Il Romanzo di Formazione femminile di Mme Bovary e maschile di Lucien de Rubempré PDF

Title Il Romanzo di Formazione femminile di Mme Bovary e maschile di Lucien de Rubempré
Author Arianna Picchi
Course Letteratura Francese
Institution Università degli Studi di Macerata
Pages 5
File Size 100.5 KB
File Type PDF
Total Downloads 52
Total Views 135

Summary

Saggio che mette a confronto i romanzi di romazione impliciti nei due romanzi ottocenteschi "Mme Bovary" e "illusioni perdure", rispettivamente di Flaubert e Balzac....


Description

Il romanzo di formazione: Madame Bovary VS Lucien de Rubempré La letteratura europea vede nascere il romanzo di formazione come genere autonomo e riconosciuto circa alla fine del 18° secolo in area tedesca. I primi esempi di romanzo di formazione sono il Meister di Goethe, pubblicato nel 1796 in Germania, e il Tom Jones di Fielding, pubblicato nel 1749 in area anglosassone, anche se in realtà ci sono anche altri esempi precedenti. Il genere si diffonderà anche in Francia nel 1830 grazie a Stendhal. Nei romanzi di formazione sono generalmente rintracciabili alcune linee di svolgimento comuni: il giovane protagonista, dopo aver ricevuto una prima educazione, decide di partire e iniziare a progettare il suo futuro distaccandosi dal suo ambiente di partenza. Egli fa delle esperienze e affronta delle prove. Se supera le prove, riesce ad inserirsi nella società e a trovare un suo posto nel mondo; se non le supera è destinato all’emarginazione sociale o addirittura alla morte. Inoltre, il protagonista dei romanzi di formazione deve avere determinate caratteristiche. Honoré de Balzac, uno dei maestri del realismo ottocentesco nonché autore di un romanzo di formazione appartenente alla Comédie Humaine, dal titolo esplicativo Le Illusioni Perdute, definisce il prototipo di giovane in formazione come mobile, ambizioso, indefinito, giovane, talentuoso e soprattutto maschio. Il modello del romanzo di formazione è infatti costituito esclusivamente da uomini, non ci sono donne. Le donne hanno i compiti sociali di mogli e madri, l'unica carriera è il matrimonio, che le fa avanzare di classe. La donna non conta in un'ascesa politico-sociale. Infatti, se si guardano i maggiori capolavori del genere, i protagonisti non sono mai donne, in quanto ad esse appartiene solo la sfera privata e domestica e quindi sono escluse da qualsiasi elevazione sociale, se non attraverso il matrimonio, mentre gli uomini sono padroni sia della sfera privata sia pubblica. In questa ottica, uno degli esempi di romanzo di formazione al femminile, anche se affiancato dal romanzo di un personaggio maschile, è quello di Emma Bovary, una giovane donna partita da un’educazione religiosa in un convento e che aspira ad un mondo aristocratico, lussuoso e romanzesco. L’obbiettivo di questo progetto è quello di descrivere il percorso di formazione (e deformazione) nel romanzo femminile di Emma Bovary, analizzandone il vissuto, aspirazioni, azioni, illusioni, delusioni, e mettendolo a confronto con il protagonista maschile della sopracitata opera di Balzac, Lucien de Rubempré.

Madame Bovary è un’opera che ha gli attributi per essere annoverata nel genere del romanzo di formazione poiché Flaubert ripercorre la vita di Emma, dalla sua adolescenza fino alla morte. L’autore ce la presenta nei giorni dell’educazione al convento, periodo in cui ha iniziato a leggere i romanzi mielosi e sentimentali che le avveleneranno l’anima in età adulta. Ce la fa vedere nella fattoria in campagna insieme al padre Rouault, momento in cui incontra Charles Bovary. Ce la fa vedere durante e dopo il suo matrimonio e ci

mostra come le sue speranze di vivere una passione romanzesca vadano in frantumi. Ci fa vedere il suo degrado: psicologico, morale, sentimentale, economico e sociale e infine la conseguenza delle sue azioni e del suo «avvelenamento da letteratura»: la morte. Il sesto capitolo del romanzo è molto celebre in quanto viene introdotta la tematica dell’educazione di Emma. Inizia un romanzo di formazione femminile in cui si parla dell’educazione delle donne all’epoca, cosa mai fatta e all’epoca decisamente innovativa e inusuale. All’inizio Emma sta molto volentieri in convento ed era molto zelante e intelligente. In lei c’è una sorta di aspirazione eroica a qualcosa più alto nel suo modo di dedicarsi alla religione. Come nei romanzi di formazione maschili c’è l’ideale napoleonico di potere, e anche lei si ispira ai grandi modelli femminili della storia, ma non ha una formazione storica; lei sa le cose tramite aneddoti sentimentali e sarà proprio questo suo sentimentalismo che la porterà al suo degrado morale e sociale. Il racconto della formazione è una digressione che ci dice come è cresciuta Emma e i valori in cui crede, orizzonte che si aspetta e come questo orizzonte viene distrutto dalla vita coniugale. Mentre Charles gusta la sua felicità, sia in ambito lavorativo sia matrimoniale, la focalizzazione si sposta su Emma e per la prima volta si entra nella sua mente. Prima di sposarsi pensava che le parole che aveva letto nel libri durante la sua giovinezza nel convento si sarebbero realizzate, parole d’amore, passione e sentimento. Ma già dai primi giorni di matrimonio scopre che non è così e il confronto con la realtà non la soddisfa. Charles è un uomo piatto, semplice, ordinario e senza ambizioni; l’esatto contrario di Emma. E questo la annoia. Emma prende atto del fatto che il matrimonio non è solo passione e favole quando sposa Charles, il che delude tutte le sue aspettative e la sconforta. Ma sono principalmente due le ragioni che acuiscono la sua depressione e che portano Emma a compiere tutte le azioni che la condurranno alla rovina. In primo luogo, bisogna ricordarsi che essendo una donna l’unica ascesa sociale possibile verso il mondo dell’aristocrazia romantica che tanto anelava era il matrimonio; ed effettivamente il matrimonio con Charles la porta dalla vita di campagna ad una vita di media borghesia, un’effettiva scalata sociale. Ma Emma vuole arrivare più in alto, e ciò non è possibile. Emma è una donna idealista, sognatrice, perennemente insoddisfatta, bisognosa di avventure e che non riesce ad adattarsi allo stile di vita provinciale ma soprattutto borghese. Lei sogna Parigi, il lusso, le passioni e gli intrighi dei romanzi che leggeva da giovane e sogna di appartenere all’aristocrazia. Charles è un uomo e in quanto tale sarebbe l’unico ad avere la possibilità di operare un’ascesa sociale ma ciò che lo ferma (e che irrita Emma) è la tua totale mancanza di ambizione nel farlo. Charles è felice con quello che ha, ma Emma vuole di più. E sa che Charles non glielo darà mai. In secondo luogo, dato che Charles non desidera avanzare di ceto, Emma, quando rimane incinta, punta tutto sull’avere un figlio maschio. Quando scopre di aver avuto una femmina, cade ancora di più nella disperazione

in quanto un maschio le avrebbe dato la possibilità di elevarsi nella società mentre una femmina era sua pari, incatenata dal matrimonio come unica via per l’ascesa sociale. Tuttavia, Emma non smette di sognare la vita aristocratica, sfarzosa e romanzesca dei libri che ha letto. Il ballo tenuto dal marchese d’Andervilliers, descritto nel capitolo 8, aumenta in Emma la volontà di appartenere a quel mondo e realizza tutti i sogni del convento. Nei giorni dopo il ballo Emma è talmente ossessionata da quel mondo scintillante che inizia a comprare oggetti di lusso per sognare ancora una volta di appartenere all’aristocrazia agiata cui anelava. Ma tutti gli acquisti fatti per supplire a quel vuoto interiore la portano velocemente verso la rovina finanziaria e verso il baratro. Dunque, sia dal punto di vista morale sia dal punto di vista sociale ed economico, Emma si trova alla deriva totale. Franco Moretti ne “Il romanzo di formazione” afferma che nel Bildungsroman classico la fine (finale) e il fine (obbiettivo) coincidono. Il romanzo di formazione di Emma consiste principalmente nella dimostrazione di cosa possa fare un’educazione sbagliata, e in cui la fine e il fine non coincidono, in quanto i suoi sogni non si realizzeranno; anzi, va dritta incontro alla morte. È una formazione destinata fin dall’inizio alla sconfitta. Emma è un’eroina che non incarna i valori tradizionali della figura femminile; lei vuole fuggire dalla sua condizione ma è condannata a non poter mai scappare dalla sua classe sociale e dalla società in cui vive, il che porta al suo annichilimento totale.

Ritroviamo una sorte simile ma non identica anche nel protagonista del romanzo di formazione maschile di Balzac, Lucien de Rubempré, il quale ha tutti gli attributi per operare una scalata sociale ma finisce per bruciare tutte le possibilità che Parigi offre. La vicenda del romanzo si svolge in piena Restaurazione, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte. É il periodo dopo la Rivoluzione Francese, in cui i nobili caduti cercavano di riacquistare il loro potere e il loro status ed è il periodo della scalata sociale da parte della neonata classe borghese. Lucien Chardon (o Rubempré, cognome nobile della madre) è uno dei ragazzi che vuole fuggire dalla provincia, intraprendere un nuovo percorso di vita nella Ville Lumière e fare fortuna lì. Egli vuole diventare un grande scrittore e si consacra al genere della poesia, ma sa che non può diventare celebre in una città di provincia. Durante l’arco della sua storia, vediamo Lucien combattere contro molti ostacoli: la società provinciale e le sue scarse possibilità, la spietata concorrenza nella Capitale, i codici della società parigina e il suo essere inadatto a quel mondo sotto tutti i punti di vista. Vediamo tutti i suoi successi e, come altra faccia della medaglia, le sue sconfitte. Lo vediamo trionfale nel salotto di Madame de Bargeton, con i suoi amici al Cenacolo prima di entrare nel giornalismo, nei suoi articoli brillanti e nella vita lussuosa che vive grazie al suo successo.

Ma a tutte queste vittorie (che corrispondono ad un innalzarsi di categoria all’interno della società) corrispondono altrettanti fallimenti: all’Opera, quando non sa amalgamarsi con la nobiltà e i suoi codici; sempre al Cenacolo, quando tradisce i suoi amici prendendo la strada corrotta del giornalismo ed effettivamente lasciandosi corrompere da esso; quando cambia fazione giornalistica passando dal giornale liberale a quello monarchico, attirando l’odio dei membri del primo e l’invidia di quelli del secondo e quando viene definitivamente escluso dalla società parigina. Lucien è un ragazzo ambizioso, plasmabile, pieno di speranze e aspirazioni, ma passivo (prende tutto ciò che gli viene offerto) e trasformista (quando, all’inizio gli viene detto se stava con i liberali o i monarchici, lui risponde: “chi è il più forte?”; cambia spesso fazione). In più, per tutta la durata del sua vicenda, Lucien non riesce ad adeguarsi ai modi parigini e ciò decreta la sua definitiva esclusione sociale. Anche in questo caso, come in Madame Bovary, la fine e il fine non coincidono: Lucien parte con delle grandi ambizioni e dei buoni propositi, riesce parzialmente ad avverarli e per un momento effimero riesce a far parte di quell’alta società a cui aspirava, tanto da riuscire quasi a riappropriarsi del nome nobile della madre, Rubempré. Tuttavia, affonda nel baratro tanto velocemente quanto come era arrivato in alto, dapprima tradendo gli amici del Cenacolo e lasciandosi corrompere dal giornalismo, poi unendosi ad un gruppo che lo invidiava e lo vedeva più come una minaccia che come un collega, per finire poi addirittura ad un gradino più basso di quello da cui era partito, ovvero servo di Vautrin, un prete spagnolo, il quale incarna il male assoluto, che gli offre il successo in cambio della sua obbedienza, gli mostra il vero volto corrotto della società e come la società sia realmente uno scenario “tutti contro tutti”.

Emma Bovary e Lucien Chardon sono dunque due personaggi forzatamente diversi, ma allo stesso tempo molto simili. Sono entrambi annoiati dalla provincia e cercano qualcosa al di fuori della realtà asfissiante in cui vivono. Entrambi cercano il nuovo e non si accontentano di ciò che hanno. Sono entrambi superficiali ed entrambi finiscono il loro processo di formazione, lungo tutta la vita per Emma e solo durante la giovinezza per Lucien, nel totale degrado, il quale non può portare che alla morte. Ma soprattutto, entrambi sono illusi ed idealisti e sognano un mondo a cui non potranno mai arrivare; Lucien perché ha talento ma non sa come muoversi in una società cui non appartiene e Emma perché non ha il mezzo sociale per farlo, ovvero non è uomo. É proprio questo che costituisce la differenza fra loro: uno ha i mezzi ma non le capacità, e l’altra ha le capacità ma non i mezzi. In conclusione, nonostante le donne siano rimaste all’ombra del protagonista uomo nel panorama del genere, date le sue caratteristiche, il romanzo di Emma Bovary è da considerarsi un romanzo di formazione in piena regola, forse il primo dell’epoca moderna, sicuramente al pari di qualsiasi altro romanzo con protagonista maschile.

BIBLIOGRAFIA Baraldi, V., Letteratura e denaro. Ideologie, rappresentazioni, metafore, UNITRE Pinerolo, 2015 Lezione 2, 2.3 De Balzac, H., Le Illusioni Perdute, Milano, Garzanti Editori, 2012 Flaubert, G., Madame Bovary, Parigi, Pocket Classiques, 2010, capitoli 6 e 8 Istituto Italiano Edizioni Atlas, Il ritratto di Emma, Vol. 2, Cap. 18 Moretti, F., Il romanzo di formazione, Torino, Giulio Enaudi Editore, 1999

SITOGRAFIA Blog des Terminale L 2014/2015 - https://portail.lapossession.ac-reunion.fr/wordpress/blogtl-2014/?p=224&ticket= CliffsNotes - https://www.cliffsnotes.com/literature/m/madame-bovary/summary-and-analysis/part-i-chapter-6 Eva Romanò - http://www.linguafrancese.it/biblioemero/emmabovary.htm Mario De Maglie - https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/07/madame-bovary-e-condizione-della -donna/462609 Matilde Quarti - http://www.oilproject.org/lezione/madame-bovary-gustave-flaubert-emma-bovary-riassunto-trama11720.html Pietro Citati -http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/06/22/balzac-il-romanzo-del-mondo.html WordPress - https://bibliotecaitsos.wordpress.com/romanzo-di-formazione...


Similar Free PDFs