Keep Fit - Riassunto libro \"Keep-Fit, Ben-Essere Attivo\" per esame MAMS PDF

Title Keep Fit - Riassunto libro \"Keep-Fit, Ben-Essere Attivo\" per esame MAMS
Course Sociologia dello sport e della comunicazione
Institution Università di Bologna
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Riassunto libro "Keep-Fit, Ben-Essere Attivo" per esame MAMS...


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KEEP FIT CAPITOLO 1 Pratiche motorie ed posizione ai media. Una tipologia socioculturale per conoscere l’uso dei media da parte dei praticanti sport e attività fisica in Italia. 1.I praticanti lo sport e l’attività fisica in Italia secondo le indagini condotte dall’Istat (1995-2018) Se osservata in base alle scelte fatte nel campo delle pratiche motorie, la popolazione italiana di 3 o più anni può essere distribuita in tre gruppi:! -i praticanti uno o più sport;! -chi fa solo attività fisica;! -i sedentari ovvero chi non pratica uno sport, né fa attività fisica.! Secondo gli ultimi risultati, disponibili nel date warehouse dell’Istat, al 31 dicembre 2018 in Italia gli sportivi erano più di 20,7 milioni pari al 35% della popolazione di 3 o più anni di età. In questa grande massa di persone, si possono distinguere due sottogruppi: i praticanti continuativi erano più di un quarto della popolazione, mentre i praticanti occasionali erano quasi un decimo degli italiani. Nel medesimo anno l’stat ha anche accertato che gli attivi fisicamente, erano oltre 16,7 milioni di persone, pari a poco più di un quarto della popolazione italiana. Infine i non praticanti alcuno sport o attività fisica, nel 2018, erano la maggioranza relativa agli italiani: poco più di 12 milioni, pari al 35,9 % della popolazione italiana di 3 anni o più. L’ampiezza di questi sottogruppi non è affatto l’unico risultato disponibile: l’indagine ‘multiscopo’ raccoglie annualmente molte altre informazione sulla popolazione italiana. Quello che ci interessa è di tracciare un profilo sociodemografico di ciascun gruppo utilizzando a tal fine variabili come il sesso, l’età, il titolo di studio, lo status o posizione professionale e la residenza; quest’ultima è vista sia come appartenenza ad una regione, sia come dimora in comune, la cui ampiezza della popolazione costituisce un indicatore, anche se grossolano, di differenti dinamiche e opportunità sociali. Elaborando questi risultati, qui di seguito si offrirà il profilo socio-demografico dei tre gruppi di italiani sopra descritti.! 1.1 Gli sportivi, i fisicamente attivi e i sedentari: profili sociodemografici Il profilo di ciascun gruppo di praticanti noti può essere tracciato in due modi: o si descrive prima il gruppo degli sportivi, poi quello degli attivi fisicamente e, infine, quello dei sedentari, procedendo nell’ordine offerto dalle cinque variabili sociodemografiche note:; oppure si procede nell’analisi bivariata utilizzando questa lista di indicatori e ricavando le caratteristiche di volta in volta più rilevanti di ciascun gruppo.! Si puo notare che:! - osservando tre gruppi in base alla variabile sesso: i maschi più frequentemente delle femmine praticano uno o più sport. Il divario è sensibile, sia in valori assoluti che in valori percentuali. Osservando poi i restanti due gruppi si nota che le femmine sono più frequenti sia fra chi fa attività fisica, sia per chi non pratica sport né fa attività fisica. Osservando i tre gruppi in base alla variabile età: i minori praticano sport più frequentemente di tutte le coorti di età; la maggior frequenza di praticanti in Italia si rivela tra i preadolescenti e fra i bambini. Nelle coorti di età successive si assiste al calo progressivo dei praticanti sport e al contemporaneo aumento sia dei fisicamente arrivi, sia dei sedentari. L’abbandono della pratica sportiva accade per il sommarsi di ragioni diverse, sia di tipo motivazionale, sia derivante dalle nuove responsabilità professionali e civili che i giovani via via assumono; tanto che a partire dalla coorte 25-34 anni, i praticanti lo sport, vengono prima affiancati e poi superati dai non praticanti alcuna attività motoria o sedentari. A partire dai 35-44 anni i praticanti lo sport divengono meno frequenti non solo dei sedentari, ma anche dei fisicamente attivi. Oltre i 75 anni solo i sedentari continuano a crescere, fino a divenire la maggioranza assoluta della popolazione; la contemporanea ulteriore flessione degli sportivi e la brusca flessione dei numerosi italiani ancora fisicamente attivi si spiegano con i diffusi problemi di salute che

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subentrano inevitabilmente con l’avanzare dell’età e che costringono molti anziani alla sedentarietà.! Osservando i tre gruppi in basse al titolo di studio: i sedentari sono più frequentemente persone con titoli di studio inferiori: fra chi possiede la licenza elementare o non ha alcun titolo di studio quasi la metà non pratica sport né fa alcuna attività fisica. Al crescere del titolo di studio diminuisce la frequenza dei sedentari. Invece al crescere del titolo di studio, cresce pure la frequenza di chi pratica uno o più sport. Meno lineare, appare l’influsso del titolo di studio sulle persone fisicamente attive: si distingue facilmente solo il primo gruppo, formato dalle persone in possesso della sola licenza elementare o prive di titolo di studio, mentre i tre gruppi di titolo di studio superiore appaiono di simile estensione.! Osservando in base alla condizione e alla posizione nella professione: gli occupati sono più frequentemente sportivi, specie se sono dirigenti, imprenditori e liberi professionisti; però gli studenti, che per definizione non sono ancora occupati, dichiarano di praticare uno o più sport assai più frequentemente di tutte le categorie professionali. Infatti l’essere non occupati predispone più frequentemente alla sedentarietà. Ovviamente la professione esercita la propria influenza sulla scelta della pratica motoria non da sola, bensì assieme alle altre variabili sociodemografiche: ciò va tenuto sempre presente, specie qualora si osservi i gruppi degli attivi fisicamente. Osservando in base alla residenza: pure l’ultima delle cinque variabili considerate aiuta ad evidenziare le differenze esistenti fra i tre gruppi considerati. Ciascuno di essi, presenta rilevanti differenze: nel 2018, al Nord, gli sportivi, diventano il gruppo più ampio superando di oltre 4 milioni i non praticanti; infatti questi ultimi nelle regioni settentrionali risultano meno frequenti di oltre 9 punti percentuali rispetto alla media nazionale, e vengono superati pure dalle persone fisicamente attive. Nel Mezzogiorno, al contrario, quasi metà della popolazione non pratica sport né fa attività fisica, mentre gli sportivi risultano essere poco più di un quarto dei residenti sul Sud e Isole.! La residenta è osservabile pure a partire dall’ampiezza della popolazione residente nel comune. In base a quest’ultima variabile si scopre che nel 2018 i praticanti uno o più sport risiedevano più frequentemente nelle aree metropolitane, specie nel centro di tali aree, e con la medesima frequenza pure nei comuni piccoli. A loro volta i i non praticanti sono più frequenti fra gli abitanti dei piccoli centri. Chi fa attività fisica, invece, si distribuisce in maniera pressoché simile alla media in quasi tutte le classi della variabile qui considerata, con frequenze intorno al 28/29%.!

L’analisi comparativa, condotta dallo SportComLab dell’Alma Mater sui risultati raccolti da sei indagini multiscopo dell’Istat consentirà di capire se questi tre profili sociodemografici siano costanti nel tempo o se, al contrario, si notino variazioni negli ultimi vent’anni. Inoltre, consentirà di valutare se le eventuali differenze riscontrate siano solo fluttuazioni contingenti o se, invece, si osservino vere e proprie tendenze nelle scelte degli italiani verso le pratiche motorie.! 1.2 Osservando i cambiamenti del periodo 1995-2018: quali tendenze nelle scelte degli italiani verso le pratiche motorie ? Si è scelto di limitarsi al periodo più recente, in quanto solo dal 1993 l’Istat mantiene stabili i principali indicatori nel campo delle pratiche motorie. Negli ultimi 20 anni, in Italia, il tasso di praticanti sport, in modo continuativo o saltuario, è lentamente ma progressivamente aumentato; al contrario, i praticanti una o più attività fisiche è diminuito; i non praticanti, infine, nel periodo considerato hanno oscillato intorno al 40% della popolazione.! Volendo descrivere in modo più dettagliato i cambiamenti intervenuti i ciascuno dei tre noti gruppi, si può dire che:! - i praticanti lo sport, ovvero le persone di 3 o più anni che nel nostro paese praticano almeno una disciplina sportiva in maniera continuativa oppure saltuaria, sono cresciuti nel periodo considerato in modo decisamente apprezzabile. La maggior crescita si nota fra i fra i praticanti continuativi, mentre i praticanti saltuari sono cresciuti solo di qualche decimo di pinto percentuale. In altri termini la crescita consistente avvenuta nel periodo considerato è imputabile per la gran parte all’aumento dei praticanti lo sport in maniera continuativa.

- Gli attivi fisicamente nel ventennio considerato sono diminuiti di circa 7 punti percentuali, -

anche se negli ultimi anni sembra che il trend si sia assestato sul quarto abbondante della popolazione italiana.! Nel periodo considerato è aumentato sensibilmente il terzo e più ampio gruppo, composto da chi non pratica alcuno sport né fa attività fisica. Dopo il picco fatto registrare nel 2006 si è tornati a percentuali simili a quelle registrate nel 1995. I non praticanti lo sport o l’attività fisica formano ancora il gruppo di popolazione più ampio del nostro paese; a tale esito hanno contribuito diversino fattori sociali, a cominciare dall’aumento dell’età media della popolazione. !

In breve nell’arco di vent’anni molti italiani hanno scelto di dedicarsi ad una pratica motorie, e il loro numero è lentamente ma progressivamente aumentato. Questo risultato positivo è la risultante di due andamenti profondamente diversi: la crescita dei praticanti lo sport, cui ha corrisposto un quasi speculare calo di chi fa attività fisica. A loro volta i sedentari, che formano il terzo e più ampio gruppo della popolazione italiana dei 3 o più anni, nel periodo considerato hanno descritto una parabola, la quale, dopo l’apogeo toccato nel 2006, nell’ultimo decennio ha declinato lentamente ma sensibilmente.!

2. Quali sono le motivazioni a fare sport o attività fisica? Un approfondimento in prospettiva socioculturale. Nella più recente indagine Istat sul tema, svolta nel 2015, le nove motivazioni a fare pratica motoria hanno raccolto le seguenti frequenze di risposte, io ordine decrescente:! -per mantenersi in forma; -per passione; -per svago. Molto meno frequenti sono invece le restanti motivazioni: la possibilità di scaricare lo stress, il piacere di frequentare altre persone, a scopo terapeutico, per stare a contatto con la natura, per i valori che lo sport trasmette. Il fatto che i rispondevi potessero indicare fino a 3 motivazioni sconsiglia di procedere con analisi descrittive. Più promettente, sembra procedere attraverso un analisi di secondo livello, alla ricerca delle strutture nascoste che colleghino le nove motivazioni. In questo secondo percorso la Factor Analysis si presenta come una risposta utile da due punti di vista: in se stessa, in quanto la tecnica è nota per la capacità accertare se esistano o meno fattori latenti, tali dam collegare tra loro motivazioni o altri fattori sociali a prima vista scollegati. La seconda ragione è il fatto che la tecnica è già stata utilizzata per spiegare le motivazioni alla pratica sportiva in precedenti Survey Istat della serie multiscopo. La Factor Analysis è una tecnica di analisi multivariata, applicata dallo SportComLab dell’Alma Mater su tutti i rispondenti che hanno dichiarati di praticare sport con continuità oppure saltuariamente dai 15 anni in su.! Scegliendo di effettuare una nuova analisi fattoriale, lo SportComLab dell’Alma Mater ha prestato attenzione a non dare alcunché di scontato dalle precedenti elaborazioni; per sondaggio dedicato che l’Istat ha svolto nel periodo considerato, la Factor è stata rifatta sulle motivazioni dichiarate per fare sport nel tempo libero, e i risultati sono stati analizzati comparativamente. ! Sono quindi tre i gruppi di praticanti sport o attività fisica estratti dall’analisi fattoriale, e ciascuno di essi raccoglie persone che condividono una o più motivazioni, le seguenti:! - Relazionisti: il primo gruppo estratto riunisce chi fa pratiche motorie motivato dalla passione, dai valori che lo sport trasmette, e per frequentare altre persone. - Eudemonisti: sono i rispondenti che praticano sport o che fanno attività fisica al fine di ottenere una migliore forma fisica e scaricare lo stress.! - Salutisti: il terzo e ultimo gruppo estratto pratica sport o attività fisica per scopi salutari e terapeutico; sono persone che fanno movimento pe ala salute e che cercano di raggiungere un benessere psico-fisico.! - Sportivi a motivazione mista: il gruppo più numeroso formato in via residuale, per differenza tra il campione impiegato dall’analisi fattoriale e i primi gruppi, identificati da tre fattori estratti. L’espressione ‘a motivazione mista’ segnale il fatto che i praticanti sport o attività fisica sono mossi da motivazioni diverse: la Factor, infatti, ha rilevato che le motivazioni scelte dai

rispondenti caratterizzano differenti fattori. Pertanto, mancando congruenza motivazionale, non è possibile attribuire questi rispondenti a nessuno dei tre gruppi estratti.! Ciascuno dei tre gruppi estratti dalla Factor Analysis potrebbe essere interpretato come l’effetto nello sport di tendenze socioculturali più ampie, che stanno trasformando la società moderna in una ‘post moderna’; il gruppo residuale, proprio per la sua consistenza, appare il portatore di una nuova modernità in via di de-costruzione.! Osservando i fattori estratti e le motivazioni che identificano ogni gruppo, si scorge nei Relazionisti gli interpreti del dopo-moderno, ovvero della ripresa di forme comunicative a partire dalle pratiche motorie, mentre Salutisti ed Eudemonisti rappresenterebbero due correnti socio-cultura della post-modernità, quella ecologista e quella narcisista. Infine gli Sportivi a motivazione mista sarebbero il risultato residuale nel campo delle pratiche motorie di una modernità in. Via di decostruzione, sotto la spinta della frammentazione sociale in atto.!

3. Tipi di praticanti: profilo socio-demografico ed uso del tempo libero 3.1 I Relazionisti: profilo socio-demografico e scelte nell’uso dei media e del tempo libero I Relazionisti praticano sport o attività fisica per passione, per i valori che queste pratiche motorie trasmettono, e per frequentare altre persone. Queste motivazioni fori nel nostro Paese attirano molti praticanti. Più frequentemente essi sono: maschi; giovani-adulti (19-44 anni);con un titolo di studio medio-basso; occupati; persone sposate; residenti in Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana; più frequentemente fanno sport di squadra.! Nell’esposizione ai media, nei consumi culturali e nell’uso del tempo libero le scelte dei Relazionisti più di frequente sono le seguenti.!

A) Nell’esposizione ai mezzi di comunicazione sociale

A.1) Alla Televisione: dei quattro gruppi di praticanti sport e attività fisica i Relazionisti hanno la frequenza più elevate di telespettatori che seguono lo sport mediato. La loro esposizione alla tv è tuttavia la meno frequente fra i quattro gruppi noti di praticanti.! A.2) Ai quotidiani sportivi: circa due relazionasti su cinque legge quotidiani sportivi; sono i più esposti alle notizie diffuse tramite il medium a stampa! A.3) Alle radiotrasmissioni sportive: quasi un quarto dei relazionasti ascolta alla radio le trasmissioni sportive! A.4) A internet: la gran parte dei relazionasti usa la rete tutti i giorni.

B) Nei consumi culturali

B.1) Recarsi allo stadio per assistere ad un evento sportivo: in realtà solo una minoranza, dei praticanti sport e attività fisica nel nostro Paese si reca allo stadio. Negli ultimi 12 mesi i relazionisti sono stati il gruppo che più di frequente è andato allo stadio per assistere ad un evento sportivo. B.2) Visita a musei e a altri luoghi storico-artistici: anche in questo secondo tipo di consumo culturale solo una minoranza, pur consistente, di praticanti sport e attività fisica negli ultimi 12 mesi ha visitato un museo B.3) Visita a mostre e ad esposizioni d’arte: assai meno frequente è stata la presenza dei relazionisti a questo tipo di consumi culturali. B.4) Visita a monumenti: quasi tre su cinque praticanti sport e attività fisica negli ultimi 12 mesi hanno visitato un monumento

C) Attività culturali svolte nel tempo libero

C.1) Ascolto musica: quasi i 2ù73 dei relazionisti ascoltano musica tutti i giorni.!

C.2) Lettura libri: i Relazionisti si distinguono dagli altri tre gruppi noti di praticanti per una frequenza di lettori inferiore alla media di oltre 11 punti percentuali. C.3) Visita ad una biblioteca: solo 1 su 5 dichiara di esservi stato negli ultimi 12 mesi ( in linea con la media).

D) Relazioni sociali nel tempo libero

D.1) Frequenta amici: in questo quadro i relazionisti, si connotano per una ancora maggiore frequenza di contatti: quasi nove su deci vede gli amici almeno una volta alla settimana. 3.2 Gli Eudemonisti: profilo socio-demografico e scelte nell’uso dei media e del tempo libero Il secondo tipo di praticante sport e attività fisica, estratto dalla Factor Analysis, mira a mantenersi in forma, a migliorare il proprio aspetto e a scaricare lo stress. Essi sono circa il 27,5% della popolazione e formano il più ampio fra i tre gruppi estratti dalla Factor Analysis. Essi più frequentemente sono: femmine; giovani-adulti (19-44 anni); persone sposate; residenti in Lombardia,Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio; più frequentemente fanno fitness, footing, ginnastica aerobica.! Nell’esposizione ai media, nei consumi culturali e nell’uso del tempo libero le scelte degli Eudemonisti più di frequente sono le seguenti.!

A) Nell’esposizione ai mezzi di comunicazione sociale

A.1) Alla Televisione: gli eudemonisti sono i telespettatori che meno frequentemente si espongono alla televisione. Gli eudemonisti, inoltre, non si espongono a lungo alla tv. A.2) Ai quotidiani sportivi: circa un quarto degli eudemonisti legge quotidiani sportivi A.3) Alle radiotrasmissioni sportive: poco più di un decimo degli eudemonisti ascolta alla radio le trasmissioni di eventi sportivi A.4) A internet: la gran parte degli eudemonisti usa internet tutti i giorni.

B) Nei consumi culturali

B.1) Recarsi allo stadio per assistere ad un evento sportivo: negli ultimi 12 mesi solo poco più di un terzo degli eudemonisti si è recato alla stadio B.2) Visita a musei e a altri luoghi storico-artistici: gli eudemonisti hanno dichiarato di aver fatto nell’ultimo anno almeno una visita a un museo o ad un altro luogo storico-artistico. B.3) Visita a mostre e ad esposizioni d’arte: decisamente inferiore è la presenza degli eudemonisti in questa terza modalità causale. Nell’ultimo anno quasi i due terzi di questi praticanti non si sono mai recati ad una mostra o ad un esposizione d’arte. B.4) Visita a monumenti: nella quarta ed ultima modalità di consumo culturale gli eudemonisti si classificano al secondo posto nella graduatoria dei gruppi noti di praticanti.

C) Attività culturali svolte nel tempo libero

C.1) Ascolto musica: anche gli eudemonisti rispondono alla distribuzione media.! C.2) Lettura libri: una netta maggioranza di eudemonisti ha letto uno o più libri negli ultimi 12 mesi. C.3) Visita ad una biblioteca: appena 1 eudemonismo su 5 è entrato in biblioteca negli ultimi 12 mesi.!

D) Relazioni sociali nel tempo libero

D.1) Frequenta amici: più di sette eudemonisti su diedi almeno una volta alla settimana si vedono con gli amici nel tempo libero.! 3.3 I Salutisti: profilo socio-demografico e scelte nell’uso dei media e del tempo libero. Il terzo e ultimativo estratto dalla Factor Analysis pratica uno sport o un’attività fisica a scopo terapeutico; si tratta di una piccola minoranza che però sin crescita. Essi più frequentemente sono: femmine; adulti (+45 anni); con un titolo di studio basso o privi di titolo di studio; ritirati dal lavoro; persona sposate; risiedono in una regione settentrionale, specie in Val d’Aosta e in Alto Adige; più frequentemente fanno nuoto, ginnastica postulare, jogging. Nell’esposizione ai media, nei consumi culturali e nell’uso del ...


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