Filologia- Italiana-completi PDF

Title Filologia- Italiana-completi
Author Marianna Gemelli
Course Filologia italiana
Institution Università di Pisa
Pages 35
File Size 383.4 KB
File Type PDF
Total Downloads 83
Total Views 126

Summary

appunti completi del corso di filologia italiana...


Description

FILOLOGIA ITALIANA !

! Lunedì 4/10/2016! ! Il corso si occupa della teoresi di filologia. ! !

La critica variantistica, fondata da Contini su Dante, si occupa di capire perché nello scrittorio d’autore un’opera ha subito tante redazioni e varianti.! Un’altra critica è quella attributiva: è possibile che un testo venga attribuito a un autore e che in realtà non sia il suo. Il caso più clamoroso è il Fiore di Dante. La critica attributiva mostra in che modo con quali elementi viene attribuito un testo a un autore.! Prima dell’invenzione della stampa, la letteratura italiana “antica” era diffusa al pubblico in editio manoscritte. ! Dalla metà del 400 per edizione si intende edizione a stampa. Questo non vuol dire che si tratti un’edizione d’autore perché spesso arrivavano alle stampe delle copie spesso errate, danneggiate, infarcite di errori. ! Molto spesso gli editori cinquecenteschi viziano il latino medievale o degli umanistici usando una lingua latina classica non usata dall’autore. Addirittura vengono censurati alcuni testi storici come il Decameron e “purgati”. Si tratta di violenze al testo, che sia dalla censura religiosa o politica, si pensi al fascismo o ai problemi di Manzoni con l’Adelchi. Un caso famoso è quello della Gerusalemme Conquistata: l’ultima redazione del Tasso non ha mai preso il posto della prima che si era già ampiamente diffusa nel pubblico. ! Bisogna per prima cosa individuare la tecnica filologica classica, poi capire le obiezioni al metodo di Lachman apportate dalla filologia romanza da Bedier e Paris, prima delle filologie moderne, per poi concentrarsi su Barbi, fondatore della filologia italiana moderna. Il testo chiave di Barbi è del 1939. Tutta la filologia di cui ci occuperemo ha inizio negli anni 30 del 900. ! Barbi parla di “nuova filologia”, specificando che la nuova filologia italiana deve utilizzare iuxta propria principia, metodi diversi a seconda dei metodi di diffusione e dell’autore. ! Ci sono due casi: la fenomenologia della copia, cioè quando non si possiede neanche un manoscritto autografo dell’autore, come nel caso di Dante, bisogna studiare come vengono copiate le opere prima dell’invenzione della stampa, cercando di epurare tutti gli errori trasmessi dagli autori. Se ci spostiamo su Petrarca bisogna utilizzare un metodo diverso: abbiamo testi di tradizione pluriredazionali, ovvero abbiamo molte copie con più redazioni. A seconda dei testi la filologia italiana ha un dominio secolare, sono nove secoli in cui cambia enormemente il metodo di trasmissione dei testi: dagli scrittoria, alla stampa del cinquecento, alla stampa del novecento, il copyright d’autore e il diritto di stampa, la censura, l’Indice della chiesa da dante all’800. ! Barbi fa notare come su un arco di tempo così ampio dobbiamo utilizzare un metodo diverso a seconda del metodo di diffusione e del contesto sociologico, storico che coglie i testi degli autori della letteratura italiana. ! Per filologia d’autore si intendono testi di tradizione pluriredazionali. ! Contini con il suo saggio “Come lavorava l’Ariosto” di sole dieci pagine fonda la critica variantistica.!

! MANCANO LE LEZIONI DEL 6/10 E DELL’11/10 (ripasso Lachmann)! ! ! Giovedì 13/10/2016! !

Nel caso in cui gli errori d’autore siano riconducibili alla tipologia dell’errore poligenetico, meccanico e involontari, il filologo è autorizzato a correggerli. Il filologo può correggere un errore d’autore solo in caso di errori involontari, ripristinando la lezione corretta e segnalando in una nota l’errore presente nel manoscritto autografo o nella stampa. Solo in questo caso l’editore è autorizzato a correggere l’errore d’autore.! Nel caso di errori culturali dell’autore, ad esempio nell’uso di tecnicismo, (vedi diasperi al posto di diosperi in una poesia di Montale) dovuti a errori nella conoscenza delle fonti si tratta di errori volontari che non vanno corretti, ma indicati nel commento.!

1

Il De Montibus di Boccaccio è una vera e propria enciclopedia geografica, all’interno dell’opera alcuni toponimi hanno forme fantasiose così come alcune etimologie: non possiamo definire questi errori d’autore come “invenzioni” di Boccaccio, ma dovuti a errori nelle fonti di cui si è servito Boccaccio. L’autore riteneva che quelle forme fossero corrette ed era quindi volontà d’autore che l’editore non può correggere, ma può indicare la discrasia nel commento.! Un’altra tipologia d’errore d’autore è quella delle citazioni fatte a memoria; spesso capita che non vengono riprodotte in modo autentico, ma introducendo degli errori: questo avviene soprattutto negli epistolari umanistici. In questo caso (citazioni a memoria) l’editore non può restaurare la forma autentica della citazione, ma deve attenersi a quella pronunciata dall’autore, perché correggere e restaurare la forma corretta sarebbe un contravvenire alla volontà d’autore. ! In tutti questi casi l’errore va segnalato in una nota, ma non va corretto.! Un ruolo importante è investito sulle varianti d’autore.! Una variante d’autore è una modifica (non un errore!) introdotta da uno scrittore, nella propria opera, dopo che ne sono già state prodotte delle copie. Si tratta di varianti successive alla prima stesura dell’opera. Riconoscere le varianti d’autore è un problema spinoso della filologia d’autore, soprattutto nel caso di scrittori antichi di cui non si hanno testimonianze autografe. ! Variante d’autore: modifica introdotta dall’autore stesso nel testo della propria opera dopo la stesura delle prime copie. Il processo di labor limar dell’autore introduce varianti migliorative di diversa natura nel testo!

!

Quali possono essere gli interventi non d’autore, ma determinati dal copista?! Un caso particolare è quello delle interpolazioni. Le interpolazioni sono inserzioni di parti non originali all’interno del testo, riconducibili a copisti, editori. Le interpolazioni nascono come glosse apposte sul margine di un manoscritto, inglobate dai copisti successivi all’interno del testo. Quando queste porzioni di testo non originale sono inglobate nel testo originale diventano un problema per il filologo. ! Altri casi di interpolazioni sono veri e propri rifacimenti o falsificazione volontarie di alcune sezioni dell’opera. Sono fenomeni di trascrizione attiva: i copisti degli scriptoria copiavano in maniera meccanica, mentre i copisti attivi erano copisti dotti, interessati al testo al punto da introdurre materiale non originale ad esempio modificando i nomi. Un caso esemplare di trascrizione attiva è quello del Decameron di Boccaccio, mostrato dal saggio Copisti per Passione di Vittore Branca. ! Un caso di interpolazione in quanto inserzione all’interno di un’opera di materiale non autentico è l’inserzione nel canto del Conte Ugolino di terzine non originali. ! Un altro caso di intervento indebito dei copisti all’interno della tradizione può essere quello dei concieri.! Bisogna tenere a mente la differenza tra interpolazioni e concieri. I concieri sono emendazioni introdotte da un copista, in fase di trascrizione, su una lezione già erronea con il risultato di produrre un nuovo errore. Il rischio per l’autore è quello di scambiarlo per materiale originale perché errore mimetizzato.! Un principio fondamentale introdotto da Giorgio Pasquali è quello del legame tra la storia della tradizione e la critica del testo, importante opera di Pasquali pubblicata nel 1934. ! La critica del testo si prefigge come scopo ultimo quello di arrivare all’edizione ciritica del testo.! La storia della tradizione è la storia della tradizione e della trasmissione nel contesto storico geografico in cui i testimoni furono prodotti: ogni testimone è un individuo storico, una testimonianza in quanto tale perché prodotta in un determinato ambiente storico e geografico. Questo è molto importante per la definizione per la fortuna dell’opera, per l’ambiente in cui circolò, per i possessori dell’opera. Lo studio della storia della tradizione è stato svolto da Vittore Branca per il Decameron perché la tradizione del Decameron è stata calata nel ceto mercantile trecentesco che ha variamente influenzato la tradizione dell’opera.! Branca distingue tra tradizione caratterizzata e tra tradizione caratterizzante.! La tradizione caratterizzata è l’esame dei testimoni finalizzato al raggiungimento del testo critico in senso stretto, ovvero i testimoni come portatori di un certo testo.! La tradizione caratterizzante è legata alla storia della tradizione: lo studio delle vie e dei modi particolari a ogni opera secondo cui avvenne e si sviluppò la riproduzione e la circolazione dei testi (Vittore Branca). Ovvero lo studio dei testimoni come individui dotati di valore storico in un determinato contesto storico geografico.!

2

Poste queste premesse possiamo passare a studiare il Metodo del Lachmann.! Il metodo del Lachmann è un metodo per giungere alla confezione di edizioni critiche, ovvero è il metodo ecdotico più utilizzato nella messa a punto di edizioni critiche. Questo metodo prende il nome dal filologo classico tedesco Karl Lachmann, che nell’800 mise a punto i principi fondanti della disciplina. Tuttavia il metodo è il risultato delle osservazioni dei successivi filologi.! L’intento di Lachmann è quello di creare un metodo scientifico nella costituzione dei testi critici utilizzando unicamente dei criteri meccanici, senza sottoporsi all’arbitrio del filologo. ! Siamo in pieno clima positivista, ogni fenomeno veniva spiegato con processi matematici. ! L’intento è evitate lo iudicium del filologo, ovvero elementi arbitrari del filologo. ! Lachmann propone una ricostruzione testuale basata sull’intera tradizione dell’opera, ma soprattutto sulla ricostruzione dei rapporti genetici e di parentela tra i testimoni.! Il principio fondamentale del metodo del Lachmann è la ricostruzione dei rapporti di parentela. ! Parleremo di testimoni padri, figli, capostipiti e di famiglie di testimoni. ! Il fine ultimo del metodo del Lachmann è arrivare alla rappresentazione della parentela tra testimoni nello stemma codicum, o albero genealogico.! La prima opera pubblicata con la metodologia del Lachmann è un’edizione critica del Re rerum natura di Lucrezio nel 1852.! Il principio fondamentale del metodo del Lachmann è RECENSERE SINE INTERPRETATIONE, ossia eliminare lo iudicium del filologo e agire solo sulla base di criteri meccanici scientifici. ! Fasi del metodo del Lachmann:! 1) La fase preliminare è la recensio, ovvero la raccolta di tutti i testimoni manoscritti e a stampa che tramandano l’opera, ovvero un’accertamento delle dimensioni e della natura della tradizione, poiché è una ricognizione di tutte le testimonianze dirette e indirette dell’opera (anche i testimoni che tramandano citazioni, frammenti, volgarizzamenti). L’elenco della recensio deve includere sia i testimoni reperibili che quelli non reperibili di cui si hanno notizia. I testimoni, dopo essere stati individuati, vanno inseriti in un vero e proprio elenco (città di conservazione, biblioteca di conservazione, segnatura del codice: Pars, Biblioteque Nationale de France, lat. 8127). I testimoni oltre a essere elencati devono essere anche siglati (ad es. P); i testimoni vanno elencati in ordine alfabetico di sigla. ! 2) La fase successiva alla recensio è la collatio ovvero un confronto parola per parola di tutti i testimoni. Il filologo deve scegliere una base di collazione, ovvero una base sulla quale vengono confrontati tutti i testimoni; di solito si scegliere o un esemplare a stampa recente e di facile lettura o un manoscritto integro, completo e ben leggibile). La tabella di collazione è composta da diverse righe e colonne: nelle colonne ci sono le sigle dei manoscritti, compresa la base di collazione nella colonna di partenza, nelle singole righe metteremo le varie lezioni in caso di divergenze.! 3) La terza fase è la ricostruzione dei rapporti di parentela dei testimoni e quindi la costituzione dello stemma. Per ricostruire i rapporti di parentela di testimoni, avendo di fronte una tabella di collazione che riporta delle divergenze, il metodo del Lachmann prevede che vengano presi in considerazione solo gli errori che tramandano, ma solo gli errori guida, ossia significativi. Il metodo del Lachmann è anche noto come metodo dello stemma o degli errori guida. !

!

Gli errori guida sono di due tipologie fondamentali: errore congiuntivo ed errore separativo.! Gli errori congiuntivi congiungono, legano i testimoni che li trasmettono. L’errore congiuntivo è un errore monogenetico, ovvero da una sola natura, verificatosi una sola volta e che non può essere stato commesso in maniera indipendente da uno o più copisti. ! Gli errori separativi servono a definire l’indipendenza di un testimone dall’altro o famiglie di testimoni da altri. Gli errori separativi sono quelli non sanabili per congettura, perciò sono destinati a trasmettersi nella tradizione e se un testimone non lo presenta allora non è figlio del testimone che lo presenta perché non avrebbe potuto correggerlo. ! Lo stemma non può essere costruito sulla base di errori poligenetici perché sono errori che avrebbe potuto commettere chiunque in maniera indipendente. Per la costituzione dello stemma dobbiamo utilizzare solo errori guida, ovvero congiuntivi o separativi.!

!

Consideriamo due testimoni conservati A e B e facciamo conto che siano accomunati da un errore congiuntivo. Come possiamo capire il rapporto di parentela? Possono verificarsi tre casi.!

!

3

-A è padre (antigrafo) e B è figlio (apografo) ! -B è padre e A è figlio! -A e B hanno lo stesso padre !

!

Se A ha un’errore separativo che B non ha il primo caso non vale; stesso discorso per il secondo caso. La terza possibilità è che sia A che B presentino errori separativi l’uno nei confronti dell’altro e quindi discendono da un testimone non tramandato; in questo caso si tratta di testimoni collaterali.! Attraverso lo studio e il vaglio degli errori guida si giunge alla costituzione dello stemma sulla cui base si può procedere alla costituito textus.! 4) La costitutio textus è il fine ultimo del metodo che prevede la ricostruzione del testo attraverso le due fasi di selectio delle varianti e emendatio degli errori.!

!

Il metodo del Lachmann intende giungere al testo critico sulla base di criteri meccanici, ovvero sulla base dello stemma. !

!

L’O nello stemma è l’originale perduto che si pone al vertice dello stemma. L’omega (oppure x) è l’archetipo, ovvero il capostipite dell’intera tradizione e lo definiamo come prima copia non conservata tratta dall’originale e caratterizzata da almeno un errore congiuntivo. L’archetipo è caratterizzato da un errore congiuntivo comune a tutta la tradizione. Se tutti i testimoni hanno un errore congiuntivo allora significa che l’errore in questione risale all’archetipo. ! Alfa, beta, gamma sono definiti sub-archetipi e non sono capostipiti di tutta la tradizione, ma capostipiti di alcune famiglie della tradizione. I sub-archetipi sono capostipiti di una famiglia di testimoni determinati sulla base di errori comuni a tutta la famiglia di testimoni. da ciascun subarchetipo discende una famiglia caratterizzata da errori congiuntivi, ma anche da errori separativi che li separano dalle altre famiglie.! Nel caso di alfa la famiglia sarà composta dai codici A,B,C,D. La famiglia è quel gruppo di testimoni che sulla base di errori congiuntivi comuni e separativi da altre famiglie, si possono considerare discendenti di un unico capostipite.! (gli errori congiuntivi della famiglia alfa sono allo stesso tempo separativi tra alfa e le altre famiglie)! Il testimone K è copia di un testimone conservato H. Questo testimone K si definisce descriptus. Definiamo descriptus un testimone che è copia di un testimone conservato. I testimoni descritti non sono utili ai fini della tradizione testuale poiché figli di un padre consultabile e caratterizzati da tutti gli errori del padre più errori propri. ! Dallo stemma il filologo prima di procedere alla costitutio textus può procedere all’eliminatio codicum descriptorum. ! Un’altra operazione di eliminatio del metodo del Lachmann è l’eliminatium lectionium singularium, ovvero lezioni che caratterizzano un solo testimone e quindi, in confronto a tutta la tradizione, poco significativa. ! Una precisazione riguardo ai codici descritti: in linea di massima possono essere eliminati, ma ci sono casi in cui può tornare utile come quando l’antigrafo è giunto conservato, ma riporta dei danni materiali di diversa natura. Non può essere eliminato un testimone che rappresenta da solo un ramo della tradizione. La composizione dello stemma di definisce sulla base dei rami che si diramano dall’archetipo (in questo caso tripartito). Molto spesso gli stemmi lachmaniani sono bipartiti.! La selectio tra varianti si opera tra varianti adiafore, ovvero indifferenti. Un primo sistema è quello dei criteri meccanici, sostenute da Lachmann. In presenza di stemmi a tre o più rami la selectio della variante può essere operata sulla base del criterio della maggioranza. Queste scelte meccaniche sono attuabili in presenza di stemmi bipartiti o pluri-partiti in cui non si presentano situazioni di parità. In caso di stemmi bifidi non si può procedere alla selectio meccanica, il filologo deve scegliere sulla base di criteri interni considerando la natura del testo: lectio difficilior e usus scribendi. La lectio difficilor prevede che tra due varianti adiafore il filologo debba optare per quella più difficile che può essere stata oggetto di banalizzazione da parte del filologo. Il criterio della lectio difficilior può vacillare perché prevede lo iuducium dell’editore. Il secondo criterio è quello dell’usus scribendi che si basa sullo stile dell’autore: tra due varianti adiafore si addice più alle usanze dell’autore in tutte le sue opere. !

4

A seconda che si possano applicare o meno criteri meccanici Giorgio Pasquali ha definito la differenza tra recensione chiusa e recensione aperta.! La recensione chiusa è la ricostruzione del testo secondo principi meccanici, ovvero qualora sia applicabile fino alla fine il metodo del Lachmann. ! La recensione aperta riguarda tutti i casi in cui non è possibile ricostruire lo stemma su criteri lachmaniani, ma sulla base di criteri interni al testo; un caso di recessione aperta è quello degli stemmi bipartiti o quello di stemmi a due o più rami ciascuno riportante una lezione diversa: in questo caso si parlerà di diffrazione di varianti, ovvero spargimento, ogni ramo della tradizione riporta una variante differente. Anche in caso di diffrazione di variano non può essere applicato il metodo di recensione chiusa meccanica.! Un altro caso spinoso di recensione aperta è quello di contaminatio: ovvero un testimone non discende da un unico padre, ma da più padri. Non c’è un rapporto di discendenza verticale, am un rapporto di discendenza orizzontale perché un unico testimone risale alla tradizione di due padri diversi. Es. Un codice B deriva in linea diretta da A, ma ha tratto lezioni più o meno estese da H. La contaminazione va indicata nello stemma con una linea tratteggiata. E’ molto difficile stabilire la natura e il versus della contaminazione. Spesso il filologo non riesce a stabilire la contaminazione nello stemma.!

! ! Martedì 18/10/2016! !

Un passo indietro va fatto sul polo fondamentale della filologia matura. Il metodo del Lachmann considera i codici in rapporti genealogici. L’antigrafo è il manoscritto da cui il copista copia un codice, mentre l’apografo è la copia tratta. Tutto questo si basa sulla considerazione dei codici in rapporti genealogici padre-figlio. L’archetipo, prima copia tratta dall’originale (spesso mitico perché perduto), è macchiato da almeno un errore, derivato dalla copia comune a tutta la tradizione. Per individuare l’archetipo bisogna individuare almeno un errore comune a tutta la tradizione. E’ ovvio che l’errore d’archetipo viene risanato per congettura, per ope ingenii. Per risanare un testo è sempre meglio, in tutti gli altri casi, basarsi sull’ope codicum.! Poliziano è la punta di diamante di tutta la filologia quattrocentesca. Poliziano riuscì a scoprire il concetto di archetipo non per te...


Similar Free PDFs