Riassunti Cottini didattica speciale PDF

Title Riassunti Cottini didattica speciale
Author noemi Pannullo
Course Didattica Speciale
Institution Università degli Studi di Salerno
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Summary

riassunti per esame scienze della formazione primaria unisa...


Description

LIBRO DI COTTINI Didattica speciale e inclusione scolastica Cap 1  Anni 60: approccio medico la disabilità, classi separate (legge del 62) disabile aiutato meglio se nel proprio contesto.  Anni 70: Legge 118: riconosce ai disabili meno gravi il diritto all'istruzione in classi comuni. legge 517 (1977): abolizione delle classi differenziali e scuole speciali più programmi di interventi individualizzati e insegnante specializzato (sostegno). 1992 LEGGE 104: articoli 12-17: inclusione scolastica, coinvolgimento attivo delle famiglie nella formulazione del: PDF: Profilo dinamico – funzionale e del PEI: piano educativo individualizzato. Con questa legge, ci si prefigge l'obiettivo della "promozione della massima autonomia individuale", estesa per tutto il ciclo scolastico. Con essa, vi fu l'istituzione di appositi documenti che permettono l'accompagnamento dell'alunno nel suo percorso educativo tramite compilazione da parte delle figure educative. Esse sono: la certificazione, la diagnosi funzionale, il profilo dinamico funzionale, il piano educativo didattico/personalizzato. Per gli alunni disabili questo avviene nel PDF. Il PEI è lo strumento con cui il consiglio di classe disegna un percorso didattico inclusivo per gli alunni con disabilità, delinea i bisogni, le azioni e le strategie legate ad obiettivi di carattere educativo e permette di delineare una linea guida di lavoro comune a tutti coloro che se ne occupano ed è frutto di un processo di confronto tra le diverse figure professionali e i servizi territoriali che se ne occupano. I passaggi per la stesura del PEI sono i seguenti: 1. valutazione: la valutazione deve essere multidimensionale ovvero bisogna creare una visione globale e integrata tra le diverse prospettive. 2. definizione e struttura: gli obiettivi vengono definiti in considerazione della valutazione e i desideri/bisogni della persona disabile; gli obiettivi devono essere raggiungibili, misurabili e con una temporalità dichiarata. Per ogni obiettivo bisogna definire le strategie, le attività, gli strumenti da utilizzare e la misurazione dei progressi.

3. condivisione: deve essere redatto con un linguaggio appropriato e comprensibile a tutti coloro che se ne occupano. 4. verifica: deve essere verificato ogni sei mesi per essere adeguato o riformulato a seconda dei bisogni/esigenze della persona. 1994 decreto del presidente della repubblica: le unità sanitarie locali hanno il compito di individuare la disabilità, corredata da diagnosi funzionale (DF).  La DF accerta il tipo di gravità del deficit ed evidenzia le potenzialità funzionali.  Il PDF fissa le linee di sviluppo del bambino e individua gli obiettivi di integrazione. DF + PDF - documentazione fondamentale scolastica. (2010) LEGGE 170: è la legge di riferimento per i disturbi specifici di apprendimento (DSA) in ambito scolastico. Riconosce dislessia-disgrafiadisortografia-discalculia, si manifestano in capacità cognitive adeguate in assenza di patologie neurologiche ma possono costituire limitazioni importanti per alcune attività della vita quotidiana. I pilastri della legge 170 sono identificazione precoce e potenziamento > processo di screening con prove individuali nelle aree interessate. I risultati collocano l’alunno nella fase di potenziamento con attività per stimolare le abilità nelle quali è in difficoltà. Si possono quindi proporre le seguenti definizioni e distinzioni tra didattica personalizzata e individualizzata e  La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l'alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze utilizzando parentesi obiettivi comuni al gruppo classe, metodologie calibrate sul singolo attenzione alle differenze individuali)  La didattica personalizzata si sostanze attraverso l'impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno (può porsi obiettivi diversi, accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, promuove apprendimento significativo, attenzione agli stili di apprendimento, uso di mediatori didattici schemi mappe concettuali eccetera). Con la legge 107 DSA hanno diritto ad una didattica individualizzata ed a:  STRUMENTI COMPENSATIVI: dispositivi didattici o tecnologici che facilitino la prestazione richiesta

 STRUMENTI DISPENSATIVI: interventi che dispensano l’alunno dallo svolgimento di alcune attività. Introduzione del PDP (Piano Didattico Personalizzato), in cui sono esplicitiate le attività di recupero, gli strumenti e le modalità di didattica personalizzata. Inoltre ogni scuola dovrà inserire nel PTOF il PAI (piano annuale per l’inclusività) e afferma che l'inclusione scolastica si realizza attraverso strategie. L'obiettivo di questa legge è affermare il ruolo centrale della scuola migliorare le competenze degli studenti e contrastare le disuguaglianze socioculturali. Promuove l’AUTONOMIA SCOLASTICA sotto la guida del dirigente scolastico con strumenti finanziari operativi necessari. I cambiamenti sono quelli che riguardano la didattica la riforma ha introdotto il PTOF che va a sostituire il POF come documento di progettazione curriculare, extracurriculari, educativo e organizzativo delle singole scuole, che diventa triennale ma può essere rivisto annualmente. PDP è un accordo condiviso fra Docenti, Istituzioni Scolastiche, Istituzioni Socio-Sanitarie e Famiglia. Si tratta di un progetto educativo e didattico personalizzato, commisurato alle potenzialità dell'alunno, che definisce tutti i supporti e le strategie che possono portare alla realizzazione del successo scolastico degli alunni DSA. Per questi motivi è opportuno farlo all'inizio di ogni anno scolastico. Il PDP deve essere predisposto dai docenti entro il primo trimestre scolastico. Il documento deve contenere: i dati anagrafici dell'alunno la tipologia del disturbo le attività didattiche personalizzate gli strumenti compensativi le misure dispensative le forme di verifica e valutazione personalizzate. Il PAI è un documento che inquadra lo stato dei bisogni educativi e formativi della scuola e le azioni che si intende attivare per fornire delle risposte adeguate. Il Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF) è il documento nel quale ogni Istituzione Scolastica costruisce la propria identità e che consente agli alunni, alle famiglie e al territorio di conoscere l'offerta educativa. PROVVEDIMENTI INTERNAZIONALI.

Il dibattito contemporaneo sul tema dei diritti e dell'uguaglianza ha portato all'elaborazione di documenti internazionali di rilevanza storica come "la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo".  Inghilterra anni 70: definizione di BES con l’emanazione del rapporto Warnock, il quale ha contribuito ad orientare la discussione verso un approccio inclusivo alle diversità. I BES sono gli studenti che hanno necessità di attenzione speciale nel corso del loro percorso scolastico per motivi diversi a volte certificati da una diagnosi ufficiale di tipo medico, bisogni permanenti o superabili grazie a interventi mirati e specifici. I BES nascono in maniera formale nel 2012 con la direttiva ministeriale “Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica ”.

 1994 dichiarazione di Salamanca: educazione per tutti e per ciascuno -> BES inclusi in comuni sistemi educativi.  1996 carta di Lussemburgo: 3 parti: 1. PRINCIPI FONDAMENTALI: ogni stato che la firma deve garantire a tutti i cittadini l’accesso al sistema scolastico ordinario; 2. STRATEGIE: enfasi sula qualità dell'insegnamento che deve coinvolgere famiglie, insegnanti e specialisti; 3. PROPOSTE.

 2006- CONVENZIONE SUI DIRITTI DELLE PERSONE DISABILI (ONU) La disabilità viene definita come risultato tra persone con menomazioni e barriere (comportamentali e ambientali) in grado di impedire la loro piena partecipazione alla società. La convenzione sancisce il principio rispetto per la differenza e l'accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell'umanità stessa.

 2009 UNESCO, LINEE GUIDA SULL’EDUCAZIONE INCLUSIVA: l’INCLUSIONE è visto come un processo in grado di rispondere alle diversità e alle esigenze di tutti.

Cap 2 e 3

Ogni individuo ha un’idea di diversità, sulla base della propria cultura e delle esperienze di vita, quest’idea determina un diverso modo di rapportarsi alla diversità. I modelli della disabilità sono distinguibili in tre categorie ovvero quelli che attribuiscono la disabilità: alla persona (ICIDH), all'ambiente (modello sociale) o all'interazione tra persona e ambiente (ICF). MODELLO INDIVIDUALE: (MEDICO) DISABILITÀ: condizione patologica. Associato all’ICIDH (classificazione internazionale menomazione, disabilità ed handicap).  Menomazione: perdita o anormalità psichica o fisica (permanente)  Disabilità: perdita o limitazione (a seguito di un evento) di compiere attività.  Handicap: condizione di svantaggio. Socializzazione di menomazione o disabilità. ICIDH: 9 sezioni menomazioni e disabilità, 7 handicap. MODELLO SOCIALE Nasce dall’attivismo politico di persone disabili. È strettamente connesso ai Disability studies: difficoltà come condizione intrinseca, per gli insegnanti: ci si deve organizzare per rispondere ai bisogni educativi di ognuno. MODELLO ICF L'ICF è una classificazione che mira a descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere tutte quelle difficoltà che nel contesto di riferimento possono causare difficoltà. Centrale il concetto di salute: ideale che nessuno sperimenta in modo completo. Approccio BIOPSICOSOCIALE -> il modello biopsicosociale è una strategia di approccio alla persona, che attribuisce il risultato della malattia, così come della salute, all'interazione intricata e variabile di fattori biologici (genetici, biochimici, ecc.), fattori psicologici (umore, personalità, comportamento ecc.)

ICF: Classificazione Internazionale del Funzionamento, della disabilità e della salute. Pubblicato nel 1999 dall’OMS - menomazione e handicap sono sostituiti da attività (più o meno sviluppata in riferimento alle condizioni dell’alunno) e partecipazione sociale. Organizzato in due parti, divise in capitoli:  Funzioni e strutture corporee + attività e partecipazione  Fattori ambientali e personali. In ogni capitolo ci sono fino a 4 livelli per ogni categoria descritta. Non considera la menomazione ma la salute e le possibilità dell’individuo. 2010: ICF-CY per bambini e adolescenti, tiene conto del gioco per lo sviluppo cognitivo alla luce del fatto che tali situazioni sono diverse in età evolutiva rispetto all’età adulta. Attraverso l’ICF si ottengono profili di funzionamento (PDF) l’ICF invita a pensare alla persona che deve raggiungere la massima autonomia possibile: AUTODETERMINAZIONE . MODELLO DELLE CAPACITA’ (CAPABILITY APPROACH). Formulato negli anni 80’. Concetto chiave: “star bene” non di pende dai mezzi ma dalle capacità dell’individuo. Interventi sociali a scopo di incrementare la capacità di scegliere. Il superamento della disabilità ≠ normalità > ampliamento delle possibilità di scelta di ognuno e della sua capacità di AUTODETERMINAZIONE.

Cap 4 Secondo la logica dell’inclusione bisogna costruire contesti in grado di accogliere tutti e consentire ad ognuno di raggiungere il successo formativo. Per fare ciò è centrale il ruolo che riveste la PROGRAMMAZIONE. Si possono percorrere due strade: 1. Costruire un programma per la classe da modificare per coloro che non riescono a seguirlo 2. Progettare da subito dei curricoli didattici per affrontare le differenze individuali (ovviamente questa strada offre più opportunità all’alunno di sentirsi a proprio agio e stimolato) CURRICOLO DIDATTICO: itinerario formativo indirizzato ai campi di esperienza o delle discipline, che viene considerato sia sotto forma di contenuti formativi (IL PROGRAMMA) che dell’organizzazione didattica (LA PROGRAMMAZIONE). Bisogna progettare un curricolo flessibile dall’inizio per offrire più opportunità ad ogni allievo della classe.

APPROCCIO UDL: nasce metà degli anni ‘80 grazie a Mace che studia edifici accessibili a tutti. Individua nelle strutture inclusive 7 principi: equità, flessibilità, semplicità, percettibilità, evitamento, contenimento dello sforzo fisico misure e spazi sufficienti. Successivamente l’approccio UDL viene applicato all’istruzione negli USA a cura del CAST che lo definisce un insieme di linee guida fondate sulla messa a disposizione di:  Molteplici mezzi di rappresentazione, per avere più modi di acquisire informazioni.  Molteplici mezzi di espressione, per dimostrare cosa gli studenti sanno.  Molteplici mezzi di impegno, per colpire la curiosità degli studenti. BISOGNA ADATTARE I CURRICOLI A QUESTI 3 PRINCIPI. Importante anche l’uso della tecnologia per l’adattamento dei curricoli ai vari allievi ma non deve essere l’unico mezzo.

Cap 5 e 6 PROGRAMMAZIONE INCLUSIVA La scuola inclusiva si rivolge a tutti fronteggiando le differenti situazioni, ciò comporta inevitabilmente un continuo e costante aggiornamento delle competenze da parte degli insegnanti che non devono semplicemente trasmettere ma anche agire. UDL non sostituisce una programmazione individualizzata per i BES ma bisogna trovare un punto di contatto tra programmazione curricolare e individualizzata: che è poi l’obiettivo della didattica specializzata. Per trovare questo punto di contatto ci sono due itinerari metodologici applicabili:  Programmare congiuntamente per ricercare obiettivi comuni: adattamento degli obiettivi non a senso unico.  Gli obiettivi possono essere avvicinati quando non sono evidenti i punti di contatto tra le due programmazioni si possono modificare obiettivi adeguabili al BES.  Partecipare alla cultura del compito se non si possono adattare gli obiettivi si creano compiti dello stesso tipo di quelli dei compagni.  Svolgere attività personalizzate dentro e fuori classe è fondamentale che le attività “uno a uno” (fuori classe) siano limitate e programmate nell’interesse dell’alunno. INSEGNANTE DI SOSTEGNO: importante perché: assolve un ruolo centrale per le politiche inclusive Può contare su un ampio bagaglio di conoscenze inclusive e competenze di didattiche speciali.

Non bisogna delegargli tutti i compiti dei BES (criticità della presenza dell’insegnante di sostegno) Esigenza: portare al centro della scuola l’individuazione di bisogni e risorse così che la certificazione BES diventi un elemento per la nomina del sostegno e non una condizione. Lavora su due MACROAREE: 1) attività fuori aula -> rapporto individuale, insegnante facilitata 2) attività in aula -> con tutti i compagni, ci sono diverse pressioni e distrazioni.

Cap 7 VIGOTSKYJ Lo sviluppo cognitivo ha origine sociale -> tesi centrale del pensiero di V. Il comportamento esiste prima socialmente e poi diventa parte del comportamento interno. Lo sviluppo delle forme superiori di processi mentali nei bambini avviene attraverso l’acculturazione. Per V. un ruolo fondamentale dell’ambiente nel quale i bambini crescono e alla funzione svolta degli adulti. APPRENDIMENTO COOPERATIVO: influenza l’alfabetizzazione, l’apprendimento presuppone una natura sociale. ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE: descrive le interazioni tra processi sociali e cognitivi, è un’area situata tra le competenze della persona e le sue potenzialità. METODO DELLA DOPPIA STIMOLAZIONE V. critica i test della valutazione delle abilità per le loro misure statiche: elabora il suo metodo. Si presenta agli alunni un compito oltre le loro possibilità, gli si offrono stimoli e si osserva come vengono utilizzati. INSEGNANTE visto come uno stimolatore di sviluppo, deve anticiparlo e condurlo, indirizzando alle funzioni che stanno maturando (non a quelle mature). 3 elementi metodologici chiave:  Deve mediare l’apprendimento dell’allievo  Ruolo di educatore flessibile  Deve concentrarsi sulle qualità di sostegno necessaria. LA VALUTAZIONE. Distinzione: conoscenze competenze e abilità > alla base della valutazione CONOSCENZE: descrivono la padronanza di fatti idee o concetti aquisiti attraverso le normali pratiche. E possono essere:

 Dichiarative: informazioni concettuali  Procedurali: info su come fare qualcosa  Condizionali: portano a definire spazio , tempo, qualità, quantità di un fenomeno empirico. Fanno parte delle categorie dell’apprendimento e sono dei saperi utili. ABILITA’: rappresentano il saper fare, possono essere:  Sequenziali: azioni memorizzate  Trasformative: passi che possono modificarsi a seconda dell’azione da svolgere  Traspositive: sequenze di passi differenziati in base alle azioni da svolgere, che richiedono di operare con più piani. COMPETENZE: insiemi organizzati che mettono in gioco in modo coordinato conoscenze, abilità e metaqualità. Non basta solo una prestazione per dire se si possiede una competenza, ma molte e in condizioni diverse. Le competenze sono compiti connessi alla realtà. LE RUBRICHE VALUTATIVE: indagano alcuni parametri riferiti al percorso dell’allievo. Le componenti principali sono: - Dimensioni: caratteristiche peculiari - Criteri: traguardi formativi - Indicatori: come riconoscere la presenza/ assenza di criteri - Ancore: esempi reali di prestazioni sugli indicatori scelti - Livelli: precisano i gradi di raggiungimento dei criteri. Autobiografie cognitive: tipo di autovalutazione: racconto del proprio processo cognitivo e valutazione del prodotto realizzato. Rubriche valutative + autobiografie cognitive= strumenti che assolvono una funzione riflessiva metacognitiva. CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZE. Introdotte nelle indicazioni nazionali, 2012. OBBLIGATORIE CON LA LEGGE 107 (2015) Modello proposto dal MIUR articolato in  Competenze chiave europee  Competenze indicate dal profilo finale dello studente  Obiettivi PEI  Livelli da attribuire ad ogni competenza

Cap 8 (non nel programma, ma meglio leggertelo perché un’assistente ci ha fatto comunque le domande) LA CLASSE È importante anche l'organizzazione dello spazio fisico. Non esiste una corretta disposizione dei banchi ma lo spazio deve essere modulabile, ovvero essere facilmente modificabile e adattabile ad ogni situazione. L'insegnante:  deve mantenere sempre un atteggiamento cortese affinché ogni alunno senta un senso di appartenenza,  perseguire finalità collettive,  avere aspettative di alto livello ma realistiche, comunicare obiettivi e scelte curriculari coinvolgendo gli alunni,  avere un sistema di regole condivise attuate dal primo giorno. ATTIVITA’ DIDATTICHE -> devono essere organizzate; possono essere:  individualistiche: se eccessive possono creare isolamento o atteggiamenti rinunciatari e demotivazione.  competitive: stimolano il raggiungimento degli obiettivi.  cooperative: promuovono comportamenti attivi e impegnati, favoriscono integrazione sociale – se eccessivo può creare timore di fare da soli. LOCUS OF CONTROL: condiziona i processi di apprendimento, processo di attribuzione del proprio successo a cause esterne o interne. AUTOEFFICACIA: variabile cognitiva, convinzione di ogni allievo sulla propria capacità di raggiungere risultati. Particolarmente rilevanti per la concentrazione:  Il rumore: soprattutto per i Besse e fonte di distrazione, 

l'illuminazione, gli arredi e i colori.

L’ICPS- INTERNATIONAL COGNITIVE PROBLEM SOLVING. Enfatizza gli aspetti cognitivi del comportamento interpersonale. Viene ricercato attraverso tre azioni principali:  generare il maggior numero di alternative per risolvere i problemi relazionali;

 anticipare cosa potrebbe accadere;  pianificare i mezzi per raggiungere gli obiettivi. Per infanzia e prime due classi della primaria il programma prevede una serie di lezioni-gioco di 20 minuti; per le ultime tre classi della primaria si estende a 30-40 minuti. Obiettivo: aiutare a generare maggior numero di alternative per risolvere i problemi.

Cap 9 LA PROSOCIALITA’ Promuovere un atteggiamento orientato alla valorizzazione degli aspetti positivi dei compagni, alla promozione di azioni di aiuto e sostegno, creare un clima di inclusione. Promuovere c...


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