Escoriosi della vite - riassunto PDF

Title Escoriosi della vite - riassunto
Author Marco Gregoris
Course Patologia della vite
Institution Università degli Studi di Udine
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riassunto...


Description

Escoriosi della vite

L’escoriosi della vite è una malattia crittogamica che si manifesta essenzialmente sui tralci e i cui danni sono conosciuti in tutte le regioni viticole. Il fungo responsabile,Phomopsis viticola,è stato messo in evidenza per la prima volta in Germania negli anni ’60 e poi si è diffuso in Italia,prima ne centro-sud e poi,attraverso il materiale di propagazione,a tutte le aree viticole della nostra penisola. L’escoriosi è più dannosa nelle aree climatiche fresche,caratterizzate da forti piogge primaverili.

Sintomi All’inizio dell’estate,i giovani germogli,i rachidi e i piccioli presentano tacche clorotiche scure al centro,che si allargano nel corso della stagione per formare necrosi allungate nerastre. Sulle viti gravemente colpite,i germogli sono rachitici,gli internodi sono corti,le escoriazioni interessano in particolare la base del tralcio,le gemme basali non germogliano,rendendo cos’ difficile la formazione di speroni di riserva per l’anno seguente. Le infiorescenze colpite non sono alimentate correttamente e abortiscono rapidamente.

N.B.  In primavera,in seguito a frequenti e successive piogge,si può osservare il progredire dei sintomi. Le infezioni sulle foglie sono frequenti; esse determinano sulla base del lembo e sulle nervature delle tacche (macchie) circolari gialle alla periferia e nere al centro. In presenza di un attacco molto grave,le foglie colpite iniziano a disseccare velocemente,partendo dall’attaccatura del picciolo. Successivamente il lembo cade e il picciolo resta attaccato al tralcio. Gli acini colpiti assumono una tinta blu-violacea dopo l’invaiatura. L’epidermide si ricopre di punti scuri disposti in cerchi concentrici,che costituiscono gli organi di fruttificazione del fungo: i picnidi.

N.B.  A lunga scadenza,delle parti di pianta o ceppi interi possono morire. La presenza delle escoriosi può essere osservata durante la potatura invernale. I tralci colpiti sono scoloriti,l’epidermide assume un aspetto grigio-biancastro ed ospita un elevato numero di picnidi neri che emergono dalla corteccia sottoforma di puntini. La base dei tralci presenta delle tacche nerastre isolate o confluenti di 0,2-5 cm di lunghezza,prevalentemente nella zona dell’internodo. Il fungo invade in pratica tutti i tessuti dei tralci,particolarmente i raggi midollari e il parenchima,causando importanti necrosi. La corteccia generalmente si fende e compaiono così una o più screpolature che fanno assumere al legno il suo aspetto escoriato.

Ciclo biologico Il fungo sverna sottoforma di picnidi e di micelio prevalentemente nella corteccia dei tralci infetti oppure anche all’interno delle gemme.

N.B.  La formazione dei corpi fruttiferi (i picnidi) pur iniziando in autunno,raggiunge valori elevati solo in inverno e progredisce con l’avanzare della primavera.

N.B.  I picnidi sono osservabili con facilità dopo che i tralci hanno completato il processo di lignificazione; essi si sviluppano abbondantemente sui tralci infetti di un anno,raramente sui tralci di 2 anni e mai su quelli che hanno più di 2 anni o sul tronco. In primavera i picnidi producono i conidi che,diffusi sulla pianta dall’acqua piovana,danno inizio alle infezioni,penetrando sia per via stomatica che dalle lesioni presenti sui giovani tralci. Le prime infezioni generalmente avvengono dopo 3-4 settimane dalla ripresa vegetativa,ma il processo infettivo è vincolato dalla presenza di prolungati periodi umidi e freschi.

N.B.  Temperature attorno ai 25 °C causano la maturazione di un maggior numero di picnidi e una rapida produzione dei picnoconidi. Le spore di questo fungo possono germinare a partire da 1 °C fino a 37 °C ma con un ottimo a 23 °C. Il fungo invade i tessuti legnosi, premidollari e midollari esplicando la sua fase più insidiosa: la fase sistemica. A partire dalla seconda metà di luglio, infatti, il fungo si estende dalle zone interessate dall’infezione primaria verso gli internodi contigui, preferendo quelli più alti.

N.B.  Nei climi caldo-aridi,il fungo resta inattivo d’estate ma riprende la sua attività non appena la temperatura diminuisce.

N.B.  Il trasporto a lunga distanza di questo fungo è operato soprattutto inconsapevolmente con l’impiego di materiale di propagazione infetto.

N.B.  La massima sensibilità dei germogli si ha quando hanno una lunghezza che va dai 3 ai 10 cm.

Influenza della temperatura Le alte temperature sono un fattore limitante per lo sviluppo di questo fungo. Infatti le temperature superiori ai 37 °C oltre ad inattivare la germinazione dei picnoconidi,rallentano o bloccano del tutto la crescita del micelio.

Influenza dell’umidità L’umidità è il fattore che determina lo sviluppo della malattia. La pioggia facilità la germinazione dei picnoconidi,poiché permette la diluizione delle sostanze inibitrici presenti nei cirri mucillaginosi contenenti i picnoconidi. In realtà,la pioggia non è indispensabile alla germinazione delle spore in quanto sono sufficienti valori elevati di umidità relativa per produrre gli stessi effetti: a 23 °C la germinazione avviene entro 1 ora con un umidità relativa del 99 %,mentre sono richieste 22 ore a valori di umidità relativa del 90 %. L’acqua piovana è importante perché è il principale responsabile della dispersione delle spore sulla pianta.

Nemici naturali Non sono noti microrganismi antagonisti o micoparassiti di questo fungo.

Scelta varietale Le cultivar di vite manifestano importanti differenze in suscettibilità alla malattia. È pertanto opportuno fare attenzione alla scelta varietale al momento dell’impianto.

Potatura Al momento della potatura bisogna cercare,per quanto possibile,di rimuovere dalla pianta tutti i tralci infetti. Nei vigneti infetti i residui di potatura devono essere rimossi e distrutti anche se tutto questo rappresenta una perdita di sostanza organica (S.O.); è sconsigliabile la trinciatura e l’interramento dei sarmenti in quanto questi possono ospitare una quantità importante di inoculo del patogeno che si mantiene disponibile per le annate successive.

Irrigazioni Le irrigazioni tardive ed abbondanti ritardano la lignificazione dei tralci rendendo la pianta più suscettibile all’escoriosi.

Fertilizzazione Le fertilizzazioni squilibrate,che rendono disponibili abbondanti sostanze azotate a fine estate,ritardano la lignificazione dei tralci con l’aggravamento delle infezioni di escoriosi. Ciò è evitabile con un giusto equilibrio dell’azoto con il potassio,fosforo e calcio.

Lotta Per la lotta a questo fungo si raccomandano 2 trattamenti con prodotti di copertura; il primo alla stadio di gemma cotonosa ed il secondo quando la vegetazione ( i germogli) hanno una lunghezza di circa 5 cm. Quando la primavera è particolarmente piovosa o in caso di forti attacchi,può essere prospettato un terzo trattamento che può coincidere con il primo trattamento antiperonosporico. Gli interventi chimici,per quanto possibile, dovrebbero precedere le piogge,che inducono la sporulazione del fungo. Le sostanze attive più note,quali Folpet e Ditiocarbammati (Mancozeb e Metiram) sono efficaci nei confronti dell’escoriosi. Si può usare anche zolfo bagnabile ad alti dosaggi 800-1000 g/hl oppure zolfo micronizzato con dosaggi di 800 g/hl....


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