Title | MANUALE DI DIRITTO AMMINISTRATIVO - Marcello Clarich (Ed. 2015) |
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Course | Diritto Amministrativo |
Institution | Università degli Studi di Napoli Federico II |
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MANUALE DI DIRITTO AMMINISTRATIVO - Marcello Clarich (Ed. 2015)...
MANUALE DI DIRITTO AMMINISTRATIVO Marcello Clarich (Ed. 2015)
Il diritto amministrativo e le sue fonti Il diritto amministrativo può essere denito come la branca del diritto pubblico interno che ha per oggetto l’organizzazione e l’attività della pubblica amministrazione, in particolare i rapporti che questa instaura con i soggetti privati nell’esercizio di poteri ad essi conferiti dalla legge per la cura di interessi della collettività. Vittorio Emanuele Orlando (1891): il diritto amministrativo è il sistema di quei principi giuridici che regolano l’attività dello Stato per il conseguimento dei suoi ni. La dialettica autorità-libertà Il diritto amministrativo cerca di risolvere un problema tipico dello stato di diritto: bilanciare l’esigenza di curare i molteplici interessi pubblici con l’esigenza di garantire al massimo grado le libertà dei privati.
Modelli di stato e nascita del diritto amministrativo Il diritto amministrativo si è andato formando in parallelo all’emergere di apparati amministrativi stabili posti al servizio del sovrano e all’evoluzione della struttura della pubblica amministrazione in relazione all’ampiezza delle funzioni assunte dallo Stato.
Evoluzione nell’Europa continentale. L’impero romano come antico apparato burocratico si fondava su presupposti politico-sociali eterogenei, troppo distanti dagli attuali; mentre l’ordinamento feudale è policentrico e pluralista, fondato su rapporti personali pattizi e ampie autonomia, in assenza di un centro di potere unitario effettivo ⇒ non si può parlare di diritto amministrativo. Lo Stato assoluto si pone come Stato amministrativo: la formazione di apparati amministrativi stabili alle dirette dipendenze del sovrano permette di ricondurre il potere politico unitariamente in capo al re.
L’assolutismo illuminato come Stato di polizia cura la convivenza ordinata e il benessere della società ⇒ espansione compiti dello stato ⇒ attribuzioni di poteri ai funzionari delegati del sovrano ⇒ nascita della funzione amministrativa. La rivoluzione francese del 1789 e le costituzioni liberali approvate nei decenni successivi nell’europa continentale segnano la nascita dello Stato di diritto, un modello ideale cui tendere e che sempre si rinnova ⇒ varie tipologie in base all’ampiezza delle funzioni. Elementi strutturali di uno stato di diritto ● la legittimazione popolare del potere (suffragio universale) ● la tendenziale separazione dei poteri (checks and balances) ● il principio di legalità (riserva di legge) ● la possibilità del privato di controllare l’amministrazione (giudice amministrativo) Lo Stato minimo, di impronta liberista, tendente a ridurre al minimo l’intervento dello stato nei rapporti sociali ha prodotto la gura dello Stato guardiano notturno con soli compiti di garanzia dell’ordine pubblico interno e di difesa del territorio dai nemici esterni. L’affermarsi di nuove ideologie e classi sociali segnano il passaggio al modello dello Stato sociale, di tipo interventista, che ha il compito di rappresentare e mediare tra gli interessi differenziati e contrapposti di tutte le classi sociali ⇒ il potere centrale si potenzia con nuovi ministeri ed enti deputati a svolgere le nuove funzioni; il potere locale assume la gestione di alcuni servizi pubblici. La svolta autoritaria determina l’avvento dello Stato totalitario che inuisce su tutte le espressioni della società civile ed economica. Dalla crisi degli anni trenta del Novecento, che causa la necessità di interventi di salvataggio dell’economia, nascono lo Stato imprenditore, gestore diretto di aziende di produzione ed erogazione di beni e servizi, e lo Stato nanziatore, che con contributi ed ausili sostiene particolari settori di attività. L’inuenza delle ideologie collettivistiche fa emergere il modello dello Stato pianicatore, che predispone a livello centrale piani e programmi settoriali per indirizzare risorse pubbliche e private verso obiettivi predeterminati.
La presenza diretta o indiretta dello stato nelle attività economiche e sociali determinò una crescita esponenziale della spesa pubblica ⇒ rinascita di ideologie anti-stataliste ⇒ nascita dello Stato regolatore, che si limita a predisporre la cornice di regole e gli strumenti di controllo necessari a che l’attività dei privati non leda interessi pubblici rilevanti ⇒ creazione di autorità ed agenzie indipendenti con compiti di regolazione della varie attività. La crisi nanziaria e la recessione economica del 2008 hanno reso di nuovo necessario l’intervento pubblico diretto e indiretto in economia ⇒ nascita dello Stato salvatore, come variante dello Stato interventista.
Evoluzione negli ordinamenti anglosassoni La tradizione della common law (diritto non codicato di derivazione giurisprudenziale), prevede che un unico sistema di corti giudiziarie sia deputato a risolvere tutte le controversie, prescindendo dalla natura pubblica o privata dei soggetti coinvolti. Verso la ne del XIX secolo nel REGNO UNITO fu varata una legislazione di stampo sociale ⇒ istituzione di apparati burocratici per la gestione dei programmi di intervento e nascita di tribunals, incaricati di risolvere le controversie in forma paragiurisdizionale. Dalla seconda metà del XX secolo, lo sviluppo del Welfare State ha determinato la razionalizzazione e il perfezionamento della gestione dei public law rights. Nel 2007 il Tribunals, Courts and Enforcement Act riordina il sistema attribuendo ai tribunals la funzione di ltro del contenzioso propriamente giudiziario. L’avanzata del Welfare State ha subito un arresto con l’affermarsi della scuola del New Politics Management, volta ad introdurre elementi di maggiore efcienza nel settore pubblico prendendo come modello, con gli adattamenti necessari, l’impresa privata. Anche negli STATI UNITI D’AMERICA lo sviluppo del diritto amministrativo avviene in epoca recente: la prima agenzia, unità autonoma degli apparati centrali e legata a questi da relazioni di tipo contrattuale, viene istituita nel 1887 con il compito di regolare le tariffe praticate dai gestori privati delle linee ferroviarie. All’epoca del New Deal, in reazione alla crisi del 1929, vennero istituite numerose autorità di regolazione (es: vigilanza sulla borsa, sindacali).
La Costituzione americana non prevede che il Congresso deleghi poteri normativi ed amministrativi ad apparati indipendenti dal Presidente (non delegation doctrine) ⇒ la Corte Suprema dichiara incostituzionali alcune leggi di tipo interventista. L’Administrative Procedure Act del 1946 diviene uno dei modelli di legge sul procedimento amministrativo: legittima il modello delle agenzie di regolazione, ma sottopone la loro attività a precise regole procedurali. I programmi di intervento proseguirono no agli anni ‘70 del Novecento, in coerenza con la Great Society promossa dai democratici. La svolta reaganiana opera una deregulation volta a limitare l’attività delle agenzie: semplica le procedure burocratiche (red tape), promuove la riduzione delle politiche interventiste (rolling back the State) e rende obbligatoria l’analisi costi-beneci della regolazione. Il processo di liberalizzazione non produce sempre i risultati attesi ⇒ simmetricamente ai fallimenti del mercato si parla di fallimenti dello Stato per denire le carenze nel sistema dei controlli pubblici, soprattutto dopo il 2008, sul sistema bancario.
Evoluzione in Italia In epoca cavouriana si impone il modello dell’amministrazione per ministeri: poche funzioni concentrate in apparati gerarchici rappresentati da un ministro politicamente responsabile. In epoca giolittiana emerge il modello dell’amministrazione per enti: a livello centrale furono potenziate le strutture ministeriali ed istituiti i primi enti pubblici nazionali (INA, INPS); a livello locale molti comuni costituirono aziende per la gestione dei servizi pubblici. La svolta autoritaria degli anni Venti del Novecento innesca un processo di pubblicizzazione di molte attività economiche e sociali con l’istituzione di numerosi enti pubblici (es: Istituto per la Ricostruzione Industriale). La Costituzione del 1948 incorporò una matrice interventista e tutto il secondo dopoguerra è caratterizzato da un forte centralismo nell’organizzazione amministrativa, anche se molte imprese pubbliche vennero riordinate nel sistema delle partecipate: enti di gestione con funzioni di controllo ed indirizzo delle imprese pubbliche per azioni.
Negli anni ‘60 del novecento continuò l’espansione dei poteri pubblici: nel 1962 venne nazionalizzato il settore dell’energia elettrica e istituita l’ENEL. Nel decennio del 1970, prese forma il regionalismo designato dalla Costituzione: i nuovi apparati burocratici a livello regionale furono organizzati secondo il modello ministeriale. Nel decennio del 1990, lo Stato imprenditore entrò in crisi e vennero avviati processi di liberalizzazione e di privatizzazione: quasi tutti gli enti pubblici furono trasformati in società per azioni (privatizzazione fredda) al ne di dismettere la quasi totalità dei pacchetti azionari in mano pubblica (privatizzazione calda) ⇒ istituzione di autorità indipendenti con poteri di regolazione, vigilanza e sanzione. Si avviò anche un processo di decentramento e valorizzazione delle autonomie territoriali, culminato nella l. cost. 3/2001 che ha redistribuito le funzioni amministrative tra i vari livelli in base al principio di sussidiarietà (1) verticale, che privilegia l’attribuzione delle funzioni alle unità organizzative più vicine ai destinatari dei servizi (2) orizzontale, che favorisce il coinvolgimento della società civile nello svolgimento di attività di interesse pubblico. La crisi economica del 2008 ha avviato processi di razionalizzazione degli apparati pubblici e di adozione di meccanismi di spendig review.
La scienza del diritto amministrativo I contributi delle scienze non giuridiche La SOCIOLOGIA analizza le relazioni fattuali di potere interne ed esterne agli apparati burocratici e la varietà degli interessi della collettività di cui essi si fanno carico. Max Weber identica tre idealtipi di potere, inteso come possibilità dei comandi di trovare obbedienza: ● potere tradizionale, fondato sul carattere sacro delle tradizioni ● potere carismatico, fondato sulla forza ed il valore del leader ● potere razionale, fondato sulla legalità degli ordinamenti La razionalità è funzionale all’economia capitalistica. Il terzo modello è quello dello Stato di diritto: prevedere l’esistenza di una burocrazia impersonale, strutturata in ufci divisi per competenza e gerarchia, preposta alla cura degli interessi e che agisce entro i limiti posti da regole giuridiche certe.
Le SCIENZE POLITICHE analizzano il ruolo degli apparati burocratici all’interno del circuito politico rappresentativo, cioè con strumenti per realizzare le politiche pubbliche decise dal Parlamento, e per inquadrare i rapporti tra classe politica, burocrazia e potere economico ⇒ evidenziano come la burocrazia non è un attore neutrale, ma assume un ruolo attivo e di condizionamento delle politiche. L’ECONOMIA POLITICA analizza le situazioni in cui è giusticato l’intervento dei pubblici poteri⇒ la regulation, o teoria della regolazione pubblica, analizza ragioni e modalità di intervento dello Stato in campo sociale (social regulation) ed economico (economic regulation). Selznick denisce regolazione il controllo prolungato esercitato da un’agenzia pubblica su attività cui una comunità attribuisce una rilevanza sociale. Mitnick denisce regolazione la guida con mezzi amministrativi pubblici di un’attività privata secondo una regola statuita nell’interesse pubblico In particolare, la economic regulation, indirizzata a massimizzare l’efcienza economica ed il benessere dei consumatori, considera l’istituzione di apparati pubblici come rimedio ai fallimenti di mercato (market failures) in reazione ai quali individua interventi correttivi (command and control); questi interventi sono classicabili secondo il grado di intrusività nelle dinamiche di mercato ⇒ principio di proporzionalità: preferire, tra tutti gli strumenti idonei a tutelare l’interesse pubblico, quello meno restrittivo della libertà privata. Principali casi di market failures ● monopoli naturali, che pongono chi li gestisce in una posizione di potere che altera il mercato concorrenziale (es: reti di distribuzione dell’energia) ● beni pubblici di cui benecia l’intera collettività, inclusi coloro che non sarebbero disposti a farsene proporzionalmente carico (es: difesa esterna) ● esternalità negative, i cui beneci vanno a chi le produce mentre i costi gravano sull’intera collettività (es: inquinamento) ● asimmetrie informative tra chi offre e chi acquista beni e servizi (es: istituzioni nanziarie - risparmiatori) ● esigenze di coordinamento (es: pesi, misure, trafco stradale)
Nelle scienze economiche statunitensi si è affermato l’indirizzo public choice: per spiegare il funzionamento della pubblica amministrazione bisogna superare l’idea per cui la burocrazia agisce necessariamente per il perseguimento di interessi pubblici (public interest theory of regulation) ed accettare che il suo comportamento è animato anche da interessi privati (self-interest theory of regulation) ⇒ gli apparati burocratici sono attori nell’arena pubblica delle decisioni⇒ oltre i market failures esistono anche regulatory failures, cioè inefcienze strutturali ed effetti negativi dell’azione dei pubblici poteri ⇒ necessità di intervenire per evitare la cattura del regolatore da parte dei soggetti regolati (es: lobby). La MICROECONOMIA ha elaborato la teoria del principal-agent: l’agente delegato ha spesso più informazioni del principale delegante circa le caratteristiche concrete dell’attività da svolgere ⇒ può essere tentato dall’assumere comportamenti opportunistici ⇒ è necessario prevedere meccanismi per indirizzare l’attività dell’agente all’interesse pubblico. I vertici degli apparati burocratici (ministri) possono perseguire interessi egoistici (prestigio) che non coincidono con l’interesse pubblico (riforma)
I contributi delle scienze giuridiche Alla ne del 1800, Vittorio Emanuele Orlando, autore del primo trattato completo di diritto amministrativo, applica il metodo giuridico dell’epoca al diritto amministrativo ⇒ dogmaticità (costruzione dei concetti giuridici attraverso classicazioni e successivi processi di astrazione), neutralità (eliminazione di elementi losoci, storici, politici, sociali) e statalismo con venature autoritarie (STATO > PRIVATO) ⇒ atto amministrativo come espressione del potere unilaterale dello Stato. Con l’evolversi dei rapporti politici e sociali, la scienza del diritto amministrativo si apre alle scienze non giuridiche, grazie soprattutto all’opera di Massimo Severo Giannini. La Costituzione del 1948 ed i successivi processi di riforma tesi a riequilibrare il rapporto tra potere pubblico e privato (STATO = PRIVATO) ⇒ diritto amministrativo paritario, elaborato da Feliciano Benvenuti ⇒ maggiori garanzie a favore del privato, uso di moduli consensuali di regolazione ed enfatizzata sottoposizione dell’amministrazione al principio di legalità. Pur essendo intimamente legato allo Stato nazionale, il diritto amministrativo è sempre più soggetto alle interferenze del diritto internazionale ⇒ diritto amministrativo globale.
Il rapporto con le altre discipline giuridiche Il DIRITTO PUBBLICO abbraccia le varie discipline che si occupano dell’ordinamento dello Stato e del complesso dei poteri pubblici. Possiamo distinguere tra:
diritto costituzionale
diritto amministrativo
ambito
rami alti dell’ordinamento
rami bassi dell’ordinamento
diritti fondamentali e fonti del diritto fonte
Costituzione
normative sub-costituzionali principi giurisprudenziali
È possibile evidenziare alcune connessioni tra i due rami del diritto pubblico: ● il diritto amministrativo come diritto costituzionale reso concreto: il grado di tutela dei diritti si misura non tanto nel testo costituzionale quanto nella concreta applicazione ad opera degli apparati amministrativi e nelle risorse economiche messe a disposizione ⇒ diritti nanziariamente condizionati (Merusi) ● il diritto costituzionale passa, il diritto amministrativo resta: i rami alti dell’ordinamento posso cambiare anche in modo rapido (rivoluzioni, colpi di stato) mentre i rami bassi, caratterizzati da strutture, personale, prassi, sono poco permeabili ai cambiamenti Il diritto pubblico è inuenzato dalla partecipazione ad organizzazioni internazionali ⇒ almeno cinque proli dell’INFLUENZA DEL DIRITTO EUROPEO sul diritto amministrativo: ● la legislazione amministrativa (es: la direttiva 2006/123/CE in tema di libera circolazione dei servizi, recepita con d.lgs 59/2010) ● l’attività amministrativa (es: art. 41 CDFUE Diritto di una buona amministrazione) ● l’organizzazione amministrativa (esempio: sistema europeo delle banche centrali) ● la nanza pubblica (es: il Fiscal Compact) ● la tutela giurisdizionale amministrativa (es: la direttiva 2007/66/CE in materia di procedure di ricorso negli appalti pubblici) Anche altre organizzazioni internazionali producono regole e standard che condizionano il diritto amministrativo nazionale (es: Fondo Monetario Internazionale).
Il rapporto con il DIRITTO PRIVATO può essere ricostruito su due direttive: La privatizzazione dell’azione amministrativa Emerge indirettamente dalla l. 241/1990: ● l’art. 1, co 1-bis afferma che l’amministrazione, nell’adozione di atti di natura non autoritativa, agisce secondo il diritto privato, salvo che la legge disponga altrimenti ● l’art 11 afferma che l’amministrazione, nell’esercizio dei poteri discrezionali, può procedere stipulare gli accordi integrativi e sostitutivi, sottoposti ai principi del codice civile compatibili, ove non diversamente previsto Emblematica è la disciplina dei contratti della pubblica amministrazione: sottoposti a regole pubblicistiche, in tema di formazione della volontà e di scelta del contraente, e a regole privatistiche, riguardo l’esecuzione degli obblighi contrattuali. Il diritto privato penetra anche all’interno dell’organizzazione dell’amministrazione: il d.lgs 165/2001 sul lavoro dipendente nelle pubbliche amministrazioni prevede che la macro-organizzazione, cioè le linee fondamentali di organizzazione (individuazione, competenze, modalità) degli ufci, è denita con atti di natura pubblicistica (art 2, co1), mentre la micro-organizzazione, cioè l’articolazione degli ufci e la gestione dei rapporti di lavoro, è denita con atti privatistici (art 5, co 2). È controversa la libertà di scelta della pubblica amministrazione: il potere conferitogli dalla legge deve essere sempre esercitato come provvedimento autoritativo (espropriazione) anche se si può agire con un atto privato (locazione)? La pubblicizzazione del diritto privato A volte, soggetti formalmente privati, vengono qualicati come organismi di diritto pubblico o imprese pubbliche ⇒ devono garantire un livello di tutela non inferiore a quello cui sono tenute le pubbliche amministrazioni (art 1, co 1-ter l. 241/1990) e sono sottoposte alle stesse regole nell’esercizio delle funzioni amministrative (art 29 l. 241/1990). Tradizionalmente la nascita del diritto amministrativo si fa risalire all’arrêt Blanco del 1873: il tribunale francese stabilì che la responsabilità civile dell’amministrazione non può essere regolata dal Codice civile, ma deve essere soggetta a regole speciali che abbiano in conto della necessità di bilanciare il diritto dello Stato con quelli del privato.
La natura giurisprudenziale del diritto amministrativo. La nascita del diritto amministrativo è legata all’istituzione di un giudice speciale per le controversie tra cittadino e pubblica amministrazione. In ITALIA l’evoluzione del contenzioso amministrativo, presente in alcuni Stati preunitari, si arrestò con la l. 2248/18...