Luigi Pirandello - Integrazione tra appunti e alcune informazioni tratte dal Petronio. PDF

Title Luigi Pirandello - Integrazione tra appunti e alcune informazioni tratte dal Petronio.
Author Anna Maria Pira
Course Letteratura italiana contemporanea
Institution Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Pages 3
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Integrazione tra appunti e alcune informazioni tratte dal Petronio....


Description

LUIGI PIRANDELLO Pirandello è stato da giovanissimo vicino alla sinistra radicale. Nella sua opera si può cogliere la crisi dei valori della società dei primi anni del ‘900 (da “Il fu Mattia Pascal”). Egli sostiene una tesi antidemocratica, perché la democrazia è dominata dalla tirannia, impersonata dal governo Giolittiano (corruzione, incapacità di gestire il Paese). Nell’opera “Il fu Mattia Pascal” compare un personaggio, un avvocatino imperialista. Classica tesi antipolitica che condivide parafrasando questo personaggio. Pirandello ha la consapevolezza della crisi di un io che non può più essere in armonia neanche con l’individuo stesso (analisi dell’inetto). È importante quindi il ruolo della psicoanalisi. Egli fu tra i firmatori del Manifesto degli Intellettuali dei fascisti; per lui Il mondo delle macchine è quello della non autenticità. Tra il 1910 e il 1918 scrive “Si gira” (“Quaderno di Serafino Gubbio operatore”). Pirandello è conscio dell’irreversibilità delle cose in atto. È uno degli interpreti più acuti dell’esaurimento degli statuti della narrazione: il narratore che parla è anagraficamente morto. È una sorta di emblema della letteratura che sta FUORI dalla vita. Serafino accetta di fare da tramite tra l’apparenza e la realtà fenomenealogica, muovendo una macchina da cinepresa che ingoia, come una bestia, le immagini che osserva e le trasforma. Si nutre della vita degli uomini, trasformandola in cose, diventando strumento di commercio. Tant’è vero che gli attori, rivedendosi, non si riconoscono. Serafino è l’intellettuale che non può più essere tale perché la macchina gli ha tolto l’identità. È un inetto incapace di comprendere il suo presente che si autoemargina perché incapace di adeguarsi. In tempo di guerra, la scrittura ha però un ruolo marginale (così pensano in molti). Guido Gozzano: “Le cicale sotto lo scroscio”, “La donna”, 5 ottobre 1914. Secondo lui tacere non è possibile, almeno per gli scrittori. La sua teoria è simile a quella nel testo di Pirandello. Anche per lui infatti il tema del silenzio è fondamentale. “Colloqui coi personaggi”. L’Italia è appena entrata in guerra. Pirandello annuncia l’impossibilità di fare letteratura in un momento come quello. Uno dei temi principali nella poesia di Pirandello è l’umorismo, che viene riportato nel saggio “L’umorismo” del 1908: per lui il riso è un’anestesia momentanea del cuore, serve per autocorreggersi, per Freud serve per far emergere il super-io:  

Avvertimento del contrario> comico; Sentimento del contrario> umorismo.

Solo tramite un’attenta riflessione si può arrivare al sentimento del contrario. Il comico e l’umoristico sono due categorie quasi opposte: una è più superficiale (comico), l’altra più nascosta, sta dietro (umorismo). Es: Mattia Pascal guardando una zuffa si guarda allo specchio e nota delle lacrime di dolore, ma anche di gioia. L’umorismo serve a risaltare la sconfitta della ragione, mette in evidenza la sottile linea tra vita e recita. Pirandello ha un figlio, Stefano, che studia Lettere. Egli era partito per la guerra. Tema dell’amore per un figlio in pericolo. La moglie di Pirandello era pazza. Angoscia del padre, angoscia generazionale: generazione cresciuta conil mito risorgimentale che non ha però più modo di agire. o o o

Dramma di un padre che vede il figlio partire in guerra Strumento dell’umorismo per sdrammatizzazione Personaggi autentici: filotedesco (Berecche) e un vecchio padre con una vita vissuta inseguendo l’ideale democratico, geneticamente antiaustriaco (Marco Leccio).

Pirandello rielabora la lettera che il figlio gli aveva scritto e la traspone nelle sue opere. “Berecche e la guerra” esce nel 1914 con il titolo “Un’altra vita” e successivamente esce “Frammenti di cronaca di Marco Leccio” (si rappresenta in chiave umoristica, lo scontro degli interventisti. Tensione sociale irrazionale ed incontrollabile> M. Leccio ). Quest’ultimo non viene compreso nelle “Novelle per un

anno”, è una novella volutamente non finita. Il protagonista, Marco Leccio, è un ex garibaldino e repubblicano. È anche un radicale con 4 condanne per protesta. Marco è padre di 8 figli con nomi del tutto emblematici (figlio Giuseppe Garibaldi, figlia Bezzecca come una delle battaglie vinte). Accompagna un suo ultimo genito ad arruolarsi. Va a fare la visita medica e tiene un grande discorso dinnanzi alla commissione medica. La sua voglia di andare in guerra non dipendeva solo dalla dipendenza generazionale, ma anche dalla sua ansia di staccarsi dal figlio Giacomino. Marco Leccio sa che la faccenda è ridicola, ma solo lui conosce il dramma che c’è dietro. Sostiene che l’unico scopo della guerra è far sì che questa non finisca. Le macchine sono fondamentali perché sono funzionali al mercato. L’uomo si è costruito le sue divinità d’acciaio e le vivono non solo idealmente, ma materialmente. Sia Berecche che Marco si vergognano. Marco non riesce a combattere a fianco del figlio e dunque si inventa una guerra. Questa è una guerra totale anche per il coinvolgimento dei mezzi impiegati: carte geografiche che rappresentano le truppe militari. Il “Bollettino di guerra” serviva a tenere motivata la situazione. Marco non capisce la guerra, fatta di armi dalla potenza distruttiva, strategie, violenza. È un uomo d’alti tempi. È disperato, non puo far altro che sublimare una sua guerra personale. La modernità ha spogliato l’uomo di ogni umanità. Vi sono degli intrecci fra Marco e Berecche, infatti anche quest’ultimo vuole seguire il figlio al fronte. Federico Berecche, professore di storia, vuole andare al fronte. Vuole imparare a cavalcare e prende lezioni intensive e non gli importa se corre il rischio, anche se non è capace di cavalcare. Quello che emerge dalle riflessioni di Berecche è l’identità della storia, priva di ogni scopo o logicità, perché l’uomo da essa non ha imparato nulla. C’è per Pirandello, un divario incredibile tra ciò che appare e ciò che è: visione del mondo in cui le apparizioni dell’uomo sono effimere, inutili (simile alle posizioni di Leopardi). La storia non è maestra di vita. Anche questa si tratta di una vicenda ridicola: un vecchio sedentario che prova l’ebrezza del galoppo (umorismo). Egli vive anche il dramma della cecità della figlia. La moglie invece è gravemente disturbata e verrà in seguito rinchiusa in un manicomio. Nel capitolo “Buio”, dopo essere caduto da cavallo, è bendato ma continua a ragonare (stavolta al buio) e crede di vedere con il lume della ragione. Ha fra le braccia la figlia cieca e si mette nei suoi panni. Nel 34 questa novella viene racchiusa in “Novelle per un anno”. Esce a mo’ di premessa, una nota dell’autore. Berecche necessita della ragione, vuole capire gli eventi. Questa metafora si relaziona anche con la sensazione soggettiva. Il personagio per molti aspetti lo incarna. Per molti anni la critica ha rappresentato Pirandello come uno che seguiva i modelli letterari tedeschi, ovvero con un metodo molto rigoroso. In “Novelle per un anno” è inclusa “L’eresia catara”, una novella sospesa fra parodia e autobiografia (molto ironica). Il protagonista, Bernardino Lamis, professore di storia delle religioni, ha un forte senso della disciplina. Vive solo, senza famiglia e il suo scarso guadagno va alla sorella che deve mantenere la famiglia. L’unica sua fonte di gioia sono gli amaretti. Due studenti lo seguivano assiduamente, gli altri invece provavano scarso interesse. Il professor Lamis avverte i suoi fedeli alunni che nella lezione successiva avrebbe parlato dell’Eresia Catara (argomento su cui aveva lavorato molto, scrivendo una monografia). Pirandello si ritrova in questo personaggio. Il professore arriva in aula fradicio, in quanto fuori c’era il temporale; si mette gli occhiali, anche se ormai era molto miope, e inizia la sua lezione parlando per tre quarti d’ora. In aula però non vi era nessuno studente e il professore stava parlando solamente ai soprabiti posti ad asciugare: l suo orgoglio viene ferito. Pirandello con questa opera prende in giro sé stesso e il metodo tedesco. Nella novella “Berecche e la guerra” era lui che faceva di sé il modello tedesco. Non si può non stare con la Francia e l’Inghilterra, è ancora molto legato al regime. Ora, visto il cambio di alleanze, il suo “germanismo” viene taciuto. Proprio nei mesi di guerra Pirandello comincia a scrivere le sue opere testuali più importanti (15-18). In questi anni bui, vedono la luce i suoi capolavori.L’antigermanismo è ancora ben

presente nel ’36. Quando scoppia la Grande guerra e nel suo percorso (1915-1918) Pirandello concepisce l’opera di teatro e nascono le prime commedie italiane....


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