Il totalitarismo: comunismo, fascismo e nazismo PDF

Title Il totalitarismo: comunismo, fascismo e nazismo
Author Letizia Torelli
Course Storia
Institution Liceo (Italia)
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IL TOTALITARISMO: FASCISMO E NAZISMOSTORIA | CAPITOLO 91. I REGIMI TOTALITARITotalitario è il regime che si pone l’obiettivo di acquistare un controllo totale sullo Stato e sui cittadini, con l’intenzione di subordinare l’intera vita sociale e culturale del Paese. Il termine venne coniato dai libera...


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IL TOTALITARISMO: FASCISMO E NAZISMO STORIA | CAPITOLO 9

1. I REGIMI TOTALITARI Totalitario è il regime che si pone l’obiettivo di acquistare un controllo totale sullo Stato e sui cittadini, con l’intenzione di subordinare l’intera vita sociale e culturale del Paese. Il termine venne coniato dai liberali italiani che con questo termine definirono il regime fascista. Da un lato assunse un carattere rivoluzionario in grado di riformare le istituzioni, dall’altro un carattere statalista. I regimi totalitari sono profondamente diversi dai regimi autoritari, i quali esercitavano un controllo stretto ma non esclusivo sulle istituzioni e sui cittadini.

3. L’ITALIA Quando nel 1929 scoppiò la crisi di Wall Street, Mussolini rispose con un deciso intervento dello Stato in economia. Il regime fascista istituì l’Istituto mobiliare italiano (Imi) e l’Istituto per la ricostruzione industriale (Iri) con il compito rispettivamente di finanziare le imprese in difficoltà e di farsi carico dei debiti contratti dei cinque istituti di credito nazionale per evitarne il fallimento. Il regime intervenne anche nel settore agricolo. Di fronte ai risultati insoddisfacenti della «battaglia del grano» Mussolini lanciò una politica di autosufficienza alimentare, azzerando le importazioni di grano. Per aumentare la produzione dovette bonificare numerosi territori e i contadini si dovettero trasferire in queste zone. Mussolini avviò anche numerosi programmi di architettura assistenziale in campo sanitario, previdenziale, sportivo e culturale. Mussolini riorganizzò il sistema dell’istruzione al fine di creare un “uomo nuovo” in grado di pensare e agire come un perfetto fascista. I programmi scolastici furono uniformati all’ideologia fascista e la gioventù fu suddivisa in tre classi in base all’età: Figli della Lupa, Balilla e Avanguardisti. Mussolini ricorse ampiamente ai mezzi di comunicazione di massa per creare nuovi consensi. La radio e il cinema divennero un’importante strumento di comunicazione per trasmettere le proprie idee alle masse ancora analfabete. La stampa fu sottomessa al rigido controllo del Ministero della cultura popolare (Minculpop) mentre venne creato l’Istituto Luce nel 1924 al fine di trasmettere cinegiornali settimanali prima di ogni spettacolo sulle imprese del fascismo. La penetrazione del regime nella vita quotidiana avvenne anche attraverso i motti di Mussolini che venivano scritti ovunque. Allo stesso modo Mussolini pose l’obbligo del saluto fascista e dell’uso del «voi» anziché del «lei», considerato come un simbolo di snobismo borghese. Grande importanza assunsero anche le feste civili e le manifestazioni pubbliche obbligatorie in cui gli appartenenti al partito dovevano indossare la divisa e ascoltare i discorsi di Mussolini. POLITICA ESTERA Mussolini aspirava alla costruzione di un impero italiano. Confidando nel consenso tacito di Francia e Regno Unito, Mussolini decise di dare alla politica estera italiana una svolta aggressiva. Fu così che tra il 1935 e il 1936 l’esercito italiano attaccò e conquistò l’Etiopia, facendo ricorso all’uso dei gas e dei bombardamenti sui civili. Il 9 maggio Mussolini annunciò la nascita dell’Impero dell’Africa orientale italiana. La scelta di colonizzazione era in contrasto con le tendenze internazionali e nel 1936 la Società delle Nazioni annunciò l’embargo e il boicottaggio dei prodotti italiani. Mussolini colse l’occasione per denunciare l’ostilità della Società delle Nazioni nei confronti dell’Italia, impedendole di guadagnarsi il posto che meritava. Nello stesso anno Mussolini ricercò l’alleanza con Hitler. Il 25 ottobre 1936 Mussolini sottoscrisse il cosiddetto «Asse Roma-Berlino»: un’intesa di natura ideologica e politica tra le dittature di destra.

4. LA GERMANIA Hitler aveva teorizzato una società politica basata sul concetto di Volk, fondata sulla purezza della razza che considerava i più diretti discendenti degli ariani. Hitler rilanciò l’idea che gli ariani fossero destinati a dominare sulle razze inferiori. Di conseguenza egli considerava di grave debolezza la presenza di una consistente comunità ebraica in Germania. Una volta ottenuta la carica di Cancelliere nel 1933, Hitler chiese a Hindenburg lo scioglimento immediato del Reichstag e nuove elezioni. Pochi giorni prima delle consultazioni il Parlamento prese fuoco. Si pensa sia stato ad opera dei nazisti ma essi riversarono la responsabilità sui comunisti e Hitler chiese che venissero sospesi tutti i diritti dei cittadini. I seguaci di Hitler ne approfittarono per scatenare violenze contro gli oppositori. Hitler ne approfittò per varare una legge che gli diede pieni poteri per quattro anni, cancellando ogni forma di democrazia. Il suo programma politico riprendeva in ogni forma quello di Mussolini e nel 1934, alla morte del presidente Hindenburg, Hitler divenne capo del governo e delle forze armate, prendendo il titolo di Führer. Negli anni del regime le SS diressero la Gestapo, la polizia segreta di Stato che incuteva nei territori tedeschi terrore ed ottennero il controllo dei campi di concentramento. LA PERSECUZIONE DEGLI EBREI Una volta acquisiti pieni poteri, Hitler diede avvio alla discriminazione degli ebrei. Nel 1935 varò le «Leggi di Norimberga» con cui gli ebrei furono definiti una “razza inferiore”. Gli ebrei furono espropriati dei loro beni, che vennero distribuiti agli ariani. Tutto ciò fu accompagnato da intimidazioni e violenze sempre più pesanti. Esempio ne è la Kristallnacht tra il 9 e il 10 novembre 1938. In quell’occasione furono distrutti migliaia di negozi ebrei e incediate centinaia di sinagoghe. Gli ebrei vennero picchiati e uccisi in strada o deportati nei campi di concentramento. LA VITA TEDESCA In Germania i sindacati furono sostituiti dal Fronte del Lavoro, che univa la rappresentanza dei padroni e dei salariati. La Hitlerjugend raccoglieva gli adolescenti e li formava sui principi del nazismo, i mezzi di comunicazione e le adunate furono utilizzati come strumento di massa. Le Chiese si uniformarono ai voleri di Hitler e il Vaticano firmò un concordato che assicurava ai cattolici la libertà di culto. POLITICA ESTERA In politica estera il suo primo obiettivo era quello di eliminare il Patto di Versailles e restituire alla Germania lo status di grande potenza. Nel 1933 annunciò l’uscita della Germania dalla Società delle Nazioni e nel 1934 promosse un tentativo, fallito, di annessione dell’Austria. Al contempo prese avvio una massiccia corsa al riarmo degli eserciti: con questa mossa Hitler violava i principi del Trattato ma anche in questo caso Francia e Gran Bretagna non si opposero. La prima fase di politica estera culminò nella firma dell’«Asse Roma-Berlino».

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