il suo declino e ne prevale quella nordamericana. Le due correnti culturali ed artistiche che hanno avuto maggior influenza sono state il surrealismo ed il pensiero esistenzialistico.

Capitolo quinto Architettura britannica del dopoguerra: new brutalism e urban structuring La continuità dell’urbanistica razionalistica: New Towns sorte per decongestionare Londra...


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