L\'infinito di Leopardi PDF

Title L\'infinito di Leopardi
Course Italiano
Institution Liceo (Italia)
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infinito di leopardi...


Description

L’infinito di Giacomo Leopardi Poetica dell’indefinito e del vago che segna il primo periodo della sua produzione poetica. Situazione è spiegata dal poeta: Egli è seduto di fronte ad una siepe che gli impedisce di vedere il profilo dell’orizzonte e gli oggetti reali. Di fronte a questa situazione egli coscientemente si finge e immagina la di là della siepe degli spazi interminati, sovrumani silenzi e profondissima quiete; finchè poi richiamato al presente e alla realtà da una sensazione uditiva, estende dal suo fantasticare, da una dimensione spaziale.

Figure retoriche Come già detto, la poesia presenta numerosi enjambements, che le conferiscono un ritmo lento e continuo, sostenuto anche dall’uso di una sintassi tutto sommato piana (fatta eccezione per qualche anastrofe, ad esempio quella presente al v.1, e qualche iperbato) e dominata dalla coordinazione per polisindeto (la congiunzione “e” è particolarmente ricorrente). Allitterazioni, assonanze e richiami sonori sono numerosi: in particolare, sottolineiamo l’insistenza sulle lettere s, v, i, e e o. Le figure retoriche impiegate nel testo sono tutte volte a supportarne il contenuto. Tra i vv. 4 e 6, la disposizione in climax di “interminati”, “sovrumani” e “profondissima” veicola il senso di vastità dell’infinito che si allarga al di là dell’ostacolo posto dalla siepe, ulteriormente enfatizzata dal fatto che si tratti di tre iperbati. “Cor” (v. 8) è una metonimia. Come “quello / infinito silenzio a questa voce” ( vv. 9-10), così “le morte stagioni, e la presente / e viva, e il suon di lei” (vv. 12-13) costituisce un’antitesi. Non solo: “voce” è anche una personificazione e una metafora: indica il suono che il vento fa tra le foglie, ma anche il suono del tempo che scorre, del presente, contrapposto al passato silenzioso e sterminato. Un’altra metafora, questa volta continuata, è quella costituita dai versi finali del componimento: il naufragio del pensiero nell’immaginazione, caratterizzato a sua volta da una climax discendente ("s’annega" v. 14, “naufragar” v. 15).

Titolo 

Il titolo L'infinito confina già i temi fondamentali della poesia: lo spazio e il tempo, perché solo queste due entità sono effettivamente infinite nel mondo concepito dall'uomo.

Metrica 

La poesia è un componimento di 15 endecasillabi sciolti e non seguono uno schema rimico ben definito. (senza rime)

Analisi strutturale La lirica scritta a Recanati nel 1819, appartiene alla serie “Idilli” ed è divisa in due blocchi ciascuno di sette versi e mezzo: Nel primo blocco si parla dell’infinito spaziale, mentre nel secondo si parla dell’infinito temporale e in entrambi blocchi si verificano situazioni simili: la realtà concreta che spinge il poeta al pensiero dell’infinito: 

Primo blocco: (vv. 1-8) emerge la relazione tra finito spaziale e infinto spaziale



Secondo blocco: (vv. 8-15) emerge la relazione tra spazio e tempo

Le due parti si suddividono in altre due: 

Prevalgono gli elementi di familiarità (dati visivi: colle, siepe); La percezione di un elemento concreto, come una siepe, suscita un moto dell’animo ovvero dell’immaginazione dell’infinito spaziale, a cui segue un senso di smarrimento.



Gli elementi del desiderio d’infinito (percezioni uditive: il rumore del vento), suscitano un impulso verso l’infinito, questa volta temporale, e un nuovo moto dell’anima, ossia la dolcezza di abbandonarsi in esso.

Analisi esistenti 

“mi”: Si riferisce al cosiddetto Monte Tabor, una collinetta situata vicino al palazzo



Leopardi a Recanati “salendo” e “mirando”: i verbi indicano che il poeta è intento a immaginare immensi



spazi e silenzi mai conosciuti dall’uomo “io”: si riferisce a sé stesso

 

“mi fingo”: indica che si figura nell’immaginazione, si immagina “odo”: il rumore del vento che agita le piante

 

“io vo”: confronto con la voce e l’infinito silenzioso “mi sovvien”: 'mi vengono in mente', ma il verbo 'sovvenire' comporta l'idea del ricordo

 

“mio”: ‘mio’ inteso come il pensiero del poeta “M’è dolce”: l’abbandono all’infinito...


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