Harry Stack Sullivan - breve riassunto di alcuni degli autori più importanti PDF

Title Harry Stack Sullivan - breve riassunto di alcuni degli autori più importanti
Author Margherita Tani
Course Psicologia dinamica
Institution Università degli Studi di Firenze
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breve riassunto di alcuni degli autori più importanti ...


Description

HARRY STACK SULLIVAN 1)TRA PSICHIATRIA E PSICOANALISI Diresse un reparto sperimentale per schizofrenici maschi, prototipo delle odierne comunità terapeutiche. Attraverso la cura degli schizfrenici l’autore sviluppò la sua TEORIA INTERPERSONALE e divulgò per lo più durante lezioni e conversazioni. Durante gli anni in cui iniziò ad esercitare la professione di psichiatra, la clinica della schizofrenia era dominata dalle EORIE DI KRAEPELIN ed era chiamata dementia praecox, mentre la psicoanalisi aveva appena fatto la sua comparsa nel mondo psichiatrico american. Il nome “dementia praecox” derivava dai sintomi provocati a un progressivo ed irreversibile deterioramente neurologico e un conseguente deterioramento del funzionamento mentale ed emotivo; per questo riteneva inutile qualsiasi tipo di trattamento e gli affetti erano solo studiati e rinchiusi in apposite strutture. Al contrario, in base alla sua esperienza, Sullivan riteneva che fossero curabili e che i fenomeni schizofrenici avessero un significato come i sintomi nevrotici secondo la psicanalisi. Riteneva che i pazienti studiati da Kraepelin soffrissero non di schizofrenia ma di SINDROME MANICOMIALE legata alla llunghissima degenza. Gli aspetti incomprensibili delle manifestazioni della schizofrenica sono comprensibili se inquadrati nelle relazioni interpersonali el soggetto con le persone significative. per Sullivan, la schizofrenia non è una malattia degenerativa a base organica ma un grave disturbo della capacità di entrare in relazione con gli altri a causa di esperienza relazionali familiari devastanti per il soggetto. La relazione paziente-terapeuta diventa l’opportunità per ccambiare il destino della malattina e per questo è fondamentale l’atteggiamento del medico di comprensione dell’esperienza altrui senza giudicare o classificare. Sullivan è antikraepeliniano e si rivolge alla psicoanalisi criticamente nei confronti di alcuni fondamentali freudiani per poi sviluppare una propria prospettiva sulla genesi di disturbi psicotici e nevrotici. Le NEVROSI NARCISISTICHE, di cui fa parte ache la schizofrenia, non consentono il TRANSFERT e non erano considerate curabili con la psicoanalisi ma questo assunto non coincideva con l’esprienza di Sullivan. Il contatto diretto con i pazienti considerati come persone umane unica è lo strumento di indagine e lo stimolo alla teorizzazioni più dei supporti teorici preesistenze. Come Jung anche Sullivan ricava dale esperienze cliniche coni pazienti schizofrenici l’idea che la richezza di ciascun individuo oltrepassi l toerie precedenti (attenzione per il singolo) ->PRUDENZA FENOMENOLOGICA alla base dell’assetto teorico-pratico dell’approccio interpersonale secondo il quale gli oggetti della clinica attraverso cui si realizza la cura dell’altro sono sempre FENOMENI INTERPERSONALI: esperienze di cui parla il paziente e interazione tra paziente e terapeuta che raccoglie i dati come un OSSERVATORE PARTECIPANTE; anche le reazioni dell’osservatore fanno parte del campo di osservazione perché ciò che si vede dell’altro è ciò che egli ci racconta di sé, dei suoi vissuti e di cò che accade nella relazione terapetica. Ciò che non si vede non può essere oggetto della cura perché viene facilmente colonizzato dalle inferenze del terapeuta senza che queste possano avere un riscontro oggettivo nell’esperenza del paziente. L’INCONSCIO è UNA LACUNA CHE NON è POSSIBILE COLMARE: è inutile parlare di processi generali e pstulare principi universalli come ha fatto Freud per la pulsione di morte o per l’angoscia di castrazione quando poi non se ne può dimostrare la realtà effettiva. Freud ha sottovalutato l’aspetto relazione e culturale dei disturbi focalizzando la sua attenzione sulle dinamiche intrapsichiche: critica il dogmatismo freudiano che fa da supporto ad una pratica dalle certzze facili.

2)DUE CATEGORIE DI MOTIVAZIONI La personalità si manifesta attraverso le INTERAZIONI ed è da queste continuamente rimodelata, non p statica e permanenete ma cambia a seconda delle esperienze. Ci sono 2 ordini di motivazioni che si rendono

manifeste nella vita relazionale e che determinanoi il dinamismo della vita mentale soggettiva: i BISOGNI DI SODDISFAZIONE e i BISOGNI DI SICUREZZA. I BISOGNI DI SODDISFAZIONE sono di varia natura, fisiologici e arrivona fino al bisogno più mauro di esprimere le proprie capacità per esprimere se stessi. Nella diade madre-bambino, quando questo avverte ed esprime la tensione di un bisogno, si genera una tensione complementare nella madre che sperimenta un senso di tenerezza e un impulsio a soddisfare il bisogno del bambino, da questa corrispondenza nasce una relazione e si integrano tra loro due soggettività. Gli scambi tra il soggetto e l’ambiente si realizzano nel babino in ZONE DI INTERAZIONE (orale, retinica, auditiva, tattile, vestibolare, cinestetica, anale, genitale) che funzionano da canali interattivi per la soffisfazione dei bisogno e per l’integrazione dei rapporti interpersonali. A rompere l’equilibrio interviene l’angoscia che ad ogni età costituisce la principale sofferenza psichica. Quando il bambino è piccolo, soffre di paura di vario genere che derivno da DISTURBI NELLE PERCEZIONI o da PERICOLI ESTERNI che minacciano la sua vita. Quando comunica la tensione della sua angoscia alla madre, questa entra in un legame mpatico con il figlio e prova a sua volte come risposta al bisogno di rassicurazione del bambino, un’angoscia ancora più forte finendo per trasmettere questa angoscia al bambino il quale vede aumentare di riflesso la sua-> EFFETTO VALANGA in cui l’angoscia dell’uno provoca e rinforza quella dell’altro. L’angoscia ha un effetto disintegrante ed è connessa al rapporto con la madre. La distinzione che il bambino opera è tra la buona madre, collegata all’assenza di angoscia e la cattiva madre collegata all’angoscia; l’una e l’altra verranno evocate ogni volta che il bambino vive relazioni non angosciose o angosciose e scopre che esistono due differenti stati d’animo e due differenti tipi di interazione. Queste prime esperienze cotituiscono degli apprendimenti che vengono conservati e usati nella strutturazione del Sé anche se non vengono compresi o memorizzati.+il bambino impara presto ad individuare i segni che caratterizzano la madre cattiva e angosciata e impara che la madre cattiva e quella buona convivono nella stessa persona e intuisce quali sono i COMPORTAMENTI da lui messi in atto che possono aumentare o diminuire l’angoscia della madre. Impara a regolare i suoi comportamenti secondo gli effetti presumibili che essi possono avere sulla madre e i suoi stati d’angoscia e a controllare sia l’angoscia di lei che la propria. Costruisce così il suo sé sull base dell’esclusione dell’angoscia per soddisfare il suo BISOGNO DI SICUREZZA Il sé ha unda duplice valenza, è fatto da: 1)quello che gli altri pensano che il soggetto sia, dalle loro reazione ai comportamenti del soggetto, dalle loro aspettative e dai loro giudizi. Il soggetto si rinconosce nei giudizi degli altri e si riconosce se stesso negli apprezzamenti positivi degli altri e ciò che gli altri non apprezzano, tende a non riconoscerlo come parte di sé. 2)ciò che il sé seleziona attivamente dalle esperienze che devono far parte di lui perchp approvare agli altri. Il sé è fatto dai giudizi degli altri e dall’istanza selettiva. Per proteggersi dall’angoscia, il sé deve costruirsi secondo le nterazione che i personaggi significativi che hanno il potere di creare angoscia al bambino. Le aree di esperienza che corrispondo alle aspettative materna vanno a costruire l’IO BUONO del soggetto, le aree di esperienza che potrebbero creare angoscia alla madre e al bambino formano l’IO CATTIVO; ci sono aree di esperienza che creano nella madre un’angoscia talmente forte che formano il NON IO, dimenticato temuto e non integrato. Da un certo punto in poi la risposta materna non è più necessario, Io buono e cattivo si sono stabilizzati e l’’io buono è accompagnato dalla sicurezza mentre l’altro dall’angoscia; le esperienze del non io sono segregate in un’area infrequentabile di fortissima angoscia. Le primitive esperienze di angoscia sono state vissute senza difese e

protezione dal bambino e lasciano la loro traccia nell’adulto sotto forma di un’ANGSCIANTE PAURA DELL’ANGOSCIA. Il soggetto tende a proteggersi limitando le sue esperienze a quelle che non producono angoscia ma il suo sé rischia di isolari sempre più in una zona IPERPROTETTA da operazioni d sicurezza che scludono la novità dalla vita mentale: il soggetto vivrà in maniera deformata i rapporti riconducendoli a modelli relazionali illusori in cui sono previse relazioni tra il sé e l’altro secondo modalità che non producono angoscia ma seguendo dei ruoli ->DISTORSIONI PRATATTICHE Questi MODELLI ILLUSORI sono ricavati dall’esperienza di interazioni reali e passate dove il sé ha sprimenato un senso di sicurezza e controllo-> tematiche narcisistiche del dominio, prestigio, successo. La vita è il risultato di una tensione dialettica tra BISOGNO DI SODDISFAZIONE DI SICUREZZA. Il terrore fobico dell’angoscia e il bisogno di sicurezza interompono il flusso spontaneo della vita basata sulla soddisfazione dei bisogni. Il sé si salva da questo terrore crandosi l’illusione del dominio sulla vita stessa.

3)IMPLICAZIONI TERAPEUTICHE L’atteggiamento terapeutico di Sullivan è al contrario della neutralità freudiana ed è definito dall’OSSERVAZIONE PARTECIPANTE: per lui il colloquio clinico è uno spazio interattivo in cui le distorsioni prendono ad occupare la scena relazionale. Il terapeuta è chiamato ad assumere un ruolo attribuitogli dalle relazioni illusorie mete del paziente e partecpando attivamente all’interazione, influenza a sua volta le risposte del paziente. È suo compito monitorare lo stato della relazione nel qui ed ora ma non procede attraverso tecniche che possano stimolare una regressione del paziente a cui è richiesto invece di rimanere vigile e di cooperare con il terapeuta alla continua definizione dello stato della loro relazione nel qui ed ora. Il paziente ha diritto di formulare le sue osservazioni sulla relazione che diventa LABORATORIO delle distorsioni che possono essere osservate e di comune accordo smontate. Questa operazione ha come effetto il far emergere le angosce rispetto alle quali le distorsioni costituiscono una difesa. Prima occorre che il paziente abbia acquisito fiducia nella relazione grazie all’atteggiamento non invadente del terapeuta e alla simmetria della relazione così diventa possibile INTERROGARE le sue DIFESE e via via che le distorsioni vengono smontate elaborare le angosce sottostanti al bisogno di occultare. La tecnica di Sullivan è basata sulla messa a confronto del paziente con l’irrazionalità delle disede ed entra nelle moderne pratiche della psicoterapia psicanalitica incentrata su un approccio interpersonale....


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