Parziale - Diritto delle obbligazioni di Antonino Procida Mirabelli di Lauro, Maria Feola PDF

Title Parziale - Diritto delle obbligazioni di Antonino Procida Mirabelli di Lauro, Maria Feola
Course Diritto privato comparato
Institution Università degli Studi di Napoli Federico II
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Diritto delle obbligazioni...


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IL DIRITTO DELLE OBBLIGAZIONI ART 1384 CODE CIVIL (OGGI ART 1242 CODE CIVIL): ciascuno è responsabile non soltanto del danno che si è causato per il proprio fatto, ma anche di quello che è stato causato per fatto delle persone delle quali si deve rispondere o delle cose che sono sotto la propria custodia ART 1382 CODE CIVIL (OGGI 1240 CODE CIVIL): qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto obbliga colui che lo ha commesso a risarcire il danno. ART 1147 CODE CIVIL: Il debitore è condannato, se vi è luogo, al pagamento dei danni ed interessi, tanto per l’inadempimento della obbligazione, quanto per il ritardo della esecuzione, qualora egli non provi che l’inadempimento sia provenuto da una causa estranea ad esso non imputabile, ancorchè non siavi per sua parte intervenuta mala fede. -> OGGI CONFLUITO NELL’ART 1231-1 CODE CIVILE: Il debitore è condannato, se necessario, al risarcimento dei danni sia per inadempimento dell'obbligazione, sia per il ritardo nell'adempimento, se non giustifica che l'adempimento è stato impedito da forza maggiore. ART 1137 CODE CIVIL: L’obbligo di vegliare alla conservazione della cosa, tanto se la convenzione non abbia per oggetto che l’utilità di una delle parti, quanto se abbia per iscopo la loro utilità comune, sottopone colui che n’è incaricato, ad impiegarvi tutta la diligenza di un buon padre di famiglia. Quest’obbligo è più o meno esteso relativamente ad alcuni contratti, i di cui effetti a questo riguardo sono spiegati nei rispettivi titoli. ART 2043 C.C.: Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. ART 2050 C.C.: Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un' attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, e' tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno. ART 2051 C.C.: Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito. ART 2054 C.C.: Il conducente di un veicolo senza guida di rotaie e' obbligato a risarcire il danno prodotto a persone o a cose dalla circolazione del veicolo, se non prova di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno. Nel caso di scontro tra veicoli si presume, fino a prova contraria, che ciascuno dei conducenti abbia concorso ugualmente a produrre il danno subito dai singoli veicoli. ((29)) Il proprietario del veicolo, o, in sua vece, l'usufruttuario o l'acquirente con patto di riservato dominio, e' responsabile in solido col conducente, se non prova che la circolazione del veicolo e' avvenuta contro la sua volonta'. In ogni caso le persone indicate dai commi precedenti sono responsabili dei danni derivati da vizi di costruzione o da difetto di manutenzione del veicolo. ART 1218 C.C.: Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta e' tenuto al risarcimento del danno, se non prova che l'inadempimento o il ritardo e' stato determinato da impossibilita' della prestazione derivante da causa a lui non imputabile. ART 1681 C.C.: Salva la responsabilita' per il ritardo e per l'inadempimento nell'esecuzione del trasporto, il vettore risponde dei sinistri che colpiscono la persona del viaggiatore durante il viaggio e della perdita o

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dell'avaria delle cose che il viaggiatoreporta con se', se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno. Sono nulle le clausole che limitano la responsabilita' del vettore per i sinistri che colpiscono il viaggiatore. Le norme di questo articolo si osservano anche nei contratti di trasporto gratuito.

CAP 1: IL RAPPORTO OBBLIGATORIO Questo libro ha l’obbiettivo di recuperare la centralità del diritto delle obbligazioni: non a caso il libro IV del codice si intitola “delle obbligazioni”, mentre il contratto e l’illecito sono qualificati come mere “fonti” di obbligazioni. Il diritto delle obbligazioni comprende non solo le obbligazioni in senso tecnico – intese quale rapporto tra creditore e debitore- ma anche la disciplina complessiva di atti o fatti da cui le obbligazioni scaturiscono: oltre alle prestazioni, che rappresentano l’oggetto dell’obbligazione, vi sono gli obblighi di protezione ;inoltre, oggetto della prestazione è il fatto-oggetto che soddisfa l’interesse del creditore; a fondamento del risarcimento del danno vi è sempre un’obbligazione che trova la sua fonte ora in un contratto ora in un illecito civile o penale. DIFFERENZE IN MATERIA DI STRUTTURA DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO TRA FR E GERM: In Fr vi è una concezione che potremmo definire pluralistica delle obbligazioni rispetto a quella unitaria di rapporto obbligatorio a struttura complessa propria della tradizione TED: 1. Nel diritto TED vi è netta distinzione del rapporto obbligatorio in una precisa tripartizione che pone le basi nel par 241 co 1 e co 2 (il co 1 dispone che il rapporto obbligatorio da diritto ad esigere la prestazione; il co 2 che il rapporto obbligatorio può obbligare ciascuna parte a proteggere i diritti beni dell’altra parte): -obblighi primari di prestazione -obblighi secondari di prestazione: per meglio adempiere la stessa -altri obblighi di comportamento: non sono legati alla prestazione me si inseriscono in qualsiasi tipo di rapporto obbligatorio. (esistono anche in casi di obbligazioni senza prestazioni) -> in caso di violazione degli obblighi primari o secondari di prestazione si viola il par 242 co 1; nel caso di altri obblighi di comportamento, il par 241 co 2. Gli ulteriori obblighi di comportamento trovano il loro appoggio normativo nel par 242 ( “il debitore è obbligato ad eseguire la prestazione secondo buona fede tenuto conto dell’uso del traffico giuridico”). 2. Nel diritto FR, nonostante il termine prestation sia utilizzato per indicare contenuto e/o oggetto dell’obbligation strictement contractuel, non vi è mai una netta distinzione della prestazione dall’obbligazione di securitè all’interno di un medesimo rapporto obbligatorio ma l’obbligazione di securitè, che è obbligazione ex lege, conserva una sua autonomia rispetto alle altre obbligazioni “strettamente contrattuali” alle quali è funzionalmente connessa. Infatti dottrina e giurisprudenza si interessano di più a individuare i criteri idonei a determinare la disciplina applicabile in virtù della qualificazione dell’obbligazione di securitè come di risultato o di mezzi. - Le obbligazioni di securitè si caratterizzano per una struttura accessoria, pensate in quanto connesse ad un obbligo di prestazione. visione in analogia con il pensiero di Stoll che giustifica la sussistenza degli obblighi di protezione in presenza di un’obbligazione di prestazione allo scopo di salvaguardare la controparte da danni che potrebbero scaturire dalla relazione specifica. - Nel diritto FR, l’accessorietà è confermata dal fatto che l’essere di mezzi o di risultato è una nozione che pertiene alla prestazione e che l’obbligazione di securitè acquisisce in virtù della connessione funzionale con la prestazione pur potendo esprimere una qualificazione diversa rispetto a quest’ultima (es. ad una prestazione oggetto di un’obbligazione di mezzi può essere collegata un’obbligazione di securitè di risultato). Ma si va anche oltre, perché vi è spesso una tendenziale

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immedesimazione dell’obbligazione di securitè con la prestazione (passa dal versante della protezione a quello della prestazione). 3. Nel diritto FR non sono ipotizzabili obblighi di protezione autonomi o obbligazioni senza prestazione; diversamente del diritto TED, si è pervenuti ad una diversa idea per la responsabilità precontrattuale codificata nel par 311BGB, necessitata dall’impossibilità di utilizzare il rimedio delittuale. Il legislatore della riforma mantiene l’impianto tradizionale secondo cui il riconoscimento di una tutela aquiliana generalizzata porterebbe uno straripamento in termini di responsabilità, soprattutto in considerazione dei danni “indiretti”. IN FR, infatti, LA RESP PRECONTRATTUALE è EXTRA CONTRATTUALE, MOTIVI: 1.c’è l’art 1382 che clausola onnicomprensiva 2.c’è distinzione netta con resp contrattuale: quando c’è un contratto la responsabilità e contrattuale altrimenti non lo è. L’OBBLIGAZIONE DI SECURITÈ, così come gli OBBLIGHI DI PROTEZIONE hanno carattere rimediale: -

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In FR colmano una lacuna del Code Napoleon mediante la previsione di un regime di resp oggettiva contrattuale che esimesse il creditore della prestazione di trasportare dalla prova diabolica del fautè precise richiesta dalla disciplina di diritto comune. In GERM permette di un’inversione dell’onere della prova che nella resp contrattuale grava sul debitore che deve dare la prova di non dover rispondere dell’inadempimento oltre ad aver permesso la tutela di interessi esclusi dalla disciplina della resp delittuale. In ITA permette in specifici settori una tutela rafforzata della vittima. Si pensi in ambito sanitario: secondo il dictum delle SU, l’allegazione di un inadempimento astrattamente idoneo a causare il danno lamentato inverte l’onere della prova della causalità materiale dovendo il debitore dimostrare peraltro non la propria diligenza, ma il caso fortuito o la forza maggiore.

In ITA si presenta il problema della fonte degli obblighi di protezione. Abbiamo i seguenti articoli del c.c. sulla regola della buona fede: -1375 (Esecuzione di buona fede): Il contratto deve essere eseguito secondo buona fede), - 1366 (Interpretazione di buona fede)Il contratto deve essere interpretato secondo buona fede; -1337 (Trattative e responsabilità precontrattuale)Le parti, nello svolgimento delle trattative e nella formazione del contratto, devono comportarsi secondo buona fede. I seguenti articoli del cc sulla correttezza: -1175 (Comportamento secondo correttezza).Il debitore e il creditore devono comportarsi secondo le regole della correttezza -1178 cc + L’art.1176 cc tratta la diligenza del buon padre di famiglia (Diligenza nell'adempimento) Nell'adempiere l'obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia. Nell'adempimento delle obbligazioni inerenti all'esercizio di un'attività professionale, la diligenza deve valutarsi con riguardo alla natura dell'attività esercitata. La dottrina maggioritaria ricollega gli obblighi di protezione alla regola della diligenza. Ma ciò che caratterizza la diligenza è l’unilateralità dell’obbligo che grava solo sul debitore. Invece ciò che caratterizza gli obblighi di protezione è che vanno a gravare sia su debitore che creditore (es 1175 cc). possiamo dire che la diligenza sia nel 1 sia nel 2 comma dell’art. 1176 è dato che è inadeguato a poter essere fonte degli obblighi di protezione in quanto è parametro di commisurazione qualitativa della prestazione, quindi riguarda solo l’obbligo della prestazione.

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La dottrina ITA, c’è stata una controversa per l’individuazione della fonte degli obblighi di protezione in quanto oltre agli articoli sulla buona fede abbiamo anche la correttezza (art. 1175) che grava sia su debitore che creditore. Orientamento consolidato è fusione buona fede e correttezza, cioè si parla di una obbligazione di buona fede – correttezza. Però Betti negli anni 50compie una distinzione: buona fede è obbligazione di comportamento (atteggiamento di fattiva collaborazione nell’interesse altrui”), mentre individua la fonte degli obblighi di protezione nella correttezza. Questo perché la buona fede impone alle parti di comportarsi in maniera positiva al fine di attuare il principio di fedeltà al vincolo , quindi una vera cooperazione, mentre per gli obblighi di protezione la condotta che si richiede è essenzialmente negativa ovvero il non violare un interesse che è all’integrità del patrimonio o all’integrità psicofisica della persona, quindi inteso come obbligo di conservazione della sfera patrimoniale o dell’ integrità (alterum non ledere che in ambito extracontrattuale è incorporato nell’art. 2043, in campo contrattuale nell’art.1175). Dal pdv operativo nulla cambia se li consideriamo uniti o separati. In GERM, la dottrina TED elabora gli obblighi di protezione sul par 242 cioè obblighi di buona fede considerandolo come fonte di obbligazione legale. A seguito della riforma del BGB, viene limitata la rilevanza degli obblighi di protezione autonomi alla responsabilità precontrattuale e ci si concentra sulla classificazione degli obblighi di protezione strutturalmente connessi alla prestazione. Lo scopo è quelli di poterli inquadrare nel 1 o nel 2 comma del par. 241. Da questo inquadramento ne deriva che la violazione degli obblighi di cui al co 1 permettono di poter esigere non soltanto il rimedio risarcitorio ma anche l’adempimento in forma specifica, diversamente dalla violazione degli obblighi inquadrati nel co 2. Questo perché a differenza delle obbligazioni accessorie alla prestazione che sono connesse a quest’ultime, gli obblighi di protezione sono autonomi. Una netta distinzione appare decisamente problematica, soprattutto se operata a priori. I parametri utilizzati per la partizione sono: 1.scopo: obbligo accessorio che finalità si pone (se agevolare la prestazione o se è di protezione autonomo); 2. prossimità dell’obbligo; 3. ruolo attribuito alla violazione dell’obbligo accessorio: funzione della riparazione (riparazione per interesse all’equivalenza o interesse all’integrità) 4.profilo del rimedio (azionabilità in giudizio: possibilità di richiedere l’adempimento in forma specifica o solo il risarcimento). Impressione del prof è che vi sia una impossibilità della distinzione ex ante, inoltre i primi criteri citati sono inadeguati oltre che vanno ad identificare gli obblighi di protezione con gli obblighi di conservazione di integrità del patrimonio o psicofisica. Viene proposta una valutazione ex post, in concreto. Infatti, l’obbligo di protezione rileva anche nella fase di attuazione del rapporto e non solo quando la lesione si è consumata. Per cui, per alcuni obblighi di protezione è possibile chiedere l’esecuzione in forma specifica ( es.il locatore di un immobile può certo esigere che il conduttore si astenga dal compiere atti che mettono in pericolo la stabilità della cosa locata),

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insieme all’esecuzione forzata ed ai provvedimenti di urgenza ex art 700 cpc in caso di pregiudizio imminente ed irreparabile. Diversamente invece, non si ritiene possibile che la violazione degli obblighi di protezione comporti la possibilità per la controparte di richiedere la risoluzione del contratto, in quanto gli obblighi di protezione non rientrano nel sinallagma del rapporto. VS Se ammettiamo la classificazione della dottrina tedesca, oltre ad utilizzare criteri inadeguati, si finisce con l’identificare gli obblighi di protezione con gli obblighi di conservazione di integrità del patrimonio o psicofisica. (ad es. l’obbl di securitè di portare il passeggero sano e salvo non sarebbe un obbligo di protezione ma un’obblig accessoria). Però gli obblighi di protezione investono molti contratti e sono di diversa natura non solo di conservazione, come quelli di avviso, di salvataggio, segreto, informazione. (vedi 1586 co 1,. 2105, 1805 co 1, 1156, 1177 obbligazione di custodire, per gli obblighi di conservazione artt. 2087 e 1681). Proposta del prof è quella di abbandonare metodologia sia perché è impossibile una qualificazione a priori, sia perché il criterio della prossimità in concreto non consente di discernere obblig accessorie da quelli di protezione, a meno che non vogliamo ridurre gli obblighi di protezione solo a quelli di conservazione. Ma i tipici obblighi di conservazione (quello del datore di lavoro e quello del vettore) interferiscono con la prestazione perché indicano le modalità con cui il datore deve permettere lo svolgimento del lavoro e, nell’altro caso, sono sicuramente accessori all’obbligazione di trasportare. Il professore propone una valutazione ex post. Inoltre, ai fini dei rimedi esigibili non conta l’inquadramento nel co 1 o 2 del par 241: es. 2087 viene considerato obbligo di conservazione e quindi di protezione, non sarebbe suscettibile di esecuzione in forma specifica secondo la classica partizione, però, se il danno si è già verificato, la tutela sarà solo risarcitoria, ma per il futuro i prestatori possono ottenere l’esecuzione in forma specifica; altro es. in tema di locazione: obbligo del conduttore di non alterare la statica dell’immobile, è possibile, in caso di violazione, ottenere la condanna di esecuzione in forma specifica. Oppure il caso in cui il conduttore abita un appartamento umido che potrebbe ledere l’integrità psico-fisica, il conduttore può ottenere la condanna affinchè il proprietario faccia i lavori necessari per evitare questa lesione. È esecuzione in forma specifica. Perciò la divisione della dottrina TED non regge. Inoltre se non voglia classificare gli obblighi di protezione esclusivamente in termini extracontrattuali e quindi con risarcimento per equivalente, la differenza maggiore tra obblighi di protezione e alterum non ledere extra contr è che per quest’ultimo vi è una tutela solamente successiva, mentre per gli obblighi di protezione, che impongono degli obblighi di comportamento, vi può essere, dove è possibile, una tutela in forma specifica. CONTATTO SOCIALE VS CONTATTO NEGOZIALE E OBBLIGAZIONI SENZA PRESTAZIONE Obbligazione senza prestazione cos’è: il settore viene identificato con quello della resp precontrattuale o dei contratti nulli ma eseguiti (rapporti contrattuali di fatto) -> qui non c’è prestazione ma sicuramente obbligo di comportarsi con correttezza e buona fede! L’esistenza di un rapporto obbligatorio in assenza di un contratto e di una prestazione richiede l’individuazione di un altro atto/fatto che ne costituisca la fonte (ex ART 1173: Fonti delle obbligazioni: Le obbligazioni derivano da contratto, da fatto illecito, o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità dell'ordinamento giuridico. L’idea di una responsabilità da affidamento connessa

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all’inadempimento di un’obbligazione senza prestazione è stata fondata dalla nostra giurisprudenza sulla teoria dei rapporti contrattuali nascenti da contatto sociale così come ideata da Haupt. Nel contrattualizzare la responsabilità da contatto sociale, la Cass, ha individuato la fonte non nell’inadempimento di un’obbligazione senza prestazione (che infatti non c’è), ma nella violazione degli obblighi nascenti dal semplice contatto sociale. ≠ il diritto TED ha escluso che il contatto sociale possa essere considerato fonte di obbligazioni e parla piuttosto di “contatto negoziale”. Ma la questione riguarda la teoria delle fonti: se ammettere che nell’ambito del sistema aperto dell’art 1173 c.c. fosse possibile che l’esecuzione, spontanea nei confronti del paziente ma dovuta solo verso l’ente, della prestazione configurasse un atto/fatto idoneo a produrre obbligazioni. E, se ammesso questo, ne derivassero anche degli obblighi di protezione connessi all’esecuzione. La responsabilità da contatto sociale è stata riconosciuta nel medico della struttura sanitaria, ammettendo che le obbligazioni possono sorgere da rapporti contrattuali di fatto nel caso in cui alcuni soggetti entrino in contatto; nello specifico, la sentenza aveva ad oggetto l’inadempimento di un soggetto preposto all’ente ma che non era obbligato nei confronti del paziente. La responsabilità da contatto sociale è stata riconosciuta anche nel precettore dipendente di un istituto scolastico per non aver vigilato sulla sicurezza dell’allievo, nell’inesatto pagamento della banca che ha negoziato in favore di un soggetto non legittimato un assegno non trasferibile etc.. ipotesi classiche di responsabilità per il fatto degli ausiliari (ex art 1228 c.c.). Per il sanitario la questione è stata irrisolta dalle Legge Gelli-Bianco (art. 7 co 3 L. 24/2017) per cui la responsabilità degli esercenti la professione sanitaria in una struttura pubblica o privata è extracontrattuale (per colpa ex art 2043cc) a meno che non abbiano agito in virtù di un’obbligazione contrattuale...


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