Fordismo - Argomento di geografia economica PDF

Title Fordismo - Argomento di geografia economica
Author Antonella Sibilia
Course Geografia economica
Institution Sapienza - Università di Roma
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Argomento di geografia economica
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Description

FORDISMO-CRESCITA TEORIA DELLA CRESCITA REGIONALE Inizia a introdurre dei sistemi sub-nazionali. Secondo una lettura economica la CRESCITA REGIONALE esprime la capacità di un sistema economico di collocarsi al’interno della divisione internazionale del lavoro attraverso l’uso efficiente e creativo delle risorse che possiede. Da uno spazio fisico-metrico dalla teoria di localizzazione arriviamo ad uno SPAZIO UNIFORME ma DISCRETO (Non fisico e continuo, si inseriscono le prime teorie sulla crescita regionale. La REGIONE è dunque un’area uniforme e omogenea al suo interno, ma si differenzia dalle altre regioni. Lo spazio è visto come un contenitore “passivo” dello sviluppo. Le principali teorie che concernono lo sviluppo regionale sono le teorie neoclassiche, in particolare la TEORIA DELLA BASE D’ESPORTAZIONE. Le principali strategie regionaliste: Fino alla crisi del 29 vigeva il Liberismo. Nel 29 le politiche keynesiane che erano volte al sostegno dell’economia perché il mercato aveva subito una grave crisi recessiva. Le politiche regionali prendono avvio negli anni 40 in poi (periodo di ricostruzione post bellica). Assume un ruolo fondamentale la DIVISIONE DEL LAVORO, ossia di quali specializzazioni possono avere i vari paesi e come nello scambio e nella politica internazionale tutti possono beneficiare al meglio di questa divisione internazionale. A questo punto occorre fare un breve cenno al MOLTIPLICATORE KEYNESIANO e la teoria di base di esportazione. Le attività di base sono quelle per l’esportazione ossia quelle che eccedono la domanda locale. È quindi fondamentale l’interdipendenza con altre aree geografiche. Nel lungo periodo una regione resta competitiva solo se riesce a mantenere o ad espandere la propria posizione sul mercato mondiale. Emerge quindi il ruolo ella innovazione per favorire la crescita della produttività dei fattori. La crescita dell’economica in un’area dipende dall’espansione della base economica. Generano crescita tutte le attività che producono per l’esportazione. Le rimanenti attività sono attività di servizio. Le Esportazioni, dunque, SONO I FATTORI DELLO SVILUPPO REGIONALE CHE GENERANO EFFETTI MOLTIPLICATIVI. (le regioni ricche hanno una base di esportazione forte) Dibattito su SVILUPPO e CRESCITA: La CRESCITA, secondo l’accezione economica, è l’aumento di beni e servizi prodotti dal sistema economico in un dato periodo di tempo. (aumento dimensionale) Il termine SVILUPPO nasce nel preciso contesto storico del secondo dopo guerra. Secondo una distinzione comune, la CRESCITA viene riferita alla quantità di beni e servizi, mentre lo SVILUPPO comprende anche elementi di qualità della vita di natura sociale , culturale e politica. L’altro elemento distintivo è il concetto del BENESSERE. La CRESCITA ECONOMICA, infatti, è spesso associata al benessere della popolazione. Ci sono però delle difficoltà nella misurazione. Per valutare la crescita viene utilizzato il PIL (in particolare il prodotto interno lordo procapite). Misura solo il grado di ricchezza e non il grado di benessere. Con opportune osservazioni è stato possibile osservare che vi sono paesi che godono di un sostanziale benessere economico e sociale e dall’altra parte Paesi in via di sviluppo, dove spesso la popolazione non ha nemmeno accesso a beni essenziali. Dalla fine della seconda guerra mondiale le politiche keynesiane a supporto del FORDISMO 

il termine indica l’organizzazione produttiva e aziendale introdotta nelle fabbriche automobilistiche di henry Ford. Il modello fordista è un sistema di accumulazione he poggia sulla crescita reciproca di produzione e di consumo. Si riferisce a una divisione del lavoro fortemente specializzata e differenziata, con una produzione orentata all’offerta di massa di beni in serie poco costosi. Questo processo induce a una riduzione salariale.

BIG PUSH/ROSTOW Le PRIME TEORIE DELLO SVILUPPO vengono identificate in: 1. Teoria della base di esportazione 2. Teoria stadi di sviluppo (ma anche le teorie dello sviluppo equilibrato con il big push) Qual è il contesto storico? Nella seconda metà del 900, si assiste a un grande boom economico. Accanto alla concezione dualistica e a fianco al concetto di sviluppo si è sviluppato il concetto di SOTTOSVILUPPO. IL SOTTOSVILUPPO viene letto come assenza di sviluppo e quindi condizione di arretratezza, di immaturità, di inciviltà e di necessaria dipendenza economica, politica,culturale. Le aree economicamente arretrate sono state per la prima volta definite nel “discorso sullo Stato dell’Unione2 del presidente Truman nel 1949. Secondo tale documento gli Stat Uniti dichiaravano ufficialmente di voler: 1. Rendere accessibili i benefici derivanti dal progresso tecnologico e industriale per agevolare il processo di crescita delle aree cosiddette sottosviluppate Il concetto di sviluppo è strettamente connesso a quello del modello di organizzazione socio economico capitalistico degli STATI UNITI, contrapposto a quello della RUSSIA. L’unico punto in comune tra questi due modelli era l’industrializzazione. I modello russo autarchico. Sviluppo del BIG PUSH Rodan negli anni 40 guarda a quelle regioni economiche che mostrano crescita duale, causata dalla scelta agglomerativa in alcune aree rispetto ad altre. In economia arretrata il settore industriale realizza tassi di crescita più elevati rispetto agli altri comparti produttivi. Teorizza poi il concetto di SFORZO MINIMO Le politiche di sviluppo economico si attuano in un piano di medio- lungo periodo e perseguono obiettivi come la creazione di un tessuto industriale in grado di favorire l’occupazione locale e il decollo economico di una regione. I programmi di sviluppo economico sono attuati dai governi tramite interventi pubblici di vario genere (es realizzazione infrastrutture, servizi, lotta alla criminalità, offerta scolastica). Lo SVILUPPO EQUILIBRATO è l’afflusso di investimenti sufficientemente ampli articolati su più settori e più attori. In modo tale che si formino ECONOMIE ESTERNE in grado di remunerare i capitali investiti e per le regioni arretrate le ECONOMIE DI AGGLOMERAZIONE necessitano dell’intervento statale (aumento infrastrutture)Secondo una lettura EVOLUTIVA della crescita economica l’indicatore REDDITO LAVORO ci permette di definire la composizione degli occupati nei settori di un sistema economico. Rostow , uno storico, attraverso tale indicatore inizia a studiare la crescita e lo sviluppo in maniera evolutiva. Con questo indicatore vado a misurare e individuare i PROCESSI DI TRASFORMAZIONE STRUTTURALE. Rostow è uno storico che nel 1960 definisce il modello dello sviluppo lineare. Definisce lo sviluppo come un processo lineare di transizione, attraverso 5 stadi da una condizione di arretratezza ad una condizione di opulenza generalizzata. Il sottosviluppo viene, invece, spiegato con il permanere della

regione all’interno di un singolo stadio a causa di indivisibilità interne e di vincoli esterni. Lo schema di Rostow si presenta come una curva di crescita esponenziale, sull’asse orizzontale il tempo e sull’asse delle y il reddito-medio pro-capite, quindi in base al numero degli occupati nei vari settori. Sia lettura storica che geografica. Il reddito si modifica a causa del cambiamento occupazionale. Ci sono varie fasi: La prima fase ARRETRATEZZA: Società tradizionale dedita all’agricoltura di sussistenza. Si tratta di paesi in cui la produzione ha forme molto arcaiche e la dinamica evolutiva del sistema è praticamente in stallo. I principali problemi risiedono nella dipendenza dalle risorse naturali , nel forte carico demografico e nello scarsissimo reddito procapite. Seconda fase PRE TAKE-OFF: quindi le precondizioni per il decollo. L’agricoltura adotta una tecnologia; le importazioni vengono finanziate come le esportazioni delle risorse naturali, anche trasformate. Emerge una nuova elite imprenditoriale e non aristocratica. Si assiste alla formazione del capitale fisso sociale. Siamo in presenza però di una scarsa qualificazione della manodopera ed in un forte carico demografico. Terza fase (>800) TAKE OFF o DECOLLO (Quando la curva inizia a crescere in maniera veloce). Tale fase è caratterizzata da un progresso tecnologico, elevati investimenti, sviluppo del comparto industriale, urbanizzazione, riorganizzazione delle attività agricole e produttività, espansione della classe imprenditoriale e sviluppo di un apparato politico, sociale ed istituzionale efficiente. Si tratta di una fase rivoluzionaria, e la condizione perché si inneschi secondo Rostow è che gli investimenti siano superiori al 10% del pil nazionale. Quarta fase MATURITA’, in cui vi è assestamento del sistema. Si osserva una diversificazione dell’industria in più settori, una riduzione degli occupati in agricoltura e applicazione di conoscenze tecnologiche a tutti i campi dell’economia. Una particolare attenzione al CONSUMO DI MASSA, che può comportare una saturazione dei consumi. L’economia deve quindi diversificarsi per superare questa fase di maturazione.se il sistema sarà in grado di individuare o recepire un’innovazione radicale, passando attraverso una fase di instabilità riprenderà una dinamica di crescita; altrimenti tenderà a stabilizzarsi in una condizione di equilibrio o dinamica bloccata. Il fordismo si legge nei periodi 1890-1940. Il modello fordista si basa sulla grande industria che grazie alla tecnologia riesce a produrre prodotti standard per la massa. La grande industria ha la capacità di aumentare il numero di occupati e del benessere. Assicura stabilità. Un altro aspetto è l’urbanizzazione, il settore terziario e la divisone del lavoro.

SVILUPPO POLARIZZATO Discende dalle teorie dello sviluppo squilibrato. I padri appartengono alla scuola di Losanna e tale teoria è identificata con il nome “Teoria generale dell’equilibrio economico” di Wars e Pareto. Secondo questa teoria dell’equilibrio neoclassico: il mercato è da solo in grado di portare a delle condizioni di equilibrio tra produttori e consumatori. Gli squilibri iniziali dovuti al processo di sviluppo economico vengono gradualmente appianati attraverso il meccanismo del mercato. Il gioco dell’offerta e della domanda di beni e servizi, a più o meno lungo termine, porterebbe sempre ad una situazione di equilibrio, determinato in generale dal prezzo di beni e servizi scambiati sul mercato. Questa visione ottimistica si afferma così durante tutta la prima parte del XX secolo sino alla crisi del 29.

A seguito della crisi degli anni 30 si è affermata la visione KEYNESIANA, secondo cui l’intervento istituzionale è necessario per arrivare a delle condizioni di equilibrio economico. Alle letture economiche si aggancia lo sviluppo delle scienze regionali: 1. Lo sviluppo economico (nazionale o regionale) non è un processo lineare entro cui si realizza spontaneamente la coincidenza dell’interesse economico dei singoli operatori con l’obiettivo dell’allocazione ottimale delle risorse (neoclassici), ma è un processo discontinuo e caratterizzato da squilibri che producono e riproducono delle disuguaglianze spaziali. 2. Vengono usati schemi teorici che descrivono e interpretano la configurazione spaziale dei sistemi economici regionali, attraverso i concetti di concentrazione e di forze di agglomerazione alla base della nozione di economie esterne che diviene nel corso del XX secolo un pilastro della teoria economico spaziale. 3. Secondo Schumpeter il tempo economico (come lo spazio) non è lineare, ma è sottoposto a bruschi cambiamenti a causa del processo innovativo, processo di distribuzione creatrice che produce cambiamenti irreversibili che per loro natura non ammettono equilibro, né temporale né spaziale. Quindi il solo mercato non è una forza che assicura l’equilibrio sempre. L’industria ha la capacità di innescare processi cumulativi e di incidere sull’organizzazione e lo sviluppo sociale. Nella sua dinamica di ricerca del profitto e nei regimi di accumulazione produce e riproduce squilibri attraverso la scelta dei luoghi e dei sistemi di produzione. L’economia genere diseguaglianze, quindi viene smentita la teoria neoclassica di equilibrio generale. Interviene un nuovo operatore quale lo Stato il quale interviene a ridurre gli squilibri attraverso meccanismi di regolazione. La teoria dello sviluppo polarizzato definisce lo spazio come un campo di forze( centrifughe, centripete). Sono forze selettive e di diversa intensità. L’intensità è espressa da flussi economici ( a seconda del grado di sviluppo economico). Lo spazio è generato dall’intersezione di due tipologie di spazi: 1. Lo spazio geonomico  è uno spazio banale ed è individuato da elementi geografici, dalla popolazione e dalle attività 2. Lo spazio economico, è lo spazio strutturato dell’economia e lo spazio delle relazioni. I campi di forse sono generati dai flussi economici (ad esempio il movimento dei lavoratori ossia capacità di un’impresa di attrarre lavoratori. Lo sviluppo economico non avviene in ogni luogo nella stessa misura ma ha origine in pochi luoghi dello spazio, nei “poli di crescita”. Dai “poli di crescita” lo sviluppo si propaga in modo diverso, coinvolgendo parti diverse dello stesso spazio. I poli sono le imprese o le attività motrici che generano un effetto moltiplicatore e dunque delle economie esterne  suscitano crescita e la localizzazione di altre attività economiche. Dalla combinazione dei due spazi si ottengono indicazioni per la scelta delle regioni nelle quali intervenire.  In una regione depressa sarà possibile rompere la stagnazione localizzando un’impresa motrice.

Notarono un divario tra aree in rapido sviluppo industriale e la stagnazione delle regioni rimaste fuori. Aree dinamiche sono quelle dello sviluppo urbano che crebbe ancora negli anni 60. La crescita delle aree metropolitane permise definitivamente di superare il concetto di equilibrio spaziale. Ed emerge la politica regionale – proprio per tentare di ridurre questi squilibri. È evidente un PARADOSSO : secondo PERROUX della scuola neoclassica gli squilibri iniziali dovuti al processo economico vengono gradualmente ad essere appianati attraverso il meccanismo del mercato, ossia del gioco dell’offerta e della domanda. Ma in effetti attraverso lo sviluppo della sua teoria si viene ad affermare il contrario: il polo innesca effetti rivoluzionari provocati dal processo innovativo. Introduce dunque le idee di Shumpeter e dunque della mancanza di equilibrio temporale e spaziale. La teoria dei poli sviluppo è legata a questo teorico Perroux. Analizzando lo spazio è possibile stabilire se è necessario l’intervento in una determinata regione. Sugli assi cartesiani abbiamo lo spazio geonomico e lo spazio economico. possono essere le due variabili (geonomico e economico) entrambe positive; oppure una positiva e l’altra negativa. Lo spazio genomico rappresenta la popolazione e lo spazio economico iL livello di economia. È necessario introdurre un IMPRESA MOTRICE. L’impresa motrice esercita un tipo di dominazione: -

Di tipo monopolistico con la fissazione dei prezzi Nel suo ambito economico regionale con la capacità di attivare attività connesse a monte e a valle Situazioni di dominanza sul mercato creata con l’innovazione

L’industria motrice è un settore industriale tecnologicamente avanzato , domina, polarizza. Gli effetti dello sviluppo polarizzato: 1. Effetto moltiplicativo keynesiano sul reddito 2. Effetto moltiplicativo Leontief 3. Effetto innovazione

Il moltiplicatore keynesiano permette di individuare l’effetto sul reddito complessivo di un certo livello incrementale di consumo, o di investimento o di spesa pubblica, all’interno del sistema economico. Misura la percentuale di incremento del reddito nazionale in rapporto all’incremento di una o più variabili macroeconomiche componenti la domanda aggregata: consumi, investimenti e spesa pubblica. La domanda è vista come motore dello sviluppo e della base economica. Lo sviluppo è inteso come crescita della produzione, del reddito e dell’occupazione. l’aumento di domanda nel polo produce aumento di reddito e occupazione.

Nel modello semplificato il reddito o produzione AGGREGATA Y è uguale alle componenti della domanda aggregata: Y=C+X-M ( C e M dipendono da spesa C=cY consumi e M=mY importazioni  Quindi Y=Cy+X-My DY=(1/(1-(c-m))Dx

POLI SVILUPPO -

Effetto moltiplicativo di Leontief secondo cui l’industria motrice deve avere carattere propulsivo: coinvolge un numero elevato di altre industrie e rivolgersi a più settori economici. Per la misurazione della propulsività viene utilizzata la TAVOLA IMPUT OUTPUT.

Questa tavola è una matrice quadrata: rappresentano interrelazioni reciproche tra i vari settori di un sistema economico, mostrando quali e quanti beni e servizi prodotti (output) da ciascun settore sono utilizzati da altri come imput nei loro processi produttivi. I settori della produzione si scambiano beni e servizi ( ad esempio l’agricoltura fornisce materie prime all’industria alimentare, ovvero l’industria consuma prodotti agricoli; i cosiddetti consumi intermedi. I consumatori forniscono risorse ai settori produttivivi ( che consumano lavoro) e spendono redditi ricevuti come contropartita nel consumo dei beni e servizi prodotti ( cosiddetti consumi finali). Un settore è dotato di propulsività se è collegato a numerose attività (genera flussi).

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Effetto innovazione: poli di innovazione presentano un’elevata capacità di trasformarsi in senso innovativi. Sono settori dotati di elevata tecnologia. I settori meccanica e chimica rispondono a queste caratteristiche. È possibile misurare la capacità innovativa andando a veder le risorse destinate allo sviluppo; il numero ed importanza dei brevetti; il tasso di introduzione di nuovi prodotti; variazioni delle performance di prodotto/processo.

Un altro modello che permette di individuare le cause di arretratezza è il MODELLO DELLA CAUSAZIONE CIRCOLARE CUMULATIVA. MYRDAL nel 1957 presenta per la prima volta un modello capace di spiegare i fenomeni di persistente squilibrio interregionale, confermati dalla realtà. Sono determinati da circoli virtuosi/viziosi che si autoalimentano. Nella logica del modello regioni ricche divengono sempre più ricche e regioni povere sempre più povere , qualora si lasci fare alle sole forze spontanee del mercato. La localizzazione di una nuova impresa comporta una crescita occupazione e demografica, attrazione di nuove impresa che ha sua volta ha due effetti: sviluppo dei servizi e delle economie esterne ecc. è un processo cumulativo.

Nella prima parte del XX SECOLO sino alla crisi degli anni 30 : la mano invisibile di Smith. Secondo cui il mercato porterebbe sempre ad una situazione di equilibrio, determinato in generale dal prezzo dei beni e servizi scambiati sul mercato. Secondo la teoria neoclassica il mercato è in grado da solo di portare a condizioni di equilibrio. Nel 1936 Keynes sviluppò la teoria dell’occupazione, dell’interesse e della moneta. Con l anlisi macro dimostra che l’economia potrebbe rimanere bloccata in un equilibrio di sottocupazione e i governi possono avere bisogno di fare deficit per mantenere la piena occupazione. I governi possono e devono evitare le depressioni. Secondo la visione keynesiana l’intervento istituzionale è necessario per arrivare a delle condizioni di equilibrio economico.

Le teorie di PERROUX sullo sviluppo squilibrato si svilupparono negli anni 50 e 60. Questa politica è stata applicata nello STATO DI MINAS GERAIS, un importante produttore di caffe, soia, latte , carne banana ecc a seguito della industrializzazione ha portato a una crescita; siderurgia, industria automobilistica. In questo territorio sono intervenute istituzioni statali quali Agenzia di promozione agli investimenti e commercio estero ecc.

MULTINAZIONALI Per impresa multinazionale si intende quell’impresa dotata di attività produttive, di proprietà o controllate, distribuite in Paesi diversi da quello d’origine, pur mantenendo in quest’ultimo il proprio centro decisionale. L’investimento attraverso il quale le imprese si espandono in senso multinazionale è l’INVESTIMENTO DIRETTO ESTERO (IDE), che consente loro di controllare direttamente le operazioni svolte giornalmente all’interno degli stabilimen...


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