Poesia epica - Appunti PDF

Title Poesia epica - Appunti
Author Elena Moscara
Course Lingua e letteratura greca
Institution Università degli Studi di Macerata
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Il genere epico in generale DEFINIZIONE GENERALE: CHE COS’È L’EPICA?



NASCITA







LE FUNZIONI DELLA NARRAZIONE EPICA









Il termine “epica” deriva dal sostantivo greco epos che significa “racconto”, discorso, e anche verso. L’epica è dunque la narrazione, per lo più in versi, in forma poetica, e di norma molto estesa, di vicende, svoltesi in un passato molto che hanno per protagonisti eroi, figure leggendarie, straordinarie, eccezionali. L’epica è un genere narrativo che ha radici antichissime: i canti epici si diffusero infatti presso culture diverse e in varie aree geografiche a partire dal III millennio a.C. Le più antiche opere epiche giunte fino a noi sono: a)i poemi sumero-babilonesi dell’Epopea di Gilgamesh (XIII-XII secolo); b)i poemi del ciclo egiziano (Il poema di Qadesh, Le avventure di Sinuhe, 1294 a.C.) c)i poemi greci Iliade e Odissea (VIII sec. a.C.) tradizionalmente attribuiti a Omero. a)La prima importante funzione è quella storico-celebrativa: il poeta epico narra le imprese compiute da figure straordinarie e leggendarie e insieme celebra i valori e gli ideali che queste rappresentano per il suo popolo: per es. il racconto della guerra di Troia serve a esaltare il valore guerriero e la potenza militare della civiltà greca. b)La seconda funzione è quella storico-documentaria: al di là dell’aspetto leggendario (Achille, Odisseo non sono mai realmente esistiti), i poemi conservano la memoria di eventi storici. I poemi possono essere definiti come un’ “enciclopedia tribale”. C)la terza funzione è quella pedagogica o educativa: attraverso il racconto delle gesta eroiche i poeti epici trasmettono valori morali, modelli di comportamento e le conoscenze fondamentali. ES: a)nell’Iliade Ettore incarna il valore morale dell’eroismo assoluto, dell’eroe che sacrifica i sentimenti personali per la salvezza della patria (prima la patria, poi Andromaca); insegnamento: mettere l’interesse della collettività al di sopra degli affetti; b)nell’Odissea assistiamo spesso a descrizione di scene di ospitalità: l’eroe arriva in un luogo e viene accolto dai suoi abitanti secondo un rituale preciso, che doveva essere rigorosamente rispettato in ogni sua parte. Scopo: trasmettere una tradizione, quella dell’ospitalità, e le sue convenzioni; c)nell’Iliade il poeta descrive spesso scene di sacrifici agli dei; scopo: trasmettere di generazione in generazione un rito e le sue norme. D)La quarta funzione è quella di intrattenimento: il poema epico presuppone sempre un pubblico di ascoltatori e un cantore professionista che canta/recita/interpreta il testo.

Poemi omerici ORALITA’ SCRITTURA

E

 

 METRO QUESTIONE OMERICA

 











CARATTERISTICHE POESIA OMERICA



In origine venivano composti, recitati e tramandati oralmente di generazione in generazione. Solo successivamente furono messi per iscritto. In origine la scriptio era continua, cioè mancavano segni, accenti, segni diacritici, segni di interpunzione, spiriti. Tuttavia già nell’odissea compaiono alcuni segni diacritici, come per la parola oudos, odos. In epoca alessandrina il testo viene diviso in canti. Ogni canto si avvicina ad una esecuzione orale. Esametro La questione omerica pone l’accento sulle seguenti questioni: Si deve attribuire ad omero la paternità di entrambe le opere o solo di una? Le opere sono state realizzate intermante da omero oppure sono il prodotto di una tradizione di aedi? Omero è esistito realmente? La tradizione ci tramanda le seguenti notizie: l'autore dell'Iliade e dell'Odissea sarebbe il poeta greco Omero, vissuto nell'VIII secolo a.C.; un cantore cieco, nato a Chio o a Samo, sempre in viaggio da una città all'altra della Grecia e dell'Asia Minore cantando antiche gesta di eroi. ANTICHITA’: - I separatisti (chorízontes) alessandrini tenendo conto delle discrepanze tra Iliade e Odissea negarono la loro attribuzione a un solo poeta. - Gli unitari (Aristarco) alessandrini attribuiscono i due poemi ad un solo poeta, definendo le inautentici i versi delle discrepanze. - Compromesso: Anonimo autore del trattato Sul sublime attribusce l'Iliade, in cui domina l'impeto delle passioni, alla giovinezza del poeta e l'Odissea, caratterizzata dalla distesa armonia della narrazione, alla vecchiaia del medesimo poeta. Settecento: - d'Aubignac nega l'esistenza storica del poeta - G.B. Vico nega l'esistenza storica del poeta, intendendo le opere omeriche come espressione della fantasia creatrice dell'intero popolo greco. - Teoria analitica di Wolf: si considera un nucleo iniziale dell’opera attribuito ad omero, che poi si sarebbe accresciuto con l'apporto di amplificazioni anonime successive. OTTOCENTO: Teoria analitica (K. Lachmann, A. Kirchhoff): riprendendo l’idea di wolf, vari studiosi cercano di individuare i nuclei originali dei due poemi, scevri dalle aggiunte successive NOVECENTO: - Teoria neounitaria: unità compositiva dei poemi omerici che pure presuppongono un lungo processo di formazione e una stratificazione, articolata nel tempo. - Negli anni Cinquanta M. Ventris ha dimostrato (con l'interpretazione delle tavolette di Cnosso e Pilo) l'esistenza già nel sec. XII a.C. di una scrittura sillabica, già sostanzialmente greca, determinando una svolta nella ricerca posteriore: alcuni studiosi infatti accolgono, se pure come eventualità, la tesi di una redazione già originariamente scritta di parte, se non di tutta, l'opera omerica. Formularità, cioè ripetizione più volte di serie di parole fisse nello stesso punto del verso. In realtà, la formula non è sempre fissa, ma è flessibile, cioè c’è la possibilità che il cantore intervenga nelle formule ed introduca delle novità.













Elementi formulari: Nome + epiteto / Nessi, congiunzioni di attacco. Uso del paragone,  in greco (  in italiano parabola) e della similitudine, similitudo in latino, in greco  (=immagine, pittura, similitudine). La similitudine è più ampia, articolata del paragone che è più semplice. L’utilizzo di questa figura retorica in poesia si ricollega al gioco dell’  (=confrontare, mettere a confronto), una sorta di gioco di società ante litteram che si faceva nell’ambito del simposio che consisteva nel fare confronti: A che cosa somiglia questo? Può assomigliare a. Utilizzo di topoi, modelli narrativi fissi: - Cataloghi - scena del banchetto - scena del duello - scena della vestizione dell’eroe: la scena della vestizione delle armi di agamennone, patroclo, achille, paride/Alessandro. Si segue un ordine nella presentazione delle armi: gambiere, corazza, spada, scudo, elmo, lance. Commistione di armi che possono appartenere alla civiltà micenea e altre che appartengono ad un armamento oplitico. Quindi stratificazione materiale, sono descritti oggetti che appartengono ad epoche differenti - invocazione alla musa: L’invocazione alla musa si trova nei momenti più significativi, di svolta, cioè in quelli in cui il poeta deve fare uno sforzo mnemonico maggiore, per affrontare il quale ricorre alla divinità. - Scena dell’accoglienza - Scena del ristoro - Tema del sogno rivelatore - Tema della preghiera, supplica I poemi omerici sono un amalgama di diegesis e mimesis, diegesi e mimesi, narrazione in terza persona e discorso diretto con narrazione in prima persona. Questa alternanza ha una funzione animatrice, togliendo monotonia al racconto . [Anche platone descrive questo aspetto dell’iliade nel terzo libro della repubblica: fa l’esempio dell’iliade per distinguere tra due modalità narattive, dando ai termini diegesis e mimesis per la prima volta un valore tecnico, specifico. Fa l’esempio del I libro: il poeta prima parla in terza persona, poi abbandona la diegesis per passare alla mimesis, come se diventasse crise, passa al discorso diretto.] Coordinata del tempo e dello spazio scandiscono gli episodi della narrazione, strutturare la narrazione per rendere la narrazione più comprensibile a chi ascolta, aiutano l’ascoltatore a seguire il racconto. Ekfràseis, ekfràsis: descrizione. Avrà un significato tecnico, sarà teorizzato come genere letterario vero e proprio solo in epoca imperiale, ma esiste già in epoca omerica. È un nomen actionis, ek + frazw = descrivere nel dettaglio, minutamente. Lo scopo è quello di permettere all’ascoltatore di visualizzare l’oggetto. Tecnica di visualizzazione degli spazi e delle azioni: - Tecnica dello spettatore interno, cioè l’ascoltatore si identifica con un personaggio - Visione dall’alto, d’insieme, panoramica, simultanea, sinoptica. Sguardo degli dei - Visione odologica (odos, percorso), come se si stesse seguendo un percorso, una strada....


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