La scuola nel medioevo PDF

Title La scuola nel medioevo
Author Ilenia Daniele
Course Metodologia della ricerca storica e didattica della storia
Institution Università degli Studi di Torino
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P. Rosso, La scuola nel Medioevo. Secoli VI-XV, Roma, Carocci 2018 1 CAPITOLO QUADRO GENERALE: LA SCUOLA NELL’ALTO MEDIOEVO Per comprendere le origini e i metodi dell’istruzione nella prima età medievale è indispensabile risalire indietro di alcuni secoli. La scuola romana era finalizzata a un compito dalle forti valenze politiche, ossia formare le élites dirigenti, chiamate a svolgere precise mansioni amministrative e di governo. Da qui nasce il carattere trasmissivo di nozioni e di valori assunto dai centri d’insegnamento. Il giovane non veniva formato ad acquisire nozioni utili per trasformare il mondo in cui viveva, ma solo per conoscerlo (educazione ad AGIRE e non a pensare). Il tramite per il passaggio di saperi era il MAGISTER, una figura che assunse grande autorità nel contesto didattico. L’impianto del sistema di istruzione del mondo romano aveva assunto una struttura organizzata su 3 livelli: 1. Scuola primaria (ludus litterarius) il giovane allievo imparava a leggere, scrivere e fare i calcoli solo una piccola parte di studenti passava poi al grado successivo; 2. Grado intermedio, dedicato allo studio della lingua latina e conseguito presso il grammaticus (insegnante); 3. Rethors, l’ultima fase era rappresentata appunto dalla retorica. Si ultimava e si apprendeva l’arte della retorica (arte oratoria e persuasiva). Questa sostanziale idea di scuola venne accolta senza troppi mutamenti nella società medievale, diversa da quella romana, ma la disgregazione dell’impero romano, provocò la frantumazione della compattezza culturale e soprattutto del sistema scolastico. L’istruzione era a carattere privato e destinato solo alle famiglie ricche, ma vi era l’esistenza di alcuni edifici pubblici elementari. Questo quadro di diffuso alfabetismo, cambierà a partire dal 7° secolo , con l’ingresso dei barbari (VISIGOTI in Spagna, BURGUNDI e FRANCHI in Gallia, OSTROGOTI in Italia, VANDALI in Africa settentrionale). Con la loro entrata, la civiltà romana e le strutture scolastiche scomparvero man mano. Nell’educazione dell’aristocratico, rimase in vita la tradizione germanica, caratterizzata da una forte CULTURA MILITARE, fondata sull’uso delle armi, cavalcature ecc. GERMANIA: Inoltre il disinteresse dei sovrani germanici per il pensiero classico contribuì ancora di più alla decadenza delle scuole municipali (religione ariana). ITALIA e GRECIA: In Italia la scuola sopravvisse più a lungo (Ostrogoti), ma la violenta guerra greco-gotica, segnò la fine della convivenza tra Goti e Romani. Tale crisi colpì anche il sistema scolastico, che ebbe un’ulteriore contraccolpo con l’entrata sul suolo italiano da parte dei Longobardi, che provocarono una frattura nell’unità politico-amministrativa e nel sistema scolastico. GALLIA: La Gallia, la Provenza, Borgogna subirono un progressivo impoverimento culturale, generato dall’assenza di scuole pubbliche. SPAGNA: Governata dai Visigoti, riuscì a mantenere un buon grado di romanizzazione. Sopravvissero, infatti, alcune scuole di grammatica, retorica, diritto e medicina, che furono frequentate dai membri delle grandi famiglie ispano-romane.

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Alla lenta decadenza generale dell’istruzione scolastica antica, sopravvissero le SCUOLE ECCLESIASTICHE. Infatti in tutta l’Europa cristiana, si intensificarono gli interventi della Chiesa sull’istruzione, che portarono all’apertura di centri di insegnamento rivolti ai chierici (membro del clero) e alla dissoluzione delle scuole pubbliche (scuole cristiane, eremi, monasteri).

1.2 IL RINNOVAMENTO CULTURALE CAROLINGIO Tra la metà del 7° secolo e gli inizi dell’8° la presenza dei Longobardi e l’espansione dello spazio Islamico, arrestarono lo sviluppo della scuola monastica in Italia, Spagna e Africa settentrionale. In questo periodo vi fu una generale azione di cristianizzazione, iniziata in un primo momento da PAPA GREGORIO MAGNO, che inviò dei missionari in Inghilterra, per evangelizzare gli Anglosassoni, ed in un secondo momento promossa dal cattolicesimo celtico. Si venne a creare in Inghilterra, quindi una cultura ANGLO-LATINA, alimentata anche dall’afflusso di libri latini e greci. ( Grazie a questa tipologia di conoscenza e cultura religiosa, si formarono intellettualmente i celebri monaci. Il più importante fu BEDA IL VENERABILE, che acquisì la sua conoscenza grazie alla ricca biblioteca del monastero di Jarrow. Dalle isole britanniche, inoltre, presero avvio nel 7° secolo le missioni anglosassoni sul continente, tra cui quella celebre di Wynfrith, un maestro di grammatica che, assunto a Roma il nome di BONIFACIO, operò a lungo come vescovo missionario in Germania, presso Turingi, Sassoni e Frigi) Anche la Chiesa di Roma, liberatasi dalla tutela dei re bizantini, rafforzò il suo prestigio, proponendosi come il principale centro di cultura religiosa in Occidente. La città papale cominciò ad attirare a sé chierici e monaci che potevano formarsi nella liturgia romana e anche intraprendere una formazione superiore religiosa ed amministrativa, frequentando la SCHOLA CANTORUM del Laterano. A Roma erano conservati, inoltre, patrimoni librari importantissimi. Con l’unzione papale di PIPINO IL BREVE (re dei Franchi) nel 754 e consolidata poi con l’incoronazione di CARLO MAGNO (re dei Franchi) nell’800, vi furono delle conseguenze sul piano della formazione del clero e sull’istituzione scolastica. In particolare, l’impero di Carlo, richiedeva un gran numero di funzionari e sacerdoti istruiti. Si darà avvio al cosiddetto RINNOVAMENTO CAROLINGIO, che vide la Chiesa, la principale istituzione coinvolta nel progetto di formazione culturale. Un atto importante e voluto ds Pipino, fu proprio quello della compilazione della riforma della REGULA CANORICORUM di CRODEGANGO (vescovo), che imponeva al clero l’obbligo della vita comune e lo studio delle Sacre Scritture e delle opere dei padri della Chiesa, indispensabile per la predicazione. Questo processo di istruzione si consolidò con il figlio, Carlo Magno (principe analfabeta), che agì per migliorare la formazione nella lingua e nella grammatica latina del clero, inoltre promosse il perfezionamento dell’amministrazione del regno. Difatti proprio con Carlo venne universalmente adottata una nuova scrittura, la minuscola carolina; una scrittura chiara e di facile lettura.

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1.3 INTERVENTI LEGISLATIVI DEL POTERE PUBBLICO E DELLA CHIESA A FAVORE DELLE SCUOLE Carlo, quindi realizzò un vero e proprio regno cristiano, regolato nel comportamento morale e nel corretto funzionamento della Chiesa regolato dall’ADMONITIO GENERALIS nel 789, un piano di riforme. A causa però, del basso livello di cultura religiosa e a causa della scarsa qualità dei testi, si prescrisse l’insegnamento dei salmi, del canto, del calcolo e della grammatica in ogni vescovado e monastero; inoltre ai copisti fu dato l’ordine di realizzare libri privi di errori, eliminando i libri ritenuti apocrifi ( non autentico). Anche per quanto riguarda la scuola, vi furono dei cambiamenti, con l’attivazione di centri di istruzione nelle sedi vescovili , nei monasteri e nelle parrocchie rurali. Tuttavia l’admonitio non fu del tutto risolutivo. I risultati di questo rinnovamento, però furono evidenti solo nella scuola di corte, poiché il numero di centri di insegnamento nel regno furono relativamente bassi, né tale politica incise significativamente sull’alfabetizzazione in Europa che rimase molto bassa. I progetti di Carlo, furono intrapresi e proseguiti dal figlio LUDOVICO IL PIO (principe colto), che fece allestire una ricca biblioteca di testi classici e cristiani, incrementandola. Con Ludovico, fu riorganizzata anche la scuola, stabilendo che presso le scuole cattedrali si potevano formare anche i chierici non appartenenti al capitolo, mentre le scuole dei monasteri avrebbero dovuto accogliere solo coloro che avessero voluto intraprendere la vita monastica. Successivamente altri cambiamenti in ambito scolastico furono intrapresi dal figlio di Ludovico, LOTARIO. Tra le iniziative, vi fu l’ambizioso tentativo di organizzare le scuole del regno in un SISTEMA D’ISTRUZIONE DI NATURA PUBBLICA. I principali centri culturali per chierici del Regno di Italia sono 9: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

PAVIA (capitale del regno); IVREA; TORINO; CREMONA; FIRENZE; FERMO; VERONA; VICENZA; FRIULI

L’intento era quello di creare una rete di centri di istruzione, guidati dal clero e destinati alla formazione dei magistri da inviare in altre scuole. Ma la rivalità tra i figli di Ludovico il Pio complicò la realizzazione di tale ambizioso progetto. L’azione dei principi carolingi per la formazione religiosa dei sudditi restò forte, tant’è che i vescovi delle province ecclesiastiche decisero di intervenire sul tema dell’istruzione. Essi cercarono di occuparsi della formazione del clero e dei laici nelle principali città e parrocchie rurali. Tra le più significative disposizioni sull’istruzione del clero, vi sono quelle dettate dal PAPA EUGENIO II e dal CONCILIO LATERANENSE del 862. Si trattava delle prime norme dettate per la formazione degli ecclesiastici, dove veniva promosso l’insegnamento delle artes liberales nelle sedi vescovili.

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1.4 LA SCUOLA NELL’EUROPA POSTCAROLINGIA (META’ 10° E 11° SECOLO) » ITALIA : La crisi dell’impero carolingio avvenne nel 887 con la deposizione di CARLO IL GROSSO. Ne nacque una frammentazione politica che non favorì lo sviluppo culturale dei centri scolastici e a questa situazione si aggiunsero anche i numerosi flussi migratori di popolazioni straniere che scossero l’Europa e le isole britanniche. I NORMANNI, SARACENI e gli UNGARI, durante la loro migrazione distrussero le maggiori abbazie che erano i centri culturali ed intellettuali, incidendo pesantemente sulla cultura europea. Le comunità monastiche, però, rimasero potenti canali di diffusione di cultura e di libri. Successivamente la ricostruzione delle abbazie, comportò una forte ripresa delle attività di scrittura dei manoscritti, per rigenerare le depauperate biblioteche monastiche e per questo si fece ricorso agli SCRIBI (amanuensi). L’Italia meridionale fu terreno di incontro tra cultura latina e greca. I greci riuscirono, nonostante gli attacchi dei Longobardi e degli Arabi, a mantenere il controllo della Puglia e della Calabria. La cultura greca giunse quindi dalle regioni del sud come ad esempio le città costiere di Venezia e Amalfi (ma la cultura rimase circoscritta in quelle zone). Il livello di cultura però ebbe un abbassamento nel 10° secolo. In questo periodo però vi fu la presenza di alcuni studiosi importanti:    

Raterio, vescovo di Verona conoscitore della lingua latina; Gerberto di Aurillac, uno dei massimi insegnanti dell’epoca Abate di Bobbio, arcivescovo di Ravenna; Papa Silvestro II

» GERMANIA: Gerberto fu uno dei principali protagonisti del risveglio culturale promosso dalla dinastia degli OTTONI. Infatti con il regno di Ottone I, la Germania si arricchì di chierici colti e vescovi dotati di cultura. In questo contesto si formarono i successori Ottone II e Ottone III. Con il passaggio della corona alla dinastia dei SALLI, non si arrestò la cura per la cultura, ma con la morte di ENRICO III, si acutizzò lo scontro con il papato per la legittimazione del potere imperiale e l’interesse per la cultura e la scuola si ridusse nuovamente. » FRANCIA: Nel regno di Francia vi fu l’ascesa dei CAPETINGI, con al potere UGO CAPETO, che non aprì una stagione significativa per la cultura e la scuola. » MONDO ARABO: Inoltre vi furono numerose influenze dal mondo arabo, con l’ingresso dei trattati scientifici e la filologia (interesse per la parola). » INGHILTERRA: Anch’essa conobbe iniziative di riforma monastica ed interventi di ripristino degli studi. Furono promosse anche le traduzioni di opere latine in anglosassone, in particolare di scritti storici e dei padri della chiesa. Avrà luogo la RINASCENZA ANGLOSASSONE.

1.5 L’ISTRUZIONE NEL NUOVO MODELLO MONASTICO E NEL MOVIMENTO DI RIFORMA DELLA CHIESA Le famiglie aristocratiche tentarono di rendere stabili e definitive le cariche ecclesiastiche occupate dai loro membri anche attraverso la fondazione dei monasteri e chiese PRIVATE, da loro controllate, mentre i vescovi e gli abati costruirono degli spazi di dominio signorile.

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Il mondo monastico propose a tutta la Chiesa il suo modello di spiritualità, preghiera e mediazione nei rapporti tra uomo e Dio. I principali monasteri rinnovati furono:   

Abbazia di Cluny in Borgogna; Monastero di Saint Benoît-sur-Loire Comunità di eremi, come quella ai Camaldoli, Ravenna, Francia ecc.

L’11° secolo sarà definito di SVOLTA, per i suoi processi di mutamento in campo religioso, economico, sociale e politico-istituzionale che vi si realizzarono. Vi fu anche la diffusione del MONACHESIMO (nato dalle esperienze orientali è la totale dedizione all’aspetto spirituale della propria vita) da parte delle chiese. Roma affermò, tuttavia, la sua autorità e il suo prestigio, tant’è che mondo occidentale venne connotato come CHRISTIANITAS ROMANA, ossia definito entro dei precisi confini geografici. Un evento significativo di questo processo fu lo scisma che nel 1054, separò definitivamente la Chiesa di Roma, da quella di Costantinopoli. In questa nuova ottica, vi fu una rinnovata attenzione alla scuola; per il clero fu aggiornato il programma di studi, maggiormente orientato alle scienze religiose e si irrobustì anche l’organizzazione scolastica in ambito urbano.

2 CAPITOLO LA GEOGRAFIA SCOLASTICA ALTOMEDIEVALE Per comprendere appieno gli sviluppi e l’organizzazione della scuola altomedievale bisogna soffermarsi sugli orientamenti assunti dalla cultura, a partire dal crollo dell’impero romano. La cultura era essenzialmente CRISTIANA, che doveva coesistere con quella CLASSICA GRECOLATINA (fonte di sapere). L’impianto della scuola classica venne mantenuto dalle scuole cristiane, ma l’insegnamento avvenne in nuovi spazi scolastici, sotto la direzione dei magistri ecclesiastici. Le posizioni assunte dal cristianesimo nei confronti delle produzioni letterarie pagane furono inizialmente di diffidenza e talvolta di netto rifiuto. Di queste opere venivano respinti i presupposti ideologici, troppe formule retoriche e riferimenti mitologici, mentre i testi filosofici trasmettevano posizioni spesso in contrasto con la dottrina cristiana. Ma questa criticità fu ben presto abbandonata, poiché la cultura laica era molto vasta e formante. Inoltre molti intellettuali accolsero la fede cristiana senza interrompere la lettura di testi e letteratura profana. La tradizione classica venne spogliata dai suoi elementi pagani e arricchita di contenuti cristiani. Queste soluzioni di compromesso però crearono i presupposti per la nascita di una nuova manifestazione letteraria. La formazione dei giovani nelle scuole, secondo l’impianto classico, continuava a prevedere lezioni presso un grammaticus e successivamente un rethor. I testi letti e commentati restarono quelli dei principali auctores della letteratura pagana. Con la frantumazione degli assetti politici del mondo romano-cristiano, la tradizione classica venne percepita come strumento efficace di identità e di autonomia culturale. Inoltre le arti liberali erano state definitivamente fissate nel numero canonico di 7 e vennero divise in due sezioni, nel TRIVIO e QUADRIVIO:  

TRIVIO: grammatica, retorica e dialettica; QUADRIVIO: aritmetica, musica, geometria, astronomia.

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Nell’Italia ostrogota sopravvissero inoltre importanti centri scolastici, Roma, Ravenna, Milano e Pavia. A Roma vi furono due intellettuali più importanti, Boezio che intraprese un progetto di trasmissione della cultura filosofica e scientifica greca e Cassiodoro che sottolineò l’importanza di preservare il patrimonio dottrinale antico e la necessità di effettuare un progetto scolastico di orientamento teologico-umanistico. Si verificò quindi una rinascita culturale intorno al 6° secolo, con il mantenimento di una cultura giuridica. Anche in Spagna e in Gallia, vi fu questa ripresa. Nelle altre regioni europee, invece, la letteratura pagana conobbe una fase di quasi totale oscurità, da cui si cominciò ad uscire dall’8° secolo con la cultura carolingia. Non vennero più copiati i libri, ma vennero prodotti una grande quantità di CODICI PATRISTICI, BIBLICI E LITURGICI che presero il nome di PALINSESTI, indicatori delle nuove inclinazioni della cultura cristiana.

2.2 I MONASTERI COME CENTRI DI STUDIO La nascita del MONACHESIMO, diffuso grazie alle esperienze monastiche orientali, diede vita a fondazioni a carattere cenobitico, ossia costituite da monaci. Essi sorsero in particolare in Provenza, Italia e in Irlanda, governate da norme di vita e di organizzazione le regulae. Le diverse regole furono unificate sotto la BENEDETTINA, l’unica approvata dalla Chiesa. Il monachesimo assunse una funzione decisiva nel recupero e nella trasformazione della cultura classica, realizzata adottando di volta in volta la forma del RIFIUTO, FILTRAGGIO o addirittura alla MANIPOLAZIONE degli scritti classici. Nel mondo monastico si sviluppò e venne preservata una cultura dotta, la CULTURA DEL LIBRO. Vi fu inoltre una dinamica combinazione di cultura antica pagana con quella cristiana. Anche se la tradizione culturale pagana era considerata in ambito monastico come minaccia interiore, che poteva trasformare il religioso in intellettuale. I monasteri furono però, luoghi che permisero il mantenimento di forme di organizzazione e di trasmissione del sapere. La cultura sviluppata all’interno del monastero, era orientata alla contemplazione, a differenza dei centri scolastici che erano volti alla vita attiva. Altre particolarità della scuola abbaziale erano dedicate alla qualità delle nozioni. Le nozioni di grammatica impartite erano funzionali alla comprensione di una religione e non erano propedeutiche a successivi percorsi letterari. L’istruzione era dedicata esclusivamente per la comprensione della preghiera.

2.3 LE PRINCIPALI SCUOLE MONASTICHE A partire dal 7° secolo nell’Italia centro-settentrionale ebbe luogo una vera e propria rinascita delle istituzioni monastiche. Questa rinascita coinvolse anche la Gallia, la Germania, l’Irlanda, la Francia con la prestigiosa scuola di Fleury, Isole Britanniche, dove sorsero centri di cultura religiosa, Penisola Iberica, in particolare in Catalogna, ecc. Nel 9° secolo la geografia delle scuole monastiche si arricchì tantissimo, grazie alla spinta propulsiva dell’educazione carolingia. La riforma monastica, interessò tutto l’Occidente e rinnovò sia la vita religiosa che quella culturale. In Italia, si svilupparono in particolar modo le scuole episcopali. Un esempio fu quello del monastero di MONTECASSINO, che dopo la sua restaurazione (fu distrutto dai Saraceni) conobbe

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una forte fioritura culturale con Teobaldo e Desiderio. Dall’11° secolo la scuola monastica si orientò verso gli studi delle arti liberali, della medicina e dell’agiografia (la memoria della vita di un santo e del culto a lui tributato), accogliendo importanti figure di intellettuali. Nella zona di Montecassino e nell’area culturale beneventano-cassinese, vennero custodite numerose opere e manoscritti importanti come quelli di Seneca e Tacito. I monasteri, oltre a fornire un luogo di studio erano anche dei centri di conservazione libraria, grazie alla dotazione di grandi biblioteche.

2.4 NEI CENTRI URBANI: LE SCUOLE CAPITOLARI Vi era, soprattutto nei centri urbani, l’esistenza di scuole episcopali (Agostino tentò di istituirne una ad Ippona). L’esistenza di tali scuole nei secoli precarolingi è difficilmente ricostruibile, sia per la scarsa documentazione, sia per le diverse sfumature semantiche che assumevano i termini connessi all’insegnamento. Infatti, nel medioevo, schola, oltre ad indicare la scuola, poteva assumere anche il significato di confraternita, associazione su base etnica, corporazione. Fino all’8° e al 9° secolo magister scholae indicava generalmente il rettore di una schola cantorum. Questi centri erano adibiti alla formazione dei cantores, che avevano importanti ruoli della liturgia delle chiese episcopali. Tali scuole offrivano una prima istruz...


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