Il design italiano dagli anni 20 agli anni 70 PDF

Title Il design italiano dagli anni 20 agli anni 70
Course Teoria e storia del disegno industriale
Institution Università degli Studi di Palermo
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Summary

Riassunto della storia del design italiano dagli anni '20 agli anni '70 del '900...


Description

Il design italiano dagli anni 20 agli anni 50 Da gli anni 20 l’unico settore italiano in cui si afferma una produzione in serie, sul modello americano, è quello della meccanica. Nel capo dell’arredo invece si assiste ancora ad una produzione di tipo artigianale in stile Liberty. Nel corso della numerose triennali milanesi vengono esposte una serie di possibili modernità, dal carattere razionalista, l’arredo viene concepito come un aspetto di quello che è il progetto totale dell’architettura, ma si tratta di mobili legati ancora alle produzioni artigianali che tentano di alludere ad una possibile produzione in serie senza tuttavia indicare delle precise soluzioni operative. Soltanto nella metà degli anni 30 si porrà l’accento sulla tipizzazione dell’oggetto e sull’organizzazzione razionale dell’alloggio. Un esempio ci è dato dalla casa elettrica finanziata dalla società edison, in cui ogni stanza viene dotata dell’energia elettrica e in cui si assiste al tentativo di relazionare cucina e sala da pranzo attraverso un tavolo circolare rotante. Inoltre con la sua struttura intelaiata, la pianta libera e le finestre a nastro presentava varie affinità con i principi dell’architettura moderna enunciati da Le Courbusier. Uno dei prodotti industriali piu significativi è la sedia a sbalzo doppia oscillazione in acciaio e pelle di Giuseppe Terrani, che chiaramente si ispira all’operato di Breuer. O ancora la libreria veliero di Franco Albini progettata in modo tale da auto reggersi. Progetta anche il mobile radio in vetro, un materiale molto usato in quegli anni a causa delle limitazioni sull’uso di alcuni materiali imposte dalla Società delle Nazioni.

L’ azienda italiana che negli anni tra le due guerre passa alla storia è l’Olivetti Nel primo manifesto dell’azienda 1912 osserviamo che accanto alla figura della macchina troviamo la quella di Dante come garante di una scrittura di qualità, in un periodo in cui la scrittura a macchina non è ancora diffusa. Durante gli anni 20 con la diffusione della macchina da scrivere negli uffici si fa leva sul concetto secondo cui il costo dell’investimento è ripagato dalla maggiore efficienza e dal ritorno d’immagine consentito dall’impiego della scrittura meccanica. Il testimonial è ora la segretaria. Nel 1930 esce la prima macchina da scrivere portatile la M40 nel cui manifesto viene ripreso il tema della donna, non piu l’ingenua segretaria ma una donna elegante poggiata sulla macchina che è presentata come una borsa, i riferimenti culturali sono ora il cinema, la pubblicità perché il messaggio che si vuole comunicare è quello di un prodotto elegante destinato ad un nuovo tipo di clientela. Con la studio 42 viene presentata la prima macchina destinata al mondo dei professionisti, a chi lavora in casa. Proposta in 9 colori la macchina comunica garanzia di qualità e durata. In un altro manifesti della M40 osserviamo che si intravede solo una porzione della macchina, cosi da destare nel pubblico una certa curiosità. Un architetto del Bauhaus progetta il logotipo scegliendo il rosso per richiamare l’attenzione e utilizzando un carattere minimale a

lettere maiuscole. Significativo è un manifesto tipicamente De Stjll degli anni 40 in cui osserviamo un pallottoliere caratterizzato dall’uso dei colori primari.

La Fiat che gia durante gli anni 30 aveva conosciuto con la Topolino un grande successo sia in Italia che all’estero, rinnova il suo successo nel secondo dopo guerra con due modelli che segneranno la storia dell’automobile la Fiat 500 e 600, le prime utilitarie dal carattere essenziale che si offrono alla famiglia come adatte a percorsi sia di campagna che di città. In questi anni nascono anche i primi modelli di scooter in particolare la Vespa e la Lambretta, mezzi di trasporto che si adattavano perfettamente al contesto territoriale del dopoguerra. Essi nascevano dalla necessità di riconversione sociale delle aziende infatti durante la guerra la Piaggio produceva aeroplani militari ed è per questo motivo che segue una conformazione estetica in stile streamlining. La lambretta invece produceva tubature pertanto si presenta con una stuttura tubolare.

La ricostruzione italiana nell’ambito dei trasporti si realizza grazie all’operato di Minoletti con il mitico Settebello , il quale crea una cabina dei comandi sopraelevata e una cabina con vista panoramica a 360° con sedute mobili , sancendo in tal modo delle nuove soluzioni spaziali volte alla conversazione.

Ani 50-70 fase razionalista Gli anni 50 trovano espressione nel tema della ricostruzione, il cui simbolo in ambito architettonico è rappresentato dal progetto razionalista di Gio Ponti per il grattacielo Pirelli, e nella Superleggera sempre di Gio Ponti realizzata dall’azienda Cassina per quanto riguarda il mobile, una sedia che si prestava al processo industriale e che si adattava a qualsiasi ambiente. Sebbene sia ancora presente un impulso neo-liberty come ci dimostra l’operato di Mollino nel progetto per il tavolo arabesco.

Cresce sempre di piu la domanda di oggetti tecnici ed è proprio in questo contesto che compaiono la macchina da caffè a pressione progettata da Gio Ponti secondo il gusto Streamlining, l’aspirapolvere dei fratelli Castiglioni presentata come una borsetta rossa, macchine da scrivere portatili Soutsass, frigoriferi e cucine in stile americano prodotti dall’azienda Zanuso. In particolare della Zanuso ricordiamo la radio a cubo e il televisore a scatola nera, il telefono grillo.

Cambia lo scenario domestico che dai mobili in stile passa ai mobili simbolo della nuova modernità, grazie anche all’introduzione di nuovi materiali come la plastica e il poliuretano per le imbottiture. Le aziende collaborano con progettisti che si rifanno al razionalismo, all’esperienza del Bauhaus, all’operato di Le Courbusier, alla tradizione di Loos e Hoffman. Ricordiamo quindi i progetti La sedia di Zanuso per bambini dove le gambe smontabili risultano di grande dimensione perché la plastica non possedeva ancora la robustezza della plastica moderna I fratelli Magistretti a tal proposito progettano una sedia Selene in cui riducono il diametro delle gambe che assumono una forma ad S. Per quanto riguarda le imbottiture in poliuretano ricordiamo il divano di Magistretti Maralunga con lo schienale regolabile Gio Colombo designer visionario parla di anti-design in quanto contesta la concezione di spazio statico e produce invece mobili che si possono combinare nello spazio in tantissimi modi come ad esempio il cubo contenente una cucina minimale che si può trasportare. Nell’Esposizione a Villa d’Olmo i fratelli Castigliane progettano una sorta di ready-made al fine di abbattere i costi di produzione che si realizza in unno sgabello dove il sedile è preso da un trattore, unito ad una

balestra d’acciaio per terminare in un corpo trasversale in faggio. Ricordiamo anche lo pensato per appoggiarsi al muro mentre di effettua una chiamata.

Gli anni sessanta si contraddistinguono anche per diversi progetti-icone nel campo dell’illuminazione, ricordiamo. La lampada Toio dei fratello Castiglioni, realizzata unendo una canna da pesca e il faro di un’ automobile (logiche di assemblaggio)

La lampada arco dei Castiglioni dove a partire da un blocco in marmo si sviluppa un arco regolabile che termina in una semisfera traforata che serviva per raffreddare il metallo ma allo stesso tempo proiettava il flusso sul soffitto. La lampada eclisse di Magistretti Ma anche l’oggettistica di Enzo Mari con le sue zuccheriere senza cerniere basate sugli incastri

Durante gli anni 70 gli oggetti tecnici italiani non riescono piu a concorrere nei mercati internazionali, per cui i designer italiani si legano sempre di piu al settore del mobile, delle lampade e degli oggetti per la casa. Il design punta ora sulle strategie di comunicazione di massa per cui si afferma la pop-art che giocava sulla comunicazione visiva, sulla cultura americana della metropolitana fatta di fumetti, fantascienza, tecnologia. Da qui si sviluppano due tendenze Pop-art che privilegia il gioco e l’ironia come dimostrano la poltrona Sacco imbottita di polistirolo assume la forma di chi si siede sopra, o la poltrona gonfiabile blow, o la poltrona joe dalla forma di un guantone da baseball.

Radical-design o antidesign progetta oggetti improbabili con la funzione di shock estetico come ll divano Safari e il divano superonda

La prima apparizione internazionale del design italiano nelle sue declinazioni razionalista, pop e radical e oggetti tecnici si ebbe nel 1972 al MOMA di NewYork Gli anni 80 sono contrassegnati dall’operato di due studi Menphis e Alchimia. Alchimia si schiera in posizione antirazionalista in vista della definizione di una nuova teoria del design romantico. Vi aderiranno Ettore Sottsass e Alessandro Mendini, il quale disegna la poltrona Poust, una poltrona in vecchio stile dove proietta i colori con la tecnica del puntinismo. Mendini gioca con i linguaggi delle avanguardie storiche unendoli ad immagini della comunicazione di massa. Alla funzionalità pratica si sostituisce la funzionalità simbolica. Soutsass si separa da Alchimia per fondare Menphis e cercherà di affermare una nuova opera d’arte totale attraverso una produzione eclettica basata sul gioco dei colori e sulla presenza magico-rituale degli oggetti (libreria). Mendini collabora inoltre con l’azienda Alessi per cui progetta tutta una serie di servizi da tavola in argento pensati come adifici attorno ad una piazza, facendo leva sul carattere emozionale degli oggetti dal gusto architettonico, al fine di penetrare nei mercati internazionali. A metà degli anni 80 le aziende Memphis e Alchimia chiudono perche restano confinate nell’ambito del nuovo artigianato. Ritorna la tendenza razionalista che si riafferma grazie a Enzo mari e Magistretti verso una nuova semplicità. Mari promuove l’autoprogettazione e illustra in un manualetto come sia possibile progettare e realizzare mobili semplici a partire da tavole e chiodi, a tal proposito alleste anche una mostra

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