Elementi di scienza politica (Locatelli) PDF

Title Elementi di scienza politica (Locatelli)
Author Clara Pozzini
Course Elementi Di Scienza Politica
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

COS’È LA POLITICALa rilevanza della politica è tale da coinvolgere diversi ambiti della nostra vita. Aspetto fondamentale: sicurezza → la politica può fare la differenza tra la pace e la guerra. La politica può garantire libertà o può impedire l’espressione della propria libertà personale (oppressio...


Description

COS’È LA POLITICA La rilevanza della politica è tale da coinvolgere diversi ambiti della nostra vita. Aspetto fondamentale: sicurezza → la politica può fare la differenza tra la pace e la guerra. La politica può garantire libertà o può impedire l’espressione della propria libertà personale (oppressione) → esempio della differenza tra libertà e oppressione sta nella forma di governo (democratica o autoritaria). Aspetto economico della politica: la politica ha un’influenza sull’economia che poi ha un effetto sociale → uguaglianza: possibilità di accesso a risorse e servizi e disuguaglianza → distribuzione della ricchezza all’interno del paese, che dipende dalla politica fiscale, come le tasse vanno a distribuire la ricchezza. Definizioni filosofiche della politica: ● Aristotele (384 a.C.) → esponente importante del pensiero politico ellenico - Pensiero politico classico: è agli antipodi rispetto alla nostra visione contemporanea della politica; nella Grecia classica il pensiero politico era che la politica fosse funzionale e avesse un obiettivo → quello di delineare la società migliore possibile → si pensava che la forma politica potesse migliorare i cittadini → elaborare un ordinamento in positivo: come rendere migliori i cittadini e le comunità → conseguenze: 1. Per i classici la politica e la morale erano la stessa cosa (politica = virtù) 2. Politica e società erano la stessa cosa: visione orizzontale → la polis è organizzata orizzontalmente, non c’è un governo e un governato (coloro che governano solo anche coloro che vengono governati) ↓ Elementi presenti nel pensiero di Aristotele - Noi invece abbiamo una visione verticale → per noi la società sono le persone, le organizzazioni, la società civile viene governata dalla politica → la società civile esprime delle esigenze, che vengono recepite dalla politica, che a sua volta scrive delle leggi e quindi comanda sulla società → nel pensiero classico questo discorso è inconcepibile - Opere di Aristotele: Politica ed Etica Nicomachea (opere teoriche) - Aristotele quando parla di politica: dice che scrive di “cose politiche” → cose che riguardano la polis, i rapporti umani → queste attività politiche rientrano all’interno della filosofia attorno alle cose umane → egli contrappone le cose umane (definizioni imperfette e inesatte) alle cose divine (logiche perfette) - “Cose politiche” che interessano ad Aristotele: 1. Organizzazione delle società 2. I costumi dell’uomo 3. Come creare uomini virtuosi (politica come morale) - Visione delle comunità politiche → definizione naturale: secondo Aristotele gli individui si uniscono in comunità naturalmente → “l’uomo è un animale politico” → l’uomo costruisce una qualche forma di comunità in vista di un fine - Comunità secondo Aristotele ➢ L'individuo nasce uomo o donna per natura ed è incompleto e deve quindi formare una micro-comunità per l’obiettivo naturale di sopravvivere e procreare → famiglia: prima comunità naturale, è biologica, è un'esigenza naturale ➢ Però una sola famiglia non può sopravvivere, è troppo debole → quindi più famiglie devono unirsi in villaggi → perché ognuno di noi eccelle in un mestiere → una famiglia sola non può sviluppare ricchezza ➢ Villaggio: unione di più famiglie → è però una comunità piuttosto debole → i villaggi sono comunità formate da una quantità ridotta di persone e con poca capacità di difese

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➢ I villaggi hanno quindi la necessità di riunirsi nella Polis: aggregazione di più villaggi → comunità più ampia possibile tra individui, prodotto naturale perché l’uomo è un animale sociale Aristotele infatti dice che l’uomo è nato per vivere in comunità → chi non vive in comunità è Dio o è al di sotto della comunità/natura umana (una bestia) Aristotele sviluppa anche un concetto di potere → secondo egli esistono 3 tipi di rapporti: 1. Paterno: rapporto di potere dei padri sui figli → fondamento naturale: il padre comanda sui figli perché è un diritto naturale; questo tipo di potere esercitato dal padre è nell'interesse dei figli → potere esercitato solo all’interno della famiglia 2. Dispotico: potere del padrone sul proprio schiavo → fondamento su cui si basa il potere non è naturale: è il castigo → il padrone ha la capacità di punire il proprio servo → potere esercitato secondo l’interesse del padrone e non del servo 3. Politico: si fonda sul consenso, si esercita nel villaggio e nella polis → è il potere degli uomini su altri uomini nell’arena pubblica (non solo sulla famiglia) → potere che la società attribuisce ad alcuni membri → fondamento: si basa sul consenso del governato → visione del potere consensuale, collaborativa Fine ultimo della politica: per il bene comune → chi comanda all’interno della polis ha come obiettivo quello di realizzare il buon individuo/cittadino (virtù etiche di Aristotele) → la giustizia, il bene e l’etica si basano sul principio del giusto mezzo Idea di comunità è centrale → società = politica

Thomas Hobbes → si contrappone alle idee di Aristotele - Opera principala: Il Leviatano del 1651 → scritto 3 anni dopo la fine della Guerra dei Trent’anni (sanguinosa) → l’esperienza della guerra pone Hobbes a sollevare un quesito fondamentale: perché è successo nella storia d’Europa un conflitto così sanguinoso? → come si può fare per evitare che una cosa del genere si ripeta? - Lezione che Hobbes trae dalla Guerra dei Trent’anni: la violenza su così larga scala deve essere eliminata, ma il problema è che la violenza è intrinseca nell’umanità - Punto di partenza della filosofia di Hobbes: completamente opposta a quella di Aristotele - Secondo Hobbes: nel mondo non regna l’ordine ma il caos → il caos è una condizione naturale → è ciò che è successo nella Guerra dei 30 anni → prima della Guerra c’era una sorta di ordine artificiale → c’era la pace ma c’era una fonte di grande stabilità che era il potere, riconosciuto come legittimo → fonte del potere: la Chiesa → chi deteneva il potere era riconosciuto come legittimo perché chi deteneva il potere lo otteneva direttamente dal Papa → l’autorità proveniva da Dio → Dio concedeva il potere ai Re → l’intermediario di Dio era la Chiesa - La riforma protestante (Martin Lutero) scombina questa visione pacifica - Analisi di Hobbes sulla Guerra dei 30 anni: guerra di religione → la religione ha portato a scardinare le regole della politica - Con “Il Leviatano” Hobbes ha bisogno di rifondare la politica per fare in modo che le nuove fondamenta della politica non possano essere scalzate da una nuova riforma come quella di Lutero - Idea di Hobbes: antropologia negativa → il mondi non è bello come dice Aristotele (egli riteneva che in natura non fossimo tutti uguali, ci sono diversi ruoli sociali impiegati dai singoli individui) → invece Hobbes dice che nello stato di natura tutti gli individui sono uguali, sono ugualmente liberi e capaci, hanno la libertà estrema → non c'è nessuno di così forte da poter imporre la propria volontà sugli altri, perché anche l’individuo più forte potrebbe essere ucciso da un giorno con l’altro

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L’antropologia negativa si riflette in 3 istinti naturali (cioè gli individui sono guidati naturalmente da 3 istinti che non sono degni di lode, encomiabili): 1. La competizione, la sete di guadagno: la volontà di ottenere risorse, benefici 2. La diffidenza: il bisogno di sicurezza, di garantirsi una difesa (sapende che altri individui possono essere una minaccia) 3. La vanagloria (il peggiore di tutti): la ricerca di una reputazione Tutti gli individui hanno il diritto su tutte le cose, però il possesso di un qualcosa è molto incerto, perché chiunque può porvi fine (anche in modo violento) L’etica non si applica alla politica: in natura l’etica non esiste → in politica non c’è bene e male → in politica c’è solo la distinzione tra lecito e non lecito Hobbes dice che nel mondo prima della politica ci sono si delle leggi naturali, che sono cercare la pace, il rispetto dei patti, rinunciare al diritto naturale su tutte le cose → queste leggi che però sono scritte sulla carta non sono rispettabili → perché vanno contro ai 3 istinti naturali (competizione, diffidenza e vanagloria) Situazione ingestibile: non esiste alcuna capacità di imporre le leggi morali sopra le leggi naturali (degli istinti umani) Quindi, in questa situazione di disordine e di caos (della Guerra dei 30 anni) serve un artificio Naturalmente non c’è politica, ci sono comunità ma c’è conflitto e morte → per contrastare tutto ciò serve qualcosa di artificiale Il conflitto è uno stato naturale e ci vuole qualcosa per uscire da questo stato di natura conflittuale → da qui nasce “Il Leviatano”: è un mostro biblico, creato artificialmente; è il paradigma dello stato moderno → questo mostro ha una testa e un corpo che è formato da una miriade di uomini, e ha da una parte una spada (simbolo del potere materiale) e dall’altra il pastorale (simbolo dell’autorità) ↓ Questo artificio permette di ottenere due grandi risultati (che permettono all’uomo di migliorare la propria condizione): 1. Risoluzione dei conflitti: il Leviatano richiede un patto → gli individui, nel momento in cui danno vita al Leviatano, si impegnano di un patto di unione → per dar vita a questa unione gli individui rinunciano a parte della loro libertà, si impegnano a osservare un certo tipo do comportamento in ambito pubblico; la loro libertà su tutte le cose sarà una libertà che varrà solo su alcune cose → solo nell’ambito del privato; il Leviatano (usato dallo Stato moderno) serve per risolvere i conflitti 2. Rappresentanza: patto di unione perché gli individui non si sottomettono e basta → gli individui si uniscono per creare il Leviatano → in questo modo attribuiscono obblighi anche al sovrano (lo stato, cioè il Leviatano) → in base al principio di rappresentanza il Leviatano, lo stato, il sovrano rappresenta gli interessi degli individui, cioè ha l’obbligo di garantire alcune funzione, di tutelare e garantire i diritte delle persone → ciò scaturisce il diritto di disubbidienza → il sovrano può fare molte cose però deve fermarsi rispetto alla libertà degli individui → di fronte a determinate richieste del sovrano, l’individuo ha il diritto di disubbidienza: secondo Hobbes vale per quegli ordini che mettono a repentaglio la sopravvivenza e incolumità delle persone Visione di Hobbes: pacifica di politica ma nella misura in cui serva un artificio, cioè non è pacifica naturalmente Altra grossa differenza con Aristotele: nella visione politica di Hobbes si crea la differenza tra pubblico e privato, che per Aristotele erano la stessa cosa ↓ L’individuo mantiene la libertà nello spazio privato, però nello spazio pubblico (della politica) l’individuo si sottomette o limita la propria libertà d’azione a ciò che il sovrano gli limita di fare

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La religione è stata la causa della Guerra dei 30 anni perché la religione era un fatto pubblico ed era la base su cui si fondava il potere → il sovrano cattolico era riconosciuto solo dai cittadini cattolici e non da quelli protestanti, il sovrano inoltre stabiliva la religione pubblica La politica è quindi l’assenza di conflitto

Niccolò Machiavelli (1400/500) - Opere principali: “Il Principe” e “I Discorsi” (rappresentano la vera visione della politica) - Egli dice che la politica è como il regno della fortuna → in politica c'è confusione, disordine, la politica è ripetitiva, c'è confusione tra passato e presente; la politica è una storia di decadenza, è una tendenziale decadenza a cui ogni tanto si riesce a porre rimedio → si oppone alla decadenza la virtù: non è però un progresso lineare → è una visione ciclica che vede il mondo passare da una fase ideale e idilliaca verso la decadenza, che a un certo punto viene limitata (per tornare all’ideale, essendo un ciclo che si ripete) - Visione ciclica della politica: si fa riferimento all’opera “La teoria dell'anaciclosi” di Polibio minata da Machiavelli nelle sue opere → teoria greca: dice che ci sono diverse forme di governo e per Machiavelli la storia dell’antica Roma rappresenta al meglio questo ciclo; - Per Polibio (secondo la sua opera) ci sono 6 forme di governo possibili: 3 forme buone e 3 forme degenerate → la storia dell’antica Roma è un esempio di questo ciclo; Roma nasce come una monarchia con il potere riservato a un individuo virtuoso, poi però la virtù tende a deperirsi e la monarchia sfocia in tirannide → un governo corrotto (della tirannide) non è sostenibile a lungo e quindi si ha una forma di virtù che emerge e, per constatare il governo corrotto emerge l’aristocrazia (i migliori tra i pochi) → l’aristocrazia tende a decadere come la monarchia, perché il potere viene esercitato per la propria avarizia e diventa quindi corrotto → diventa oligarchia, cioè potere nelle mani di pochi corrotti → per constatare la decadenza il potere verrà preso ai pochi corrotti dalla massa virtuosa: democrazia, i buoni tra i tanti avranno il potere nelle loro mani → ma anche questo tenderà a cadere → si arriva così all’anarchia - Riassunto forme di governo: 1. Monachia 2. Tirannide 3. Aristocrazia ⇨ monarchia → tirannide → aristocrazia → oligarchia → democrazia → anarchia 4. Oligarchia 5. Democrazia 6. Anarchia -

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Roma però riesce a evitare l’anarchia, spezzando il ciclo, scegliendo una forma di governo mista → una parte del potere spetta alla monarchia (ai consoli), una parte agli aristocratici (il senato), una parte del potere ai migliori del popolo Per Machiavelli la politica è uno scontro tra decadenza, corruzione e virtù (visione diversa da Aristotele e Hobbes) → l’elemento del disordine è costante nella politica e non c’è niente da fare, è un elemento costitutivo della politica La risposta del disordine (secondo Machiavelli) sta nelle armi: armare i cittadini (per Hobbes questo è un discorso improponibile) → le armi sono un aspetto costitutivo della politica Le armi e le leggi sono tra loro legate in un rapporto mutuamente costitutivo: cioè le buone leggi sono quelle che permettono ai cittadini di imbracciare le armi → le armi non hanno una funzione strumentale, ma sono sostanziali alla politica Cittadini armati (armi) = buone leggi → le buone leggi devono garantire la capacità e il diritto dei cittadini di diventare soldati e di sapere usare le armi Armi = leggi = libertà → per Machiavelli la vera libertà è la libertà di esercitare la virtù; la libertà è virtù partecipativa (per Hobbes la libertà stava nel privato invece)

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La buona politica è l’esercizio della virtù → perché politica = virtù = libertà: libertà di combattere Secondo Machiavelli l’attività più alta dell’agire umano è quella della guerra → combattere la guerra: gesto eroico (altruistico) e naturale - La politica è fare la guerra - Secondo Machiavelli il più grande criminale politico è stato Giulio Cesare perché egli ha fondato l’Impero e ha messo l’ordine all’interno di Roma pacificandola; prima durante la repubblica Roma era piena di violenza, c’era la libertà di combattere e usare le armi - La Rivoluzione Francese è l’applicazione dell’idea di Machiavelli (armare i cittadini) - Rapporto simbiotico politico-guerra La visione più nitida della politica di oggi è probabilmente quella di Hobbes

La politica di oggi / Le tre facce della politica: La politica oggi è molto più vicina al modello lasciato da Hobbes. 1. Politics 2. Polity 3. Policy (facce strettamente legate tra loro) MANUALE CAPITOLO 1 (paragrafi 1-4) Considerazioni preliminari (premessa) Differenza tra Filosofia (politica) e scienza Politica: - Quello che contraddistingue la scienza politica - I filosofi non ci parlano di casi empirici, o di come funzionavano le polis ecc → congetturare su quale fosse il meccanismo di funzionamento della politica (cooperazione naturale, violenza...) - La scienza politica fa delle congetture, ci immaginiamo che la causa di un fenomeno sia la causa di un altro fenomeno - La scienza politica verifica sulla realtà le affermazioni → tramite dei test - Scienza politica: opportuno che ci sia un test solido - Nella scienza in generale possiamo comprendere delle cose ancora prima di osservarle e sperimentarle - Es: onde gravitazionali, fenomeno fisico misurato nel 2016 → il primo a parlare di onde è stato einstein (nel 1916) → egli ha ragionato, - Possiamo comprendere delle cose ancora prima di osservarle e sperimentarle (nella scienza) - Seconda differenza: tutti i filosofi cercano di trovare la soluzione politica migliore, il meglio; nella scienza politica non vi è questa ambizione → non ci interroghiamo su cosa funziona meglio o come

rendere il mondo un posto migliore ma l’obiettivo piu ambizioso è spiegare → cioè comprendere il perché, il perché di un certo fenomeno → vogliamo spiegare perché avviene la guerra ad esempio (fermare la guerra è davvero troppo difficile) - L'approccio scientifico si basa sullo spiegare, cercare un perché → trovare delle relazioni causa-effetto Obiettivi della politica: - Primo obiettivo della scienza politica: delimitare il proprio campo d’indagine, stabilire cos’è politica e cosa no → i confini della politica non sono così chiari; perché vi sono dei fenomeni che possono essere politici o non politici → es: società d’affari/finanziaria che fallisce: il presidente Obama ha dovuto risolvere questa questione economica che è diventata quindi politica - Secondo obiettivo: spiegare (cioè trovare relazioni causa-effetto) nominato in precedenza - Terzo obiettivo: osservare se gli attori politici seguono delle regole o hanno dei vincoli → ora però anche chi ha tanto potere ha dei vincoli, dei limiti → colui che ha il potere non può fare quello che vuole, ha dei vincoli → anche se a volte il comportamento degli attori in politica sembra imprevedibile (bisogna poi capire la razionalità del comportamento) - Quarto obiettivo: capire qual è il vincolo, qual è la natura del legame che lega noi cittadini e lo Stato (pagare le tasse, andare a votare) - Ultimo obiettivo della politica: cercare di capire come avvengono le relazioni tra attori che sono in parte di cooperazione e in parte di conflitto (partiti politici sono tra loro in conflitto/contrapposizione, però al tempo stesso devono cooperare tra loro) - La Scienza deve rimanere avalutativa - Ci sono 2 tipi di giudizi: 1. Di fatto: constatazione su un dato reale, cosa che è osservabile (due relazioni possibili: si oppure no, non è facile essere in disaccordo però) es: il cielo è azzurro 2. Di valore: giudizio che risponde alla domanda: è bene o male? Es: è bene o male che oggi il cielo sia azzurro? → il giudizio di valore ha un criterio per rispondere alla domanda: dipende dai valori di chi osserva A cosa serve una definizione empirica: - Cosa contraddistingue gli attori politici, i loro rapporti - Quando si ha a che fare con la politica si ha a che fare con la collettività, non solo un gruppo ristretto di persone → la politica è l’ambito delle comunità → la politica prende delle decisione che si riflettono sulla società civile - Società civile: tutte le persone - Limiti della collettività - Ciò che definisce un gruppo è il senso di appartenenza; per ogni comunità c'è un concetto di identità che crea un’esclusione → non vi è un gruppo “globale” → un gruppo si definisce distintivo rispetto ad altri → quando si traccia un gruppo (ingroup) automaticamente coloro che non fanno parte dell’ingroup sono nell'outgroup - La necessaria contrapposizione del gruppo e l’esterno crea una diade - L’essenza della politica è il rapporto amico-nemico, cioè ogni comunità definisce rapporti di cooperazione al suo interno e rapporti conflittuali con l’esterno → l’uso della violenza è commissione di reato all’interno di un gruppo (a meno che sia per legittima difesa) - Primo elemento: La collettività significa che c'è cooperazione al suo interno ma c’è conflitto al di fuori - Secondo elemento che definisce l’essenza: rapporto organizzato verticalmente → in qualsiasi comunità politica oggi i rapporti sono organizzati verticalmente: comando e obbedienza - Stabilire confini con altri ambiti (autonomia): - Evoluzione storica (4 tappe) che ha portato all’autonomia della politica:

1. Separazione Stato e Chiesa: fase che ha visto il potere ...


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