\"Il mestiere di insegnante\" di Guido Petter PDF

Title \"Il mestiere di insegnante\" di Guido Petter
Author Luca Polucci
Course Psicologia dello sviluppo per l'insegnamento
Institution Università degli Studi di Trento
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Summary

Riassunto schematico....


Description

GUIDO PETTER, IL MESTIERE DI INSEGNATE Aspetti psicologici di una delle professioni più interessanti e impegnative PARTE PRIMA: L’INSEGNATE E IL SUO LAVORO! Capitolo 1! Una scelta di vita! 1) SCEGLIERE DI FARE L’INSEGNANTE: PERCHÈ? ! a) Le motivazioni! Tra motivazioni di un insegnante, oltre a quella del prestigio sociale, del presunto tempo libero, della possibilità di un continuo aggiornamento troviamo:! • Il desiderio di dare aiuto ad altri.! Motivazione comune anche ad altre professioni, le cosiddette “professioni di aiuto” come psicologo, medico, assistente sociale, ecc.! • Rendere altri compartecipi di esperienze culturali personali positive ed entusiasmanti.! • Conciliare quotidianamente il lavoro con lo studio.! b) Le disponibilità! Oltre alle motivazioni l’insegnante dovrebbe considerare anche le disponibilità che dovrebbe avere. ! Alcune riguardano il rapporti con gli allievi.! • Accettare pienamente i propri allievi. Tutti non solo ai più bravi, disciplinati e motivati.! • Valorizzarli frequentemente per aiutarli a crescere come persone.! • Assumere e mantenere un atteggiamento di rispetto per gli allievi e le opinioni che manifestano.! Altre riguardano l’atteggiamento verso se stessi e il proprio lavoro.! • Disponibilità di continuare a studiare.! • Disponibilità a sperimentare, provare certe novità.! • Disponibilità a collaborare con i colleghi.! • Disponibilità a stabilire rapporti positivi con i genitori.! 2) LE COMPONENTI DELLA PROFESSIONALITÀ! Tre componenti: culturale, pedagogico-didattica, psicologica.! a) La competenza culturale Essenziale possedere le “linee portanti” della propria disciplina (storia, tratti caratterizzanti, ecc.) ed essere attivamente impegnato in approfondimenti. Conoscere una disciplina non solo per i suoi contenuti ma anche per i suoi aspetti epistemologici, cioè per i concetti che ne costituiscono il fondamento e per i modi che essa utilizza. ! Bisogna anche: conoscere la dimensione storica della disciplina, saperla presentare in modo “problemico”, stabilire collegamenti con altre discipline.! b) La competenza pedagogico-didattica

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Un insegnante ha un duplice compito: quello di promuovere la formazione degli allievi come persone e cittadini e quello di guidarli nell’acquisizione di conoscenze e abilità specifiche.! c) La competenza psicologica La competenza psicologia è più articolata delle due precedenti e può essere divisa in tre diverse aree:! • Conoscenze psicologiche: conoscenza della natura dei vari aspetti della vita mentale.! • Tecniche psicologiche: ad esempio la discussione di gruppo, il colloquio individuale, il questionario.! • Atteggiamenti educativamente rilevanti: atteggiamento democratico, curiosità cognitiva, intraprendenza inventiva, flessibilità cognitiva, rispetto.! d) Interdipendenza delle tre componenti Le componenti della professionalità ora vedute non sono indipendenti ma variamente collegate tra loro.! Capitolo 2! I compiti base! 1) TRE OBIETTIVI + UNO! Quattro obiettivi che valgono per ogni ordine di scuola:! a) Aiutare gli allievi a crescere come persone Aiutare l’allievo a sviluppare pienamente tutte le sue potenzialità (art. 3 della Costituzione) favorendo in lui la crescita di una capacità di autonomia. Sviluppare la capacità di programmare le proprie attività e il proprio futuro. Acquisire la capacità di interagire positivamente con gli altri, di assumersi delle responsabilità.! b) Aiutare a crescere intellettualmente e culturalmente Favorire l’acquisizione o il rafforzamento di certe capacità di base, come ad esempio quelle di analisi, di sintesi, di generalizzazione, di simbolizzazione, di ragionamento e di fantasia.! c) Coinvolgere gli allievi nelle attività di apprendimento Ottenere che gli allievi si concentrino in modo spontaneo sulle attività.! d) Ottenere la stima e l’affetto degli allievi Questo obiettivo è i risultato naturale del conseguimento dei tre precedenti. Un bambino, un ragazzo, o un adolescente stabilisce un rapporto affettivo positivo nei confronti di quelle persone che, con una certa continuità, integrando con lui, lo aiutano a crescere.! 2) OBIETTIVI PIÙ FACILI SE PERSEGUITI INSIEME AI COLLEGHI! I quattro obiettivi di cui prima si è detto possono essere conseguiti più facilmente se un insegnate riesce a stabilire un buon coordinamento e un’efficace collaborazione con i colleghi. Tale coordinamento può essere:! a) Il coordinamento “orizzontale”

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Coordinamento realizzato con altri insegnano che operano nella classe in campi disciplinari diversi dal suo.! b) Il coordinamento “verticale”! Coordinamento realizzato con altri insegnanti che operano a un livello scolastico immediatamente inferiore o superiore.! Capitolo 3! Stima e affetto degli allievi! 1) LA NATURA E L’ORIGINE DI UN RAPPORTO AFFETTIVO! Abbiamo visto che c’è un rapporto di circolarità tra i primi tre obiettivi e il quarto, nel senso che quest’ultimo se può essere considerato come una conseguenza positiva del raggiungimento degli altri, a sua volta crea condizioni più favorevoli per continuare a perseguirli.! a) Una valenza positiva stabile Una valenza positiva stabile è un potere di attrazione che non subisce frequenti oscillazioni nel tempo.! b) Un senso di “appartenenza”! Esempio: il bambino vive la madre anche come una parte essenziale del suo “io psicologico” che è qualcosa di più ampio del suo “io fisico”.! c) L’”aiuto a crescere” come fonte di un rapporto affettivo! Chiarita la natura di un rapporto affettivo, resta il problema di come esso si venga formando e delle condizioni che favoriscono il suo instaurarsi. Tali condizioni sono due:! • “Attaccamento”, fenomeno studiato negli animali ma presente anche nei bambini.

Riguarda

quei rapporti che si stabiliscono all’interno della famiglia perché questo meccanismo opera fino ai tre anni.! • “Produttore di rapporti affettivi”, un secondo meccanismo che opera durante l’intera esistenza. Esso consiste nel fatto che un bambino o un adolescente stabilisce un rapporto affettivo positivo nei confronti di quelle persone che con una certa continuità lo aiutano a crescere.! 2) STIMA E AFFETTO: UN RISULTATO CHE È UN INDICE! L’esistenza di un rapporto affettivo positivo con un insegnante può valere dunque come indice del fatto che egli è riuscito a conseguire i rimi tre obiettivi di fondo. Per contro, l’esistenza di un rapporto affettivo negativo indica che quegli obiettivi non li ha raggiunti! Capitolo 4! Aiutare gli allievi a credere come persone! 1) IL RAPPORTO CON LA CLASSE!

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L’insieme dei rapporti che un insegnante stabilisce con i suoi allievi durante il tempo che trascorre con loro può essere definito come “atmosfera di classe”. Tale atmosfera dipende in larga misura dal modo in cui l’insegnante esercita la sua funzione di guida.! a) Stili di guida diversi! Stili di guida divisibili in “autoritario” e “non autoritario”. Kurt Lewin riteneva necessario distinguere gli stili non autoritari in “democratico” e “permissivo”.! Un leader democratico si pone in un atteggiamento di ascolto dei bisogni di crescita, degli stati d’animo e dei desideri degli allievi. Li informa, li invita a esprimere preferenze e li coinvolge nella scelta. Un leader permissivo è meno agevole da descrivere perché i tratti sono fumati. Comportamento educativo incoerente.! Ad un certo stile di guida dell’insegnante corrisponde una certa atmosfera di classe.! b) Accettazione e rifiuto Per formulare un discorso completo sulle atmosfere educative bisogna considerare non solo la dimensione “dominanza-sottomissione” (ovvero “autoritarismo”, “democrazia”-“permissivismo”) ma anche della dimensione “accettazione-rifiuto” in cui al rifiuto corrisponde una situazione in cui l’insegnamento è un’attività alla quale il docente è costretto a svolgere e il contatto con gli allievi si riduce al minimo. La dimensione “accettazione-rifiuto” combinata con quella “dominanzasottomissione” può dare luogo a quattro quadranti con diverse atmosfere:! “autoritarismo freddo”, “autoritarismo benevolo” o “paternalismo”, “permissivismo caratterizzato da disinteresse” (forse l’atmosfera peggiore), “permissivismo caratterizzato da accettazione generalizzata”. L’atmosfera davvero positiva è la quinta che vede combinarsi una sostanziale accettazione dei propri allievi con un atteggiamento democratico.! c) L’atmosfera di classe democratica Lo stile di guida democratico è il risultato di una buona integrazione di due atteggiamenti: uno di lieve sottomissione (cioè porsi in un atteggiamento d’ascolto) e uno di lieve dominanza (assumere un atteggiamento di guida).! d) La struttura democratica della classe Dare una struttura democratica alla classe significa fare in modo che gli allievi, singolarmente o preferibilmente in piccoli gruppi, si assumano certe responsabilità che riguardano la vita del gruppo-classe o anche certi aspetti della stessa attività didattica.! 2) IL RAPPORTO CON I SINGOLI ALLIEVI! L’aiuto a crescere come persone, oltre che attraverso una certa atmosfera educativa nella classe, può essere dato anche attraverso quel rapporto personale che un insegnante stabilisce con ciascuno dei suoi allievi.! a) L’accessibilità e l’ascolto empatico Un insegnate dovrebbe anzitutto fare in modo di apparire ai suoi allievi come una persona facilmente “accessibile”. In posizione opposta agli insegnanti “accessibili” troviamo quelli “scostanti” e a metà tra i due opposti quelli “distratti”.! b) La disponibilità a dare aiuto

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All’accessibilità e all’empatia si dovrebbe poi accompagnare una disponibilità a dare aiuto, concreta e fattiva. ! • Attività di counseling, non consigliare ma aiutare un allievo, inducendo a esprimersi e a riflettere, sia ad analizzare la situazione in cui si trova e le difficoltà che lo angustiano, sia poi a trovare in modo largamente autonomo la soluzione e la forza per realizzarla.! • Incoraggiamento, dare il senso che un certo obiettivo, considerato difficile o sopra le sue possibilità, è alla sua portata.! • Fare da tramite tra lui e una qualche persona con cui non comunica facilmente.! c) La frequente valorizzazione Il sentimento di autoefficacia si rafforza attraverso la valorizzazione che può riguardare anzitutto le singole prestazioni (anche in prestazioni codeste si possono trovare elementi da valorizzare). In altri casi la valorizzazione può riguardare direttamente la persona dell’allievo, considerata per le capacità che sono pienamente presenti e per quelle di cui già si intravede qualche indizio. Ogni allievo ha bisogno di sentirsi dire non solo cheta fatto bene qualcosa ma anche che vale qualcosa.! d) Un aiuto a conoscere se stessi Differenza fra identità e senso dell’identità o “idea di sé”. Tra i compiti dell’insegnate c’è quello di promuovere la formazione dell’identità di un allievo. ! L'identità di un individuo è ciò che egli è in un momento dato ed è costituita da un insieme di elementi come il suo corpo, l’insieme delle sue capacità di base, motorie, intellettuali e sociali. ! Il senso dell’identità è ciò che una persona pensa di essere.! Le discrepanze fra indennità e idea di sé, quando sono molto forti, possono ostacolare in modo grave l’adattamento sociale. Un insegnate dovrebbe conoscere le fasi della formazione dell’idea di sé. Una prima fase di tale formazione incomincia molto presto ed è già in atto nella scuola per l’infanzia anche se è un’idea di sé solo “vissuta” e frammentaria. Nella preadolescente abbiamo una seconda fase, quella dell’idea di sé “cercata” dovuta al bisogno di indipendenza e il costituirsi di gruppi giovanili a formazione volontaria. Nell’adolescenza abbiamo la terza fase, quella dell’idea di sé “riflessa”, quando un adolescente giunge a riflettere sistematicamente su se stesso e a porsi delle domande. ! I fattori che sono in gioco nella formazione dell’immagine di sé sono tre: il giudizio che la realtà stessa (esperienza diretta) dà al bambino quando si impegna in qualcosa; il giudizio degli altri; i modelli che il ragazzo sceglie. Un insegnate può aiutare in molti modi un allievo a conoscere la propria “idea di sé”, uno di questi modi è quello rappresentato dal giudizio. L’efficacia di un giudizio, quando assume una forma verbale, dipende dal modo in cui viene espresso. Esso dovrebbe avere tre caratteristiche: essere realistico, essere dinamico e non etichettante, esprimere ottimismo.! La fiducia è, in sostanza, un’altra forma di valorizzazione in cui il ragazzo viene valorizzato non dalle prestazioni bensì dalle potenzialità. Godere della fiducia di qualcuno riesce a mobilitare energie e risorse (studi di Rosenthal sul cosiddetto “effetto Pigmalione”).!

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Capitolo 5! Favorire la crescita intellettuale e culturale! 1) LA METAFORA DEL TRIFOGLIO! Favorire la crescita intellettuale e culturale è un obiettivo complesso le cui componenti fondamentali sono fra loro collegate da un rapporto di circolarità.! Metafora del trifoglio.! a) Uno strumento di riflessione e di programmazione Trifoglio, strumento che un insegnante potrebbe utilizzare per riflettere periodicamente sulla propria disciplina. È utilizzabile ogni giorno per mettere a fuoco le varie potenzialità formative del tema che si intende trattare il giorno dopo in classe. Area centrale nella quale si può colcare una certa disciplina o un tema di una certa disciplina. Esso ha tre foglie di cui due divise in due lobi da una venatura centrale mentre la terza è divisa da molte venature.! b) Tre aspetti di una disciplina o di un tema La prima delle tre foglie sta a simboleggiare gli aspetti formativi della disciplina, la seconda gli aspetti motivazionali mentre la terza gli aspetti interdisciplinari.! 2) GLI ASPETTI FORMATIVI! La prima delle tre foglie può essere divisa in capacità di base, atteggiamenti e interessi stabili in un lobo e informazione formativa in un altro.! a) Capacità di base Tra le capacità di base possiamo collocare la capacità di analisi attiva, la capacità di sintesi, e il pensiero complesso. Queste tre capacità sono riferibili a una delle due componenti fondamentali della mente: la razionalità (l’altra è la fantasia). Un’altra capacità di base è la simbolizzazione.! b) Atteggiamenti e valori Accanto alla formazione di capacità di base possiamo poi porre quella di certi atteggiamenti, cioè certi modi di porsi di fronte alla realtà, come la curiosità cognitiva, l’intraprendenza e il rispetto.! c) Interessi stabili Alcuni degli interessi (lettura, musica, storia, ecc.) possono già essere presenti e in tal caso si tratta di coltivarli e rafforzarli mentre altri possono essere suscitati.! d) L’”informazione formativa” Questa espressione si riferisce a tutte quelle conoscenze fornite dalla scuola che non restano nella mente solo per un tempo relativamente breve ma vengono conservate in modo stabile e divengono una parte costitutiva della nostra personalità. Esempio: l’apprendimento della lingua materna. ! Quando un’informazione diventa formativa?! 1. Una conoscenza diventa più facilmente formativa quando si collega in modo organico cono altre conoscenze già presenti in forma stabile.! 2. Una conoscenza diventa più facilmente formativa se l’insegnate a partire dalle conoscenze già possedute, formula qualche problema che permetta l’avvio di una discussione di gruppo che faccia sentire agli allievi l’esigenza di nuove conoscenze.! 6

3. Una terza condizione favorevole è rappresentata dal fatto che una certa conoscenza viene acquisita in una situazione insulta e pertanto colpisce l’immaginazione e si fissa nella memoria.! 4. Una quarta condizione è costituita dalla forte tonalità emotiva che accompagna l’acquisizione di una certa conoscenza (es: gita scolastica).! 5. Una quinta condizione che permette all’informazione di assumere carattere formativo è la rivisitazione frequente.! 6. Una sesta condizione è rappresentata dal fatto che una conoscenza può acquistare un tal grado di organicità e di trasparenza da essere conservata come qualcosa di personale, proprio come si custodisce un gioiello prezioso.! Capitolo 6! Motivare alle attività di apprendimento! Come si può riuscire a interessare i propri allievi?! 1) LA MOTIVAZIONE AD APPRENDERE! Anche in questo caso può essere utile la metafora del trifoglio, più precisamente la fogli relativa agli aspetti motivazionali. Quattro precisazioni sulla motivazione ad apprendere:! a) Le “attività di apprendimento” L’apprendimento è un processo consistente nel fatto che una certa esperienza da noi compiuta lascia nella nostra mente una traccia più o meno profonda. Questo concetto vale per tutte le forme di apprendimento sia quelle non intenzionali, sia intenzionali ma occasionali, sia compiute di proposito. Le attività di apprendimento rientrano nell’ultima categoria. Si tratta di tutte quelle esperienze che vengono presentate agli allievi in una forma appositamente studiata perché lascino tracce nitide, profonde e durevoli.! b) Motivazioni già presenti o invece nuove. La motivazione ad affrontare volentieri e con impegno sete attività di apprendimento può porsi in almeno due modi. Vi sono da un lato situazioni in cui si tratta di ottenere che una motivazione positiva già presente e piuttosto forte per una certa attività si manutenga anche quando tale attività cambia forma. Dall’altro vi sono situazioni in cui l’attività di apprendimento che viene presentata è invece del tutto nuova e non assomiglia ad altre già esercitate con molto interesse in precedenza.! c) Le condizioni in cui emerge una motivazione La terza precisazione: cosa significa suscitare una motivazione ad apprendere? Significa creare delle condizioni per cui una certa quantità di energia fucsia spontaneamente nella direzione dell’attività di apprendimento proposta! d) Motivazione ad apprendere e altre motivazioni “vitali” La quarta precisazione riguarda infine il fatto che la motivazione ad apprendere si inserisce in un contesto rappresentato da altre motivazioni che possono essere più o meno forti e con le quali

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essa è in rapporto. Motivazione alla socialità, motivazione di dare aiuto agli altri, motivazione all’autorealizzazione.! 2) LE MOTIVAZIONI DIRETTE! Si tratta di quelle motivazioni che scaturiscono in modo diretto da una certa attività la cui esecuzione è in se stessa fonte di una gratificazione immediata.! a) Le attività ludiche Un esempio di attività direttamente gratificante sono le attività ludiche, il gioco individuale o collettivo.! b) Le attività ludiformi Si tratta di attività che non sarebbe corretto definire come giochi ma che con i giochi hanno in comune la caratteristica di essere immediatamente gratificanti. Ad esempio: il disegno figurativo, la lettura di scene figurate, l’ascolto di filastrocche o di storie lette o narrate dall’insegnate.! c) Le valenze indotte Accade che un’attività di apprendimento che per se stessa non susciterebbe interesse e coinvolgimento, acquista una valenza positiva grazie al semplice fatto che viene proposta da un insegnante per il quale gli allievi hanno stima e affetto. Duplice meccanismo psicologico: da un lato la valenza positiva dell’insegnante si estende anche alle cose che dice e alle attività che propone, dall’altro il desiderio di sentirsi in accordo con un adulto amato e stimato porta un allievo ad accogliere volentieri le sue proposte. ! Queste cose possono manifestarsi anche in senso opposto (antipatia).! d) Eventi distraenti come opportunità da cogliere Motivazioni positive dirette possono essere suscitate da eventi improvvisi e inattesi i quali potrebbero essere considerati solo distraenti ma sotto un’altra prospettiva offrono opportunità preziose (es: in una classe elementare, un temporale con fulmini, aerei che passano a bassa quota, ecc.).! e) Il “piacere di capire” Tra le fonti di motivazioni dirette si può citare il piacere di capire. Una motivazione legata all’atto del capire può fondarsi sulla rappresentazione anticipata di un piacere che seguirà.! f) L’”effetto Ovsiankina” Maria Ovsiankina, allieva di Lerwin, ha messo in luce una motivazione diretta attraverso una ricerca sperimentale che consisteva di proporre ai soggetti dei compiti piuttosto monotoni, essa ha constatato che i soggetti, una volta iniziato il lavoro, reagivano con una certa vivacità quando la sperimentatrice interrompeva il compito monotono sottraendo il foglio. Alcuni cercavano di portarlo avanti, altri lo guardavano da lontano come...


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