Il vantaggio assoluto e comparato PDF

Title Il vantaggio assoluto e comparato
Course Organi e funzioni
Institution Università degli Studi di Milano-Bicocca
Pages 2
File Size 73 KB
File Type PDF
Total Downloads 76
Total Views 132

Summary

..........................................................................................................................


Description

Il vantaggio assoluto Descrive la produttività di una persona, impresa o nazione rispetto a quella di un’altra. Il produttore che ha bisogno di una quantità minore di input per produrre un bene ha un vantaggio assoluto nel produrre quel bene. Il vantaggio comparato Confronta i produttori di un bene sulla base del loro costo opportunità. Il produttore che presenta il costo opportunità minore nel produrre un bene, gode di un vantaggio comparato nella produzione. Il vantaggio comparato e le differenze nei costi opportunità costituiscono la base per la produzione specializzata e lo scambio. Ogni qualvolta le potenziali parti contraenti presentano delle differenze nei rispettivi costi possono beneficiare dallo scambio. Il vantaggio comparato e lo scambio internazionale La teoria del vantaggio comparato sostiene come due Paesi possano trarre vantaggi reciproci dal commercio internazionale. Nel valutare la produzione, ciascun bene dovrebbe essere prodotto nel Paese che presenta il più basso costo opportunità. Grazie alla specializzazione e allo scambio, i Paesi possono disporre di tutti i beni considerati nell’analisi in maggiore quantità. Quando lo scambio avviene tra soggetti o sistemi economici diversi abbiamo un flusso di commercio a livello internazionale. Importazioni: i beni prodotti all’estero e venduti all’interno di un Paese, che generano un deflusso di capitali. Esportazioni: i beni prodotti all’interno e venduti all’estero di un Paese, che generano un afflusso di capitali. Se il prezzo mondiale è più elevato del prezzo interno, il paese sarà esportatore, nel caso contrario, importatore. Il rapporto prezzo mondiale/interno indica, infatti, il vantaggio comparato in quel settore.

In materia di commercio estero, a Ricardo è generalmente attribuito il merito di avere formulato e divulgato la c.d. teoria dei vantaggi comparat. In precedenza, Smith, teorico del libero scambio, aveva già sostenuto la c.d. teoria dei vantaggi assolut nel commercio internazionale. Secondo tale teoria, poiché diverse nazioni hanno la capacità di produrre le merci sostenendo costi diversi, a causa per esempio delle diverse fertilità del suolo o delle diverse conoscenze tecniche e tradizioni, allora deve convenire a ciascuna nazione specializzarsi nella produzione di ciò che è in grado di produrre ad un costo inferiore a quello sostenuto da ogni altra nazione – vantaggio assoluto - così che, alla fine, poiché ogni paese allocherà le proprie risorse per fare ciò in cui è più produttivo, con lo stesso impiego di risorse, il prodotto complessivo di tutte le nazioni possa essere maggiore. Si tratterà poi di distribuire tale maggiore produzione, secondo i diversi bisogni, attraverso il commercio estero. Smith riteneva che tale effetto benefico si sarebbe potuto generare solo se le diverse nazioni coinvolte avessero avuto un vantaggio assoluto rispetto a tutte le altre nella produzione di una determinata merce, ovvero, solo se fossero state nella condizione di produrre una certa merce ad un costo inferiore rispetto a tutte le altre. Ricardo pensa diversamente e sostituisce alla teoria di Smith la c.d. teoria dei vantaggi comparat. Egli è convinto che il commercio internazionale sia un bene anche in assenza di vantaggi assoluti: ritiene infatti che ad ogni nazione convenga comunque specializzarsi nella produzione della merce che, in termini di ogni altra merce da essa producibile, costi meno.

Esempio: Si supponga che esistano due nazioni, l'Inghilterra e il Portogallo; che L'Inghilterra sia in grado di produrre, con una unità di lavoro, 12 unità di vino o 6 unità di stoffa, laddove il Portogallo sia in grado, con una unità di lavoro, di produrre 8 unità di vino o 1 unità di stoffa. Come si vede, entrambe tali merci

possono essere prodotte in Inghilterra ad un costo inferiore che in Portogallo; qui Smith avrebbe forse ritenuto – in base alla teoria dei vantaggi assoluti - che, non avendo il Portogallo alcun vantaggio assoluto, il commercio estero non avrebbe portato alcun particolare giovamento o sarebbe stato impossibile. Al contrario, Ricardo ritiene che anche in questo caso la specializzazione e il commercio con l'estero siano la scelta giusta e più vantaggiosa: ciò che bisogna guardare è infatti il vantaggio comparato interno nella produzione delle due merci. Ma quale merce dovrà produrre ciascuno dei due paesi? Nel nostro esempio, l'Inghilterra, spostando una unità di lavoro dalla produzione di stoffa a quella di vino, raddoppia le unità di prodotto che realizza, passando da 6 a 12; ciò significa che in Inghilterra produrre una unità in più di stoffa significa rinunciare a due unità di vino e che quindi una unità di stoffa costa qui 2 unità di vino – e corrispondentemente che una unità di vino costa mezza unità di stoffa. Il Portogallo invece, spostando una unità di lavoro dalla produzione di stoffa a quella di vino, moltiplica il proprio prodotto per 8, passando da 1 a 8 unità di prodotto; ciò significa che in Portogallo produrre una unità in più di stoffa significa rinunciare a otto unità di vino, che il costo di una unità di stoffa è pari a otto unità di vino mentre una unità di vino deve costare 1/8 di unità di stoffa. Per ciò il costo del vino in termini di stoffa è minore in Portogallo che in Inghilterra (in un caso è 1/8 e nell'altro è ½ di unità di stoffa) mentre il costo della stoffa in termini di vino è minore in Inghilterra che in Portogallo (in un caso è 2 e nell'altro è 8 unità di vino). In queste condizioni, quindi, secondo Ricardo, poiché per incrementare la produttività generale serve che ogni nazione si specializzi nella produzione della merce che le costi meno produrre, ovvero nella quale abbia un vantaggio comparato rispetto all'altra nazione, conviene che il Portogallo produca solo vino e l'Inghilterra solo stoffa. Così facendo il prodotto complessivo delle due nazioni sarà il più alto possibile, vino e stoffa saranno prodotte al costo più basso realizzabile e per ciò il prezzo di tali merci sarà il più conveniente sia per i consumatori portoghesi che per quelli inglesi. Lo scopo politico immediato di Ricardo era quello di sostenere dal punto di vista teorico la battaglia per il libero commercio e l'abolizione delle misure protezionistiche che impedivano di fatto l'importazione del grano. Ricardo doveva dimostrare che con il libero scambio si sarebbe sia sostenuta l'economia nazionale, poiché ne avrebbero beneficiato i profitti, sia incrementata la ricchezza di tutte le nazioni coinvolte. Con la teoria dei vantaggi comparati Ricardo fa entrambe le cose. Egli nota infatti il fatto che il capitale sia allocato nel modo più produttivo consente anche che i costi di produzione generali siano i più bassi possibile e che quindi siano bassi anche i prezzi delle diverse merci, le quali sono infatti prodotte nel paese nel quale è più conveniente o meno costoso realizzarle. Poiché questo vale anche per i beni di sussistenza dei lavoratori, dai quali dipendono i salari, egli deduce che attraverso il libero scambio internazionale si può ottenere la riduzione dei prezzi dei beni di sussistenza e quindi dei salari naturali e, di conseguenza, l'aumento dei profitti, con grande beneficio per i ritmi della accumulazione e per la ricchezza dei diversi paesi....


Similar Free PDFs