La princesse de Clève PDF

Title La princesse de Clève
Course Letteratura francese
Institution Sapienza - Università di Roma
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Description

LA PRINCIPESSA DI CLÈVES, MADAME DE LAFAYETTE La vicenda è ambientata nella corte di Enrico II, dura poco più di un anno, dall’ ottobre del 1558, con il negoziato della pace di Cercamp tra Francia, Inghilterra, Spagna e ducato di Savoia, al novembre del 1559, con la partenza di Elisabetta, figlia del re di Francia per la Spagna, e le sue nozze con Filippo II.

Il discorso narrativo si regge su un perfetto equilibrio tra il quadro storico, il mondo fastoso e splendido della corte, e la finzione romanzesca, il triangolo amoroso tra donna, marito e amante. M. de La Fayette, attenta alla verosimiglianza e alla logica degli eventi, storici o fittizi, non ha rinunciato, ad utilizzare i materiali più tipici del romanzo barocco: il ritratto rubato, la lettera smarrita e intercettata che passa da una mano all’ altra, la fantasticheria malinconica dell’ innamorato. Nel romanzo ci sono ben 4 digressioni: la storia di Diana di Poitiers, raccontata da Madame de Chartres, la storia di Madame de Tournon, raccontata dal principe di Cleves, la storia di Anna Bolena, raccontata dalla Delfina, e la storia del visdomino di Chartres, raccontata da lui stesso. Le digressioni nella Princesse de Clèves, assumono un grado di funzionalità, costruiscono un abile gioco di specchi per meglio illuminare il meccanismo della vicenda centrale. Fontelle e Valincour, criticarono le digressioni come episodi ritardanti dell’azione, senza rendersi conto del loro ruolo all’ interno della struttura narrativa, quello di fornire una sorta di educazione sentimentale per l’eroina. Infatti le prime due storie, quella di Diana di Poitiers e Madame di Tourrnon, servono a testimoniare l’infedeltà femminile, mentre le ultime due che riguardano Anna Bolena e quella del visdomino di Chartres, documentano l’infedeltà maschile.

La corte non è solo una cornice splendida e fastosa, dove si svolgono torne, balli, nozze, partire di caccia e pallacorda, ma è anche un inferno di intrighi e un luogo di maschere dove quello che si vede non è mai la realtà.

TRAMA

La storia della principessa di Clèves si svolge in un quadro di corruzione mascherato sotto un rituale araldico. Orfana di padre, sposa appena sedicenne per volere della madre, il principe di Clèves, senza amarlo, provando soltanto stima per lui. Durante un ballo al Louvre conosce il duca di Nemours, bello e raffinato, ed è amore a prima vista. La madre, che si e accorta dell’

inclinazione della figlia per lui, la mette in guardia dai pericoli della passione, e prima di morire le ricorda i valori della virtù e della fedeltà coniugale. Il duca rinuncia per lei ai progetti di matrimonio con la regina Elisabetta d’ Inghilterra, ma la principessa, col pretesto del lutto, si ritira in campagna e si rifiuta di riceverlo. Il marito, che ignora la ragione del suo desiderio di isolamento, la riconduce a Parigi. Nemours, ruba il suo ritratto sotto gli occhi di lei, felice e insieme turbata dal furto. Durante un torneo, il duca viene leggermente ferito e suscita le apprensioni della principessa. Una lettera indirizzata a Nemours da un’amante fa scattare la gelosia di Madame de Clèves, ma poi si scopre che la lettera era diretta a suo zio, il visdomino di Chartres. Segue la scena in cui i due amanti, per ordine della Delfina, scrivono una copia della lettera smarrita. Per difendersi dagli assalti dell’amore, la principessa si ritira nella sua villa di Coulommiers, dove confessa al marito la sua passione per un altro, senza rivelargli il nome del rivale. Nemours, che assiste alla scena senza essere visto, conosce la felicità di essere amato e la disgrazia di non poter soddisfare il suo amore. Con la confessione, l’eroina trova la sola difesa possibile contro il duca di Nemours, ma si accorge anche di essersi scavata un abisso dal quale non sarebbe mai più uscita. Intanto Nemours orgoglioso della conquista, commette l’imprudenza di raccontare il suo amore, con falsi nomi, al visdomino di Chartres. La storia della confessione circola così nel pettegolezzo di corte e scatena tra moglie, marito e amante un clima di sospetti e turbamenti. La morte del re, colpito ad un occhio da una scheggia di lancia durante il torneo, provoca mutamenti di potere tra le fazioni della corte, dove i duchi di Guisa diventano i nuovi padroni. La principessa, nel frattempo, si ritira a Coulommiers e Nemours la raggiunge, ma è spiato da un gentiluomo, amico del marito. Di notte il duca penetra nel giardino e dalla finestra la vede mentre guarda un quadro dove e ritratto Nemours. La principessa percepisce la sua presenza e si ritira nelle sue stanze. Il principe di Clèves, credendosi tradito, si ammala e muore. Qualche tempo dopo, con l’ aiuto del visdomino, il duca riesce ad incontrare la principessa, che pur rivelandogli la sua passione, gli confessa che il dovere, la convenienza e il timore di non essere amata più un giorno, le impediscono di sposare l’autore involontario della morte del marito. Madame de Clèves si ritira dal mondo e dalla corte per trascorrere il tempo tra la sua casa e un convento in un clima di virtù austera. CARATTERISTICHE

La verosomiglianza, la sottigliezza e il rigore dell’analisi, il gusto per la realtà storica e il perfetto congegno dei dialoghi, sono gli elementi che segnano l’originalità della Princesse de Clèves

rispetto alla struttura straripante e ampollosa del romanzo eroico-galante. L’opera di La Fayette imperniata sul mito della passione, s’inserisce nella grande tradizione francese, recuperando il modello cortese di Chrétien de Troyes e del Tristano e Isotta, aggiornato sugli schemi culturali dell’assolutismo del Re Sole. Il procedimento della stilizzazione eroica, continua ad essere il tratto dominante della scrittura di Madame de La Fayette, adatto a rappresentare l’ambiente aristocratico e brillante, magnifico e scintillante, del regno di Luigi XIV, abilmente mascherato attraverso lo schermo della corte di Enrico II, con uno spostamento di oltre un secolo del quadro storico.

L’inizio del romanzo subito definisce un ambiente prezioso e galante con la frequenza dei superlativi, degli aggettivi sublimanti e dell’iperbole. Tutte le qualità e i valori sono riuniti al grado più alto in personaggi eccezionali. Madame de La Fayette descrive un’unica classe sociale, l’aristocrazia di corte e ignora del tutto la realtà del mondo borghese e la miseria delle campagne. Per rispettare le regole della verosimiglianza, l’autrice illustra l’etichetta di corte, il cerimoniale delle feste, balli, tornei e pranzi, ma elimina gli stereotipi retorici del romanzo seicentesco fatto di rapimenti e naufragi, pirati e briganti e incontri imprevisti. Nella cornice del quadro storico si snoda un’avventura immaginaria che narra il movimento della passione nel cuore del personaggio. Il ritmo dei mémoires che caratterizza l’inizio del romanzo, si dissolve quasi subito nel respiro della finzione romanzesca. La struttura narrativa, costruita sullo Chema triangolare marito-moglie-amante, è una partita a scacchi tra la passione e la ragione, tra l’apparenza e la realtà, tra la gelosia e il devoir. Se il duca di Nemours è un essere di passione, che impiega tutte le sue energie e le sue strategie per conquistare la principessa, Madame de Clèves, preferisce il repos al bonheur, la tranquillità interiore e l’assenza di inquietudine alla felicità burrascosa dei sentimenti. Il repos che segna la conclusione della storia è il rifiuto dei tumulti della vita mondana e dei tormenti della passione. È la calma dell’anima, che apre prospettive più elevate e ampie rispetto al mondo ristretto e soffocante della vita. Poiché l’amore, che apre è un turbamento dei sensi e dell’anima e per essere alimentato ha bisogno dell’ostacolo. Il duca di Nemours è stato costante nella sua passione poiché l’amore era ostacolato dalla presenza del marito. Rifiutare poi di sposare il duca, dopo avergli dichiarato tutto il suo amore, per la principessa significa attuare l’unico mezzo per conquistarlo per sempre senza concedersi a lui. Unirsi in matrimonio con Nemours, corteggiato dalle dame più belle della corte, significherebbe diventare schiavi del desiderio ed essere condannati all’inferno della gelosia. In questo senso, La Princesse de Clèves

segna un’aperta trasgressione, la più moderna ed originale, al codice della galanteria.

TEMI

La bienséance, che non è soltanto il rispetto delle regole di corte ma anche l’armonia del comportamento interiore, e il devoir, l’obbedienza ai valori più intimi, sono i principi a cui l’eroina si affida per difendersi dall’amore, una passione distruttrice che provoca soltanto sofferenze e catastrofi. Per questo la principessa diventa una donna capace di controllare i propri sentimenti fino all’esasperazione. Il principe di Cléves resta perdutamente innamorato della moglie anche dopo il matrimonio, ma è perché lei prova soltanto stima per lui. Il duca di Nemours rinuncia per amore alla corona d’Inghilterra, ma se la principessa di Cléves cedesse ai suoi poteri di seduzione, potrebbe un giorno non amarla più.

La scena del ballo in cui s’incontrano per la prima volta i due amanti ha un alone magico e fiabesco. La giovane, timida ed ingenua e facile ai rossori, era stata istruita dalla madre sulle debolezze, i tradimenti, le sofferenze e le vergogne provocate dalla passione; ma dal colpo di fulmine al ballo, si scatena nel suo animo una lotta tra le leggi del cuore e quelle della ragione. Come bella tradizione del mito cortese, l’amore nasce dallo sguardo, il luogo in cui si svolge l’attività del desiderio e si instaura una relazione tra i personaggi. Tra Nemours e la principessa s’instaura un gioco di sguardi proibiti e sottratti, di segnali dati e nascosti (i colori del torneo, l’assenza ad un ballo, il ritratto).

Il tema del “vedere senza essere visto” è la situazione più frequente nel rapporto amoroso, infatti Nemours assiste invisibile alla scena della confessione della principessa al marito, l’eroina incontra il duca in un giardino di Parigi ma questi non la vede perché è immerso nel suo pensiero. La parola è pericolosa, può ingannare e uccidere, infatti il principe di Cléves muore per le conseguenze della confessione della moglie e delle informazioni spionistiche riportategli dal suo amico. Persino il re muore per la parola di un astrologo, quindi il silenzio diventa l’unica arma di sincerità e trasparenza. Il tema dell’aveu, della confessione, era diffuso nel clima culturale del tempo e rappresentava un’estrema variazione al codice della galanteria.

Nella Princesse de Clèves l’ostacolo si rifugia dentro la coscienza. Dopo la morte del marito,

l’eroina potrebbe sposare Nemours, ma il “fantasma del dovere” continua ad ostacolare la sua felicità.

Inoltre la principessa pratica l’ascesi del desiderio e sacrifica tutta se stessa per rispettare la memoria di un marito devoto e di un matrimonio sbagliato. Dopo la morte del marito non ci sarebbe niente ad ostacolare l’amore dei due amanti, ma la principessa sceglie di non sposare Nemours. Le motivazioni del rifiuto sono che essa teme di soffrire i tormenti della gelosia e pensa che il duca dopo il matrimonio potrebbe cessare di amarla. Infatti non ci sono matrimoni felici nel romanzo, poiché l’ideale della felicità coniugale è illusorio.

La corte è un luogo di maschere, menzogne e finzioni, l’unica tecnica possibile di comportamento è quella della dissimulazione, il controllo dei sentimenti, pensieri ed emozioni per mascherare le proprie intenzioni e non lasciarsi sopraffare dagli altri. La principessa, attua la “dissimulazione onesta”, un valore che non le impedisce la sincerità nei rapporti amorosi.

CRITICA

Quando il romanzo uscì nel marzo del 1678, ottenne un notevole successo di critica e di pubblico, ma suscitò anche accese discussioni e polemiche. Tra l’aprile e l’ottobre dello stesso anno Le Mercure galant aprì un sondaggio con le opinioni e gli interventi dei lettori, per sapere se la principessa, donna virtuosa, aveva avuto torto o ragione a confessare al marito la sua passione per il duca di Nemours. Alcuni la apprezzarono, altri la trovarono inverosimile e psicologicamente assurda. Madame de La Fayette era consapevole che la scena della confessione era una sfida al classicismo, ma era anche l’unica via d’uscita possibile per il congegno del suo romanzo. La scena è nello stesso tempo inverosimile e verosimile, essendo la principessa di Clèves l’unico personaggio sincero in un mondo dove regnano l’ipocrisia e la menzogna.

Il romanzo spiazza i lettori anche perché evidenzia lo scarto tra la logica della finzione e la conformità all’opinione diffusa....


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