Giacomo Leopardi - appunti lezione PDF

Title Giacomo Leopardi - appunti lezione
Author concetta leuzzi
Course Letteratura Italiana
Institution Università telematica e-Campus
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appunti lezione...


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Giacomo Leopardi Quando

29 giugno 1798 - 14 giugno 1837 Movimento letterario Romanticismo Pensiero Il pensiero leopardiano parte da una meditazione sull’infelicità in sé, della quale vengono indagate le cause, le dinamiche e le conseguenze. Matrice della misera condizione umana è la natura, dapprima innocua e poi matrigna. Opere principali Idilli, Zibaldone, Operette Morali Frase celebre «Io non ho bisogno di stima, né di gloria, né di altre cose simili; ma ho bisogno d'amore.»

1Giacomo Leopardi, biografia 1.1Introduzione

Ritratto di Giacomo Leopardi — Fonte: Ansa Leopardi ateo, materialista e sensistaPilastro della letteratura italiana, Giacomo Leopardi è

uno di quegli autori con cui è necessario confrontarsi per la problematicità e la profondità del suo pensiero e la potenza delle sue opere. Fu poeta, scrittore e filosofo, un astro solitario tanto che è difficile ascriverlo completamente al Romanticismo. Anzi, per più ragioni egli fu un anti-romantico poiché ateo, materialista, sensista, e con una rigorosa formazione classica. Abbiamo di lui una bellissima testimonianza del De Sanctis, che descrive così la prima impressione che ne ebbe: «Quel colosso della nostra immaginazione ci sembrò, a primo sguardo, una meschinità. Non solo pareva un uomo come gli altri, ma al disotto degli altri. In quella faccia emaciata e senza espressione tutta la vita s’era concentrata nella dolcezza del suo sorriso» (F. De Sanctis, La giovinezza, Torino 1971). Se fosse un musicista, per l’atmosfera notturna delle sue poesie, lo potremmo paragonare a Chopin (1810-1849). Nonostante una storia personale che per molti sarebbe stata impossibile, l'autore recanatese è riuscito a trasformare le sue sofferenze in un dono prezioso per tutti gli uomini. Accostiamoci, allora, a Giacomo Leopardi, grande poeta dell’Infinito…

1.2Gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza Un bambino prodigioGiacomo Leopardi nasce a Recanati, nello Stato Pontificio (oggi

nelle Marche), nel 1798 da una famiglia nobile, ma in decadenza. Appena l’età lo consente, il padre Monaldo lo affida a precettori ecclesiastici così come farà con gli altri figli Carlo, Paolina e Pierfrancesco. Giacomo è subito un prodigio. A dieci anni traduce all’impronta i testi antichi, e compone in italiano e latino; la sua memoria è sbalorditiva, la sua capacità di ragionamento cristallina. Il padre Monaldo non perde occasione per esibirlo nei salotti di Recanati. In quegli anni Leopardi è ancora un bambino come gli altri: è prepotente, ama vincere ai giochi, si diverte, grida di

felicità correndo per il grande giardino della sua casa… Ma ben presto le cose peggiorano. Il rapporto con la madre Adelaide Antici è sempre più difficile: è fredda, lontana, attaccata morbosamente alla religione, incapace di dare ai figli il dovuto affetto.

La casa di Giacomo Leopardi a Recanati — Fonte: Ansa Il padre non si accorge del disagio di Giacomo, spesso rinchiuso nella grande biblioteca paterna, solo, a studiare. È l’unica possibilità di evasione, di sfogo, di consolazione: un dialogo muto con gli antichi autori che sembrano comprenderlo più dei suoi cari. Passano così «sette anni di studio matto e disperatissimo» (18091816). Giacomo Leopardi impara alla perfezione il greco, il latino, l’ebraico, il francese (allora lingua nobiliare), si dedica alla filologia, traduce Omero, Esiodo, Virgilio, Orazio. Studia la grande poesia italiana e approfondisce i filosofi illuministi. Compone opere erudite: Storia dell’astronomia, 1813; Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, 1815. Ma quegli anni lo segnano nel corpo e nello spirito: ha gravi problemi alla schiena e alla vista. Soprattutto, ha sacrificato allo studio la miglior parte della sua giovinezza.

Curiosità Sapevi che Giacomo Leopardi fu un bambino prodigio? Da piccolo imparò da autodidatta il latino, il greco e l’ebraico grazie ad una bibbia poliglotta che trovò nella biblioteca del padre Monaldo.

1.3La conversione letteraria Appunti

Il pensiero di Leopardi

Inaugura lo Zibaldone (1817-1832)Il 1816 è un anno di svolta. Leopardi ha una «conversione

letteraria» e passa dall’«erudizione» giovanile, al «bello», alla poesia e a una maggiore

sensibilità per i valori artistici e per la speculazione filosofica. Invia le sue prime poesie all’illustre letterato Pietro Giordani, che lo incoraggia. Inaugura lo Zibaldone (1817-1832) l’enorme diario cui affida appunti, progetti, riflessioni. Scrive le prime canzoni civili e le pubblica a Roma. Dopo una visita di Giordani, Giacomo prova a scappare di casa, avventurosamente, nel 1819, ma viene scoperto e fermato dal padre. Sentendosi prigioniero, cade in uno stato depressivo.

Il colle dove Leopardi amava rifugiarsi e che gli ispirò la poesia "L'infinito" — Fonte: Ansa 1819-1822 sono gli anni della poesia sentimentale e delle canzoni civiliTra il 1819 e il 1822 sale la

tensione con i genitori che lo vogliono avviare alla carriera ecclesiastica: sarebbe una beffa crudele, perché Leopardi è ateo, avendo ormai abbracciato definitivamente il materialismo illuminista e il sensismo. Giacomo vuole essere libero e indipendente. È un adolescente problematico e talentuoso, che vuole realizzarsi. La produzione poetica aumenta e sale di livello. Da una parte gli Idilli, ossia la poesia «sentimentale», come L’infinito, La sera del dì di festa, Alla luna; dall’altra, le grandi canzoni civili come Ad Angelo Mai, Bruto Minore, e Ultimo canto di Saffo.

1.4Un’anima in fuga: Roma, Milano, Bologna, Firenze, Pisa Appunti

Le Operette Morali di Giacomo Leopardi

La delusione di Roma ed il ritorno a Recanati. Scrive le Operette morali Nel 1822 Leopardi va

a Roma, dagli zii materni. Questo viaggio tanto agognato, si rivela deludente. I grandi monumenti antichi non destano interesse; le donne romane, dice Leopardi, sono stupide e vanitose, e si concedono malvolentieri: «Al passeggio, in Chiesa, andando per le strade, non trovate una befana che vi guardi…», (lettera del 6 dicembre 1822). L’unico momento di autentica commozione è in uno dei luoghi più spirituali di

Roma: il Gianicolo. Lì, nel convento di Sant’Onofrio, Giacomo Leopardi visita la tomba del grande poeta Torquato Tasso (1544-1595), che tanto amava. Nel 1823 torna a Recanati: scrive le Operette morali, opera in prosa, originalissima, composta di dialoghi filosofici sui temi più spinosi della condizione umana. Con le Operette, inoltre, inaugura un silenzio poetico di diversi anni. Leopardi entra nel “pessimismo cosmico”.

La quercia secolare di Torquato Tasso al Gianicolo, Roma — Fonte: Ansa Ritrova l'ispirazione a Pisa dove scrive i Grandi idilliNel 1825 Giacomo Leopardi è a Milano e

collabora con l’editore Stella. Si aiuta anche con le lezioni private, ma la sua economia è tutt’altro che florida. Va a Bologna e poi a Firenze. Nel 1828 è a Pisa dove ritrova l’ispirazione poetica: scrive Il Risorgimento e A Silvia, avviando il ciclo dei Canti pisano-recanatesi, noti anche come Grandi idilli. Annuncia alla sorella questa bella novità: il silenzio poetico è finalmente terminato. Finita la collaborazione con Stella, è costretto a tornare a Recanati per quelli che lui chiama «sedici mesi di notte orribile» (novembre 1828 – aprile 1830). Eppure è un periodo fecondo, perché scrive altri Canti come Le ricordanze, La quiete dopo la tempesta, Il sabato del villaggio, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia. Le sue poesie trovano ora un respiro universale. Ricevuto un aiuto in denaro dagli amici toscani, Leopardi lascia per sempre Recanati, il suo «natio borgo selvaggio». [...] fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e l'unico piacere che ho provato in Roma.

Giacomo Leopardi

1.5Ultimo soggiorno a Firenze, amicizie e l’ultimo amore Appunti

L'evoluzione poetica in Leopardi

L'amicizia per Ranieri e l'amore per FannyDi nuovo a Firenze, Giacomo Leopardi stringe

amicizia con Antonio Ranieri, giovane e affascinante scrittore napoletano, e s’innamora di Fanny Targioni Tozzetti. La donna lo rifiuta, forse dopo averlo illuso con la tenerezza e la sincera ammirazione che sentiva nei suoi riguardi. Con questo rifiuto, dolorosissimo, Leopardi abbandona l’estremo degli inganni umani: l’amore. Nell’occasione scrive per lei Il pensiero dominante, Amore e Morte, A se stesso, Aspasia. Proprio quest’ultimo nome, dato a Fanny come omaggio all’amante di Pericle (grande politico ateniese del V sec a. C.) diede il titolo all’intero ciclo di poesie denominato appunto Il ciclo di Aspasia. Nel 1832, Leopardi scrive il suo ultimo appunto sullo Zibaldone, che conta ormai ben 5000 pagine.

1.6Napoli, ultima città leopardiana

La tomba di Giacomo Leopardi a Napoli — Fonte: Ansa Leopardi si oppone ai moti liberali ed è contrario alla fiducia cieca nella scienzaNell’ottobre del

1833 Leopardi si trasferisce a Napoli insieme a Ranieri. Pur provato nel fisico, interviene nel dibattito culturale: si scaglia contro l’illusione del progresso e contro la cieca fiducia nella scienza. Contro i moti liberali del 1820-21 e 1831, scrive il poemetto

satirico i Paralipomeni della Batracomiomachia. Si adopera poi per pubblicare tutte le sue opere in cinque volumi, ma la censura ecclesiastica blocca il progetto. Giacomo muore a Napoli il 14 giugno del 1837Tra il 1836 e il 1837 Leopardi e Ranieri (e la

sorella di Ranieri, Paolina) abbandonano Napoli per l’epidemia di colera e vanno a Torre del Greco alle falde del Vesuvio. Durante la permanenza, Leopardi compone due poesie straordinarie: La ginestra o il fiore del deserto (1836) e Il tramonto della luna (1837). Sono opere di grande sapienza e bellezza, e sono anche il suo testamento poetico e spirituale. A Napoli, nel 14 giugno del 1837, Giacomo Leopardi si spegne tra le braccia del suo caro amico Ranieri.

Curiosità Il nome completo di Giacomo Leopardi è Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro Leopardi.

2Giacomo Leopardi: poetica, stile, opere Per quanto riguarda la produzione poetica tra le opere di Giacomo Leopardi, possiamo distinguere tre fasi di composizione dei Canti (l’edizione definitiva uscì dopo la morte del poeta, nel 1845, a cura di Ranieri). 1.

1818-1822: primi idilli e canzoni civili.

2.

1828-1830: i grandi canti pisano-recanatesi.

3.

1831-1837: si apre una nuova fase poetica che va dal Ciclo di Aspasia ai componimenti impegnati come La ginestra.

Busto raffigurante Giacomo Leopardi — Fonte: Ansa La prima faseNella prima fase, l’inquietudine di Giacomo Leopardi si esprime

sempre con una ricerca incessante di uno stile personale. Leopardi fu sempre fedele alla tradizione classica, unita poi alla tradizione italiana poiché utilizzò la lingua petrarchesca (Leopardi eredita non il sonetto, però, ma la canzone). Tutto questo confluisce maggiormente nelle canzoni civili. Gli idilli, invece, vogliono esprimere

maggiormente l’interiorità del poeta, e il suo io-lirico e cercano quindi un’espressività più moderna. Negli idilli è più visibile la poetica del “vago e dell’indefinito”, ossia l’utilizzo di parole che evochino concetti perlopiù sfumati e indeterminati. Le parole lontano, antico e simili sono poeticissime e piacevoli, perché destano idee vaste e indefinite.

Giacomo Leopardi il 25 settembre 1821

Appunti

Riassunto dei canti leopardiani

La seconda faseNella seconda fase, ormai maturato il pessimismo cosmico, Giacomo

Leopardi si appresta a cantare l’uomo in generale, e non più solo se stesso, con un desiderio crescente di universalità. Per arrivare a tale universalità, si fa maggiore la riflessione filosofica, con l’intento di distruggere tutte le illusioni. La terza faseNella terza fase, Leopardi si apre a un lessico innovativo, con sensibilità

moderna, e anche la metrica risulta rinnovata. Viene abbandonata l’effusione lirica e cerca una maggiore concentrazione espressiva (esemplare la poesia A se stesso). Tra le prime due fasi, c’è un periodo che va dal 1823 al 1827, in cui Leopardi vive un silenzio poetico e si dedica alla stesura delle Operette morali, che hanno un linguaggio molto moderno e si basano, soprattutto, sul procedimento dialettico simile a quello socratico. È un’opera davvero geniale.

3Il sistema filosofico leopardiano

Statua di Leopardi posta nella piazza di Recanati che prende il suo nome — Fonte: Ansa Spesso si definisce Giacomo Leopardi il pessimista per eccellenza ed è facile pensare che questo atteggiamento così negativo derivi dalle sue sventure personali. Bisogna fare chiarezza. Come ogni ragazzo, Giacomo Leopardi, già in adolescenza, ha avuto un rapporto conflittuale col suo corpo. Tutti, in fondo, ci chiediamo perché siamo nati in un corpo e non in un altro, e Leopardi non fa eccezione, anche perché a lui è toccato di nascere in un corpo simile a un «sepolcro ambulante». Inizialmente si sente perseguitato, e crede che tale sofferenza sia solo sua. Tuttavia la deformità diventa sì la porta dell’infelicità, ma anche uno strumento conoscitivo. Leopardi, riprendendo le teorie di Rousseau (1712-1778), sostiene che l’allontanamento dallo stato di natura ha tolto all’uomo le illusioni necessarie per affrontare la vita. La poesia può ricreare quest’armonia perduta tra uomo e natura: è la fase del cosiddetto “pessimismo storico”. Il pessimismo storicoQuindi nel “pessimismo storico”:

L’uomo soffre perché la civiltà lo ha privato delle illusioni, ha perso cioè il



contatto con la natura. 

La poesia e l’arte possono aiutare l’uomo a ricreare queste illusioni.



Leopardi guarda con nostalgia ai tempi antichi (soprattutto a quello dell’antica Grecia), quando l’uomo aveva un rapporto privilegiato con la Natura e con le illusioni: anche se illudendosi, poteva aspirare alla grandezza e alla virtù.

Appunti

Evoluzione del concetto di Natura in Leopardi

Eppure il problema del corpo e della materia lo spinge ad accettare le conseguenze della sua filosofia materialista. L’infelicità umana poggia con più vigore su base esistenziale, e corpo e pensiero, per Giacomo Leopardi coincidono. La Natura si rivela una macchina impassibile, incurante delle sofferenze degli esseri da lei creati. È un cieco meccanismo che contempla necessariamente il dolore e il male. Cade pure l’illusione dell’antropocentrismo: l’uomo arbitrariamente si ritiene centro dell’Universo, in verità questa è la più folle delle illusioni. Il pessimismo cosmicoNel “pessimismo cosmico”:



l’uomo, esistente solo come corpo (e non come corpo più spirito), è frutto del caso ed è un ospite ingrato sulla Terra



come ogni essere vivente, l’uomo è condannato dalla Natura stessa a una insensata sofferenza



in quanto uomo poi, quasi per un’ulteriore beffa, ha in più il desiderio struggente di una felicità irraggiungibile. Questo è il cosiddetto “pessimismo cosmico”

La ginestra, il fiore cantato da Leopardi che cresce sulle pendici del Vesuvio — Fonte: Istock In questa fase cambia anche il modo di vedere la civiltà: essa è sì negativa perché toglie all’uomo le illusioni, ma diventa un mezzo efficace per arrivare alla verità. Rinunciando alle illusioni, Giacomo Leopardi, contempla l’«arido vero», e lo accetta come unica verità possibile all’uomo. Ne La ginestra la sua riflessione trova almeno una difesa a questo dolore cosmico: la coscienza della propria terribile sorte, gli uomini dovrebbero stringersi fraternamente insieme contro l’unica nemica: la Natura,

«madre di parto e di voler matrigna». Al dolore cosmico, Leopardi oppone quindi un amore cosmico tra tutti gli uomini. Ma, appunto, questo potrà avvenire solo se l’uomo accetterà quell’arido vero e l’umiltà della sua condizione, come la «lenta ginestra». E tu, lenta ginestra, / che di selve odorate / queste campagne dispogliate adorni, / anche tu presto alla crudel possanza / soccomberai del sotterraneo foco.

Giacomo Leopardi, La ginestra

3.1La teoria del piacere Appunti

L'iter filosofico in Leopardi

Il piacere è infinito, il desiderio è illimitatoLa teoria del piacere è quindi strettamente connessa con

i due pessimismi (in Leopardi piacere e felicità praticamente coincidono) L’umanità è costretta a ricercare un piacere infinito, ma il desiderio, come detto, è illimitato. L’immaginazione può aiutare allora l’uomo a concepire le cose che non sono reali. Per questo in Leopardi attendere la felicità, immaginarla, è la felicità stessa. Perché l’attesa può lasciare che la mente immagini il piacere illimitato. Di conseguenza, la noia, come condizione esistenziale diventa per Giacomo Leopardi il desiderio allo stato puro, quando cioè non c’è niente da desiderare, nessun oggetto concreto.

4Leopardi nella critica

Scena tratta dal film "Il giovane favoloso", interamente incentrato su Leopardi — Fonte: Ansa Sempre De Sanctis, dice di Leopardi qualcosa di profondamente vero: «[Leopardi] non crede al progresso, e te lo fa desiderare; non crede alla libertà, e te la fa amare. Chiama illusioni l'amore, la gloria, la virtù, e te ne accende in petto un desiderio inesausto. [...] È scettico e ti fa credente; e mentre non crede possibile un avvenire men triste per la patria comune, ti desta in seno un vivo amore per quella e t'infiamma a nobili fatti.» (in Schopenhauer e Leopardi, 1858). Leopardi ha sempre amato la vita e l’uomo, anche quando sembra che la sua condanna sia senza appello. Egli ha cercato, sempre, di andare nella profondità dell’uomo senza rassegnarsi mai del tutto all’insensatezza, anzi partendo proprio dalla miseria della sua condizione per spingerlo a rialzarsi. Nelle Lezioni americane, Italo Calvino prende Giacomo Leopardi come il poeta capace di descrivere le più minute e impalpabili sfumature della luce, soprattutto di quella lunare: «Perché il miracolo di Leopardi è stato di togliere al linguaggio ogni peso fino a farlo assomigliare alla luce lunare» (p. 28). Grazie a Walter Binni e a Cesare Luporini la poesia dell’ultimo Leopardi fu poi amata con più convinzione. Tuttavia, una poetessa, Patrizia Valduga ha sostenuto che Leopardi è sì un grande filosofo e scrittore, ma non un grande poeta. Tesi, tuttavia, di difficile argomentazione, anche perché il merito della poesia leopardiana è proprio quello di unire sentimento e pensiero. Dove e quando è nato Leopardi? Giacomo Leopardi è nato a Recanati, un paesino delle Marche, il 29 giugno del 1798. Quali sono i libri e le poesie più importanti scritte da Leopardi? Lo Zibaldone e le Operette morali rappresentano le opere in prosa più importanti di Leopardi mentre i Canti sono l'opera poetica più rilevante. Di quale corrente letteraria fa parte Leopardi? Giacomo Leopardi è una delle principali figure del Romanticismo letterario

Quale definizione dà Leopardi di Recanati? Giacomo Leopardi parla di Recanati come del "natìo borgo selvaggio". All'epoca le Marche appartenevano allo Stato Pontificio ed era un territorio molto arretrato. Il più solido piacere di questa vita è il piacer vano delle illusioni.

Giacomo Leopardi, Zibaldone

4.1GIACOMO LEOPARDI, IL VIDEO Concetti chiave



I primi anni 1878 – Leopardi nasce a Recanati, da una famiglia nobile ma

o decadente o

1809 – 1816 E’ un bambino prodigio ma non ha un buon rapporto con i genitori. In questi anni si chiude nella biblioteca paterna a studiare

o

1813 – Scrive Storia dell’Astronomia

o

1815 – Scrive Saggio sopra gli errori popolari degli antichi



La svolta letteraria

o

1816 – Anno di svolta: inaugura lo Zibaldone

o

1819-1...


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