Il canto sulla schiera di Igor parte 2 PDF

Title Il canto sulla schiera di Igor parte 2
Author Sarrah Paige
Course Letteratura russa i
Institution Sapienza - Università di Roma
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Слово о полку Игореве (Il Canto sulla schiera di Igor)

Tratti essenziali: -

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lo slovo è un genere letterario diverso dalla povest’ (narrazioni in prosa), che può essere usato anche come sermone (testi religiosi) ma nel nostro caso lo consideriamo un ‘’discorso’’. in molte traduzioni in italiano era noto come il ‘’Cantare della schiera di Igor’’, equiparato all’epos medievale (poema epico).

Trama Nella fase di decadenza di Kiev c’è un principe Svjatoslav e nel 1185 i due figli di Svjatoslav vanno a fare una spedizione contro i nomadi che facevano continue incursioni (conflitto Antica Rus – popoli nomadi: i Cumani). I figli Igor e Vsevolod vanno a fare una razzia contro i Peceneghi 1 e dopo un iniziale successo vengono sbaragliati e fatti prigionieri. Poi vengono liberati (viene pagato un riscatto). Poco dopo il 1185 viene scritto questo testo che sorprenderà per la sua natura letteraria e poetica (pur non essendo scritto in poesia). Contiene dei germi di: spirito poetico, narrazione delle vicende umane e militari che non hanno niente a che vedere con la tradizione religiosa, con componenti evidenti della memoria del paganesimo e con una ricchezza di strumenti retorici. Un testo come non c’è nessun altro, testimonianza dell’‘’Atlantide’’ sprofondata che dà conto della ricchezza della Rus di Kiev. Scoperta dello Slovo Nel 1788 il Procuratore Capo del Santo Sinodo (riunione dei vescovi), il conte MuzinPuškin, è entrato nel possesso di un manoscritto antichissimo in cui c’era questo testo (lo Slovo) che poi viene stampato e citato anche sui giornali esteri e che viene paragonato ai canti di Ossian (di Macpherson)2. Karamzin cita questo Slovo su un giornale francese paragonandolo ai canti di Ossian (di cui già si sospettava che non fossero originali). Inoltre il testo che Muzin-Puškin aveva trovato viene pubblicato con molti errori e imprecisioni ma il testo originale rimane nella sua casa che brucia -> si perde il manoscritto dello Slovo. Resta dunque solo una copia che non può essere esaminata dal punto di vista scientifico. E da quel momento è rimasta a tutti la perplessità sul come mai non si sia trovato nessun altro testo che assomigli anche lontanamente allo Slovo. Già nel 1812 un professore all’Università di Mosca ha cominciato a dire che potesse essere un falso. Da quel momento in poi si è scatenata una diatriba sull’originalità/ falsità dello Slovo che è durata 2 secoli ed arriva a un risultato dove tutti i più grandi linguisti del ‘900 testimoniano l’originalità. Nel corso del 900 tutti i linguisti culturologi russi (Lotmann ecc.) hanno detto che lo Slovo è autentico però vi sono state obiezioni alla sua autenticità.

1 popolazione nomade delle steppe dell'Asia Centrale 2 in epoca preromantica si cercava l’origine antica medievale della tradizione di tutte le culture che andavano riscoperte e chi questa tradizione antica non ce l’aveva se la costruiva: Macpherson aveva detto di aver tradotto dal gaelico una serie di canti di questo antico cantore Ossian che rappresentava un patrimonio della letteratura irlandese antica; ovviamente era tutto una falsificazione

Per spiegare l’enigma dello Slovo partiamo dal problema Atlantide, ovvero dal fatto che la cultura kieviana sia un’Atlantide sommersa che aveva raggiunto certi livelli di cultura di cui non abbiamo testimonianze ma di cui rinveniamo dei relitti: -

la cattedrale di Santa Sofia a Kiev a livello testuale: a parte la Russkaja Pravda non abbiamo nessuna testimonianza pertinente che ci faccia percepire questa Atlantide perduta tranne lo Slovo. Sia che sia autentico o meno esso è di una ricchezza, intensità ed espressività senza equivalenti.

Uno degli argomenti più forti di chi ne sostiene l’originalità è che al momento della potenziale falsificazione (a cavallo tra Settecento e Ottocento) non esisteva nessun intellettuale e poeta che potesse scrivere un tale testo, di una tale complicazione, con quel livello di conoscenza linguistica e abilità poetica. Anche se fosse falso resterebbe uno straordinario lavoro di falsificazione. È sopravvissuto a un tentativo di denunciare l’eventuale falsificazione: negli stessi anni Vatslav Hanka3 trova nell’impero asburgico un manoscritto ceco del X secolo (poema epico) e una raccolta di poesia cortese ceca del XIII sec.: questi testi fanno la storia della cultura ceca nel corso del ‘800 e creano coscienza nazionale. Alla fine del ‘800 -quando è possibile fare una datazione scientifica- del manoscritto di Hanka ne viene denunciata la falsità. Il manoscritto originale dello Slovo è bruciato quindi la verifica di tipo scientifica non la può fare nessuno: ci resta solo la prima pubblicazione fatta male. In che misura sarebbero Atlantide i Canti sulla schiera di Igor? (cioè non è conciliabile con gli altri testi della Rus) a) no poesia, no finzione, no autore; - tutto quello che abbiamo detto nelle lezioni scorse viene messo in crisi da questo testo: significa che c’erano molti altri testi di questo tipo e che la cultura legata alla Chiesa li ha cancellati dalla storia (questo invece si è salvato) b) il contenuto dello Slovo è completamente inaccettabile per la logica culturale ed etica della Rus di Kiev: in esso non ci sono riferimenti di tipo cristiano ma vengono continuamente citate divinità pagane (il dio del sole, il nonno dei venti, Dajd’ Boh Дажьбог); inoltre ci sono una serie di enti onomastici (personaggi) introdotti qui e solo qui: Div Ди+ в (di cui nessuno sa niente), Deva Obida Дева обида (fanciulla dell’offesa), Trojan- probabile riferimento all’imperatore Traiano ma è una figura mistica, magica, piena di trasformazioni c) C’è un brano in cui è molto alta l’espressività e da qui dicono che abbiano tratto ispirazione per lo Slovo: Il pianto di Yaroslavna (плач Ярославны): la moglie di Igor rivolge un lamento lirico sulle mura della città (mentre egli è in prigionia): immagina di trasformarsi in una pavoncella e volare sul fiume Kajaly4 e lavare le ferite del marito, poi torna e si rivolge al vento, al fiume Dnepr’, al sole. Non c’è nessun accenno di cristianesimo in questo ‘’pianto’’; soltanto nel finale quando Igor riesce a fuggire e arriva a Kiev si ferma per ringraziare in una Chiesa della Madonna (l’unico accenno cristiano) ma molti autenticisti lo considerano un finale attaccato alla storia successivamente. d) la poesia: il testo in poesia o no è pervaso di spirito poetico (prosopopea, continue similitudini, aggettivazione elaborata -diversa dall’aggettivazione 3 https://it.wikipedia.org/wiki/V%C3%A1clav_Hanka 4 fiume che nessuno sa dove è; stesso discorso degli onomastici: la toponimia sembra di fantasia assoluta

folkloristica-) tante metafore originali (la più celebra è la metafora dell’esordio che è meta-testuale: -l’autore spiega in che lingua scrive spiega la sua poetica- e la meta-testualità per l’antica Rus di Kiev sembra un altro universo.  Nell’esordio meta-testuale c’è questo paragone in qui si dice che come nei tempi antichi i principi lanciavano 10 falchi e aspettavano quale tornava prima con una preda, Boian (poeta) lanciava come 10 falchi come le sue 10 dita sulle corde del gusli (la cetra) e ne traeva le lodi dei principi. Questi 10 dita che battono sulle corde come 10 falchi generano arte. Inoltre la metafora trasmette come i falchi uccidono le prede così generare l’arte significa fare un atto di creazione simile alla morte.  In questo strano esordio si dice che canterò con le antiche parole...


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