La grande sorella 2 - solo alcuni capitoli PDF

Title La grande sorella 2 - solo alcuni capitoli
Author Giulia Terzi
Course Giornalismo Radiofonico e Televisivo
Institution Università Cattolica del Sacro Cuore
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Summary

Pochi capitoli del libro, utili per l'esame di giornalismo radiofonico televisivo...


Description

GIORNALISMO RADIOFONICO E TELEVISIVO CALENDARIO LEZIONI:

BIBLIOGRAFIA:

il

primo libro ci verrà dato il PDF, in quanto è un saggio. Anche il terzo libro (Sartori) ci verrà dato.

ESAMI: 2 colloqui. Per i frequentanti, c’è la possibilità di un esame a gennaio/febbraio. In caso contrario, il tutto va a giugno.

INIZIO CORSO Perché un corso di giornalismo radiofonico e televisivo? Molti operatori sostengono che la professione del giornalista sia destinata a morire  parlare di giornalismo radiotelevisivo sembra quindi qualcosa del passato. Questo perché ci sono molti elementi che sostengono questa teoria: bisogna guardare, però, il tema del cambiamento, costante del giornalismo. Il giornalismo radiotelevisivo di una volta non c’è più. C’è un altro tipo di giornalista che porta a visioni nostalgiche da chi è nel settore, ma che porta avanti una grande sfida. In particolare, rispetto a quello che è il rapporto tra old media e new media. Il giornalismo è una pratica e una professione  per essere giornalista, devi essere un professionista, appartenente all’albo e con un “Patentino”. Egli deve avere una determinata formazione  garantisce qualità. Rapporto tra informazione e comunicazione:  Comunicazione = attività promossa e prodotta da qualunque attore sociale, con o senza la mediazione giornalistica. Lo sforzo è la comunicazione con i clienti. È un percorso relazionale;  Informazione = ha un valore d’uso: deve aderire ad un’adesione alla realtà. Il quadro interpretativo è ancorato all’attualità, ad un qualcosa che riguarda il mondo che viviamo. C’è una porosità di questi due ambienti: l’informazione non è calata dentro ad alcune testate e la comunicazione riguarda solo la pubblicità. C’è una porosità, soprattutto nella comunicazione dei social media, nei quali troviamo anche l’informazione (profili social delle testate giornalistiche). Come cambia la produzione giornalistica? Dal giornalismo, inteso come termine astratto ma considerato come razionalizzazione del dibattito pubblico, ai giornalismi  si passa a diversi temi sociali e a diverse domande di informazione. Per giornalismi si intende pratiche di informazione giornalistica in funzione del pubblico, dei mezzi, della temporalità e del contesto socio-economico. Il giornalista ha subito i contraccolpi più marcati derivanti dai cambiamenti del contesto economico e organizzativo del mondo editoriale. Ci sono però nuove modalità e potenzialità legate alla dimensione narrativa, tecnologica e di relazione con il pubblico  convergenza e multipiattaforma.

Specificità linguistica della radio e della tv in funzione informativa L’idea di portare nelle nostre case la realtà, il mondo, e di creare una connessione tra più soggetti che fino a quel momento potevano connettersi solo se in presenza, nasce sin dall’invenzione del telefono  strumento che potesse, oltre a mettere in contatto le persone, anche realizzare una distribuzione capillare di contenuti altri, quali l’intrattenimento (musica…). Divenne quindi l’anticipazione della connessione in rete. Però, se il telefono orientava il messaggio, come il telegrafo, uno a uno, il concetto di un messaggio radio da poter diffondere da un punto a molti punti ( uno a molti), veniva ritenuto un elemento di debolezza, che non garantiva la sicurezza  mancava il concetto di broadcasting: era chiara l’importanza di comunicare con qualcuno a distanza, ma non si rilevava l’importanza di un messaggio che potesse partire da un unico produttore e raggiungere una comunità. Questo viene concepito come un valore della radio e nell’utilizzo propagandistico del mezzo di comunicazione di massa come la radio. La tv viene invece vista come uno strumento che unisce un intrattenimento visivo su quella che era una struttura fonica della radio: un ibrido tra radio e teatro. Teatro garantiva uno spettacolo che si poteva consumare nel momento in cui si realizzava e la radio che dava la possibilità di fruire di un contenuto dalla distanza. All’inizio, la nascita della tv era vista come un difetto rispetto alla radio e al teatro. L’elemento fondante sia per la radio che per la tv, quindi ciò che ha dato ricchezza a questi due strumenti, è stato generare la presa della realtà  non è tanto il fatto che si possa condividere qualcosa legato all’intrattenimento, ma è proprio l’azione informativa a dare enorme peso a questi due mezzi. Sia la radio che la tv come strumenti utili a percepire la realtà circostante: non solo facendone una descrizione, ma creando una partecipazione esperienziale. Quindi, lo strumento della radio e della tv, grazie alla diretta (elemento specifico di questi due strumenti), rende il senso dell’evento un’esperienza immediatamente condivisa. Naturalmente, la produzione di informazione è una produzione che tiene conto delle possibilità tecniche: l’uso della diretta è stato un utilizzo che, a lungo, ha certificato l’importanza di alcuni eventi storici. Un esempio è la diretta dello sbarco sulla luna: momento storico che è stato vissuto in diretta dall’intera comunità televisiva. La diretta, però, era una tecnologia inizialmente utilizzata sia dalla radio che dalla tv obbligata, in quanto, fino almeno ai primi anni ’60, non era possibile registrare i contenuti: era necessario andare in diretta. Questo poteva sembrare da una parte un valore, in quanto certificava momenti storici, dall’altra un limite di ciò che poteva avere una portata di tipo narrativo. Se io devo andare in diretta, anche le fasi della produzione sono legate a questo: si ha quindi meno programmazione del palinsesto. La diretta era, inizialmente, l’unico linguaggio possibile, per poi essere accantonata nella produzione radiofonica/televisiva dalla registrazione, con un tipo di informazione più di approfondimento. C’è anche un altro tema sul quale ci si deve soffermare: la diretta rimane in ogni caso, ma avviene un’alternanza tra registrato e in diretta. Questa alternanza vive con quelle che sono le possibilità tecnologiche sempre rinnovate. C’è anche un tema politico sociale che condiziona la trasmissione in diretta  essa, per quanto costruita su determinati contenuti, rischia sempre di sfuggire al controllo. Dal punto di vista politico, se si ha in mente un tipo di info altamente controllata, la diretta è un rischio. FUNZIONI DELL’INFORMAZIONE Missione e business  due concetti che sembrano essere in contrasto. Rispetto a quella che è l’organizzazione dell’informazione, a partire dall’esperienza immediatamente condivisa, e quindi dal concetto che tiene insieme sia la radio che la tv, noi abbiamo la missione giornalistica legata alla certificazione della realtà. Però, questa certificazione della realtà, da una parte ha una sua declinazione rispetto a quello che è il ruolo e la funzione del giornalista (inteso come professionista che si pone al servizio del pubblico, al quale rende intellegibile la realtà attraverso quella che è l’elaborazione delle fonti alle quali può accedere), dall’altra abbiamo la questione del business  si intende quello che è il modello

di mercato nel quale i prodotti giornalistici devono rientrare rispetto a dinamiche produttive, distributive e consumistiche. Il problema si pone quando si è pensato che i due mondi (missione giornalistica e business) fossero in conflitto. Inizialmente, in realtà, si è pensato che l’informazione non dovesse rientrare in una logica di mercato, ma soltanto in una dimensione di funzione sociale, di missione. Tant’è che anche il mercato internazionale dei prodotti audiovisivi puntava su una distribuzione di prodotti di intrattenimento ma non informativi. C’era l’ambito dei documentari con distribuzione globale, ma il campo dell’informazione era locale. In realtà, il modello radiotelevisivo commerciale che comprende anche prodotti informativi è un modello che si è evoluto rispetto a questi contenuti  molti contenuti informativi sono stati realizzati in modelli radiotelevisivi commerciali, anche se i modelli nei quali maggiormente c’è stata una produzione, sono modelli che hanno dato più spazio all’ibrido informativo, definito instrument (?). Come in tutti gli aspetti, non ci sono compartimenti stagni, ma sia il concetto di giornalismo come missione, sia il concetto di giornalismo come business, devono dialogare, altrimenti non si trova un modo per diffondere un giornalismo che è costruito attorno ad una professionalità e all’interesse comune. Rispetto al concetto della declinazione dei contenuti di un ambito che è quello del broadcasting tradizionalmente inteso, nel nostro percorso di analisi terremo conto della trasformazione della radio e della tv nella relazione con gli strumenti digitali. Il concetto di broadcasting è cambiato in quanto oggi, nell’era digitale, si parla di prosumer: consumatore che può diventare anche un produttore. Se noi ci orientiamo e ragioniamo su un concetto di broadcasting tradizionale, il meccanismo produttivo ruota attorno ad un concetto di novità, ma anche in un ingranaggio in quello che è l’abitudine (ritualità), che consente la fissazione di un appuntamento specifico: se la novità arrivasse in qualsiasi momento, sarebbe straniante. Se noi, infatti, parliamo di rete o internet, si parla di una quantità di notizie di difficile interpretazione. Se noi abbiamo, invece, un appuntamento fisso che ci dà informazione, è più facile da gestire: io produco contenuti in base anche ad uno specifico orario. Questo ingranaggio tra abitudine e novità non sempre può essere rispettato, in quanto non tutto accade nel momento del telegiornale. Ecco allora che si parla di replica di momenti ben definiti e consolidati e sorpresa dell’evento inaspettato. Dal punto di vista costruttivo e del palinsesto bisogna tener conto di scelte che vengono fatte, ad esempio l’interruzione con l’edizione straordinaria del tg, qual è quella notizia che può scatenare questa cosa, interrompendo il palinsesto? È importante ragionare su questo perché queste scelte hanno ricadute destabilizzanti per il pubblico. La diretta deve tener conto da una parte del valore documentale e dall’altra di un più ampio panorama fatto di ritualità e ripetizione che fa parte dello show business (il quale riguarda il modello del mercato all’interno del quale stanno anche i contenuti informativi). Il nostro percorso di approfondimento, rispetto a questo primo semestre, sarà orientato a definire e incrociare quella che è la realtà così com’è ricostruita all’interno dei formati giornalistici.

INTERVENTO DI BORIS MANTOVA L’informazione in radio  la differenza sostanziale tra tv e radio è che non c’è il video. Non essendoci, in radio c’è solo la voce  la voce è l’unico mezzo attraverso il quale bisogna far capire tutto. È necessario il TONE VOICE  il tono è la base del radio-giornalismo. Dalla voce bisogna far capire la gravità della situazione, ad esempio. Quindi l’informazione in radio è più difficile perché tutto si gioca sulla voce. Il notiziario radiofonico si fa solo modificando la voce con il quale si sta parlando. A seconda della notizia, la voce cambia. Si aggiunge grinta o preoccupazione. Tu devi catturare l’attenzione dell’ascoltatore distratto. Il tono della voce deve essere autorevole.

Come deve essere un notiziario?    

Chiaro  se l’ascoltatore è distratto, la notizia deve essere diretta Semplice Credibile Stimolante

È necessario scegliere la notizia  il parametro per capire se una notizia è interessante è l’interesse della gente. Come si fa un notiziario? Esso va in onda al punto ora (ad esempio, 9:00). A seconda dei piani editoriali di ogni radio, c’è chi lo fa ogni tot ore. Ordine notizie (non c’è una vera e propria regola): - Attualità  si parte dalle notizie del momento. Se la notizia è molto grossa e non ci sta nelle prime righe o nella prima notizia, essa prende le altre notizie. - Politica - Economia - Cronaca - Esteri - Sport

Specificità linguistica rispetto a determinati formati  tracce distintive del notiziario radiofonico: Sara Franceschini  ORSON WELLS, la Guerra dei mondi Caso storico di Orson Wells  ha modificato la storia dei mass media e della radio. Questo episodio è successo il 30 ottobre 1938  La guerra dei mondi. I mass media mentono? Come fanno a mentire? Come fanno a convincerci che quello che dicono sia la realtà? Semplicemente perché i mass media ci danno il brivido della realtà. Ogni volta che noi guardiamo la tv/ascoltiamo la radio, ci viene offerto un brivido della realtà, non la realtà reale  ci viene presentata una realtà filtrata, in quanto la radio/tv sceglie che cosa mostrare. Questo, le dittature, lo hanno capito subito nel corso dei secoli. Come ci si può porre davanti al medium? Ci lasciamo trasportare: a noi piace il brivido di realtà che ci viene proposto  patto implicito tra spettatore e direttore. Questa storia è cominciata con la radio, la quale è diventata la detentrice della verità. In più, essa si è avvalsa anche alla drammaturgia, diventando in grado non solo di dire bene le cose, ma anche di renderle piacevoli. Qui bisogna soffermarsi: la radio, fin dai suoi inizi (fine ‘800) ha sempre cercato un linguaggio proprio  essa non nasce come mass media, ma come strumento di comunicazione con funzione di servizio, come il telefono. Poi, nel tempo, si è scoperto che questo piccolo contenitore di voci poteva fare intrattenimento, cultura, divulgazione, trasmettere musica… questo processo ha raggiunto la sua assoluta maturazione negli anni ’30  sa di cosa è capace, sa cosa dire e come dirlo. La radio, in quel periodo, si avvale di 3 generi fondamentali: - Informazione  radiogiornali - Divulgazione culturale  si occupava di diffondere cultura (radiodrammi, programmi scolastici…); - Intrattenimento  quiz musicali, sceneggiati radiofonici, canzonetta… Proprio nell’intrattenimento nasce la pubblicità e la promozione  si comprende che c’erano ditte che potevano sponsorizzare e offrire soldi ai prodotti della radio, la quale offriva visibilità. Questi 3 generi avevano ognuno un linguaggio ben specifico  era chiaro che cosa si stesse ascoltando. Oltre a questo, va considerato un altro dato  il mondo radiofonico, negli anni ’30, era diviso in 2 modelli: - Modello anglosassone  radio di pubblico servizio mantenuta dallo stato, attraverso il pagamento di un canone. Non aveva pubblicità e si rivolgeva ai cittadini;

Modello americano  radio private che potevano sopravvivere con pubblicità e sponsorizzazioni. Si offrivano ad un mondo di consumatori. Questo ci porta al 30 ottobre 1938, vigilia di Halloween, in una stazione radiofonica chiamata Columbia Broadcasting system (CBS), stazione americana che, da 16 settimane, tutte le domeniche, alle 20, mandava in onda un programma chiamato Mercury Theatre on the Air, il cui protagonista era un 24enne, attore, chiamato Orson Wells. Egli era un attore di teatro che, per arrotondare lo stipendio, assieme alla sua compagnia, Mercury Theatre, aveva deciso con la CBS di fare un programma chiamato, appunto, Mercury Theatre on the Air. Questo succedeva spesso all’epoca: attori, per arrotondare lo stipendio, creavano in radio dei radiodrammi. In particolare, la compagnia di Orson Wells, creava degli adattamenti radiofonici, ovvero la traduzione di testi letterari scritti in precedenza, nel linguaggio della radio. La cosa triste di questa faccenda era che questo programma non riscuoteva successo. L’idea geniale venne il 30 ottobre 1938, quando si decide di fare l’adattamento de La Guerra dei mondi, dello scrittore britannico H G Wells. In questo libro, gli alieni atterrano nel Sussex inglese, devastano parte della regione e poi vengono uccisi da dei microbi. Si era deciso di usare un racconto del terrore per Halloween. Ma qui, arriva l’idea di Wells che rivoluziona tutto. A sceneggiatura già scritta, Orson Wells la vuole riscrivere sotto forma di notizie di giornale radio (genere più ascoltato della radio). I codici, però, non si mischiavano mai: si stava per utilizzare il codice di informazione per l’intrattenimento  30/10/38, h 20:30  la gente si mette ad ascoltare la radio  ASCOLTO DELL’AUDIO: - Orson Wells presenta la storia che si sta per ascoltare (si ribadisce che tutto questo è un’opera di finzione); - Presentazione delle previsioni meteo  cambio registro - Ci si connette con una sala da ballo (la musica viene suonata da un’orchestra in studio) con una ballata famosa all’epoca, la quale attrae. Viene interrotta da una notizia - Notizia flash  si parla di strani avvistamenti di gas ad idrogeno su Marte. Queste notizie flash, che interrompevano programmi, solitamente, venivano trasmesse in radio per dare cattive notizie (nel ’38, Hitler iniziava la sua avanzata, quindi c’erano spesso queste notizie). Si alza parabola di attenzione. In più, gli avvistamenti nello spazio sono particolarmente attraenti per la gente  spazio attira. - Si riparte con la musica - Poi si ritorna alle notizie  realismo: intervista al famoso astronomo dell’osservatorio di Princeton (quando bisogna dire qualcosa di importante, si chiama sempre l’esperto nel giornalismo). Lui dice che non è necessario preoccuparsi - Notizia flash  qualcosa cade sulla terra, nel New Jersey. L’esperto afferma che non c’è nulla da preoccuparsi (c’è una forma di climax molto abile  non viene immediatamente gridato il pericolo). La paura crea la parabola di attenzione  attrae. - Torna poi la musica. - In 7 minuti, gli ascoltatori, da 2 milioni passano a 6 milioni. - Interviene il radiocronista  racconta che prima si pensava fosse caduto un meteorite ma poi questo si apre ed esce un mostro. Il pubblico, in questo momento, recepisce tutto questo come? Orson Wells ha violato i codici e sta facendo un radiodramma di orrore  all’inizio del programma, si era ribadito che tutto era una finzione, ma nessuno inizialmente stava ascoltando (pochi ascoltatori). Tutti cambiano programma in questi minuti  nessuno capisce che si è su un radiodramma (codici violati). - Il cronista sta parlando, tutto prende fuoco, gli alieni iniziano ad attaccare e, ad una certa, il silenzio, l’interruzione  5 sec di silenzio, che in radio sono la morte: se essa tace, non c’è nient’altro. - Il panico diventa incontenibile tra gli ascoltatori  essi stanno davvero credendo a ciò. la gente allora comincia a scappare, abbandonando le case, andando dalla polizia, nascondendosi nei boschi. Nel frattempo, però, la notizia viene a galla: la stazione di polizia di NY chiede alla CBS di interrompere il programma. Viene fatto un accordo: il programma non verrà fermato ma, a cadenza regolare, gli attori dovranno dichiarare che quello è un radiodramma, non un vero GR. Ormai però è tardi: la notizia è dilagata e il panico è fuori controllo: si ascolta solo il pericolo. - Altro silenzio - Intanto, nelle strade si riversa la gente. La radio consiglia alcune strade e la gente seguirà esattamente quelle rotte. -

Elemento di realismo  attore interpreta e imita voce di un ministro degli interni che dice che ci si trova in una situazione gravissima. - Fine programma  la seconda parte sarà più narrativa. La scena finale c’è il cronista che muore in diretta, da NY, mentre racconta la disfatta della città. La radio cerca qualcuno che parli “c’è qualcuno in onda?” ma silenzio. Questo radiodramma finisce su tutti i giornali, il giorno successivo. Oggi, una cosa del genere potrebbe succedere? Quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione perché questo non avvenga? Oggi questo avviene, in quanto cadiamo ancora in molti tranelli riguardo all’informazione. Questa fu la prima volta che si scoprì che i media possono mentire  si capisce che è pericoloso credere senza senso critico. Da questo momento in poi, la manipolazione delle menti attraverso i mass media diventerà possibile: Orson Wells ha dimostrato questo. È evidente che i mezzi di comunicazione di massa sanno mentire. -

METTERE IN SCENA LA REALTA’ Concetto di diretta  unisce i mezzi della tv e della radio. Essa si può intendere come la negoziazione tra la programmazione (ha una durata ed è definita in base alle esigenze dei broadcasters) e la certificazione della realtà. Ci sono molti generi televisivi e radiofonici che si rifanno alla diretta e non solo informativi. Alcuni di questi, con il fatto di andare in diretta, suggeriscono un elemento di cerimonialit...


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