Etica E Deontologia Della Comunicazione Unipv PDF

Title Etica E Deontologia Della Comunicazione Unipv
Course Etica E Deontologia Della Comunicazione
Institution Università degli Studi di Pavia
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Appunti dettagliati di Etica e Deontologia della Comunicazione di CIM Università di Pavia...


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ETICA E DEONTOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE Lezione 1, lunedi 30 settembre Lunedi: Prof. Colloca Mercoledi: Prof. Sanna APPUNTI + MATERIALE SU KIRO Prendere appunti, gli appunti degli anni precedenti sono in parte diversi. Ci sarà del materiale su kiro. Ci saranno delle prove in itinere durante le lezioni, se saranno almeno discrete(non accettabili ma discrete) verranno considerate come base dell’esame quindi all’esame ci saranno solo 2/ 3 domande. Se invece le prove in itinere saranno appena accettabili o insufficienti non verranno considerate all’esame. Ci saranno più prove in itinere. L’esame può essere scritto o orale scegliamo noi, solo per i primi 3 appelli. Poi saranno solo orali. Libertà di informazione versus indipendenza dell’informazione, articolo del 2012 n.13, 10 pagine —> sito www.metabasis.it INIZIO DELLA LEZIONE La comunicazione ha un importante potere, quando si parla di potere non si intende quello singolo di ogni cittadino ma noi studieremo il potere di coloro che comunicano per professione: i professionisti della comunicazione (pubblicitario, giornalista, speaker radiofonico) Quando si parla di professioni della comunicazione si fa riferimento a una differenza di contenuto, non di mezzo della comunicazione di massa utilizzato. Il giornalismo che sia in tv o in radio o sulla carta stampata è sempre giornalismo quindi sottostà a uno stesso codice deontologico, ha una comunanza di problemi etici. Ci basiamo sulla funzione e contenuto. Questa attività informativa può essere veicolata attraverso media. I mezzi possono essere tv, radio, carta stampata, internet. La pubblicità può essere diffusa attraverso radio, tv, internet, carta stampata e affissioni(cartelloni pubblicitari). Anche conduttore e cantante sono comunicatori (intrattenimento). Il messaggio fa la professione, non il mezzo. Ci sono due professioni: pubblicitario e giornalista.

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GIORNALISTA “La stampa riveste un potere gigantesco, ma come un torrente lasciato scorrere liberamente può sommergere e devastare intere campagne e raccolti così una penna adoperata senza freno non può portare altro che distruzione. “ Questa dichiarazione è contenuta nella “La mia vita per la libertà” di Gandhi (famoso leader e combattente per l’indipendenza dell’India). Cosa vuole intendere con questa frase? Se la stampa deve fornire solo informazioni corrette etc. è come se la libertà venisse limitata. La parola libertà ha un significato importante. Qualche limite alla libertà di stampa deve essere imposto. Cos’è che non va limitato?! Indipendenza. Nel linguaggio comune quando si dice non toccate la libertà di stampa si intende l’indipendenza dell’informazione. Indipendenza dell’informazione deve essere totale, illimitata, non deve avere vincoli, limiti. Cos’è l’indipendenza? L’assenza di condizionamento da parte del potere politico o da parte del potere economico. Una libertà di stampa illimitata non può potare altro che distruzione, sta dicendo che dobbiamo desiderare una stampa che non crei danni ma dobbiamo desiderare anche che il giornalista non abbia limitazioni nella sua indipendenza. Noi non vogliamo che l’indipendenza della stampa venga limitata, non vogliamo che il giornalista sia assoggettato da un potere politico o economico. Potere politico ed economico insistono sulla vita professionale del giornalista. L’indipendenza del giornalista deve essere al massimo grado rispettata e riconosciuta. Quello che va sotto il nome di libertà di stampa può essere suddiviso in due problemi: -1: è auspicabile che il giornalista sia libero di esprimere tutto ciò che gli passa per la testa? No, bisogna porre dei limiti. - 2: indipendenza del giornalista deve essere assoluta e totale. Deve essere in buona fede, onesto, obiettivo. Il giornalista non deve farsi condizionare. Ipotesi! Il giornalista ha un’opinione e vuole esprimerla sui fatti che racconta. Formazione del governo che si è recentemente formato, un conto è raccontare il fatto un conto e un conto è esprimere un’opinione. Secondo la deontologia, il giornalista cosa può fare? La deontologia non costringe né il giornalista ad astenersi dall’esprimere le proprie opinioni né ad accompagnare le proprie opinioni alla ricostruzione dei fatti. Non è detto che in ogni giornale dobbiamo leggere la ricostruzione dei fatti e poi l’opinione. Alcuni possono sostenere che il giornalista debba dare la propria opinione ma poi sostenere anche l’opinione opposta, anche se non è cosi. Non è un obbligo del giornalista. Questo perché? Perché la stampa fin dalle sue origini ha accanto alla funzione di informare, ha la funzione di esprimere le opinioni, il pensiero, alimentare il dibattito pubblico. Ci sono organi di stampa che scelgono di svolgere la funzione di informare in un modo possibilmente neutrale anche se non c’è la neutralità. Altri organi di stampa si caratterizzano per sostenere una certa opinione, per fare una certa battaglia ideale. Il giornalista può fare entrambe le cose. Non si può avere un giornalismo solo di idee, ma non si può chiedere al giornalista di riportare ogni volta i fatti, le prove perché si entrerebbe in un meccanismo di controllo eccessivo della stampa. Noi non chiediamo che il giornalista si astenga o che riporti tutte le opinioni possibili. È giusto che il giornalista sostenga un’opinione e non un'altra. Pag. 2 di 24

Come si arriva all’oggettività e all’obiettività? Si ottiene con il pluralismo dell’informazione. Informazione è un insieme di tante voci indipendenti che sostengono varie opinioni contrastanti. Non la otteniamo costringendo il giornalista a essere asettico, ma attraverso il massimo pluralismo dell’informazione. Tutte le voci possono esprimersi. È in questa pluralità di informazioni che risiede ciò che più si avvicina all’oggettività senza esserlo. Sintesi: I professionisti rivestono un potere importante, etica della comunicazione si intende che il professionista della comunicazione deve evitare di esercitare il potere a danno di qualcuno. Se noi con libertà intendiamo la possibilità di fare qualunque cosa anche quelle più scorrette, dobbiamo intendere che questa libertà non può essere assoluta. Vogliamo invece che l’indipendenza sia assoluta, il giornalista può fare il suo lavoro senza essere condizionato dal potere politico ed economico. Il giornalista o una testata giornalistica è libero o no di esprimere la propria opinione? Si. Permettendo il libero sorgere di testate giornalistiche indipendenti possiamo arrivare che il panorama giornalistico può raggiungere il massimo pluralismo dell’informazione. L’obiettività della stampa è un insieme di accalorate e ben sostenute diversità. Lezione 2, lunedi 7 ottobre ’19 Due concetti importanti (riepilogo 1 lezione) Libertà dell’informazione ! libertà intendiamo possibilità di fare o non fare qualunque cosa, non si può ritenere che per la stampa la libertà sia assoluta, ma vi sono dei limiti. Noi non vogliamo che il giornalista ometta delle informazioni importanti. Questo è un caso di limitazione della libertà di stampa cioè non vogliamo che il giornalista sia libero di omettere informazioni importanti. Però può capitare che se noi rileviamo un’informazione importante che non è stata detta potrebbe essere perché il giornalista ha un condizionamento politico, economico. Ecco che vediamo il problema della scarsa indipendenza della stampa. Indipendenza dell’informazione! necessità che il giornalismo sia svincolato da condizionamenti politici o sociali del giornalista, non deve subire alcuna limitazione Inizio 2 lezione Libertà di stampa, possibilità di comunicare o non comunicare nelle modalità in cui il giornalista vuole, si sono creati 2 modelli distinti di regolare questa libertà della stampa che vanno sotto il nome di modello americano e modello europeo. I due modelli si distinguono per la maggiore o minore libertà di stampa che viene riconosciuta. Un modello riconoscerà maggiore libertà di stampa, l’altro minore. Modello americano vuole limitare intenzionalmente meno la libertà di stampa. Nel modello europeo c’è più spazio per la limitazione della libertà di stampa, ma non assoluta.

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Modello americano! è incarnato dal first amendement della costituzione nel quale si dice una serie di libertà (tra cui anche quella di stampa) non possono essere né riconosciute né limitate per mezzo di una legge del Congresso (analogo del Parlamento italiano). È un articolo che ritiene fondamentale alcune libertà per cui questa libertà di stampa non solo non può essere limitata, ma non è neanche nei poteri del congresso. Ci sono delle libertà su cui il potere legislativo non può intervenire. Queste libertà sono riconosciute nella costituzione. La libertà è una di quelle libertà cosi fondamentali che non può essere oggetto di normazione da parte di un Parlamento (potere legislativo). È una libertà prioritaria la libertà di stampa. Ecco una radicale impostazione che assegna alla libertà di stampa un ruolo fondamentale e in nessun modo incoercibile da parte di leggi dello stato. Sono libertà che esistono per ognuno di noi indipendentemente dallo stato che le riconosca. Il Congresso è il potere legislativo in America. Modello europeo! è prevista la possibilità per il Parlamento (potere legislativo) di legiferare in tema di libertà di stampa e porre delle limitazioni alla libertà di stampa. Art 21 della Costituzione già esso prevede la possibilità di limitare la libertà di stampa da parte della legge. Nell’art 21 si parla di libertà di manifestare il proprio pensiero, la libertà di stampa trova in questa formulazione il suo fondamento. La stampa è una forma di manifestazione del pensiero. Un’altra manifestazione di pensiero è l’arte, l’informazione, la produzione scientifica, l’insegnamento. Si ammette che gli abusi possano essere contrastati attraverso la legislazione che si fa carico di contrastare gli abusi che l’esercizio del potere dell’informazione porta talvolta con sé. Quali sono le ragioni del modello americano a suo favore? 1 argomento: se si da il potere di intervenire sulla stampa a un organo legislativo si sta dando al potere politico la possibilità di agire nei confronti della stampa e questo potrebbe portare a una limitazione dell’indipendenza. 2 argomento: le grandi inchieste giornalistiche che sono riusciste a mettere in crisi il potere politico anche quello più alto del presidente di uno stato è stato fatto in America. Questo modello ha nella storia garantito maggiore capacità del giornalista di scoprire notizia, fare scoop rilevanti e scoprire fatti rilevanti di interesse pubblico che riguardano il potere politico. Questo è di tipo storico. È tipico del giornalismo americano quello di riuscire a scoprire molte ombre del potere politico, quindi la stampa riesce in questo ruolo. La stampa americana ha maggiore capacità di scoprire notizie scomode. Questo fatto è molto frequente negli Stati Uniti e meno nei paesi europei. È evidente che la limitazione della stampa da parte di un Parlamento potrebbe rischiare di limitare la capacità del giornalista di agire sul fronte politico ma anche a livello generale. Questo ruolo più efficace della stampa americana non può dipendere dalla capacità dei giornalisti, dalla loro formazione che è migliore? Si c’è anche questo aspetto. Non è detto che tutto dipenda dalle norme. Però noi abbiamo dei professionisti meglio formati quando la cultura giuridica di quel paese dà più importanza a quella formazione. 3 argomento: un sostenitore del modello americano potrebbe dire che non è necessario intervenire attraverso leggi per migliorare la qualità e la correttezza dell’informazione come voi sostenitori del modello europeo volete fare, perché una maggiore qualità dell’informazione si può ottenere in altri modi, non solo attraverso delle impostazioni legislative. Pag. 4 di 24

Es. io sono un agente di borsa e io compro sempre un quotidiano “Tutto borsa” e trovo tutte le informazioni sulla base delle quali incentro la mia giornata lavorativa. Vado al lavoro e vedo che i miei colleghi hanno fatto un’operazione finanziaria vantaggiosa che io non ho fatto perchè avevano una notizia che io non avevo. Questa informazione l’ho letta perché tutti i giorni compro “borsa più” . Però io sono affezionata al mio giornale “tutto borsa”. La settimana dopo però ricapita ancora questo perché “borsa più” ha dato altre informazioni che “tutto borsa” non ha dato. Finirà che si comprerà di più “borsa più “e non “tutto borsa”. Io ho comprato “borsa più” non sulla base di una legge, ma la cattiva informazione è fatta naufragare dalla libera competizione tra le testate cioè il mercato. Il regolatore della correttezza dell’informazione viene ad essere la competizione tra le molteplici voci in campo. Una contro obiezione è che non è proprio vero che il mercato sceglie un quotidiano perché ci da più informazioni o informazioni corrette, magari perché utilizza un linguaggio più semplice o magari perché c’è l’oroscopo etc. 4 argomento: non solo vi è il mercato, i lettori non solo possono agire sulla regolamentazione della buona informazione, un’altra fonte di regolamentazione è quella che è rappresentata dalla deontologia (codici deontologici). Codice deontologici o carte deontologiche!sono insiemi di norme ( testi normativi) che non sono promulgati dal Parlamento, sono promulgate dagli stessi professionisti della comunicazione. Ecco quindi la regolamentazione non verrebbe dallo stato attraverso il proprio organo legislativo ma da norme che i professionisti danno a se stessi attraverso le loro associazioni professionali. Questo è un fenomeno che non esclude l’intervento della legge. Le leggi sono leggi promulgate da organi statali. Legge ordinaria dello stato è approvata dal Parlamento. Codici deontologici non sono leggi dello stato ma sono delle norme che le associazioni professionali istituiscono per i propri aderenti, cioè per i professionisti. Art 3 della “Carta dei doveri del giornalista” non deve essere seguita dal giornalista perché è una legge dello stato emanato dal Parlamento ma perché fa parte di un codice deontologico emanato dall’ordine dei giornalisti. La diffusione di questi codici deontologici riguarda molte professioni, c’è il codice deontologico dei medici, degli infermieri, degli avvocati etc. Codici deontologici sono quel tipo di norme che vengono emanate dai medesimi professionisti che le devono poi seguire. Nel caso delle carte deontologiche il produttore della norma produce norme che riguardano se stesso. I parlamentari emanano una norma che devono seguire chi rientra nella fattispecie regolata dalla norma. Nel caso delle leggi non vi è coincidenza tra produttore della norma e destinatario della norma. Nel caso dei codici deontologici il produttore della norma è anche il destinatario della norma. Questi due tipi di norme sono chiamate norme autonome e norme eteronome. Le norme della deontologia sono norme autonome cioè sono norme che la categoria professionale da a se stessa. Il mondo di una certa professione da a se stesso. Le leggi dello stato sono norme eteronome, cioè sono norme che vengono imposte ai cittadini da altri soggetti cioè dal Parlamento. Pag. 5 di 24

Le norme autonome sono quelle dei codici deontologici. Le norme eteronome sono le leggi ma anche i regolamenti. Le costituzioni sono norme eteronome. È meglio regolare certe professioni ( es. giornalista) attraverso leggi o attraverso la deontologia ( o autoregolamentazione o auto disciplina)? Se noi prevediamo norme autonome evitiamo quel rischio di eccessiva ingerenza del Parlamento su un diritto fondamentale del diritto di stampa. Secondo i sostenitori dei codici deontologici, abbiamo ottenuto il risultato di non sottomettere la libertà di stampa al potere politico, di trovare il modo di regolamentare questa attività attraverso norme dettate dai giornalisti. Il prof non è d’accordo con questa tesi delle norme deontologiche perché secondo lui non risolvono questi problemi perché si è sempre indulgenti verso se stessi. Un’altra ragione è che vi sono delle materie in tema di stampa che non possono essere lasciate alla discrezione dei singoli professionisti, ma riguardano tutti i cittadini quindi un organo eletto dai cittadini legiferi su questo. Gli argomenti importanti sono la tutela dei minori o il rispetto della privacy. Sia che si tratti di norme autonome che eteronome ( sia costituzione sia leggi) dal punto di vista del contenuto possiamo distinguere 3 tipi di contenuti principali nelle norme che riguardano la professione di giornalista. Si ispirano a valori etici, si chiamano 3 macrodoveri del giornalista (IMPORTANTISSIMI). Quando si vuole regolare il giornalismo si fa riferimento a 3 doveri fondamentali specifici del giornalista. 1. Dovere di verità! non significa dare solo notizie fondate ma anche dare notizie rilevanti. Non deve dare dettagli morbosi. Se io ometto una questione importante ho violato il dovere di verità. All’interno di questo macro dovere, c’è un altro dovere che è il dovere di rettifica. Se io ho dato una notizia falsa devo rettificare. Nel caso del giornalismo scientifico bisogna sapere se ciò di cui si sta parlando è scienza o pseudo scienza. 2. Dovere del rispetto per la persona!

Lezione 3, lunedi 21 ottobre Il giornalista ha un potere molto ampio che può nuocere alle persone (es. nozioni non riportate poiché risulterebbero scomode per qualcuno etc.). il ruolo del giornalista è molto importante. 2 modelli di costituzione: americano ( libertà di stampa non limitata dalla legge) ed europeo ( stampa può essere operata dalle leggi approvate dal Parlamento). Il diritto di stampa è un diritto fondamentale ( art. 21 Costituzione italiana), un diritto fondamentale di manifestare il proprio pensiero. La stampa potrebbe essere regolamentata anche in un altro modo oltre che con le leggi approvate dal Parlamento, può essere soggetta ad autoregolamentazione ( codici deontologici: nome che una categoria produce per se stessa) 2 modi di regolamentazione: legge o codici deontologici che si distinguono nel rapporto che c’è tra chi produce la norma e il destinatario. Nel caso della legge chi produce la regola e chi deve osservarla sono soggetti distinti. Pag. 6 di 24

Norme eteronome il soggetto che pone la norma e chi la deve rispettare non coincidono. Tutte le norme con cui abbiamo a che fare sono eteronome. Norme autonome, coloro che pongono la regola sono le stesse persone che devono rispettarla, c’è una piena coincidenza. Nel nostro paese la professione di giornalista è governata sia da norme eteronome( la legge, ordinamento della professione di giornalista) sia da norme autonome ( vari codici deontologici), che da qualche anno sono riuniti nel testo unico dei doveri del giornalista. Dobbiamo distinguere 2 concetti: - Libertà di informazione o libertà di stampa—> assenza di qualsiasi vincolo, deve essere limitata nel senso che non tutti i comportamenti del giornalista devono essere ammessi, non possono mandare in onda immagini scioccanti quando c’è un pubblico di minori, non possono dare notizie false, non possono indulgere in dettagli nel riferire dati sensibili rispetto alle persone di cui stanno parlando etc. - Indipendenza dell’informazione o indipendenza della stampa—> deve essere esercitata dal giornalista senza che essa subisca dei condizionamenti da parte del potere politico o economico. Non deve essere limitata. La stampa ha nel suo ruolo quello di esercitare un potere di controllo nei confronti degli altri poteri, quello politico ed economico. La deontologia è la traduzione in codici deontologici di principi etico morali. Abbiamo distinto alcuni doveri del giornalismo, ci sono 3 doveri fondamentali del giornalista: 1. Il dovere di verità—> dovere di dare tutte le info rilevanti e solo quelle rilevanti in modo veritiero. Non dare info che non siano di rilievo. Tutto ciò che il giornalista dice sia vero e rilevante e che il giornalista dica TUTTE le cose rilevanti. Non può dare notizie false e non deve omettere notizie rilevanti. Sono compresi dei sotto-doveri come il dovere di rettifi ca, con lo stesso spazio che la notizia falsa aveva avuto, deve saper selezionare e controllare le fonti , la competenza sui temi specifi ci che tratta. 2. Il dovere di rispetto della persona—> il giornalista non deve rivelare dati sensibili di un caso a meno che non sia strettamente necessario altrimenti si...


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