I parziale economia PDF

Title I parziale economia
Author Francesca Scuteri
Course Economia Aziendale (Service Management)
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Per passare il primo parziale con tranquillità d’animo ...


Description

Economia Aziendale - Prof. Giacomo Magnani I° parziale L’ECONOMIA AZIENDALE: -studia le aziende (singole, classi e aggregati) nel loro particolare complesso -è complementare all’economia politica -studia le aziende per migliorarne il funzionamento e generare progresso, individua alternative modalità di svolgimento dell’attività economica (innovazione) -vede l’azienda come fenomeno unico L’economia aziendale si occupa di 5 tipologie di operazioni: -TRASFORMAZIONI TECNICHE (operazioni interne): -fisiche: da bene1 produco con trasformazioni bene2 (es. da ingredienti faccio una torta) -spaziali: sposto i beni nello spazio o nel tempo (es. trasporto/vendita torta) -logiche: tramite conoscenze (es. insegno a fare la torta ai miei lavoratori) -NEGOZIAZIONI (operazioni esterne) -ORGANIZZAZIONE -RILEVAZIONE E INFORMAZIONE -CONFIGURAZIONE DELL’ASSETTO ISTITUZIONALE L’AZIENDA è l’ordine economico degli istituti, cioè tutto ciò che ha rilevanza economica in un ISTITUTO, vale a dire un’organizzazione umana costituita dall’uomo stesso per il soddisfacimento dei suoi bisogni, non solo economici ma di ogni natura. L’istituto è un’unione stabile che nasce per soddisfare bisogni dell’uomo, direttamente o con la produzione di beni o servizi che li soddisfino. I beni possono essere suddivisi in: -beni liberi: grande quantità e accessibilità -beni economici: poca quantità, necessità di acquistarli; si dividono in: -primari/voluttuari: per soddisfare bisogni primari/secondari -complementari (1 bisogno -> + beni) /fungibili ( + beni -> 1 bisogno) -differenziabili (unici) e non differenziabili (beni primari es. acqua) -di consumo (esauriscono una volta usati) e strumentali (posso usarli più volte nel tempo) -di consumo collettivo/individuali -PRIVATI e PUBBLICI (pubblici -> Beni Culturali = BBCC) I beni pubblici sono di consumo collettivo e per essi vale il principio di non escludibilità (es. non posso escludere nessuno dall’utilizzo di una strada comunale), essi sono forniti dalle Pubbliche Amministrazioni (=PA); le imprese, nate per generare ricchezza, non potrebbero mai fornire beni pubblici perché non potrebbero far pagare per i loro beni e servizi (es. le imprese possono però gestire le autostrade, le persone non sono obbligate a usarle per circolare). E’ principio fondamentale dell’economia l’UTILIZZAZIONE MASSIMAMENTE EFFICIENTE DELLE RISORSE SCARSE (beni economici), ossia il tendere a ottenere il massimo risultato possibile con il minimo impiego di risorse. Le persone tendono naturalmente a unirsi negli istituti (=gruppi costituiti dall’uomo per far fronte ai suoi bisogni); l’azione di istituti che operano in contesti dinamici porta alla RENDITA ORGANIZZATIVA

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(cooperazione tra più persone che porta ad un vantaggio economico rispetto a quello che si otterrebbe lavorando isolatamente) e al RISULTATO RESIDUALE (risultato della cooperazione che porta a una remunerazione di chi abbia partecipato). L’istituto si presenta come un complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali; esso è DURATURO, ORDINATO secondo proprie leggi e AUTONOMO. In tutti gli istituti si svolgono in qualche misura delle attività economiche, l’economia aziendale si occupa di quegli istituti in cui l’attività di produzione e consumo di beni è particolarmente rilevante e si manifesta in: costi, ricavi, risparmi, consumi, investimenti, movimenti di moneta, debiti, patrimoni. Prendendo come esempio 4 tipi di istituti economicamente rilevanti (ma con anche altre caratteristiche) -famiglia: crea dinamiche economiche -ONP (Organizzazioni Non Profit): nascono con finalità culturali, sportive, assistenziali ma non hanno lo scopo di generare nuova ricchezza fine a se stessa se non quella per retribuire i lavoratori -stato: insieme delle pubbliche amministrazioni -imprese: producono reddito con trasformazioni tecniche (prodotti), logiche (conoscenze), con negoziazioni (beni, credito) o con rischi (azioni, a cui si lega il rischio d’impresa (posso investire e ottenere profitto oppure perdere tutto ma non posso assicurare o cedere l’investimento) si può considerare per ciascuno di essi un ordine economico: (NB. si dice azienda l’ordine strettamente economico di un istituto) -famiglia: azienda di consumo familiare. reddito -> ricchezza -> consumo della ricchezza per soddisfare bisogni che non sono di ordine economico ma di altro ordine. fine economico immediato= appagamento dei bisogni delle persone che la compongono. fenomeni economici tipici= redditi di lavoro, consumi, risparmi, investimenti. -ONP: azienda non profit. esse sono provare e hanno il divieto di distribuire il risultato residuale, non hanno scopo di generare ricchezza. finalità di ordine sociale, culturale, morale. -stato: azienda composta pubblica. (tra azienda di produzione e di consumo) fine economico immediato= produzione di reddito e consumo di ricchezze per offrire servizi pubblici, remunerazioni di lavoro. -imprese: azienda di produzione. (azienda diverso da impresa) fine economico immediato= produzione di remunerazioni monetarie e di altra specie. Le organizzazioni che si occupano di Beni Culturali e dello Spettacolo sono collocabili principalmente nello stato e nelle ONP. Queste aziende sono accumunate dal FINE del soddisfacimento dei bisogni umani e dal MEZZO costituito dall’attività economica. Sono differenti per i loro FINI IMMEDIATI e per le loro STRUTTURE (assetto istituzionale, combinazioni produttive, organismo personale). Tutte le imprese svolgono attività di PRODUZIONE ECONOMICA, che non significa fabbricazione. Non tutte le imprese attuano in senso stretto produzione di beni (merci o servizi). La produzione economica non è il fine dell’impresa, ma il mezzo con cui essa raggiunge il suo vero fine cioè la PRODUZIONE DI RIMUNERAZIONI (redditi) del lavoro e del capitale di rischio (verso lavoratori e conferenti di capitale di rischio). L’attività economica di produzione si attua con l’impiego di CONDIZIONI DI PRODUZIONE che nel loro complesso includono ogni elemento o circostanza che rende possibile, facilita e anche ostacola la produzione (es. materie prime, terra, macchinari, beni pubblici, lavoro). Le condizioni PRIMARIE sono fondamentali per ogni impresa e suscitano nelle persone che le conferiscono degli interessi economici, sono il LAVORO e il CAPITALE DI RISPARMIO. Le due categorie che fanno capo alle condizioni primarie sono i soggetti economici cioè coloro che hanno interessi economici primari nell’impresa e hanno il diritto/ dovere di governarla.

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Le COMBINAZIONI ECONOMICHE GENERALI sono centrali nell’istituto e costituiscono l’insieme delle attività che hanno rilevanza economica in un istituto. Esse si articolano in: -coordinazioni economiche parziali (funzioni): insieme di processi caratterizzati da una funzione -combinazioni economiche parziali -negoziazioni COORDINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI: 1) CONFIGURAZIONE DELL’ASSETTO ISTITUZIONALE: insieme di operazioni che determinano la nascita, il disegno di base, le trasformazioni e la cessazione dell’istituto. Definendo l’assetto istituzionale si decidono i connotati essenziali e necessari dell’istituto stesso. Ci sono modelli riguardanti i diversi assetti istituzionali, ognuno con diritti e doveri differenti (le norme possono essere leggermente modificate, conformemente alla forma giuridica, negli STATUTI degli istituti). -costituzione istituto -soci iniziali e trasformazioni successive (chi ne fa parte inizialmente / chi ne potrà far parte in futuro) -scelta e trasformazioni di forma giuridica (diverse forme, scelgo uno statuto e faccio norme conformi alla forma giuridica) -configurazioni organi di governo (es. amministratore unico / consiglio di amministrazione -> come deciderlo? unanimità / maggioranza) -acquisizioni (di altri istituti), fusioni (due comuni / imprese) o scissioni (esse hanno grandi impatti sugli assetti istituzionali) -alleanze -liquidazione dell’istituto Ogni operazione che riguarda l’assetto istituzionale condiziona fortemente ogni altra operazione dell’istituto. E’ importante definire l’assetto istituzionale per soddisfare i portatori di interesse che dando un contributo all’istituto attendono delle ricompense che non vanno disattese. Gli INTERESSI sono importanti da definire in quanto possono definire l’assetto costituzionale, possono essere CONVERGENTI o DIVERGENTI. 2) GESTIONE (operazioni tramite cui l’azienda attua la produzione economica) -CARATTERISTICA: è il nucleo centrale delle combinazioni economiche, l’insieme delle operazioni di gestione che caratterizzano la funzione economico-tecnica tipica di ciascun’azienda; origina costi, ricavi e per differenza un risultato reddituale (utile o perdita); essa si articola nelle seguenti funzioni: -operazioni di ricerca e sviluppo -operazioni di acquisto merci e servizi destinati alla produzione -operazioni di fabbricazione -operazioni di commercializzazione -operazioni di logistica fanno parte della gestione caratteristica le negoziazioni di beni privati (acquisto e vendita di beni tra privati), secondo la forma dello scambio monetario -FINANZIARIA: è la parte dell’attività dell’impresa volta a coprire il fabbisogno finanziario cioè il bisogno di mezzi monetari necessari per avviare l’impresa e sostenere lo sviluppo, questo accade perché solitamente le imprese sostengono costi prima di originare i ricavi. il fabbisogno finanziario può essere coperto ricorrendo a due fonti:

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-capitale proprio -capitale di prestito la gestione fin. in senso lato include sia il capitale proprio sia quello di prestito, quella in senso stretto solo il capitale di prestito. in quanto a compiti la gestione fin. deve essenzialmente: -prevedere e analizzare il fabbisogno finanziario -combinare il ricorso ai capitali -pianificare e attuare le negoziazioni di capitale -gestire i relativi contratti (dividendi, interessi, rimborso debiti) fanno parte della gestione finanziaria due tipi di negoziazioni: negoziazioni di capitale proprio e negoziazioni di capitale di prestito. Il capitale proprio è conferito all’azienda aspettandosi risultati positivi e dividendi (da utili e dal capitale alla cessazione dell’azienda); il capitale di prestito va rimborsato in tempi precisi e con un costo espresso dagli interessi, esso può essere prestato da aziende di credito, famiglie, conf. capitale di rischio, banche (mutui), obbligazioni, scoperti c/c. -PATRIMONIALE: si occupa di produrre redditi addizionali a quelli della gest. caratteristica mediante l’impiego di disponibilità originate dal risparmio, si attiva quando l’azienda si trova a disporre di mezzi monetari in eccesso rispetto a quelli che necessita la gestione caratteristica, investe in una gestione diversa da quella caratteristica (es. posso avere dei proventi da una casa che ho comprato e poi affittato, da degli investimenti in società/azioni); se la gestione patrimoniale è fatta nel modo corretto si hanno dei ricavi rispetto al patrimonio inizialmente investito. fanno parte della gestione patrimoniale tre tipi di negoziazioni: di capitale di prestito (se si investe in titoli di stato o obbligazioni emesse da imprese), di capitale di rischio (se si comprano azioni di imprese puntando sui dividendi), di beni provati (se si acquistano beni da reddito e da rivalutazione). -TRIBUTARIA: deriva dal fatto che tutte le imprese sono soggette al pagamento di tributi allo stato che mette loro disposizione dei servizi, essa comporta costi e non ricavi. ci sono tributi correlativi direttamente ai beni e tributi sul reddito. -ASSICURATIVA: ciascun istituto è soggetto al rischio economico (le combinazioni possono o meno produrre utili) ma ci sono anche dei rischi particolari che possono essere oggetto di copertura mediante assicurazione e a fronte del pagamento di premi di assicurazione. le negoziazioni sono chiamate di rischi specifici. le decisioni di gestione ed organizzazione sono sempre prese alla luce di informazioni ed è chi esercita il governo economico che ha il dovere di conoscere le condizioni economiche dell’azienda stessa (economicità), ma anche i lavoratori, fornitori, conferenti di capitale (rischio/prestito) e lo stato (es. una banca prima di concedere un prestito si informa se l’azienda potrà restituirlo), ci sono necessità informative. il significato economico delle 5 aree di gestioni si può chiarire analizzando profilo reddituale e profilo monetario. analizzare la gestione secondo il PROFILO REDDITUALE significa indagare il formarsi dei costi e dei ricavi e capire come ciascuna delle gestioni influenza il risultato reddituale (gest. caratteristica e gest. patrimoniale sono due gestioni attive, le altre sono passive), otteniamo un ris. reddituale positivo quando la somma dei redditi derivati da gest. caratteristica e patrimoniale è maggiore degli oneri complessivi di gest. finanziaria, tributaria e assicurativa. analizzare la gestione secondo il PROFILO MONETARIO significa studiare i flussi di entrate e uscite, cioè di riscossioni e pagamenti suscitati dalle classi di gestioni, serve per capire se l’impresa in grado di far fronte ai pagamenti. i due profili non coincidono .

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3) ORGANIZZAZIONE: include una serie di attività riconducibili alla progettazione dell’assetto organizzativo (assegnare i compiti, esplicitare le funzioni e le gerarchie= ognuno sa cosa fare, a che unità organizzativa appartiene, chi sono capo e subordinati), alla progettazione dei sistemi operativi, alla gestione dei prestatori di lavoro (sistemi di gestione del personale = ricerca, selezione, inserimento, formazione). le operazioni di organizzazione generano negoziazioni di lavoro che si sostanziano in contratti che l’impresa stipula con i lavoratori. 4) RILEVAZIONE: operazioni di raccolta dei dati e delle informazioni necessarie alle decisioni e alla vita dell’istituto, esse servono sia alle persone interne all’azienda per decidere in merito alla stessa, sia agli esterni che hanno interessi nei confronti dell’impresa COMBINAZIONI ECONOMICHE PARZIALI: molte imprese le svolgono, si dice che operano in più aree di affari. ciò significa che le imprese stesse nel loro sviluppo hanno compiuto mosse di diversificazione aggiungendo alla gamma di servizi/prodotti cose diverse, entrando in nuovi mercati. sono combinazioni prodotto-mercato. NEGOZIAZIONI (operazioni esterne o di esterna gestione), scambio con esterno di: -beni privati -beni pubblici (dallo Stato che li eroga e riceve tributi) -servizi -capitale di prestito (per sostenere spese)/di rischio (coinvolto nell’impresa) -lavoro -copertura di rischi L’articolazione delle combinazioni economiche degli istituti nonprofit: in essi non è vietato o impossibile realizzare risultati reddituali positivi, esso anzi è auspicabile, ciò che è vietato è la loro distribuzione. Essi sono produttori privati di beni pubblici, non possono trarre vantaggio con comportamenti sbagliati/ opportunistici ma possono godere di vantaggi normativi (es. vantaggi fiscali, tariffe agevolate). -gestione caratteristica: assimilabile a quella di un’azienda di produzione; sono importanti le raccolte di contributi, donazioni e agevolazioni (es. contributi associati, lavoro volontario, donazioni, condizioni favorevoli di ricordo a capitali di prestito, contributi e agevolazioni statali). -gestione tributaria: connessa a quella caratteristica, molti istituti sono soggetti a aiuti statali, che quindi sono classificabili come veri e propri contributi statali. -gestione patrimoniale: trascurabile perché non si forma risparmio e non ci sono mezzi da investire per ottenere redditi addizionali. -gestione finanziaria: ha caratteri diversi perché spesso gli istituti non possono richiedere prestiti perché non possono garantire puntuali rimborsi e perché sostanzialmente i finanziamenti arrivano dai privati. -gestione assicurativa: è forte se l’istituto possiede grandi patrimoni immobiliari o artistici o svolge importanti attività in ambiti per esempio medici. -configurazione dell’assetto istituzionale: è complesso affidare il controllo dell’azienda perché spesso i soggetti sono molti e non omogenei, essi devono mantenere intatta l’immagine e l’affidabilità, nonché perseguire l’autonomia dell’azienda. -organizzazione e gestione del personale: devono mantenere alta l’efficienza visto che mancano le attese dei dividendi e garantire la correttezza per salvaguardare l’immagine dell’istituto. -rilevazione e informazione: per l’affidabilità dell’istituto

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L’istituto è visto come insieme di soggetti che offrono contributi e ricevono ricompense/traggono benefici dall’istituto stesso; nel loro insieme tali soggetti compongono la categoria dei PORTATORI DI INTERESSI (stakeholders).

-> INTERNO = ISTITUZIONALE:

-economico -non economico

PORTATORI DI INTERESSE (stakeholders) -> ESTERNO = NON ISTITUZIONALE: -economico -non economico Analizziamo gli INTERESSI dei portatori di interesse in un’IMPRESA: -conferenti di capitale: -di rischio (imprenditori, soci)= ECONOMICO ISTITUZIONALE: essi conferiscono mezzi monetari a titolo di capitale proprio esponendoli al rischio d’impresa. essi hanno diritto agli utili e possono cedere i loro diritti, in caso di cessazione dell’attività ciascun conferente ha diritto alla sua parte di patrimonio residuo (dopo aver soddisfatto gli altri obblighi). la rimunerazione del capitale di rischio è sempre incerta e può anche configurarsi come perdita del capitale conferito (per alcune configurazioni anche di quello personale -> regime patrimoniale non perfetto). il capitale di rischio è remunerato con il RISULTATO REDDITUALE RESIDUALE (ciò che resta dalla remunerazione degli altri fattori produttivi), ed è remunerato per ultimo perché è per definizione di rischio e può andare in perdita). -di prestito (banche)= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE: apportano mezzi monetari messi a disposizione per un certo periodo di tempo a fronte dell’impegno del rimborso del capitale e di un pagamento di interessi. le aziende si aspettano condizioni favorevoli per il rimborso e gli istituti che prestano il denaro la capacità di produrre flussi in grado di rimborsare il capitale e pagare gli interessi. -prestatori di lavoro= ECONOMICO ISTITUZIONALE. conferiscono lavoro in termini di capacità, tempo, risultati e si aspettano rimunerazione periodica e coerente, condizioni di lavoro positive, stimoli, prospettive di carriera; godono di diritti ampi e ben tutelati ma sono soggetti al rischio di perdita del posto di lavoro e possibilità di cambiare campo di occupazione. -fornitori= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE: apportano all’impresa condizioni di produzione di varia natura secondo pluralità di condizioni di scambio; tra cliente e fornitore possono esserci scambi occasionali o instaurarsi rapporti fiduciari. -stato: -per produzione e erogazione di beni pubblici / per tributi pagati dall’impresa (tasse) / per finanziamenti e contributi= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -per interessi dell’impresa al territorio / collettività= NON ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -clienti= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -concorrenti: -per concorrenza (leale) su vendite= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -per collaborazioni e scambi= NON ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -alleati istituzionali= ECONOMICO/ NON ECONOMICO ISTITUZIONALE/ NON ISTITUZIONALE (istituzionale se c’è scambio di azioni) -collettività locale:

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-se l’azienda dà lavoro= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -per i vantaggi territoriali, del luogo= NON ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -azienda di assicurazione= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE: copre rischi (non d’impresa) a fronte del pagamento di premi assicurativi, ci sono rischi standard e rischi speciali. NB. Per quanto riguarda l’impresa non troviamo portatori di interessi NON ECONOMICO ISTITUZIONALE, ma spostandoci nelle ONP possiamo trovare tra di essi, ad esempio, i lavoratori volontari. Analizziamo ora gli INTERESSI dei portatori di interesse in una ONP (istituto non profit di tipo artistico): -soci fondatori e finanziatori principali= NON ECONOMICO ISTITUZIONALE -collettività che fruisce dei beni artistici= NON ECONOMICO NON ISTITUZIONALE -stato: come fornitore di beni pubblici, percettore di tributi e di finanziatore= ECONOMICO NON ISTITUZIONALE in questo caso il museo è legato allo stato dalla legislazione, se lo stato fa parte dei fondatori allora l’interesse sarà anche istituzionale. se il museo nasce da un priv...


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