Relazione, Storia del Design, Gabriella d’Amato PDF

Title Relazione, Storia del Design, Gabriella d’Amato
Author Lara Prandini
Course Storia dell'arte contemporanea
Institution Accademia di Belle Arti di Bologna
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Relazione: Prandini Lara, Progettazione artistica per l’impresa, primo anno Accademia di Belle Arti di Verona, A.A. 2019/2020

Opera: Storia del Design, Gabriella D'Amato, Pearson, 2020 Il testo ricostruisce in modo ordinato e cronologico gli eventi e le invenzioni più significativi della storia del design internazionale dal 1900 ai giorni nostri. Questo testo non limita il suo studio ai soli confini italiani o europei, bensì espone la situazione artistica di Giappone e Stati Uniti. Percorre la storia del design citando esposizioni, concorsi e creazioni, sia singoli che collettivi. Spiega inoltre le conseguenze di evoluzioni tecnologiche e produttive che avvengono durante i periodi analizzati. Espone in modo interessante i diversi tipi di design nati nel corso del tempo, partendo dallo sviluppo dell’artigianato sfociato successivamente nel design industriale. Viene spiegato che il design non è un’arte a sé, infatti viene spesso condizionata dalle correnti artistiche del tempo in cui si sviluppa, un esempio è il periodo delle avanguardie artistiche, dalle quali il design prende direttamente spunto; alcune tendenze del primo decennio del 1900 agiscono come stimolo per la ricerca della nuova concezione spaziale di architettura e design. Successivamente spiega come il design possa prendere impronte differenti, come possa seguire alcune ideologie piuttosto che altre e come, di conseguenza, cambi la forma dell’oggetto, ma anche come sia fondamentale l’influenza della pedagogia e dell’utilità sociale che comincia ad acquisire l’oggetto, un esempio ne è il Bauhaus. Affronta inoltre lo stile che si sviluppa a partire dall’Expo di Parigi del 1925, nel quale vengono esposti progetti di design che rielaborano le tendenze estere. In questo modo comincia a presentare anche i design provenienti dall’estero, partendo dal design scandinavo, con uno studio particolare dell’ergonomia e la nascita dell’azienda “Ikea” e arrivando al design “Made in USA”, la nascita di nuovi materiali plastici, il MoMA e la globalizzazione del design. La narrazione torna in Italia e affronta il design del dopoguerra, caratterizzato da un grande bisogno di ricostruzione e citando grandi nomi come Olivetti, Castiglioni, FIAT o Zanuso. Affronta anche il design Giapponese, che si è sviluppato dopo una rivoluzione culturale e dopo aver subito un’occidentalizzazione. Ed ecco la nascita e lo sviluppo della Sony, la progettazione di un design d’interni strettamente legato alla tradizione giapponese. Nel libro viene affrontato anche il percorso della moda, e come essa interagisca con il mondo del cinema, del design e dell’arte. Il testo termina con il terzo millennio, nel quale prevale un idea di social design, guidato da uno stile minimalista che tocca anche il mondo dell’arte: creando così il “Design Art”. 2- Qual è l’idea di base Il testo affronta la nascita e lo sviluppo del design internazionale, variando il punto di vista in base a tempi e luoghi studiati. Parte dal Design di inizio ‘900 europeo e arriva al design moderno, analizzando tutte le cause e conseguenze strettamente collegate a questo. 3- I punti che mi hanno colpito di più Sono rimasta colpita dalla precisione dell’autrice nella spiegazione di ogni evento, sviluppo ed invenzione, ma soprattutto dal percorso del design in Giappone. Infatti mi ha sorpresa la sua occidentalizzazione, lo stretto rapporto con il mondo occidentale e l’influenza che riceve dal punto di vista pratico e artistico. 4- Dove sono d’accordo e dove no Sono d’accordo con gran parte del testo, in quanto la scrittrice ha sviluppato il libro in ordine cronologico e tematico. Ho riscontrato idee discordanti riguardo l’occidentalizzazione del Giappone, infatti credo che nonostante le grandi influenze occidentali il Giappone e l’oriente in generale abbiano sempre mantenuto una propria identità. 5- Pagina 37 In questa pagina viene affrontata la corsa sul mercato tra il modello di Ford “T” e la Chevrolet di General Motors. In questo caso Ford si vide superare da Alfred Sloan, con il debutto del modello di concorrenza colorato e vivace contro il modello classico e nero di Ford. Nel 1926 Chevrolet vendette più di Ford. Così Ford cominciò a progettare un nuovo modello, “A”.

Pagina 99 Questa pagina pone il focus sull’introduzione di nuove discipline, lontane dal classicissimo del Bauhaus. Vi è una grande divisione dell’istruzione, la comunicazione e la progettazione. Su questi nuovi ideali verge lo sviluppo della scuola HFG che quindi divide i corsi in due grandi correnti, la progettazione industriale e la progettazione della comunicazione. Durante questo periodo e queste correnti la Germania si avvicinava al neocapitalismo. Infine la HFG, nel 1968, chiude, creando un grande scandalo nell’Europa di quei tempi....


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