Goya di stefano lentini PDF

Title Goya di stefano lentini
Author francesca calanni
Course Storia sociale e culturale del mondo romano
Institution Università degli Studi di Catania
Pages 4
File Size 122.8 KB
File Type PDF
Total Downloads 10
Total Views 122

Summary

preparazione esame di storia sociale dell' educazione...


Description

LUMI,ARTE E RIVOLUZIONE IN SPAGNA “LA PEDAGOGIA SOCIALE DI GOYA” PEDAGOGIA E POLITICA NELLA METAFORA DELL’ARTE GOYANA (PEDAGOGIA SOCIALE) L’arte di Goya ha una carica intenzionalmente educativa e assume i connotati di una pedagogia sociale ,critica, emancipativa , che si appropria dei temi di ordine antropologico,culturale ,politico, per porre, ipotesi di cambiamento e di trasformazione sociale. Attraverso le immagini e le didascalie ,a mette in scena le contraddizioni della vita sociale , utilizzando la sua arte per orientare l’individuo verso il superamento delle negatività che si traducono in violenza,orrore ,degradazione umana. Goya descrisse la cruda realtà degli avvenimenti della vita spagnola del suo tempo e richiama lo spettatore a prendere coscienza e a criticare la cultura della superstizione e della violenza. La sua pitture assunse così una funzione pedagogica. LAVORO MANUALE E LAVORO INTELLETTUALE L’arte indicava qualunque attività svolta secondo un criterio di regole ben definite. Nella storia sociale non esiste un concetto unitario di “ arte”, bensì la distinzione tra le “arti liberali” , degne dell’uomo appartenente agli strati sociali elevati, la classe dominante , e le cosiddette “arti meccaniche”, proprie del lavoro manuale. Tale distinzione, marcava una frattura tra l’attività intellettuale ,riservata ad una classe sociale elevata, e il disprezzato lavoro manuale. L’artista doveva essere visto come “un vile meccanico”, al quale nulla era dovuto se non il compenso per la prestazione lavorativa. E’ molto importante dire che non è possibile comprendere la contrapposizione tra lavoro manuale ed intellettuale , senza considerare la struttura sociale del mondo greco-latino, nella quale non si sentiva il bisogno di inventare nuove macchine, avendo già a disposizione la schiavitù. L’atteggiamento di ostilità verso il lavoro manuale era contenuto nelle parole di Marco Terenzio Varrone, il quale descrisse le tipologie di mezzi con i quali si lavorava la terra, distinguendole in strumenti parlanti , ovvero gli schiavi , in strumenti semiparlanti ,ovvero i buoi, e in strumenti muti ,ovvero gli strumenti inanimati. Sarà , durante il Rinascimento , con la nascita della borghesia, che si avvierà una rivoluzione culturale dell’arte , portata dalla: cultura. L’uomo è in grado di creare oggetti ,opere d’arte con un significato. Sicuramente, la distinzione tra oggetto naturale (Natura) e uno creato dall’uomo (cultura) sta proprio nell’intento artistico , ovvero nel concetto che l’artista intende attribuire all’opera e trasmettere. Con la scoperta rinascimentale del genio artistico ,all’artista veniva riconosciuta un’autonomia di pensiero , avviandosi così la ricomposizione tra lavoro manuale e intellettuale. L’opera d’arte, rappresentava una creazione autonoma della personalità dell’artista e della sua originalità e, grazie alla libertà espressiva si affermava il diritto di esprimere con l’arte un punto di vista personale : Goya descrisse la cruda realtà degli avvenimenti della vita spagnola del suo tempo e richiama lo spettatore a prendere coscienza e a criticare la cultura della superstizione e della violenza. La sua pitture assunse così una funzione pedagogica. FUNZIONE DELL’ARTISTA la volontà di Goya di stimolare l’uso critico della ragione , di trasferire cioè nei sui dipinti il nuovo spirito del tempo , è così evidente , che ancora oggi , le opere “ I Capricci” e “I disastri della guerra” esercitano un richiamo morale a individuale ,nelle negatività del nostro presente. Sicuramente , la produzione artistica di Goya pone l’accento sulla funzione educativa dell’arte e consente, allo stesso tempo, di valutare il contributo di una nuova cultura dell’arte capace di esprimere un’analisi critica, una prospettiva politico-sociale e un indirizzo etico-pedagogico ,al pari delle altre scienze. L’OCCHIO MECCANICO La modernità , fu una rivoluzione economica che si apriva al commercio ; politica che delegava a un sistema di istituzioni il controllo sociale, che diffondeva una nuova concezione del mondo e integrava nuovi rapporti con il potere e anche pedagogica e culturale che passava attraverso un ristrutturazione profonda del sapere, in direzione della laicizzazione dell’educazione. l’invenzione della stampa a caratteri mobili rappresentava un concreto elemento per l’accelerazione del processo di laicizzazione della cultura. Nel 1517, Martin Lutero si propose di diffondere a tutti il diritto allo studio, opponendosi alla decadenza della vita monastica. la Chiesa avviò la Controriforma che riservò soltanto ad una ristretta èlite la possibilità di studiare sia la religione che le scienze. Bacone propose il metodo induttivo fondato sull’esperienza. E Cartesio immaginava un mondo dove tutto fosse meccanico e dove l’ordine matematico avesse rappresentato il modello di un metodo da estendere ad ogni genere di conoscenza. Il linguaggio matematico permetteva, di esplorare meglio la realtà. Galilei riduceva il tempo a spazio e lo spazio in leggi numeriche, trasformando la realtà in geometria. Sostituì all’ipotesi geocentrica quella

eliocentrica . Infine , è importante dire che il 600 fu il secolo del metodo e Comenio rispecchiò maggiormente tale posizione in ambito educativo. Egli considerò l’educazione come il mezzo per ideare un modello universale di uomo virtuoso, cui affidare la riforma della società, attraverso la pansofia , ovvero un’istruzione per tutti. 1.L’ILLUMINISMO SPAGNOLO E LA RIVOLUZIONE IMPOSSIBILE DI GOYA L’uomo moderno è legato all’illuminismo in modo indissolubile , l’opera riformatrice del 700 si porta a compimento un processo di laicizzazione che investe trasversalmente la società , e che influenza molteplici spetti della cultura . il processo di industrializzazione richiese ed avviò un rinnovamento del sapere, ora fondato su basi scientifiche ed empiriche e la diffusione del libro permise all’intellettuale moderno di emanciparsi dal potere religioso e politico. Il passaggio dal vecchio al nuovo ordine sociale determina l’esigenza di formare cittadini in grado di esercitare i propri diritti ed i propri doveri. All’educazione è affidato il compito della formazione di una nuova coscienza dei cittadini, attraverso un sistema scolastico pubblico in grado di diffondere l’istruzione, i diritti e i doveri. In Francia Voltaire e Diderot utilizzarono i più svariati mezzi ,dal pamphlet al romanzo, dal poema al dizionario , per condurre una battaglia contro i collegi dei Gesuiti ,portatori di una cultura moralmente corrotta. In Spagna, la penetrazione del nuovo spirito fu ,per lungo tempo, impedita dalla coscienza di una missione cristiana da svolgere, le cui origini risalgono all’unificazione delle due dinastie e dei due massimi regni della penisola iberica , a seguito del matrimonio tra Isabella di Castiglia e Ferdinando D’Aragona. I Re Cattolici , inaugurarono l’età più gloriosa della Spagna, seguita alla Reconquista, una lenta estensione della potenza cristiana su tutte le terre che sino dall’8 secolo erano appartenute ai musulmani. Successivamente, Filippo II utilizzò la chiesa e l’inquisizione con l’obiettivo di istituire una monarchia ispano-cattolica distesa su tutta l’Europa. Tuttavia la speranza di tale progetto si dissolve nel 1587 con la decapitazione di Maria Stuarda , vanificando così il tentativo di realizzare una reggenza cattolica in Inghilterra , e nel 1588 con l’infelice spedizione contro la regina protestante Elisabetta I, conclusasi con l’affondamento dell’Armata invincibile. Solo dopo il 1700 , con Filippo V, la Spagna si avviò verso una politica di apertura che permise la diffusione della cultura francese e ,successivamente, di quella inglese. I primi passi verso un Stato in grado di reagire all’autorità religiosa furono la traduzione dei libri francesi; le riforme delle università spagnole; e le misure adottate contro la Chiesa con la soppressione dei gesuiti. Tuttavia ,così, solo una piccola minoranza si aprì con timidezza allo spirito del nuovo secolo ,le classi illuminate, si attaccarono alla potenza materiale del clero ,mentre il sovrano e i suoi ministri lasciarono che la decadente inquisizione eseguisse processi ideologici a personaggi socialmente altolocati. Verso il 1790 la Spagna tentennò tra rinnovamento e regresso : con i Borboni si avviò una ripresa politica ed economica che non riuscì , a sradicare la miseria economica e morale accumulata negli anni della dominazione asbrugica , poiché la fame e l’analfabetismo, l’ignoranza e la superstizione dilagavano nell’intero suolo spagnolo. In tale periodo Francisco Goya frequentava la ristretta cerchia degli Ilustrados spagnoli (intellettuali) , i quali spingevano per delle riforme sotto la tutela spagnola. Goya fu un pittore delle satire contro l’inquisizione e il ritrattista degli “afrancesados” e degli ambasciatori rivoluzionari. Di grande stimolo , fu per l’artista, la frequentazione della stretta cerchia di illuministi ; il quale ascoltandoli ricevette a metà della sua vita un’importante lezione : ovvero riformare la sua vita , vivere gli ideali condivisi dalla ristrettissima cerchia di illustrados e diventare faber fortunae suae (artefice del proprio destino). Tutto ciò lo porterà ad utilizzare l’arte come strumento per tratteggiare i temi del pensiero illuminato europeo. Si tratta di un’arte sottile, acuta, che non si ferma alla semplice rappresentazione dell’avversione degli illustrados spagnoli verso le autorità religiose ,ma che mette in scena il disprezzo verso una popolazione , che paradossalmente, accettava quell’inquisizione. Sicuramente , l’ignoranza è il vero nemico. Goya, ne è l’interprete per la forza delle immagini, ma soprattutto per la critica verso la società del tempo ed il messaggio pedagogico espresso attraverso le immagini e le relative didascalie. 2.ISTRUZIONE ,FORMAZIONE E ESORDI ARTISTICI DI GOYA Goya nacque nel 1746 a Fuendetodos a 30 anni venne nominato pittore ufficiale di corte, la più alta carica che la Spagna potesse offrire nelle arti visive. Egli occupò tale posizione per ben tre reggenze dei Borbone :

sotto Carlo III, Carlo IV, debole e Ferdinando VII. Suo padre , Josè, apparteneva ad una famiglia della piccola borghesia ,collocata in una posizione più elevata rispetto alla classe contadina, era un artigiano e garantiva alla famiglia un apprezzabile livello sociale. Alla fine del 1600 ,iniziarono i lavori per uno dei luoghi di culto cattolici più importanti della penisola libica, il santuario di Nuestra Senora del Pilar , un’impresa a cui Il padre di Goya collaborò e ciò permise a Goya di vivere in un ambiente professionale di alto livello. La madre, dona Gracia Lucientes apparteneva al più basso ordine della nobilità spagnola del XVIII secolo. Quando la famiglia si trasferì a Saragozza ,Goya frequentò uno degli istituti religiosi gestiti dagli Scolopi, che nonostante la scarsa qualità formativa risultava essere più qualificato rispetto alla maggior parte delle scuole religiose presenti nelle città spagnole del XVIII secolo. In tale istituto , Goya non ricevette un buon insegnamento letterario. A partire dal 1670 ,a Saragozza Goya impara il mestiere presso lo studio di Josè Martinez. È importante, che fino all’ultimo terzo del 18 secolo, la pittura spagnola tocca un livello molto basso ,in quanto non essendosi formata una scuola , vive di stimoli stranieri. i pittori spagnoli si caratterizzarono per una dimensione rozza, provinciale ,borghese. Goya apprende gradualmente la maestria dell’arte, a partire dalla quotidiana pratica artigiana, fino all’acquisizione delle più disparate tecniche artistiche e dei segreti del mestiere. È importante dire che inizialmente il suo apprendistato rileva un’incertezza di mano , e nei primi lavori di Saragozza egli appare ben dotato , ma poco addestrato. Tuttavia , nel corso della sua carriera riuscì perfino ad inventare nuove metodologie di lavorazione ,per lo più sconosciute ai suoi contemporanei. Gli esordi di Goya nel panorama del mondo artistico ,sono segnati da pesanti frustrazioni , nel 1763 partecipò al concorso della Real Academia de San Fernando , ma su otto candidati non riuscì a vincere. Tre anni dopo tornò a parteciparvi , ma con lo stesso risultato negativo. Ciò incise molto sulla scelta di Goya di intraprendere un viaggio in Italia , al fine di conoscere direttamente la tradizione e la maestria pittorica. Nell’arte pittorica , l’Italia era la scuola del mondo. In Italia c’erano tutti i prototipi dell’antichità classica, le pareti delle chiese, di cappelle , cupole, volte e palazzoli ospitavano la più grande raccolta di affreschi di grandi artisti, da Giotto a Veronese, da Cimabue a Tiepolo. Tornato a Saragozza, si sposò e Grazie al forte legame con i potenti cognati , negli anni 70 Goya ricevette una serie di incarichi da parte della Chiesa , conquistandosi ,così, grazie alle tecniche imparate in Italia , un importante posto tra gli artisti del tempo. Nel 1779 venne convocato dal sovrano ,il quale era interessato alle sue opere ,e nello stesso tempo preparò con successo l’ammissione all’Academia di San Ferdinando. a Madrid , la presenza dei maggiori rappresentanti della pittura europea permise a Goya di prolungare il suo apprendistato ,almeno fino ai suoi 40 anni. 3.L’ESPRESSIONE PITTORICA COME CRITICA SOCIALE E L’INTENTO PEDAGOGICO NELL’OPERA DI GOYA nel 1786, viene nominato pittore del re. l’artista si trova immerso in un mondo nuovo, nel quale gli uomini che frequenta non vivono la spontaneità della quotidiana vita popolare, ma modellano la propria esistenza verso un’immagine ideale di umanità, critica verso tutto ciò che è banale ed abituale. Goya ebbe L’incarico di ritrarre i reali in occasione della loro proclamazione vale all’artista, la nomina di “pittore di Camera”, ma, giunto all’apice della sua carriera, egli comincia a sentirsi “mortificato” dal peso del lavoro su commissione e desidera la libertà. Pierre Gassier e Juliet Wilson distinguono almeno cinque fasi della vita artistica ed intellettuale di Goya: 1. la prima comprende gli anni tra il 1746 ed il 1792, i primi quarantasei anni d’età, ricchi di produzione dal 1774, e di successo dopo il 1784, interrotti dalla malattia del 1792; 2. la seconda tra il 1792 ed il 1808: sono gli anni del periodo trascorso a Madrid, dei ritratti più importanti e dei Caprichos; 3. la terza fase tra il 1808 ed il 1819: In questo periodo la produzione artistica è interrotta nuovamente dalla malattia; 4. la quarta fase, tra il 1819 ed il 1824, è caratterizzata dalle Pinturas negras (Pitture nere). Sono gli anni della rivoluzione liberale e dell’auto esilio; 5. infine, tra il 1824 ed il 1828. Nei Caprichos si schiera contro le folle accalcate ed impersonali, contro la deprecabile trilogia dell’“abitudine”, dell’“ignoranza” e dell’“interesse”. In questa serie di incisioni Goya non si pone l’obiettivo di

creare un’opera esteticamente “bella”, ma utilizza la pittura per rendere visibile ciò che fino a quel momento è rimasto nell’inconscio. Le immagini si svolgono come una sequenza cinematografica, seguendo alcuni temi tipici: la critica ai rapporti ed ai sentimenti privati (gelosia, matrimonio, amore, raggiri, prostituzione); il potere politico che soggioga il popolo; e la politica, della superstizione religiosa e della stregoneria. tra la fine del 15 secolo e l’inizio del 17 secolo si era diffuso il fenomeno della caccia alle streghe e allo stesso tempo si era sviluppata una nuova letteratura che passava in rassegna credenze ,usi e superstizioni popolari. papa Innocenzo nel 1485 avviava a caccia alle streghe e conferiva l’incarico di punire, incarcerare e correggere le persone infette dalla perversione eretica. Si pensava che lo sguardo della strega potesse uccidere , i bambini si pensava che fossero le vittime più frequenti agli occhi delle streghe. Per combattere il fenomeno delle eresie, la Chiesa aveva organizzato, il Tribunale dell’ Inquisizione e mandava gli eretici al rogo. la folle caccia alle streghe condusse a morte centinaia di innocenti. Nei Desastres de la guerra (1810-1815), Goya racconta, attraverso le immagini, i fatti della violenta guerra, e denuncia la crudeltà, l’ingiustizia dell’invasione francese. In questi dipinti l’artista esalta l’irrazionalità e la mostruosità della guerra, della violenza in sé, raccontando, persino i suoi effetti: la miseria e la fame del popolo, l’egoismo, l’ignoranza e l’ipocrisia che portano alla restaurazione di Ferdinando VII. Prima del ritorno di Ferdinando VII, il pittore realizzò due tele:: lotta contro i Mamelucchi e Le Fucilazioni. Nella prima raffigura i momenti più cruenti della sommossa madrilena, la carica dei Mamelucchi contro gli insorti, una mischia inestricabile all’interno della quale non ci sono più né aggressori né vittime, ma solamente la violenza dell’uomo che uccide per non morire. Nella seconda, Le fucilazioni del 3 maggio, il plotone francese è dipinto di schiena: uomini-macchine che non hanno volto eseguono, senza titubare, un ordine venuto da lontano. Degli ultimi anni della sua vita sono le Pitture nere dove vengono raffigurati uomini che affondati nelle sabbie mobili non smettono di colpire con dei bastoni, approfittando di quella poca libertà che gli rimane, per tentare di annientarsi l’un l’altro. CONCLUSIONI il ’700 e l’800, vive gli anni della crisi della Spagna, e grazie ad una libertà espressiva che lo inquadra come il primo pittore moderno: descrive la cruda realtà degli avvenimenti della vita spagnola del suo tempo, e richiama lo spettatore a rendersi conto, a prendere coscienza ed a criticare la cultura della superstizione e della violenza. La sua pittura assume così una funzione pedagogica ,per porre l’uomo nelle condizioni di reagire alle negatività deontologiche e di ipotizzare contraddizioni umanamente migliori. Egli mostra un uomo in conflitto con se stesso, che non deve proteggersi dalla natura, ma da se stesso, quando abbandona la ragione, perché si rende bestia. Esalta la ragione come fonte delle più grandi meraviglie. Le serie dei Caprichos, quella dei Desastres de la guerra e le Pinturas Negras appaiono come la volontà di stimolare la ragione, il suo senso ed uso critico. Goya riesce a trasferire nelle opere il nuovo spirito del tempo, introduce nei modelli per gli Arazzi i momenti di svago della nobiltà e della gente povera (i giochi, i costumi, i lavori). Riesce a salvare con le immagini un numero immenso di atti e di personaggi, considerati in precedenza estranei all’arte, privi di interesse e di valore estetico, ed a conferire il giusto valore agli uomini ed ai lavori non aristocratici. Riteniamo, in conclusione, l’opera artistica di Goya meritevole di ulteriori ricerche ed approfondimenti in chiave storico-educativa, in quanto essa arricchisce il dibattito scientifico sull’Illuminismo spagnolo, e più in generale su quello europeo. La sua produzione pone l’accento sulla funzione educativa dell’arte, ma, allo stesso tempo, rivaluta il contributo di un’artista, noto forse più agli addetti ai lavori, ma che certamente si distingue per la straordinaria analisi sociale contrassegnata da un indubbio indirizzo critico e pedagogico. COS’ È UN ‘OPERA D’ARTE PER GOYA ? una critica contro tutto ciò che opprimeva il popolo (clero, stato) e ha una funzione educativa....


Similar Free PDFs