ELI lezioni di pini parte prima PDF

Title ELI lezioni di pini parte prima
Author LISA LONGHI
Course Economia del lavoro
Institution Università degli Studi di Ferrara
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appunti lezioni della prima parte del corso del professor pini...


Description

INNOVAZIONE NEL PENSIERO ECONOMICO CLASSICO L’innovazione nel periodo economico classico: il percorso fatto dai diversi studiosi è quello di considerare il progresso tecnico come centro di interesse e progresso tecnico che si inserisce, si concretizza e si incorpora in nuove macchine. Le nuove macchine inserite nell’attività produttiva consentono una meccanizzazione che aumenta la divisione del lavoro e che porta alla crescita. Dai vari contributi si passa da una convinzione che i rendimenti siano crescenti ad una convinzione che i rendimenti sia decrescenti. Quindi il progresso tecnico diventa un elemento centrale e indispensabile per lo sviluppo economico. Da qui deriva un impatto crescente all’impatto tecnico sull’occupazione. I conflitti di classe vengono identificati come motore si sviluppo e quindi viene identificato come elemento che svolge un ruolo nell’adozione del progresso tecnico. Nella teoria classica il prodotto sociale rappresenta il valore aggiunto realizzato nel periodo di tempo considerato dall’economia di un Stato e viene distribuito tra le tre classi sociali: proprietari terrieri, capitalisti lavoratori. Esiste quindi una relazione tra le variabili produttive e le variabili distributive che consente al sistema economico di riprodursi. PENSIERO ECONOMICO ADAM SMITH Studiava la relazione tra cambiamento tecnologico, divisione del lavoro e mutamento della struttura dell’economia in base a rendimenti marginali crescenti Ha osservato il progresso tecnico viene incorporato nei beni capitali utilizzati nella produzione. Questa adozione di beni capitali con un contenuto di tecnologia maggiore genera effetti sulla produttività sulla produttività del lavoro tramite l’introduzione di una maggiore specializzazione e sull’occupazione tramite la sostituzione di parte della forza lavoro. Il prodotto sociale aumenta in ragione dell’incremento di produttività dei lavoratori, che dipende dalla divisione del lavoro, a sua volta legata alla meccanizzazione, e quindi dall’applicazione del progresso tecnico alla produzione. LIMITE: dimensione del mercato in quanto:  se ci si rivolge a un piccolo mercato, esso non supporterà la divisione del lavoro necessaria per ottenere degli effetti benefici sulla produttività del lavoro stesso;  se ci si rivolge a un mercato grande , la dimensione del lavoro è tale da sostenere una elevata quantità di prodotto che può essere generata tramite un elevata divisione del lavoro, questo aumento della divisione del lavoro che le macchine maggiormente tecnologiche consente genera un aumento di produttività tramite la specializzazione dei compiti e quindi la capacità di realizzare ciascun compito in attività specializzate in un tempo minore. L’aumento della divisione del lavoro genera l’apprendimento per esperienza (learning by doing). . PENSIERO ECONOMICO RICARDO Studiava che i rendimenti marginali siano decrescenti secondo cui la produzione ha un solo fattore fisso: la terra. La produzione ha dei terreni fertili fino ad un certo livello per poi non essere più produttive. Se si vuole aumentare il numero dei terreni coltivati, andando anche in terreni non coltivati, è necessario l’utilizzo di strumenti tecnologicamente più avanzati. Il ruolo del processo di accumulazione avviene tramite l’acquisto di produzione e l’utilizzo di macchinari al fine di accumulare la produzione sfruttando terre meno produttive. La produttività marginale del capitale e del lavoro decresce con l’accumulazione fino ad arrivare al punto in cui nessun profitto viene generato. Il saggio dei profitti dipende da condizioni tecniche e dal saggio salario (in relazione inversa) quindi i rendimenti marginali sono decrescenti. Questo implica che il processo di sviluppo per poter continuare ha bisogno del progresso tecnologico. Ricardo era interessato, anche, alla conseguenze del progresso tecnologico e del progresso tecnico incorporato in particolare per i suoi effetti sull’occupazione. Introducendo nuovi macchinari con tecnologie più avanzati si ha un effetto di sostituzione dell’occupazione in quanto un minor numero di lavoratori consente di produrre la quantità di prodotto che si produceva prima dell’introduzione di questi nuovi macchinari. Ci sono diverse direzioni: si può produrre di più perché grazie all’introduzione di macchinari tecnologicamente avanzati si ottiene una possibile riduzione dei costi di produzione che in parte possono essere trasferiti sui prezzi. Questi effetti sull’occupazione del cambiamento tecnologico sono stati sistematizzati nella teoria di compensazione cioè l’introduzione di nuove macchine (Labour-Saving) possono essere compensati da dinamiche quali: .  l’aumento della forza lavoro necessaria per produrre le nuove macchine;  aumento della domanda come conseguenza della diminuzione dei prezzi dovuta al progresso tecnologico. Questo aumento può richiedere un impiego di una parte di quelle forze lavoro che erano state estromesse grazie all’introduzione di nuove macchine. PENSIERO ECONOMICO MARX Studia come il progresso tecnico è un processo sociale (e non individuale) in cui da un lato viene studiato il settore utilizzato in macchine e dall’altro viene studiato il ruolo che i conflitti di classe hanno come stimolo del progresso tecnico.

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Analizza gli incentivi al cambiamento tecnologico in particolare lo stimolo ad innovare proviene dalla pressione competitiva capitalistica e dall’ampiezza dei mercati. Il cambiamento tecnologico è inteso come il risultato di una trasformazione che succede al conflitto determinato dall’inadeguatezza delle tecniche a disposizione di classi sociali che perseguono i loro obiettivi economici in un contesto di mercati in continua espansione. COMPORTAMENTO DELL’IMPRESA NEOCLASSICA Il neoclassicismo propone di modellare e misurare i fenomeni dell’economia con le scelte esatte astraendoli dal loro contesto storico sociale. Questo avviene sull’assunzione di base che sono state definite da vari studiosi irrealistiche. Queste assunzioni sono: concorrenza perfetta, la perfetta divisibilità degli input, la funzione lineare ed omogenea, la assenza di rendimenti crescenti. Questi aspetti sono stati definiti lontani della complessità del mondo reale. L’ipotesi di base del comportamento delle imprese neoclassiche introducono una serie di conseguenze sulla trattazione del tema dell’innovazione in quanto:  l’impresa è intesa come agente economico individuale che ha come obiettivo la massimizzazione del profitto;  l’impresa-imprenditore intesa come agente economico perfettamente razionale in quanto è dotato delle capacità analitiche necessarie a risolvere problemi complessi (razionalità sostantiva) cioè in grado di compiere scelte di natura ottimizzante. L’impresa quindi viene definita come centro di trasformazione tecnica ovvero in grado di trasformare input in output sulla base di una ben definita conoscenza tecnologica disponibile a tutti che viene rappresentata dalla funzione di produzione. TECNOLOGIA DELL’IMPRESA E FUNZIONE PRODUZIONE L’insieme di produzione è costituito dalla lista di tutti i piani di produzione che vengono intesi come una combinazione di input e output che l’impresa è tecnicamente in grado di realizzare. Quindi dipende dalle conoscenze tecniche che sono costanti senza progresso tecnologico La funzione di produzione è definita dalla frontiera di insieme di produzione ed è costituita dalla massima quantità di output che può essere ottenuta per ciascuna combinazione di input. In pratica la funzione di produzione descrive l’insieme di produzioni efficienti e combinazioni di input che garantiscono il risultato più elevato di output data una certa tecnologia esistente. L’impresa si colloca in un punto fisso della funzione di produzione. Essa non può scegliere delle soluzioni tecnologiche diverse (personali) Quando avviene qualcosa che avviene dall’esterno cioè è esogeno al sistema economico e alle scelte dell’impresa tramite il progresso tecnologico, viene rappresentato con uno spostamento verso l’alto della funzione di produzione. Quindi lo spostamento verso l’alto, in cui si collocano le imprese, avviene con l’aumento a parità di impiego dei fattori produttivi. Il cambiamento tecnologico può essere:  incorporato cioè legato all’introduzione di nuovi beni capitali o capitale umano avanzato;  disincorporato cioè dipende dal passare del tempo cioè dall’apprendimento o da una serie di sviluppi esogeni tipo quelli scientifici INNOVAZIONE E MODELLO LINEARE DEL PROCESSO INNOVATIVO L’innovazione è implicita alla funzione di produzione ed è un fattore esogeno cioè che dipende da un processo di scoperta scientifica, o da investimenti di ricerca e sviluppo, motivate dalle prospettive di profitto. La nuova conoscenza viene trasformata in nuovi prodotti tramite una sequenza fissa di fasi lineari. La conoscenza tecnologica è una informazione codificata che può essere trasmessa e acquisita senza richiede un processo di apprendimento specifico e costoso. Ogni impresa può realizzare l’innovazione come processo tramite un Modello Lineare. Ricerca- Sviluppo – Produzione – Commercializzazione La ricerca avviene tramite ricerca scientifica o investimenti in R&S. Queste scoperte vengono applicate in un processo di sviluppo. Successivamente vien messa in produzione nei vari uffici. Infine viene venduta. Si ha, quindi, una successione lineare Il modello lineare STI ha diverse fasi che sono svolte in sequenza in una direzione univoca in cui le istituzioni fanno ricerca mentre le imprese applicano la ricerca e la utilizzano nel processo produttivo. Questo disegno ha sostenuto scelte di politiche tecnologiche molto consistenti negli USA e UK negli anni 40-60 con programmi definiti BIG SCIENCE spesso a scopo di tipo militare. Questo riflette impostazioni manageriali dirigistiche di tipo fordiste quindi l’idea è di un prodotto standardizzato con ricerche di economie di scale sostenute e la giustificazione di politiche tecnologiche che siano nelle mani di centri di ricerca questo ha potato a identificare lo sforzo di R&S come chiave dell’esercito degli Usa nel ’60. Questo modello lineare, inoltre spiega la crescita negli anni ’90 negli Usa con l’università e il boom della ricerca industriale nei settori hight tech. Una articolazione successiva che è sempre della stessa natura dal punto di vista della linearità del modello è quello di riconoscere che mentre il progresso tecnologico determinato dai ritmi discontinui del progresso scientifico è esogeno rispetto al mercato cioè il cosiddetto approccio tecnology push (ossia è la ricerca che da degli elementi che possono essere adattati all’attività produttiva e che danno luogo alla generazione di un progresso) si riconosce che possono esserci anche dei cambiamenti della domanda che contribuiscono a stimolare l’innovazione ma sempre tramite un percorso che è lineare (cioè vi è la spinta che viene dalla domanda a sviluppare attività di ricerca che proseguiranno linearmente nella fasi di produzione e commercializzazione). Questa spinta che viene dalla domanda è determinata dalla valutazione di benefici attesi. Questo processo viene definito demand pull.

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Queste due dinamiche si alternano nelle diverse fasi storiche e in particolare il tecnology push è tipico nelle fasi iniziali di sviluppo di un nuovo settore industriale mentre il demand pull caratterizza la situazione di maturità di un settore industriale di una attività già consolidata Quindi l’innovazione può essere determinata dai cambiamenti di domanda e tecnologici che sono sempre lineari. Essi possono essere:  demand pull cioè la domanda è determinata dalla valutazione dei benefici attesi;  tecnology push cioè il cambiamento tecnologico è determinato dai ritmi discontinui del progresso scientifico TEORIA MARGINALISTA Generalizza la legge dei rendimenti decrescenti di Ricardo applicandola alla sfera del consumo (principio di utilità marginale decrescente) che alla produzione in fattore capitale lavoro. I rendimenti crescenti sono legati a esternalità mentre i singoli fattori hanno rendimenti decrescenti. In questo ambito si sottolineano alcune eccezioni: Due studiosi Marshall & Young sottolineano,senza rigettare l’impianto della ‘economia marginalista, l’importanza della ‘interazione tra fattori statici e dinamici nel determinare i rendimenti crescenti al crescere della scala di produzione cioè sono rendimenti crescenti legati a quella che viene definita la esternalità nel quale le imprese si trovano a lavorare. Il loro studio si basa su due teorie:  teoria distributiva neoclassica: possibilità di individuare univocamente una curva di domanda dei fattori decrescenti rispetto al loro costo;  teoria della produzione marginalista : cambiamenti nei prezzi relativi dei fattori determinano spostamenti lungo la funzione di produzione verso tecniche con maggior utilizzo del fattore più economico. Secondo Marshall ci sono esternalità di localizzazione e urbanizzazione che sono: 1. pecuniarie: riduzione dei prezzi degli input intermedi dovuta all’insediamento o l’incremento della produzione di un input intermedio in un area circoscritta; 2. tecniche: input tendenzialmente gratuiti generati più o meno intenzionalmente da imprese limitrofe della zona ; 3. adozione: effetti positivi di informazione e apprendimento collettivo relativi ai nuovi beni capitali e nuovi input intermedi, che ogni utilizzatore rende disponibile a favore dei rimanenti potenziali utilizzatori. Questo effetti sono legati al luogo in cui si trova l’impresa e alla relazioni che l’impresa riesce a mettere in campo. Non tutte le imprese posso accedere a queste informazioni; 4. tecnologiche: l’aumento complessivo della produttività introducendo nuove tecnologie messe a punto in altre imprese e incorporate in nuovi beni o servizi o procedure organizzative. Genera esternalità positive in quanto imprese vicine possono trovarsi nella situazione di riuscire a incorporare beni servizi o procedure organizzative mentre altre imprese che non sono vicine non riescono ad avere questo tipo di stimolo. KALDOR Kaldor nota che è impossibile distinguere gli effetti delle economie di impianto legate all’indivisibilità di alcuni fattori della produzione e dagli effetti irreversibili dovuti al miglioramento della tecnologia associata all’espansione dell’output. L’apprendimento è un prodotto di esperienza. Maggiore è il tasso di crescita dell’output e dell’investimento, maggiore sarà la crescita della produttività dovuta ai processi di “learning by doing”. Per Kaldor non ha senso distinguere tra movimenti lungo la funzione di produzione causati dall’accumulazione del capitale e spostamenti dell’intera funzione di produzione causati dal progresso tecnologico perché: l’accumulazione del capitale non è neutrale rispetto all’evoluzione della conoscenza tecnica. Critica di Kaldor: la decisione di adottare una diversa tecnica di produzione in corrispondenza di un determinato stato di conoscenza determina un processo di innovazione che modifica lo stato della conoscenza stessa. Le innovazioni tecniche per aumentare la produttività del lavoro richiedono l’impiego di una maggiore quantità di capitale per lavoratore. Accumulazione del capitale < Progresso Tecnico NB: l’idea che il progresso tecnologico sia incorporato nel capitale non rappresentava una contraddizione per l’approccio neoclassico basata su una funzione di produzione statica e con rendimenti decrescenti dei singoli fattori. Tuttavia bisognava assumere che il capitale sia un entità omogenea misurabile in termini puramente quantitativi e per Kaldor il capitale non è un entità omogenea nella funzione di produzione ma si trova sulla funzione del progresso tecnologico. La funzione del progresso tecnologico incorpora due idee: 1. lega il tasso del progresso tecnologico direttamente al tasso di accumulazione del capitale; 2. implica un idea di progresso tecnologico incorporato nel capitale. Kaldor, infine, riprende e stima la legge di Verdoon che legava l’andamento della produttività del lavoro alla crescita dell’output. Le idee di tale relazione erano due  la presenza di economia statiche, dinamiche, processi learning by doing;  l’endogeneità del progresso tecnico incorporato nel capitale. MODELLO CRESCITA SOLOW Solow riporta il progresso tecnologico al centro dell’analisi del processo di crescita. Il problema è spiegare la crescita persistente della produttività del lavoro che viene osservata mantenendo la funzione di produzione a rendimenti costanti nei fattori presi congiuntamente e decrescente nei singoli fattori.

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Questo è necessario per trovare una soluzione interna al problema di massimizzazione del profitto da parte dell’impresa. La risoluzione del problema sta che il progresso tecnologico ha un ruolo esogeno rispetto al modello. Ciò comporta che nel BP il reddito procapite Y e il rapporto capitale e lavoro possono aumentare o diminuire a seconda che i risparmi siano maggiori o minori del deprezzamento del capitale procapite Nel LP si arriva a uno stato stazionario in cui i risparmi sono pari al deprezzamento del capitale e dove reddito e capitale procapite non crescono. Una variazione alla propensione al risparmio o del tasso di deprezzamento del capitale avrà effetti positivi o negativi sui livelli pro capite e il reddito nello stato stazionario, ma nel LP non influenza il loro tasso di crescita. In pratica non è possibile avere una crescita costante e continua del reddito procapite se non in presenza di progresso tecnico Il progresso tecnico risulta essere disponibile e non generato all’interno del sistema ma che viene attribuita la possibilità di portare ad un tasso di crescita pari a quella del progresso tecnico stesso Se c’è progresso tecnico sia Y che K cresceranno ad un tasso di crescita pari a quello del progresso tecnico. Solow ci propone due vie attraverso cui è possibile aumentare il benessere della popolazione: 1. un aumento del capitale per lavoratore (attraverso un aumento del saggio di risparmio) che permette di raggiungere uno stato stazionario caratterizzato da un livello di reddito pro capite superiore anche in grado di sostenere la crescita nel LP; 2. il progresso tecnologico esogeno che è all’origine della crescita persistente del reddito. RESIDUO SOLOW Come è possibile distinguere se la crescita del reddito deriva dall’aumento del capitale per lavoratore o del contributo del progresso tecnologico esogeno? Solow propone la famosa decomposizione di Solow per misurare l’apporto del progresso tecnologico calcolato come residuo cioè attribuisce la parte di variazione della produttività che non viene spiegata dal tasso di accumulazione del capitale e del tasso di crescita della quantità di lavoro impiegate al progresso tecnico. Il residuo di Solow lascia invariate le produttività marginali dei fattori poiché  il progresso tecnico è Hicks-Neutral (scorporo dei fattori produttivi) cioè aumenta in modo proporzionale la produttività marginale di tutti i fattori;  il progresso tecnologico è Total Factory Productivity-Aumenting (TFP) in quanto la produttività totale dei fattori, o produttività multifattoriale, rappresenta un altro modo di vedere il residuo di Solow (visione statica al processo produttivo). Secondo Kaldor, invece, l’accumulazione del capitale implica processo di innovazione che pertanto comportava non solo uno spostamento lungo la funzione di produzione ma anche uno spostamento della funzione stessa (visione dinamica). CRITICITA’ DELLA TFP La base sulla criticità della TFP è la funzione di produzione Cobb-Douglas e la teoria neoclassica. La funzione di produzione CD:  ha un elevato grado di sostituibilità di due fattori in cui data una riduzione nell’utilizzo di un fattore è sempre possibile variare la quantità dell’altro in una misura tale da mantenersi sullo stesso isoquanto.  Ogni punto della funzione di produzione rappresenta una tecnica di produzione distinta identificata [K/L, X/N] Per i classici, invece,l’adozione di tecniche più capital intensive era un prodotto storico e quindi la funzione di produzione neoclassica implicava che tutte le tecniche , corrispondenti ad ogni possibile livello del rapporto K/L siano già scoperte e avviabili in ogni periodo storico Il capitalista sceglierà la tecnica da utilizzare in base ai prezzi relativi dei fattori secondo la regola fondamentale della teoria della produzione neoclassica in modo che ci sai ...


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