Le teorie organizzative classiche PDF

Title Le teorie organizzative classiche
Course Organizzazione e gestione delle risorse umane
Institution Università Carlo Cattaneo
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teorie classica appunti...


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Le teorie organizzative: il paradigma classico Le teorie organizzative possono essere viste come un ramo delle scienze sociale. È un campo eterogeneo con nicchie diverse che coinvolge diverse enclaves, per stile orientamento e convinzioni. In Aristotele troviamo qualcosa che riguarda gli aspetti economici. In antichità c’era molta attenzione al comando. Il comportamento di chi comandava era soggetto di attenzione. Ma uno studio scientifico vero e proprio della materia è molto recente. Ad oggi vi sono 100 anni di sviluppo intenso legati alla prassi manageriale. Questa non nasce come qualcosa di unitario, ma si avvale di contributi sviluppati in precedenza in altri ambiti. Non esiste una teoria condivisa con una prospettiva comune. C’è conflitto anche tra le diverse visioni. Abbiamo molti riferimenti perché lo sviluppo è stato intenso. Nel complesso offrono un’ampia gamma di riferimenti per alimentare la nuova progettualità organizzativa. I principali contributi riguardanti la materia dell’organizzazione si sono verifica dalla metà del ‘900. In particolare, si possono evidenziare alcuni avvenimenti che hanno contribuito pi di altri allo sviluppo della scienza dell’organizzazione: 1) L’avviarsi dei processi di industrializzazione: che ha comportato la nascita di molte grandi aziende nelle quali era di fondamentale importanza creare strutture organizzative adeguate. Anche la burocratizzazione 2) La seconda guerra mondiale: i governi investirono parecchie risorse per sviluppare criteri organizzativi innovativi da applicare alle strutture militari. 3) Il trasferimento di molti scienziati sociali europei in America e il successivo sviluppo delle business school americane che creano un contesto molto favorevole alla nascita di nuove teorie. (nascono alla fine 800. Aiutano a portare università su un terreno legato alle esigenze delle azienda. si sono poi diffuse in tutto il mondo partendo dall’America. In Italia negli anni 50\70.) Per poter leggere l’evoluzione delle teorie organizzative nel tempo si può fare ricorso a due variabili in particolare: il locus e il focus.  - Focus: indica la tendenza dei manager a prediligere una “realtà oggettiva”, caratterizzata da calcoli e analisi di conseguenza da fini convergenti, o una “realtà soggettiva” che pone enfasi sulle dinamiche relazionali, sui diversi comportamenti delle persone e ha quindi fini che possono divergere fra loro. - Locus: identifica il luogo verso il quale si concentra l’attenzione degli attori dell’azienda. Si pu guardare “dentro i confini” dando pi importanza al contesto interno o “oltre i confini” valorizzando le dinamiche dell’ambiente esterno. I differenti comportamenti assunti dalle aziende in relazione a queste due variabili hanno determinato, nel corso della storia, il susseguirsi diverse complessità che i manager delle aziende si sono trovati ad affrontare. I due assi ci permettono di individuare 4 diverse aree significative per classificare le concezioni organizzative. Complessità tecnica: si considerano le regole Complessità sociale: ci si confronta con i gruppi Complessità strategica: ci si confronta con esterno Complessità del quarto tipo : ci si confronta non solo sui mezzi ma anche sui fini → gioca e conta l’ambiente. Si possono individuare due marcate fratture nel percorso della scienza organizzativa:

1) L’affermazione del fenomeno della soggettività: si è riconosciuto che le persone, attraverso la loro individualità, le loro relazioni e caratteristiche, sono un elemento che influenza direttamente le organizzazioni. (organizzazione come un mondo vitale). (es: ford con la macchina → per lui concorrenza non era un problema → il mercato e prodotto era così all’inizio e prezzo così sostenibile e quindi “prodotto si vendeva da solo”) 2) Lo sfaldarsi de i confini dell’organizzazione: come risposta alle tensione generate dal contesto esterno, dall’evoluzione delle tecnologie dell’informazione e delle forme contrattuali. Ambienti esterni ad un certo punto hanno accolto sempre di + la concorrenza e ha portato a fare i conti con mercato e i suoi fattori oggettivi. ALCUNE DATE: La visione classica e i padri della scienza dell’organizzazione: periodo classico Weber: fa superare il concetto del sovrano che ha assoluta discrezionalità. C’è una organizzazione che dà delle regole che non si possono violare. Taylor: ingegnere → fonda criteri per la catena di montaggio → applica suddivisione del lavoro. Ford anche lo applica e raddoppia i salari negli anni ’20 → dà possibilità alle persone di guadagnare di + fino a comprare prodotto. Taylor fa condividere gli stessi obbiettivi a tutti i tipi di lavoratori. → entrambi generano una forte potenza produttiva e genera poi successo e porta prodotto nuovo che si afferma → crea mercato. Entrambi si concentrano sull’efficienza produttiva Simon: economista e psicologo → razionalità limitata non c’è razionalità oggettiva. Churchman: manager science → abbina manager con calcolo economico e statistico→ ricerca modelli razionali → uso modalità di calcolo evolute. Mary Parker Follett: studiosa sociale e consulente di manager e si occupa degli aspetti umani del lavoro. L’organizzazione come forza trasformatrice : le organizzazioni trainano il cambiamento anche più di altri fattori. Creano il mercato di massa dei prodotti industriali. L’organizzazione come motore di crescita sociale. Prima l’emergere del fenomeno della soggettività, il riconoscimento del fatto che le persone siano così direttamente implicate nelle organizzazioni, fino a rendere le stesse, un fenomeno strettamente intrecciato con la vita di individui, gruppi e società, un “mondo vitale”. Successivamente, lo sfaldarsi dei confini dell’organizzazione di fronte alle tensioni indotte dalle dinamiche degli ambienti esterni, un aspetto che l’evoluzione delle tecnologie dell’informazione e quella delle forme contrattuali rende ancora pi critico per il futuro La prima cultura: la visione classica -L’organizzazione in questa prima fase era vista come il mezzo tramite il quale le grandi imprese potevano crescere e aumentare la propria produttività. -Le fasi produttive erano fortemente frammentate e svolte da un grande numero lavoratori. - In generale il lavoro era caratterizzato da routine e da scarsa variabilità (prodotti piuttosto standard). -L’aspetto organizzativo era invece affidato ad un gruppo ristretto di manager che avevano il compito di trovare costantemente, attraverso calcoli e analisi, nuove soluzioni che potessero diminuire i tempi di produzione e gli errori commessi dai lavoratori -Le complessità che devono affrontare i responsabili dell’organizzazione sono di carattere tecnico. Un cambiamento di pensiero e paradigma si ha con la “teoria della razionalit limitata” di Simon, che sposta l’attenzione verso un focus soggettivo, analizzando il comportamento e il processo decisionale delle persone all’interno di un’organizzazione. →organizzazione come motore di crescita e forza produttiva che ha trasformato la società: innovazione fordista e taylorista (innovazione scientifica del lavoro).

Ford aggiunge a questa gli alti salari per permettere ai dipendenti di acquistare il prodotto, convinto del fatto che la ricchezza complessiva avrebbe creato il mercato. • il sociologo e politologo Weber: amministrazione che adotta un metodo razionale. • l’ingegnere Taylor. • l’imprenditore Ford. • il dirigente Barnard → teorizz il ruolo del dirigente, • il filosofo, statistico e matematico Churchman → sviluppo dell’informatica e approccio matematico, • l’economista e psicologo Simon → razionalità limitata. Tutti personaggi attivi in pi campi del sapere e per i quali ogni appartenenza disciplinare appare stretta. →Ricerca di una gestione della complessità che rappresenti un progresso anche in senso sociale. Consapevolezza profonda dei processi pi vasti di interazione sociale, del disordine che non si pu eliminare Sforzo di dispiegare in pieno il potenziale del calcolo, dell’analisi dei problemi, della gestione delle informazioni, della ricerca di soluzioni razionali, della diffusione di metodologie gestionali come fonti fondamentali per il benessere e la crescita che dalle grandi e innovative organizzazioni si propaga su tutta la società. Durante e dopo la seconda guerra mondiale • Grande aspettativa di applicare la razionalità scientifica alla soluzione di problemi complessi; • accelerazione di processi innovativi di rilievo anche per la scienza dell’organizzazione. • negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le strutture militari dettero grande impulso alla ricerca applicata e alla sperimentazione con impatti di rilievo in molteplici campi – progetto Manhattan nel nucleare, – “macchina” di Alan Turing, costruita a Bletchley Park per decrittare i codici utilizzati dai nazisti e che aprì la strada alla Computer Science • Per vincere la guerra fu necessario investire enormi risorse finanziarie e mobilitare le migliori intelligenze nell’ambito di strutture di grande complessità e dimensione, adottando criteri organizzativi innovativi rispetto alla stessa tradizione militare Organizzazione come motore di crescita: La razionalità limitata porta ad un contesto relazionale ma nasce come tentativo di dare una miglior spiegazione alla realtà. L'informazione non solo è difficile da ricercare, ma ci sono anche soggetti che la strumentalizzano per arrivare ad una soluzione. Ricerca di una gestione della complessità che rappresenti un progresso anche in senso sociale. Consapevolezza profonda dei processi pi vasti di interazione sociale del disordine che non si pu eliminare. Sforzo di dispiegare in pieno il potenziale del calcolo, dell’analisi dei problemi, della gestione delle informazioni, della ricerca di soluzioni razionali, della diffusione di metodologie gestionali come fonti fondamentali per il benessere e la crescita che dalle grandi e innovative organizzazioni si propaga su tutta la società....


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