Estetica (Chamayou: droni e caccia all\'uomo) PDF

Title Estetica (Chamayou: droni e caccia all\'uomo)
Author Nicola Ongaro
Course Estetica
Institution Università di Bologna
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Summary

Riassunto di filosofia su Gregoire Chamayou. Argomenti: droni e caccia all'uomo....


Description

- Introduzione Il sensibile non è a-storico, non si può definire in modo unico e generale perché il contesto storico cambia la percezione delle cose e la possibilità di dire, udire, vedere, percepire. Tutto dipende dal “politico”, tutto ciò che è visibile e dicibile in un determinato periodo storico. La guerra si intreccia con la produzione di persone che si spostano e che vengono ostacolate nel farlo: i migranti sono coloro che vengono ostacolati più di altri dalle politiche governative nelle possibilità di spostamento. A causa della continua produzione di immagini, gran parte della nostra percezione del mondo non deriva dall'esperienza in carne ed ossa ma dalle visioni di immagini di globalizzazione. Queste immagini sono “medium” di qualcosa o hanno cambiato il proprio statuto, diventando a loro volta “reale”? Le immagini sono referenti di se stesse? Se il reale ci è dato sempre attraverso immagini o schermi, in che modo stiamo usufruendo del reale stesso? La nostra immagine è in continua esibizione, fin dalla nostra nascita. - Primo Levi e l'informazione Levi parla del “sogno del campo”, l'incubo nel quale i prigionieri che riescono a sopravvivere ai campi di concentramento tornano a casa ma non vengono ascoltati, e dagli altri ricevono sola disattenzione. Nell'appendice di Se questo è un uomo (1976), Levi parla del cosiddetto “Enigma del Novecento”: che cosa sapevano realmente i tedeschi di ciò che stava accadendo? Siamo soggetti attraversati da un non-sapere rispetto a noi stessi e quella parte ci fa agire e ci caratterizza più della parte conscia; una parte consistente di noi rimane nell'ombra. Il non-sapere attraversa il sapere stesso, il quale è attraversato dall'ombra. Secondo Levi “l'informazione è oggi il quarto potere”: è il diritto al sapere che distingue il cittadino dal suddito. Nella democrazia si sa tutto di tutto, tutto su tutto. Invece, nello stato totalitario la verità è una sola e c'è un profondo intervento dello stato: diventa così possibile cancellare parti anche grandi della realtà; così fecero Hitler e Göbbels, anche se non poterono nascondere tutto e utilizzarono eufemismi, creando un terrore “vago” con un linguaggio cifrato (“trasferimento”, “soluzione finale”, “trattamento speciale”).

Per Levi la possibilità di sapere è data dalla possibilità di vedere: i veri testimoni non possono parlare perché sono morti e chi è rimasto non ha “saputo” fino in fondo. Il non-sapere dei tedeschi è ambiguo perché formato da minori forme di sapere: vi è impossibilità del non-sapere assoluto. Secondo Levi il popolo tedesco è in ogni caso pienamente colpevole, perché sapere e far sapere sarebbe stato un modo per distaccarsi dal nazismo. C'è stata invece una “deliberata omissione”: i tedeschi non volevano sapere, non chiedevano e se sapevano non rispondevano, difendendo la propria ignoranza. Ci può essere però una responsabilità collettiva del popolo? Esiste il “noi popolo”? L'imputabilità è morale o penale? Levi è testimone ma ci parla con il “linguaggio pacato di un giudice”. In modo similare Hannah Arendt, per quanto riguarda il processo Eichmann a Gerusalemme, parla come in un'altra “aula immaginaria” di tribunale. - Georges Didi-Huberman, storia e immagini

14/2: Capitale portato fuori dai confini dello SN, esportando potere in seguito all’espansione del capitale. Imperialismo = interesse al di fuori dei confini dello SN. Esportazione del potere per salvaguardare gli interessi della borghesia -> la borghesia si emancipa politicamente attraverso l’imperialismo e diviene forza politica (cfr Lenin, differenza – Colonialismo = ultima fase e declino del capitalismo). Il potere concepito inizialmente dalla borghesia è fondato sull’idea del privato / dell’individuo (legge che deve essere piegata alla forza = individualismo sfrenato in cui l’unico rapporto tra individui è una competizione reciproca). Lunga parentesi di A. su Hobbes, l’unico grande filosofo a cui la borghesia può richiamarsi a pieno diritto. Sorgente del potere deriva da interesse privato / Hobbes ha concepito un corpo politico basato sull’accumulazione del potere. Costituzione del potere deriva dallo stato di natura di uguaglianza in cui si trovano gli uomini – la

forza di ognuno di uccidere è pari alla forza dell’altro di uccidere – “uguaglianza di inimicizia” degli uomini, insicurezza generalizzata -> necessità di potere, di un patto sociale tra individui, di uno stato. Sono gli interessi privati che gli individui mettono in comune, l’interesse originario è quello di paura e insicurezza – ma secondo A c’è una contraddizione di fondo = non c’è interesse per comunità ma per interessi privati, per cui in H non c’è stabilità politica se non quando c’è pura e continua espansione. H anticipatore dell’idea politica che la borghesia porta con sé.’

7/3: “Epoca del grande internamento” - Follia - Meditazione/sogno Cartesio “cogito ergo sum” – pensare significa non essere folli – la follia non è contemplata nel pensiero, nemmeno nell’esercizio del dubbio, che non attraversa mai la follia – la follia non viene presa come pratica dell’esercizio Scissione completa tra ragione e sragione 1656: decreto di fondazione a Parigi di un Hôpital Genéral con un’unificazione delle strutture con l’internamento di una parte della popolazione francese (1%) senza passare attraverso tribunali, giudici e altre istituzioni ma semplicemente per decreto amministrativo: poveri, disoccupati, folli, libertini, sifilitici, prostitute, etc internamento di ordine sociale – i poveri vengono internati ma “soccorsi”, pur negando loro la libertà di movimento – internamento come gesto non solo di esclusione come allontanamento ma anche di assistenza dello Stato – non solo esclusione “positiva” ma anche internamento come assistenza che implica la privazione della libertà individuale 8/4 Foucault: lezione 4 febbraio ‘76 XVII secolo: nasce il razzismo di Stato 10 marzo ‘76 Rielaborazione dell’idea di nazione all’epoca della rivoluzione – cit.: Sieyès (rivoluzione francese) – Thierry – Guizot – Montloisier Anche gli stessi concetti di vita e morte sono attraversati dal potere -> comprende il “bios”, da qui bio-potere, un potere con attenzione al vivente, non è un nuovo potere che cancella il precedente ma che semplicemente lo modifica -> compenetrazione e modificazione dei poteri, anche se il bio-potere compare solo a un certo punto, in un momento che è abbastanza vago – anche se lui stesso suggerisce questa successione, non precisa con esattezza il periodo di nascita del bio-potere;

La bio-politica ha a che fare con la “popolazione”, un corpo massa, un corpo molteplice, corpi massificati – la vita della “massa degli uomini” è toccata dalla biopolitica – accanto al discorso del “far morire”, tipico del sovrano, si aggiunge quello del “far vivere”, un potere di regolazione, “far vivere e lasciar morire”, lasciar morire nel senso che il potere non si esercita più sulla morte delle persone, che è il limite del potere, la finitezza del potere – il bio-potere si preoccupa soprattutto di potenziare la vita della popolazione, di controllare rischi, accidenti, deficienze – per questa operazione di potenziamento della vita, è necessario dividere la popolazione: qui interviene il razzismo, che per F è “l’altro volto” del bio-potere, che si esercita ancora come potere sovrano – frammentare il campo del biologico, un modo per introdurre uno squilibrio, il razzismo è un modo per stabilire una cesura in ambito biologico, una frammentazione del corpo, il razzismo emerge nel bio-potere, unicamente in esso, una separazione del corpo sociale, della popolazione = razze diverse dentro lo stesso corpo sociale, nella stessa popolazione – la morte della razza inferiore è ciò che potenzia la razza “buona” – razzismo = possibilità di mettere a morte, condizione di accettabilità della messa a morte -> “bisogna difendere la società”, in quel corpo molteplice della popolazione l’individuo accetta e legittima la messa a morte di un’altra parte della popolazione, questo è il razzismo, la dottrina che legittima la messa a morte della parte divisa – secondo F il razzismo diventa indispensabile al bio-potere e lo accompagna sempre (per A il razzismo accompagnava inevitabilmente l’imperialismo), vive al suo interno perché è necessario alla sua esistenza, indispensabile -> “funzione omicida dello stato” assicurata dal razzismo – accettabilità della messa a morte nel senso comune

- Grégoire Chamayou: Cacce all’uomo Storia della CINEGETICA. 1. La caccia al bue bipede: caccia all’uomo come branca della caccia, della cinegetica – guerra come cacciatore vs preda – caccia allo schiavo fuggitivo, tirannide, guerra – bue bipede = schiavi: più umanoidi che umani, solo di aspetto umano – Aristotele: alcuni individui sono nati per obbedire, schiavi per natura. 2. Nimrod: figura della Genesi, fondatore di Babele, disobbedisce a Dio, accumulatore, territoriale e predatorio, figura di cacciatore di uomini vs. figura di pastore di uomini (Abramo = benevolo, individualizzante cioè conosce

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ognuno nel gregge, mobile e non territoriale) – non diversifica le sue prede: tutti erano sacrificabili allo stesso modo. Pecore nere e uomini lupo: cacce pastorali = cacce di esclusione, non a scopo predatorio ma protettivo rispetto a un gruppo – pecore nere da allontanare per evitare di ‘contagiare’ il resto del gregge – esclusione comunitaria, giuridica e securitaria = fine della sicurezza del gruppo e dei diritti – ‘lupizzazione’ dell’uomo a causa della dissolutio civilitatis: la pecora nera diventa lupo perché allontanata dalla comunità – Hobsbawm: la messa al bando è sintomo non della forza del potere sovrano ma della sua impotenza Caccia agli indiani: Descer Indios = caccia agli indiani, inteso come attività di svago unita a dei vantaggi economici, caccie di acquisizione e sterminio (somme in denaro per numero di scalpi indiani) – Teoria della guerra giusta basata sull’inferiorità degli indiani, selvaggi (come Aristotele) – Teoria cristiana = gli uomini sono tutti uguali, ma Assoggettamento per umanizzare (Sepulveda) o Diritto sovrano condizionato dall’imago dei, cioè gli indiani non riescono ad auto governarsi perché non a immagine e somiglianza di Dio (Bacone). Caccia ai pelle nera: Europa vs Africa: acquisizione e sterminio, conflitto continuo che si intensifica con colonialismo e poi schiavismo, con un sistema organizzato di caccia al pelle nera, colore distintivo dello schiavo – transfert di responsabilità = l’individuo non è più legato alla sua azione (cfr Bauman: Responsabilità e olocausto, deresponsabilizzazione che caratterizza la modernità) – zoologizzazione dei rapporti sociali: africano rappresentato come una scimmia, e l’europeo si rapporta a esso come un animale – Voltaire: schiavi strumenti passivi, caccia all’uomo nella tradizione africana ma europei colpevoli, perché sfruttano gli africani – Hegel: dialettica servo-padrone, lo schiavo è tale perché sceglie di esserlo per sfuggire alla morte; lo schiavo non ha coscienza né della libertà né della vita, i Neri “muoiono alla leggera”, il loro non è coraggio ma incoscienza. Dialettica del cacciatore e del cacciato: inseguimento alla base del loro rapporto: lo schiavismo nasce da un rapporto asimmetrico – Animalizzazione dell’uomo braccato = cattura come assoluta impotenza e morte come unica libertà, quindi il vivere è inteso come un assenso alla schiavitù, cioè non-vita; lo schiavo può solo eventualmente evadere o ribellarsi, anche se otterrebbe solo libertà momentanea, perché per esempio l’evasione porta a una seconda caccia, ancora maggiore, delegata ad altri schiavi per non mettere a rischio la vita del padrone (padrone -> intermediario -> preda); il padrone non ha quasi più coscienza dell’atto in sé – Sartre: questo rapporto è ribaltabile, perché la

preda evasa per prevedere le mosse del cacciatore deve immedesimarsi in esso = ribaltamento della condizione da oggetto a soggetto della caccia. 7. Caccia ai poveri: Francia, XVII secolo, caccia ai mendicanti, vagabondi, poveri; passaggio da caccia a reclusione tramite pattuglie statali o della Chiesa – Illuminismo: “poor laws”, attuate nel XIX secolo (cfr Oliver Twist), ai poveri si rimproverava il fatto di essere pigri, quindi venivano internati e costretti ai lavori forzati – idea che tra i ceti poveri si formi la criminalità. 8. Caccia poliziesca: poliziotto come ‘cacciatore di uomini’ – la polizia a volte ignora la legge – centralizzazione statale dei sistemi di caccia e cattura – inquietante vicinanza tra poliziotto e criminale, polizia e delinquenza – l’azione della polizia contribuisce a formare i criminali, ciclo di produzione di criminali nelle prigioni 9. Muta di caccia e linciaggio: tutti uccidono la preda ma nessuno è l’assassino – concetto di Muta = essere collettivo che trae la forza dal suo numero, essere temporaneo, non gerarchica, mobile, fluida, in-organizzata – la preda soccombe sotto una vasta moltitudine di colpi – Linciaggio = esempio di Douglas, forma di estremo razzismo, giustizia privata esercitata nel disprezzo delle istituzioni, muta e linciaggio come ammutinamento contro lo Stato. 10.Caccia gli stranieri: diversi casi europei di caccia contro gli stranieri, xenofobia, di caccia di esclusione, sponsorizzate da regimi di estrema destra – straniero come una delle prime fonti di minaccia per la nazione – incitamento all’omicidio – protezionismo del lavoro e dei lavoratori nazionali. 11.Caccia agli ebrei: Caccia-crociata: sommossa per motivi religiosi, conversione forzata, assimilazione o eliminazione – Antisemitismo moderno: motivi economici – Nazismo: caccia di Stato, di polizia, crudeltà e violenza per depredare e dimostrare il proprio potere. 12.Caccia agli uomini illegali: caccia agli apolidi, perdita della nazionalità e perdita dei diritti – potere burocratico attraverso il rilascio dei documenti – paradosso: anche se burocraticamente ‘morti’, i sans-papier sono comunque presenti nel territorio – caccia svolta dallo Stato attraverso: controlli schedari, controllo di documenti di identità, inseguimenti, retate in luoghi specifici. In una caccia cinegetica troviamo: - Radicale asimmetria - Utilizzo di cani da caccia (intermediari, terze figure) - La preda-nemico è vista come inferiore - Sono concessi mezzi ‘non nobili’

- Grégoire Chamayou: Teoria del drone

Drone: veicolo controllato a distanza o in modo automatico UAV: non armato UCAV: armato Col drone si può proiettare forza senza emanare vulnerabilità: la distanza di chi comanda implica la sua invulnerabilità (“safe zone”, guerra unilaterale, impossibilità di morire per chi uccide); si può colpire il nemico osservandolo e senza dargli tempo di reagire. I droni sono oggi l’arma low cost per eccellenza, dato che non è necessario l’impiego di soldati sul campo, droni come “arma umanitaria per eccellenza”. Intento polemico vs. dottrina del drone: indagine filosofica, considerando non i fini ma le conseguenze dell’utilizzo dei droni; cosa implica questa scelta dei mezzi? Focus sulla radicalizzazione della guerra a distanza: il concetto di guerra tradizionale va in crisi. Metodologie dell’ambiente ostile, John W Clark, 1964 – tre possibilità: - Inviare una macchina autonoma - Inviare un essere umano - Usare un veicolo che opera nell’ambiente, controllato a distanza da un uomo che opera in un ambiente sicuro = veicolo telechirico) Due spazi, in guerra: zona ostile e zona sicura (safe zone) il nemico va eliminato da lontano, da una zona di sicurezza. “Drones”, “ronzoni”, introdotti “sotto il segno della finzione”, per esercitazioni nella 2GM – il drone, a differenza del missile, è riutilizzabile poiché trasporta l’arma, non è l’arma stessa. Droni impiegati in Vietnam per poi essere abbandonati – nel 1973 usata dalle forze israeliane – nel 1995 nasce il Predator – utilizzati a scopo bellico dopo 11/9. Liveshot.com: sito di John Lockwood, cacciare virtualmente animali – problemi etici immediati, la caccia diventa assassinio – caccia all’uomo dopo 11/9, come giustificarla?

Nuovi principi della caccia all’uomo: guerra non come battaglie campali ma come una caccia, con investigazione (raccolta dati, spionaggio), fuga e inseguimento. Si mira sempre di più a un’azione preventiva più che punitiva. Drone come ‘occhio di Dio’, senza palpebre, che garantisce un costante flusso di informazioni totali – principio dello sguardo persistente (1): il drone non ha bisogno di pause, così come ne ha bisogno l’uomo – principio dello sguardo sinottico (2): sorveglianza di vasta estensione, il drone diventa onniveggente, vede tutto e sempre – principio di archiviazione totale (3): funzione di registrazione, nulla viene dimenticato e si può sempre risalire al target – utilizzo di tecnologie di emittenti sportive televisive – principio di fusione dei dati (4): intercettazioni, GPS, immagini… -- principio di schematizzazione delle forme di vita (5): analisi di dati messi in correlazione per far emergere elementi sospetti – mito di Argo Panoptes, drago dai mille occhi, tutti hanno sempre paura – principio di azione preventiva (6). Analisi delle forme di vita, sia per i luoghi (geospaziale) sia per le reti sociali. La guerra diventa solo una caccia, illimitata nel tempo e nello spazio. La preda porta con sé la propria zona di ostilità. - Kill list: lista degli obiettivi inviata al centro dove operano i piloti di drone. Fitta attività di profiling. Bersagli riconosciuti tramite aspetto o ‘firma’, cioè il loro modus operandi. - Kill box: area-bersaglio tridimensionale, definita per facilitare l’integrazione del fuoco coordinato delle aree comune. Come scatole trasparenti, un mosaico formato da molte zone d’attacco. Controinsurrezione, che “viene dal cielo”, lo Stato che reagisce ai ribelli. Principio di fondo: privare il nemico del nemico. Bene vs. male, logica manichea. Guerra unilaterale per eliminare il male. Mito della vulnerabilità: esiste sempre un punto debole (es. mito di Achille). Falle dei droni: rischio di colpire civili, pericolo di intercettazione dei flussi di dati (attacchi hacker), pericolo di droni ‘fatti in casa’ per attentati, pericolo che la tecnologia cada in mano al nemico.

Ethos e psiche, necroetica

Drone vs. Kamikaze. Drone = non-impegno, arma senza corpo; Kamikaze = impegno, corpo come arma, sacrificio umano. Tattiche opposte ma storicamente complementari. Due regimi etici differenti: etica del sacrificio vs. etica della preservazione. Esisterebbero mai dei kamikaze americani? Due ethos, due diverse visioni dell’orrore, due diverse economie politiche. “That others may die”, che possano morire gli altri – sentimento di invulnerabilità. Ethos militare: combattere significa imparare a morire (ideologia classica), virtù dell’eroismo-sacrificio-coraggio, forza morale, essere pronti a sacrificarsi per la sovranità del proprio Stato. Era Post-eroica, guerra senza virtù. [Mito di Gige (Aristotele), l’assassino invisibile] “Eroismo psichico”, gli operatori dei droni non rischiano la loro vita fisica ma psichica, perché rischiano la propria salute mentale. Una nuova forma di coraggio, spostando l’oggetto del sacrificio dal fisico al mentale. Stress, senso di colpa. Schema della teoria della ripugnanza a uccidere: la distanza diminuisce la ripugnanza, come se le vittime fossero quasi non umane, lontane, impercettibili.

Necroetica “Uccidere bene” – “no body bags”, controsenso per Chamayou: se lo scopo dei soldati è quello di salvare vite, perché mettono come priorità la difesa della propria? Per mirare efficacemente serve volare basso, ma volando basso ci si mette a rischio. Il drone è davvero un’arma ‘umanitaria’? Un veicolo “unmanned” è il modo più umano per togliere la vita? Autopreservazione vitale, primo pilastro della necroetica: chi uccide deve salvarsi, proteggersi totalmente. Come distinguere con certezza bersagli ‘legittimi’? Il drone è preciso, ma non ha la capacità di uccidere le persone ‘giuste’. Emerge una nuova etica miliare, cioè uccidere con pretese umanitarie. Chamayou cita Arendt, i droni seguono una logica del male minore, cioè una logica che segue comunque il male, scelta da chi sceglie comunque il male. I mali minori vengono cumulati, vengono accettati più facilmente ma crescono in...


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