Tesina DI Estetica - EROS E Thanatos PDF

Title Tesina DI Estetica - EROS E Thanatos
Author Dania Certomà
Course Didattica e comunicazione dell'arte
Institution Accademia di Belle Arti di Bologna
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EROS E THANATOS Le tensioni opposte dell’uomo verso la vita

Gustav Klimt - Morte e Vita

Dania Certomà Tesina di Estetica Valerio Dehò Anno Accademico 2019 - 2020

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Con il nome della divinità greca Eros, Sigmund Freud (1856 - 1939), nel saggio "Al di là del principio del piacere" del 1920, rielaborando i concetti di Empedocle (nato nel 495 a.C. ca., caratterizzato per aver presentato il dissidio cosmico tra Amore e Odio) definisce la tensione umana dell’uomo verso la vita, la felicità, la soddisfazione, l’amore e l’amicizia: è la forza psichica che stimola ad agire per raggiungere il piacere, inteso in generale come desiderio, spinta creativa e costruttiva, volontà di crescere e tessere relazioni, creare legami. A questa tendenza si oppone Thanatos (che è speculare ad Eros ma è nascosto, o meglio, tendiamo a nasconderlo) che descrive il sentimento dell’odio, della rabbia, della discordia, l’istinto di morte: una pulsione aggressiva che stimola alla disorganizzazione e alla distruzione. Eros e Thanatos rappresentano, quindi, rispettivamente, la pulsione di vita e la pulsione di morte, il bene e il male. Se lo scopo di Eros è stabilire unità ed armonia, quello di Thanatos è seminare disarmonia e distruggere legami. Tra l’altro, Freud individua la presenza del meccanismo coazione a ripetere, ovvero la tendenza dolorosa, nell’uomo, a replicare nel tempo esperienze di sofferenza anche molto forti. Un istintuale e costante ritorno a vissuti traumatici che emerge sistematicamente quando si chiede al paziente di parlare liberamente per far riaffiorare ciò che è stato sommerso. Nel trasfert analitico, questo ripresentarsi di dolore deve in qualche modo rispondere ad un principio diverso da quello del piacere. E appunto si tratta del primordiale istinto di morte. La mente umana appare come un campo di battaglia in cui questi due principi, Eros e Thanatos, lottano per prendere il sopravvento. Ma è una lotta senza sosta e senza vincitori e, proprio questo scontrarsi privo di tregua e il non affermarsi di uno o dell’altro, spiega la varietà dei fenomeni vitali. La teoria contrasto tra Eros e Thanatos ha quindi un potere di seduzione enorme, come spesso accade alle teorie dualiste. È stato formulato nell’interregno tra le due grandi tragedie del Novecento, la Prima e la Seconda guerra mondiale, e sembra dare un senso psicologico alla follia distruttiva di quei decenni. Ma è anche vero che porta con sé gli echi di tante teorie religiose e filosofiche.

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L’arte, sicuramente pittorica e scultorea ma anche musicale, cinematografica e letteraria, dalle prime manifestazioni preistoriche sino alle rappresentazioni contemporanee ha sempre offerto le immagini di queste due opposte tensioni prima nel mito, successivamente nelle religioni iconiche ed infine nell’arte moderna e contemporanea.

Tra l’800 e il '900… GUSTAVE MOREAU "L’Apparizione", 1875

! Con "L'apparizione" Moreau rappresenta la figura di Salomè, la cui storia è raccontata nei Vangeli di Marco e Matteo: Giovanni Battista nella sua predicazione rimproverava Erode Antipa per la sua relazione con Erodiade, moglie di suo fratello Erode Filippo. Durante una festa Salomè, figlia di Erodiade, si esibì in una danza seduttrice che piacque molto a Erode, il quale giurò di darle in premio ciò che ella avesse voluto, "fosse anche la metà del mio regno". La ragazza, istigata dalla madre, chiese che le fosse portata su un piatto d'argento la testa di Giovanni Battista: Erode, per non venire meno al giuramento fatto davanti ai commensali, acconsentì e fece decapitare Giovanni. In quest'opera Eros e Thanatos danzano insieme a Salomè nel sangue di S.Giovanni, anche se in realtà noi non assistiamo allo svolgersi della danza dalla 3

forza distruttrice della giovane principessa, né tantomeno alla presentazione della testa di Giovanni da parte del boia. La scena che si presenta agli occhi dello spettatore, e che da' il titolo all'opera, è proprio quella dell'apparizione della testa del martire, sospesa a mezz'aria (anziché portata su un piatto d'argento) grazie a un potere misterioso e dalla quale si irradia una luce mistica che porta l'osservatore in una dimensione irreale e simbolica. Mentre Salomè indica con forza la testa del martire sollevando il braccio sinistro, si notano sullo sfondo la figura di Erode come giudice (a sinistra dell'osservatore) e il carnefice (a destra). Gli abiti di Salomè appaiono come se si fossero fusi con il suo corpo e la principessa sembra vestita solo dei suoi gioielli. La struttura architettonica sullo sfondo sembra essere una reggia dalle strutture arabeggianti e dalle decorazioni preziose e raffinate, i colori utilizzati sono molto cupi, quasi sanguigni. In quest'atmosfera onirica le forme sembrano dissolversi nell'opera stessa, la linea morbida di derivazione orientale è incisa sul colore ancora fresco.

L'erotismo può manifestarsi in forme non necessariamente connesse al suo appagamento concreto, come l'immaginazione o la fantasia, che si concretizzano in prodotti artistici e culturali. Anche Gustav Klimt e Egon Schiele, suo allievo, incarnano le due pulsioni nelle loro opere, ma la contrapposizione tra Eros e Thanatos è affrontata in maniera differente: Schiele affronta la sessualità come tortura e punizione, Klimt, invece, come gioia ed appagamento.

GUSTAV KLIMT "Morte e Vita", 1915

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In questo olio su tela di G. Klimt, troviamo sulla sinistra la morte, rappresentata da un teschio, che sogghigna volgendosi verso la vita. La morte è vestita con un mantello dalle tinte fredde, blu e viola, decorato da innumerevoli croci. Sulla destra invece (ma occupando oltre metà dell’opera e quindi aprendo ad un senso di speranza), troviamo la vita rappresentata da un coagulo di corpi intrecciati. La vita è come una cellula multicolore, composta da nove esseri, quasi tutti femminili e due maschili, tra cui un bambino. Questi corpi sono intrecciati in una sorta di abbraccio inestricabile, che fa pensare ad una forza solidale che unisce la vita e la protegge dalla minaccia della morte. La cellula della vita risplende di motivi decorativi organici e geometrici secondo lo stile del pittore. Eros e Thanatos, la forza creatrice della vita e la forza distruttrice della morte, si fronteggiano dunque in questo universo!atemporale senza riferimenti ed agganci spaziali.!Klimt porta a compimento un processo di astrazione e semplificazione; le componenti figurative si riducono alla descrizione di pochi elementi che definiscono i corpi; tutto il resto è decorazione che fluisce armoniosamente sulla superficie bidimensionale del quadro. Questa è la forza ed unicità di Klimt, quella di esprimere i drammi!!ed i misteri della vita attraverso uno stile decorativo estetizzante che stempera le tensioni.!

EGON SCHIELE "L’abbraccio" o "Gli amanti", 1917

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Schiele dipinse quest’opera un anno prima della morte, in pieno conflitto mondiale. La dissoluzione dell’impero asburgico, gli avvenimenti tragici di quei giorni, le migliaia di morti, la sconfitta che si profilava alle porte di Vienna, la presenza concreta e distruttrice della morte sull’Europa, furono fatti che incisero non poco sull’animo tormentato dell’artista. Ma la presenza della morte non solo come momento di conclusione, di allontanamento, di uccisione delle speranze, ma anche come attrazione, come fatale coinvolgimento e come presenza costante nella vita dell’uomo sin dalla nascita, quasi che l’uomo stesso nascesse per la morte, è presente già da molto tempo prima nel pensiero di Egon. Nel 1910 scrisse che tutto “nella vita è morte“, ogni atto ha un carattere di cessazione, di distruzione e più di ogni altro l’atto erotico: amare passionalmente, amare carnalmente, è un po’ come morire. È, quindi, la convergenza degli opposti di Eros e Thanatos. Nell’opera l’uomo e la donna, nudi, sono uniti non dalla passione, dal desiderio, dal coinvolgimento erotico, ma in un disperato ed estremo attaccamento non nella vita stessa, ma nella morte. L’incarnato dei corpi nudi vira su rosa e bruni chiari e scuri che, specie nella schiena dell’uomo, sembrano aggrediti da macchie come grossi ragni che mettono in rilievo la tensione dei muscoli, enfatizzando non tanto l’azione erotica, ma l’aggressione disperata alla carne, come se l’abbraccio fosse una protezione da un pericolo imminente. L’assenza dello sfondo ha una sua importanza, la superficie di pennellate nervose spegne l’azione erotica, togliendogli dimensione. I due amanti non si guardano, non si baciano; i loro volti sono divergenti. La donna schiaccia le labbra sulla spalla dell’uomo e con la mano tiene lontano da sé e schiacciato in basso il viso dell’uomo mentre lui la abbraccia in un estremo tentativo di rimanere legato alla vita, alla speranza. Schiele sviluppa questa rappresentazione dualistica e contrastante di Eros e Thanatos nella sua ricerca ossessiva, quasi demoniaca, del disfacimento grafico dei corpi maschile e femminile.

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…Oggi ANTONELLO SANNA "Osservaci"

La spirale è una delle forme più diffuse del mondo naturale, è la traiettoria che l’energia prende quando non viene incanalata, l’andamento che segue l’evoluzione libera ma armoniosa. Questo simbolo ha sempre suscitato nell’uomo una costante curiosità e, infatti, sin dalla preistoria ai giorni nostri, i motivi a spirale appaiono nel simbolismo di tutto il mondo: ne sono testimonianza le decorazioni che caratterizzano molti manufatti e architetture, appartenenti a diversi periodi preistorici e storici. La spirale di Antonello Sanna, nasce e si propone nella sua forma essenziale, senza elaborazioni e altri elementi che possano distogliere l’attenzione da colei che è la protagonista. Nell’estetica apparentemente semplice, tale opera racchiude un forte significato: la vita presente o la vita dopo la morte. Eros e Thanatos, la pulsione in una o nell’altra. Una linea che si avvolge su se stessa, prolungando all’infinito il proprio movimento circolare che nasce dal punto di origine, mantenendo una pulsione costante e infinita.

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Nell’opera di Sanna, oltre alle 3277 piccole spirali, che formano un’unica grande spirale, è evidente anche la grande spirale bianca: le due grandi spirali presenti nell’opera, esistono una in virtù dell’altra, la prima non esisterebbe senza la seconda e la seconda non potrebbe esistere senza la prima, in eterna progressione per loro stesse e quindi l’una per l’altra. Vita e Morte, Eros e Thanatos.

BARBARA PICCI "Odi et amo"

Barbara Picci rappresenta la sua idea di Eros e Thanatos in chiave contemporanea scolpendo la pietra. Partendo dal presupposto che, così come nella chimica, gli elementi con cariche opposte si attraggono, anche l'animo umano è lacerato fra due sentimenti opposti che si bramano: odio e amore, chiaro e scuro, pulsione di morte e pulsione di vita. Eros e Thanatos, quindi si incontrano in un amplesso che sfocia finalmente nell'equilibrio perfetto dell'unione degli opposti. Con ciò si torna a una concezione differente del principio di morte attuale, la quale vede la fine come un’attesa di un "dopo", di una ricompensa religiosa o di una salvezza ultraterrena. Si ritorna a quello della Grecia antica in cui l'uomo è 8

consapevole della sua finitezza e vede la morte come uno stadio naturale della vita senza alcuna ricompensa o castigo, solo un regno dei morti. Il segreto della vita dell'uomo, in quest'ottica, è quello di conoscersi e conoscere il più possibile e puntare alla saggezza, riconoscendo i propri limiti e comportandosi secondo misura. Il ritorno dell'uomo alla propria natura finita fa sì che siano annullati gli effetti negativi della pulsione di morte, anzi, in questa visione Eros e Thanatos raggiungono la loro poetica armonia. Non c'è rottura o opposizione, solo equilibrio perfetto.

GIOVANNI PADDEU "Eterno ritorno"

Il mammuthone è la maschera tipica di Mamoiada, famoso paese della Barbagia Ollolai. Esso rappresenta la morte e il perpetuo rinnovamento della fertilità della terra, del ciclo della vita e del nutrimento della popolazione. Nel suo lento e cadenzato incedere, accompagnato dal suono ritmico dei campanacci, scandisce le fasi della vita per piante animali e uomini. Ed è così che Paddeu rappresenta la sua idea di fusione e intersezione di Eros e Thanatos, cioè riprendendo la maschera del mammuthione da diversi punti di vista aggregandola in parallelepipedi tridimensionali. Questa maschera austera

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simboleggia quindi la nascita, la fecondità, l’amore e infine la morte e il rinnovamento, in un cerchio che non si chiude mai.

Nell’arte la vita e la morte spesso vengono rappresentate insieme, proprio per far risaltare il concetto di ciclicità a cui ogni essere umano è sottoposto durante la propria esistenza e le pulsioni costanti che muovono la sua anima verso le sue decisioni, etiche e non. Come scrive Remo Bodei, nel suo libro "Le forme del bello", l’idea del bello, del vero e del buono è quella triade a cui va contro la legittimità dell’anti-trinità del brutto, del falso e del cattivo, affermatosi inizialmente in età moderna. Egli associa all’eros l’idea della bellezza, sia dal punto di vista dell’attrazione sensibile o sensuale, sia per quanto riguarda il piacere immediato che se ne ricava. Ma anche per qualcosa di più spirituale, come il portarsi dell’animo dal sensibile all’intelligibile, e nel caso del sublime della sua elevazione dell’animo verso una grandezza e una potenza che sgomentano, in quanto non si lasciano afferrare razionalmente. Per J.F. Lyotard, sublime è l’arte delle avanguardie, che rifiutando la perfezione delle forme vogliono rendere visibile l’invisibile e rappresentare l’irrappresentabile, ponendo l’accento sulle basi emotive dei nostri conflitti interiori, ossia delle nostre pulsioni contrastanti mai completamente riappacificati. In conclusione, le arti appaiono come modi di potenziamento del senso della realtà, una materializzazione sensibile di un mondo più vero di quello offerto dalla percezione dell’esistere e dai pensieri abitudinari. L’opera d’arte sembra appartenere simultaneamente alla realtà, ossia a quello che vediamo, che respiriamo, e a ciò che c’è senza esserci, a quel qualcosa che prenderà il posto della vita una volta che quest’ultima verrà a meno, ovvero la morte.

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Sitografia e bibliografia https://medium.com/@paolamagni55/eros-e-thanatos-nellarte-f87f5a7cdbdf https://www.ucaibrescia.it/notizie/collettiva-2016-eros-e-thanatos/ http://medialab.di.unipi.it/ppw/Dondoli/eros.html http://www.1000quadri.it/gustav-klimt-morte-e-vita/ https://poetarumsilva.com/2019/02/21/schiele-eros-thanatos-scocchera/ https://www.adrenalinaproject.com/Opere/Opera/1347 Remo Bodei, Le forme del bello, prima pubblicazione: 1995, ed. Il Mulino

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