Leopardi - Appunti PDF

Title Leopardi - Appunti
Author Riccardo Pozzi
Course Italiano
Institution Liceo (Italia)
Pages 2
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Appunti...


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LEOPARDI:il pensiero e la poetica

La poesia di Leopardi è

radicata nella concreta esperienza autobiografica, ciò però

non vuol dire che sia una poesia puramente autobiografica, ma significa che il poeta affronta nella sua poesia le problematiche che sono proprie dell’uomo. Ed il problema che più interessa Leopardi è l’infelicità dell’uomo

1. fase: (pessimismo storico) Il 1819 è un anno di crisi testimoniato dalle riflessioni consegnate allo Zibaldone. Da questo momento egli tenta di razionalizzare la propria esperienza di sofferenza individuale nell’ambito di una più vasta riflessione sulla condizione umana L. constata la propria infelicità personale e riflette sul fatto che l’uomo dell’antichità era capace, grazie alla sua immaginazione, di illusioni che abbellivano la vita. I moderni invece hanno perduto la capacità immaginativa e la loro infelicità è più grande. L’infelicità dell’uomo moderno è una infelicità storica. L’uomo antico era capace di una poesia immaginativa, consolatoria. L’uomo moderno è più infelice, perché si è allontanato dallo stato di natura. In questa fase la Natura è vista ancora da Leopardi

come una madre benevola. E’ il progresso ad avere

allontanato l’uomo dalla Natura. La poesia dell’uomo moderno non è più una poesia immaginativa e consolatoria basata sulle illusioni, ma è una poesia sentimentale e filosofica basata sulla scoperta della verità.

2. fase : (pessimismo cosmico) Nel 1824 inizia la stesura delle Operette morali. L. scopre che tra il bisogno di felicità dell’uomo e la possibilità di essere realmente felice c’è un abisso. L’uomo desidera intensamente essere felice, ma non può soddisfare questo suo bisogno. Il piacere desiderato è sempre superiore al piacere conseguito e conseguibile. Anzi l’unico piacere veramente sperimentabile nasce dalla cessazione del dolore. L’uomo come tutti i viventi nasce al solo scopo di morire. Questa è una verità che traspare anche dai Canti pisano recanatesi (La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggi, Canto notturno di un pastore errante….) In questi canti la poesia, che nasce dalla memoria degli affetti, i temi ricorrenti sono quelli della caduta delle illusioni e della scoperta dell’arido vero. La Natura, sia nelle Operette che nei Canti, è sentita come

responsabile

dell’infelicità dell’uomo, è una Natura matrigna perché mette nell’uomo un

desiderio di felicità che non può mai essere soddisfatto. L’infelicità umana è per Leopardi una condizione esistenziale propria di tutte le creature viventi. ( vedi il Dialogo della Natura e di un islandese)

3. Fase : ( poesia eroica) Dopo il 1832 Leopardi appare più aperto al mondo, più combattivo. Con il ciclo di Aspasia, ispirato alla passione per la Fanni Targioni Tozzetti, Leopardi dà vita ad una poesia aspra e disarmonica. La cocente disillusione amorosa lo porta infatti ad abbandonare per sempre ogni illusoria speranza e a disperare del proprio cuore che si è ancora lasciato ingannare. Egli vuole proclamare la verità del dolore e della morte nella vita degli uomini, di tutti gli uomini. Anche per questo non si stanca di investigare i modi di pensare degli antichi e dei moderni e di osservare il comportamento degli uomini. Gli uomini secondo Leopardi devono riconoscere il vero della condizione umana e questo vero è che la vita è male. Consapevoli del male di vivere gli uomini devono allearsi per ridurre il più possibile il dolore, per sostenersi a vicenda. Nasce in Leopardi un sentimento di pietà per il genere umano da cui scaturisce un sentimento di fraternità: gli uomini devono allearsi tra loro per resistere al dolore del vivere, alla ferocia della Natura. La sua diventa una poesia eroica , di resistenza al male e al dolore(vedi la poesia La ginestra). E’qui evidente il titanismo di Leopardi cioè la determinazione del poeta di affrontare a viso aperto il male di vivere. -----------------------------------------------------------------------------------------------In generale possiamo affermare che Leopardi assegna alla poesia una funzione conoscitiva perché l’uomo di immaginazione (il poeta) scopre molte verità che alla pura ragione ( propria del filosofo) non basterebbero secoli per scoprire. Filosofia e poesia sono affini tra loro: il proprium della poesia è il bello, il proprium della filosofia è il vero. E’ dunque necessario che il poeta sia filosofo e che il filosofo sia poeta. Il poeta infatti attraverso l’immaginazione è capace di cogliere analogie, di accostare elementi lontani, di penetrare i misteri della natura, per questo cuore e fantasia dicono sovente il vero più della fredda ragione. La poesia quindi diventa un modo per leggere la realtà ed accostarsi alla verità....


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